Gianluigi Lentini (Carmagnola, 27 marzo 1969) è un ex calciatore italiano, di ruolo ala. Nella sua carriera ha disputato tre finali europee, due col Milan e una col Torino.
Gianluigi Lentini | ||
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![]() | ||
Nazionalità | ![]() | |
Altezza | 181 cm | |
Peso | 82 kg | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Ala | |
Termine carriera | 2012 - giocatore | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1980-1983 | ![]() | |
1983-1987 | ![]() | |
Squadre di club1 | ||
1986-1988 | ![]() | 22 (0) |
1988-1989 | → ![]() | 37 (4) |
1989-1992 | ![]() | 89 (16) |
1992-1996 | ![]() | 63 (13) |
1996-1997 | ![]() | 31 (4) |
1997-2000 | ![]() | 93 (6) |
2001-2004 | ![]() | 84 (9) |
2004-2008 | ![]() | 103 (49) |
2008-2009 | ![]() | 30 (30) |
2009-2011 | ![]() | 8 (2) |
2011-2012 | ![]() | ? (20) 50 |
Nazionale | ||
1987-1990 | ![]() | 2 (0) |
1991-1996 | ![]() | 13 (0) |
Palmarès | ||
![]() | ||
Bronzo | 1990 | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
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Nato a Carmagnola da genitori siciliani, viene selezionato dai tecnici del settore giovanile del Torino durante un provino nel 1979 e percorre l’intera trafila sino alla formazione Primavera, all’epoca particolarmente prolifica,[1] allenata da Sergio Vatta.[2] Messosi in evidenza per le non comuni doti tecnico-atletiche e per una spiccata propensione al dribbling, l’allenatore granata Radice lo fa esordire in prima squadra, in serie A, ad appena 17 anni, il 23 novembre 1986 (Brescia-Torino 2-0).[3]
Nelle sue prime due stagioni da professionista, Lentini colleziona 32 presenze fra campionato e Coppa Italia sino a quando, nell'estate 1988, la società decide di cederlo in prestito all’Ancona, in Serie B, affinché maturi la necessaria esperienza. Nelle Marche disputa un ottimo campionato – accumulando 37 presenze e 4 reti – e dimostra doti di leadership oltre a un'evidente crescita sotto il profilo fisico.
A 20 anni fa così rientro al Torino, che nel frattempo è stato acquisito da Gian Mauro Borsano[4] dopo la sopravvenuta retrocessione in Serie B; qui Lentini offre un apporto determinante per la vittoria del campionato e il ritorno nella massima categoria. L'anno seguente il calciatore impressiona tutti con la sua prima stagione da titolare in Serie A (34 presenze e 5 reti),[5] guadagnandosi anche la maglia della Nazionale allenata da Azeglio Vicini.
Con Emiliano Mondonico in panchina e Lentini in campo, i granata conquistano un sorprendente quinto posto nella stagione 1990-91 oltre la vittoria della Mitropa Cup; segue un terzo posto nella stagione 1991-92, questa coronata dalla finale di Coppa UEFA persa contro l'Ajax solamente per la regola dei gol in trasferta (2-2 a Torino 0-0 ad Amsterdam).[6]
Al termine del campionato 1991-92, la situazione finanziaria dei granata è però al collasso. La mancata vittoria europea, lo scandalo di Tangentopoli che colpisce anche Borsano e le onerose campagne acquisti del biennio precedente – effettuate senza adeguate coperture finanziarie – impongono alcune cessioni illustri, tra cui quella di Lentini, diventato nel frattempo simbolo della tifoseria granata.
Il 30 giugno 1992 il calciatore firma per il Milan per la cifra – all'epoca considerata spropositata[7] – di 18,5 miliardi di lire, scatenando di riflesso la rivolta degli ultras torinisti,[8] sfociata in violente proteste e tafferugli di piazza, verso il presidente Borsano; non viene risparmiato nemmeno Lentini, costretto a uscire di nascosto dalla sede dell'ANSA dove venne intervistato, sotto una pioggia di monetine lanciate dai tifosi che a posteriori anticiperà di un anno quella ben più nota "caduta" su Bettino Craxi.[9]
Firmata l'acquisizione da record[10] – in relazione alla quale vi saranno poi indagini giudiziarie (Processo Lentini) per il presunto pagamento di altri 10 miliardi fuori bilancio[11] – il presidente Silvio Berlusconi mette il calciatore a disposizione del tecnico Fabio Capello; in maglia rossonera Lentini ottiene un ingaggio annuo netto di 4 miliardi di lire.[12][13]
Con 30 partite e 7 gol (tra cui una bella rovesciata sul campo del Pescara e una doppietta alla Sampdoria), pur non brillando e venendo criticato per la propria mondana vita extra-calcistica[14], si afferma fra i titolari dello schieramento milanista e viene impiegato dal 1' anche nella finale di Champions League di Monaco di Baviera, perduta contro l'Olympique Marsiglia. Al termine della stagione vince il suo primo Scudetto.
