Carlo De Bernardi (Busto Arsizio, 9 dicembre 1952 – Casalpusterlengo, 11 settembre 2009) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo ala destra.
Carlo De Bernardi | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Allenatore (ex ala destra) | |
Termine carriera | 1991 - giocatore | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1967-1968 | ![]() | |
Squadre di club1 | ||
1968-1969 | ![]() | 16 (4) |
1969-1970 | ![]() | 0 (0) |
1970-1972 | ![]() | 49 (5) |
1972-1977 | ![]() | 149 (55) |
1977-1979 | ![]() | 71 (24) |
1979-1980 | ![]() | 32 (11) |
1980-1982 | ![]() | 65 (17) |
1982-1984 | ![]() | 16 (1) |
1984-1985 | ![]() | ? (?) |
1990-1991 | ![]() | ? (?) |
Carriera da allenatore | ||
1990-1991 | ![]() | |
????-???? | ![]() | |
2001-2002 | ![]() | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
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In carriera, oltre alle 4 presenze in Serie A, ha totalizzato 99 presenze e 32 reti in Serie B, con una media realizzativa piuttosto rilevante soprattutto in considerazione che De Bernardi non era una punta centrale ma un'ala, e anche alla luce delle scarse realizzazioni nei campionati cadetti tra gli anni 1970 e 1980.
È morto nel 2009, all'età di 56 anni, a causa di una grave malattia di cui soffriva da tempo[1].
Cresciuto nella Borsanese e poi nella Gallaratese[2][3], a 17 anni passa al Mantova, in Serie B, con il quale non scende mai in campo[3]. Nel 1970 viene ceduto in Serie C, al Piacenza[4], dove disputa due stagioni povere di gol[5], nel ruolo non suo di centravanti[4].
Nel novembre del 1972 viene ceduto in Serie D, al Treviso[6], con cui gioca cinque campionati consecutivi ottenendo la promozione in Serie C nel 1975. Due anni dopo passa all'Udinese, con cui sale dall Serie C1 alla Serie A, contribuendo all'impresa con 13 reti nella prima stagione in C e 11 nella seconda in B, giocando nel ruolo di ala destra e conquistando la Coppa Anglo-Italiana e la Coppa Italia di Serie C nel 1978[7].
Debutta in Serie A il 16 settembre 1979, nel pareggio per 1-1 sul campo della Fiorentina. La sua avventura nella massima serie dura solo fino a ottobre, quando viene ceduto in Serie B al Cesena dopo 4 presenze senza reti. In Romagna va a segno 11 volte nel campionato di Serie B 1979-1980.
Passa quindi all'Atalanta, ma le 9 reti realizzate nella stagione 1980-1981 non evitano la prima retrocessione in Serie C1 dei bergamaschi. Nell'annata successiva contribuisce con 8 reti all'immediato ritorno dei nerazzurri in B[1].
Chiude la carriera professionistica a 32 anni, militando per due stagioni nel Modena in serie C1, ma prosegue l'attività tra i dilettanti, con la Castanese in Interregionale[8] e di nuovo alla Borsanese, quest'ultima nel doppio ruolo di allenatore e giocatore[9].
Allena soprattutto squadre dilettantistiche di Busto Arsizio e dintorni: dopo l'esordio nella Borsanese, siede sulla panchina del Bienate Magnago[9] e di nuovo con la Borsanese, con cui vince il campionato di Terza Categoria[3] nel 2001-2002[9]. Cessa l'attività di allenatore nel 2006[9].
Il 5 settembre 2010 gli è stato intitolato il campo sportivo di Borsano, quartiere di Busto Arsizio e sede della Borsanese, alla quale ha legato gli esordi e la conclusione della carriera[3][9].
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