Camillo Fenili (Bergamo, 11 novembre 1904 – Seriate, 17 marzo 1973) è stato un calciatore italiano, di ruolo attaccante.
Camillo Fenili | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Attaccante | |
Termine carriera | 1935 | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1918-1919 | ![]() | |
Squadre di club1 | ||
1919-1925 | ![]() | 25 (4) |
1925-1927 | ![]() | 3 (0) |
1927-1928 | ![]() | 13 (1) |
1928-1931 | ![]() | 51 (5) |
1931-1932 | ![]() | 0 (0) |
1932-1934 | ![]() | 33 (5) |
1934-1935 | ![]() | 5 (0) |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
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Era un'ala, utilizzata su entrambe le fasce. Aveva nel passaggio preciso e nella velocità nel saltare l'avversario le sue doti migliori[1].
A 16 anni non ancora compiuti debutta il 24 ottobre 1920[2] in prima squadra con l'Atalanta, da cui passa alla Juventus; con i bianconeri debutta in Serie A e vince uno scudetto nel 1925-1926, mentre nella successiva stagione non riesce a trovare spazio. Passa quindi alla Lazio e poi al Napoli.
Ingaggiato per far parte della rosa dell'ultimo campionato di Divisione Nazionale, con l'obiettivo di qualificarsi per il successivo primo campionato di Serie A, con i suoi compagni di squadra riesce a raggiungere il traguardo[3], giocando come titolare 28 partite (durante la quale segnerà 4 reti) sulle 30 della stagione regolare, più lo spareggio di Milano del 23 giugno 1929[4]. L'anno seguente è confermato in squadra per la rosa di quel campionato 1929-1930, nel primo campionato di Serie A della storia, terminato dalla squadra al quinto posto, miglior piazzamento sino ad allora[5]; gioca la prima partita dei partenopei nel nuovo campionato, la sconfitta di Torino dell'ottobre 1929[5], una partita in cui, come scrisse Vittorio Pozzo nel suo resoconto su "La Stampa", tutta la squadra partenopea, dopo quella partita, non poteva più essere sottovalutata[6]. A fine stagione le sue presenze sono 23, con una rete segnata[7], suo ultimo anno da titolare in Campania; l'anno successivo giocherà infatti solo nella vittoria casalinga contro il Livorno del 26 ottobre 1930, gara in cui gli azzurri s'imposero sui toscani per 2-0[3].
Torna nella stagione 1931-1932 alla Juventus, che alla fine del campionato sarà per la quarta volta nella sua storia Campione d'Italia e semifinalista di Coppa dell'Europa Centrale, senza che lui abbia giocato in campionato. Durante questa stagione effettua inoltre il servizio militare a Torino[1]. Passa quindi al Cosenza, dove raggiunge gli compagni di squadra al Napoli Di Martino e Biagio Zoccola.
Conclude la carriera con un'ultima stagione all'Atalanta, prima di partire militare per la Guerra d'Etiopia.
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