Nella notte del 2 agosto 1993[15], al rientro dopo aver preso parte al torneo organizzato per il centenario del Genoa[12], è coinvolto in un grave incidente automobilistico lungo l'Autostrada Torino-Piacenza: lo schianto avvenne perché, avendo sostituito una gomma forata con il "ruotino", accelerò troppo e perse il controllo dell'auto schiantandosi a quasi 200 km/h.[10] Si salvò miracolosamente dopo due giorni di coma, ma avendo picchiato fortemente il capo le conseguenze a livello neurologico furono gravi, ebbe iniziali difficoltà a parlare fluentemente e i riflessi divennero più lenti.[16] Questo rallentò decisamente il suo rientro agonistico e ci volle del tempo perché riacquistasse potenza e velocità nella corsa.
Torna in campo verso la fine della stagione 1993-1994,[17] accumulando però dieci sole presenze in totale e vince la sua prima Champions League da spettatore (Milan-Barcellona 4-0). Non avendo mai raggiunto un adeguato stato di forma, salta il Mondiale del 1994.
L'anno seguente Lentini fatica a ritrovare la maglia da titolare ma sul finire della stagione torna a giocare con costanza e nelle sette partite di campionato che precedono la finale di Champions League, va a segno per 5 volte. Contro gli olandesi dell'Ajax perciò ci si aspettava, lui per primo,[17] che venisse schierato tra i titolari, anche perché il Milan era già costretto a dover rinunciare a Savićević per infortunio. Invece inspiegabilmente Capello lo lasciò in panchina e lo fece entrare a soli cinque minuti dalla fine della partita (pochi istanti prima della rete di Kluivert che consegnò la vittoria ai lancieri). La delusione fu tale che perse voglia e stimoli, portando Lentini a dichiarare successivamente: "Quella sera è finita la mia carriera".[16][17] Nel 1995-1996, non più brillante come prima dell'incidente e in dissidio con l'allenatore, colleziona 9 sole presenze in campionato.
Conclude la sua esperienza in rossonero con 63 presenze e 13 reti in campionato, avendo conquistato 3 Scudetti, 1 Champions League, 3 Supercoppe italiane e 1 Supercoppa Europea.
Nell'estate del 1996 passa all'Atalanta e, ritrovato Emiliano Mondonico come tecnico, si mette in evidenza con una discreta forma fisica, realizzando 4 gol in 31 partite e contribuendo al buon campionato della squadra orobica (che vede in rosa, tra gli altri, Filippo Inzaghi e Domenico Morfeo). La stagione si rivela particolarmente favorevole a Lentini, che ritrova perfino la convocazione in Nazionale in occasione di un'amichevole con la Bosnia.[18]
L'anno dopo torna al Torino, nel frattempo sceso nuovamente in Serie B e desideroso di costruire una formazione ambiziosa, che possa garantirgli nuovamente la risalita nel massimo campionato. Lentini è titolare nel tridente di mister Reja e il 27 settembre 1997 torna al gol in granata dopo cinque anni, nella vittoria interna per 2-1 contro il Genoa. L'esterno gioca con continuità (34 presenze e 3 reti)[19], ma non riesce a consegnare la promozione ai suoi, fermati dal Perugia nello spareggio di Reggio Emilia[20].
Nella stagione 1998-1999 il Toro, alla terza stagione consecutiva lontano dal massimo campionato, si affida nuovamente al suo mentore Mondonico, che Lentini ritrova per la terza volta in carriera. Al termine di una proficua stagione giocata da spalla del capocannoniere Ferrante, il 6 giugno 1999 Lentini va a segno sul campo della Fidelis Andria, contribuendo alla vittoria esterna per 4-1 che garantisce ai granata la matematica certezza del ritorno in Serie A.[21]
Nel 1999-2000, gioca infine la sua ultima stagione in Serie A, collezionando 24 presenze in campionato senza riuscire a evitare la nuova retrocessione dei granata. Conclude la sua esperienza al Torino con 249 partite e 31 reti complessive[22].
Nel gennaio del 2001 passa al Cosenza allenato da Bortolo Mutti con cui sfiora subito la promozione in Serie A persa nella parte finale della stagione. La stagione successiva è allenato da Luigi De Rosa, con cui conquista una salvezza. Nel 2003 il Cosenza subisce la retrocessione d'ufficio dalla Serie B alla Serie D; della compagine silana diventa il capitano, sia in Serie B, sia nei Dilettanti[23]. Con il Cosenza in quattro stagioni mette a segno 9 reti in 84 gettoni di presenza.
Nel 2004 si trasferisce al Canelli, società piemontese militante in Eccellenza e l'anno dopo (2005-2006) i biancoazzurri ottengono la promozione in Serie D, grazie anche al contributo di Lentini che firma 19 reti in 29 presenze. La stagione seguente, nella categoria superiore appena raggiunta, l'esterno realizza 12 gol in 25 partite, non sufficienti però ad evitare l'immediato ritorno del Canelli in Eccellenza dopo gli spareggi play-out persi contro il Vado.
