Renato Bodini (Cremona, 6 ottobre 1909 – Roma, 23 agosto 1974) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo difensore.
Renato Bodini II | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Altezza | 175 cm | |
Peso | 75 kg | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Difensore | |
Termine carriera | 1943 - giocatore 19?? - allenatore | |
Carriera | ||
Squadre di club1 | ||
1927-1930 | ![]() | 48 (3) |
1930-1935 | ![]() | 139 (3) |
1935-1937 | ![]() | 48 (8) |
1937-1938 | ![]() | 2 (0) |
1938-1940 | ![]() | 50 (5) |
1940-1941 | ![]() | 13 (3) |
1941-1942 | ![]() | 18 (3) |
1942-1943 | ![]() | 10 (0) |
Carriera da allenatore | ||
1941-1942 | ![]() | |
1943-1944 | ![]() | |
1945-1946 | ![]() | |
1946-1947 | ![]() | |
1949-1951 | ![]() | |
1951-1952 | ![]() | |
1954 | ![]() | Vice |
1954-1955 | ![]() | |
1957 | ![]() | |
1957-19?? | ![]() | [1] |
19??-1958 | ![]() | [1] |
1958-1959 | ![]() | |
19?? | ![]() | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
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Era noto come Bodini II per distinguerlo da Ercole o Bodini I[2].
Terzino tecnicamente poco dotato, faceva della fisicità e dell'intensità di gioco i suoi punti di forza. Era dotato di un potente tiro dalla distanza[3].
Esordì nella Cremonese, con cui debuttò in Divisione Nazionale rivelandosi come uno di migliori terzini del campionato[3], e si trasferì a 21 anni nella Roma, dovendo svolgere il servizio militare nella Capitale[4]. Nonostante la giovane età già al suo primo anno a Roma fu uno dei punti cardine nella stagione che vide i giallorossi secondi dietro la Juventus, giocando in coppia con Mario De Micheli[3]. Rimarrà per sempre legato alla storia della Roma di Campo Testaccio, è infatti citato nell'inno di Toto Castellucci:
«poi ce sta er torello de Bodini - cor gran Furvio Bernardini - che dà scòla all'argentini[3][5]» |
La prima delle sue 3 reti da romanista fu nel derby del 24 maggio 1931, conclusosi 2-2 grazie proprio alla sua marcatura realizzata su punizione a tre minuti dal termine[6][7].
Chiusa l'avventura nella Roma si trasferì a Genova nella Sampierdarenese, e dopo una parentesi al Milan[5] (dove giocò solo 2 partite di campionato) tornò alla Sampierdarenese, che nel frattempo (a seguito di vari assorbimenti e fusioni) aveva cambiato il proprio nome in Associazione Calcio Liguria: la base del suo ritorno in terra ligure fu l'amore per una ragazza di nome Francesca che divenne poi sua moglie[5]. È stato l'autore della prima rete nella storia del Derby della Lanterna dall'introduzione del girone unico, realizzando la rete d'apertura della sfida fra Sampierdarenese e Genoa del 6 ottobre 1935, poi vinta dai rossoblu per 2 a 1.
Gli anni seguenti trascorse in Serie B militando nel Savona e nella Lucchese (dove fu allenatore-giocatore[8]), per poi chiudere la carriera nella società della sua città natale dove aveva esordito 15 anni prima: la Cremonese.
In carriera ha totalizzato complessivamente 270 presenze e 18 reti nella Serie A a girone unico e 41 presenze e 6 reti in Serie B.
Esordì in panchina allenando il Piacenza, nel campionato di Serie B-C Alta Italia 1945-1946 subentrando a Sandro Puppo[9]. In seguito allenò Mantova, Cremonese (in coppia con József Bánás, vennero sostituiti nel gennaio 1951 da Guido Dossena[10]), Acireale (dove ottenne una promozione in IV Serie[11]), Siena (dove fu esonerato) e la Nazionale militare[5]. Secondo «La Gazzetta dello Sport», nella stagione 1957-1958 allenò «prima il Rapallo e poi la Bondenese»[1]. Nel 1958 subentra all'esonerato Attilio Kossovel sulla panchina della Reggina[12].
Tornò anche alla Roma dove fu vice di Jesse Carver, lasciando l'incarico per sedere sulla panchina del Bolzano[5].
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