Mario Giumanini (Milano, 30 giugno 1892 – Piacenza, 13 ottobre 1967[1]) è stato un dirigente sportivo e calciatore italiano, di ruolo centrocampista e attaccante[2].
Mario Giumanini | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Centrocampista, attaccante | |
Carriera | ||
Squadre di club1 | ||
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1913-1915 | ![]() | ? (?) |
1915-1916 | ![]() | ? (?) |
1916-1918 | ![]() | ? (?) |
1918-1919 | ![]() | ? (?) |
1919-1920 | ![]() | 7 (2) |
1920-1921 | ![]() | ? (?) |
1921-1922 | ![]() | 0 (0) |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
Ciclismo ![]() | ||
Specialità | Strada | |
Ruolo | Direttore sportivo | |
Carriera | ||
Carriera da allenatore | ||
1949-1956 | ![]() | |
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È noto anche come Mario Giumanini Resegotti, in quanto fratellastro di Nino Resegotti[3][4].
Dopo l'esordio con l'Ausonia[4], ha giocato con la maglia del Vigor Torino[4] nei campionati di Prima Categoria 1913-1914[5] e 1914-1915[6]. Allo scoppio della prima guerra mondiale milita nell'US Torinese[4], con cui prende parte alla Coppa Federale[7]; in seguito gioca con la formazione del Genio Reale del distaccamento di Bologna[4], prima di riprendere l'attività nel Nazionale Emilia, di cui è anche capitano[4].
Nel 1919 diventa il primo capitano del neonato Piacenza, con cui ottiene la vittoria nel girone emiliano del campionato di Promozione 1919-1920[2]. Terminata l'attività agonistica nella polisportiva piacentina Salus et Virtus[8] (dove ricopre anche l'incarico di dirigente[9]) e di nuovo nel Piacenza come riserva[10], si stabilisce definitivamente nella città emiliana[3].
Dopo il ritiro ricopre diversi incarichi in vari sport, sempre a Piacenza: è presidente del Pro Piacenza[4], membro della Federcalcio provinciale[4] e giudice di gara nell'atletica leggera[4]. Nel 1949 entra nel mondo del ciclismo, diventando direttore sportivo della squadra piacentina sponsorizzata Arbos[4][11], azienda di cui era dipendente[1]; partecipa al Giro d'Italia, vincendo 3 tappe con Bruno Monti e Nino Assirelli[11]. La migliore prestazione della squadra è nel 1956, quando Pasquale Fornara vince il Tour de Romandie[12] e conquista la maglia rosa nel corso del Giro d'Italia[13]. Nel corso della tappa Merano-Monte Bondone, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, Fornara va in crisi di ipotermia[4], e Giumanini decide per il ritiro del corridore[13]. Dopo questi fatti, Giumanini abbandona il mondo delle corse ciclistiche[4].
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