Dopo il grave incidente d'auto del 1993, in cui rischiò la vita, è protagonista di un nuovo incidentale, questa volta meno grave: il 6 settembre 2006, a bordo del suo scooter, si scontra con un'auto nel tragitto verso il campo d'allenamento; nella caduta si lesiona il tendine di un ginocchio, costringendolo all'operazione.[24]
Rinnova il contratto con il Canelli anche per la successiva stagione di Eccellenza. Dalla stagione 2008-2009 indossa per un campionato e mezzo la maglia rossoblu della Saviglianese squadra che milita in Promozione piemontese[25] e nel dicembre 2009 passa alla Nicese, esordendo in maglia giallorossa con una rete. Infine, nel campionato 2011-2012 torna nella sua città natale Carmagnola e viene tesserato dalla squadra locale che milita nel campionato di Promozione Piemonte-Valle d'Aosta.
A fine stagione si ritira.[26][27]
Ha vestito per 13 volte la maglia della nazionale maggiore. Ha esordito in azzurro il 13 febbraio 1991 a Terni nell'amichevole Italia-Belgio (0-0), quando vestiva ancora la maglia del Torino. Ha collezionato anche 2 presenze con l'Under-21 esordendo il 29 novembre 1989.
Al termine della sua carriera ha scelto di lasciare il mondo del calcio ed è tornato a vivere a Carmagnola. Ha contestualmente intrapreso l'attività di imprenditore gestendo un ristorante con biliardo, sua grande passione, ed avviando un'azienda agricola incentrata sulla produzione di miele e prodotti affini.[28][29]
Stagione | Squadra | Campionato | ||
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Comp | Pres | Reti | ||
1986-1987 | ![]() |
A | 11 | 0 |
1987-1988 | A | 11 | 0 | |
1988-1989 | ![]() |
B | 37 | 4 |
1989-1990 | ![]() |
B | 22 | 6 |
1990-1991 | A | 34 | 5 | |
1991-1992 | A | 33 | 5 | |
1992-1993 | ![]() |
A | 30 | 7 |
1993-1994 | A | 7 | 0 | |
1994-1995 | A | 17 | 5 | |
1995-1996 | A | 9 | 1 | |
Totale Milan | 63 | 13 | ||
1996-1997 | ![]() |
A | 31 | 4 |
1997-1998 | ![]() |
B | 34 | 3 |
1998-1999 | B | 35 | 3 | |
1999-2000 | A | 24 | 0 | |
Totale Torino | 204 | 22 | ||
2000-2001 | ![]() |
B | 11 | 1 |
2001-2002 | B | 26 | 1 | |
2002-2003 | B | 33 | 4 | |
2003-2004 | D | 14 | 3 | |
Totale Cosenza | 84 | 9 | ||
2004-2005 | ![]() |
Ecc. | 20 | 6 |
2005-2006 | Ecc. | 29 | 19 | |
2006-2007 | D | 25 | 12 | |
2007-2008 | Ecc. | 29 | 12 | |
Totale Canelli | 103 | 49 | ||
2008-2009 | ![]() |
Prom. | 26 | 15 |
2009-2010 | Ecc. | 4 | 0 | |
Totale Saviglianese | 30 | 15 | ||
2009-2010 | ![]() |
Ecc. | 8 | 2 |
2010-2011 | Prom. | ? | ? | |
Totale Nicese | 8+ | 2+ | ||
2011-2012 | ![]() |
Prom. | ? | ? |
Totale carriera | 560+ | 118+ | ||
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia | |||||||
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Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
13-2-1991 | Terni | Italia ![]() | 0 – 0 | ![]() | Amichevole | - | ![]() |
12-6-1991 | Malmö | Italia ![]() | 2 – 0 dts | ![]() | Scania Cup | - | |
16-6-1991 | Stoccolma | Italia ![]() | 1 – 1 dts (3 – 2 dtr) | ![]() | Scania Cup | - | |
12-10-1991 | Mosca | Unione Sovietica ![]() | 0 – 0 | ![]() | Qual. Euro 1992 | - | ![]() |
19-2-1992 | Cesena | Italia ![]() | 4 – 0 | ![]() | Amichevole | - | ![]() |
25-3-1992 | Torino | Italia ![]() | 1 – 0 | ![]() | Amichevole | - | ![]() |
9-9-1992 | Eindhoven | Paesi Bassi ![]() | 2 – 3 | ![]() | Amichevole | - | ![]() |
14-10-1992 | Cagliari | Italia ![]() | 2 – 2 | ![]() | Qual. Mondiali 1994 | - | |
18-11-1992 | Glasgow | Scozia ![]() | 0 – 0 | ![]() | Qual. Mondiali 1994 | - | |
20-1-1993 | Firenze | Italia ![]() | 2 – 0 | ![]() | Amichevole | - | ![]() |
24-2-1993 | Porto | Portogallo ![]() | 1 – 3 | ![]() | Qual. Mondiali 1994 | - | ![]() |
1-5-1993 | Berna | Svizzera ![]() | 1 – 0 | ![]() | Qual. Mondiali 1994 | - | ![]() |
6-11-1996 | Sarajevo | Bosnia ed Erzegovina ![]() | 2 – 1 | ![]() | Amichevole | - | ![]() |
Totale | Presenze | 13 | Reti | 0 |
Altri progetti
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