Ugo Tomeazzi (Bomporto, 24 dicembre 1940) è un ex allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista o attaccante.
Ugo Tomeazzi | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Altezza | 175 cm | |
Peso | 73 kg | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Allenatore (ex centrocampista, attaccante) | |
Termine carriera | 1974 - giocatore 1996 - allenatore | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
195?-1958 | ![]() | |
Squadre di club1 | ||
1958-1960 | ![]() | 47 (12) |
1960 | ![]() | 0 (0) |
1960-1961 | ![]() | 22 (3) |
1961-1963 | ![]() | 28 (0) |
1963-1972 | ![]() | 219 (19) |
1972-1973 | ![]() | 22 (1) |
1973-1974 | ![]() | 20 (1) |
Nazionale | ||
1960 | ![]() | 4 (2) |
Carriera da allenatore | ||
1976-1979 | ![]() | |
1981-1982 | ![]() | Primavera |
1982 | ![]() | |
1983-1985 | ![]() | |
1985-1988 | ![]() | |
1988-1992 | ![]() | |
1992-1994 | ![]() | |
1994-1995 | ![]() | |
1996 | ![]() | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
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Fu attivo negli anni sessanta e settanta.
Cresciuto nelle giovanili del Modena proveniente da una formazione dilettantistica ferrarese di Sant'Agostino, con i canarini disputa due stagioni in Serie B, nella seconda delle quali realizza 11 reti, non sufficienti tuttavia ad evitare la retrocessione in Serie C.
Nel 1960 transita brevemente all'Inter[1], senza scendere in campo, quindi passa al Torino, con cui esordisce in serie A il 13 novembre 1960 in occasione del Derby della Mole, chiuso a reti bianche[2], e disputa 22 incontri , con 3 reti all'attivo, del campionato 1960-1961 chiuso dai granata al dodicesimo posto.
A fine stagione cambia nuovamente casacca trasferendosi al Napoli, disputando 2 stagioni, la prima in A e la seconda in B, senza riuscire ad imporsi come titolare (28 presenze complessive), ma conquistando nell'annata 1961-1962 la promozione in A e la Coppa Italia[3]. Nella stagione successiva, in Serie A, viene anche squalificato per un mese per doping, insieme ad altre tre compagni di squadra[3].
Nel 1963 passa quindi al Mantova, formazione di cui diventerà una bandiera[4], con 9 stagioni all'attivo, 5 in A e 4 in B, 219 presenze complessive, centrando due promozioni in massima serie (annate 1965-1966 e 1970-1971).
Lascia i virgiliani al termine della stagione 1971-1972, conclusa con la retrocessione in B[4], e disputa le ultime stagioni della carriera in Serie C con Monza[4][5] e Ravenna[6].
In carriera ha totalizzato complessivamente 131 presenze e 9 reti in Serie A e 185 presenze e 25 reti in Serie B.
Ha disputato con la Nazionale Olimpica le Olimpiadi di Roma 1960, chiuse al quarto posto, con all'attivo 4 presenze e 2 reti, tra cui quella nella finalina persa contro l'Ungheria[7].
Ha intrapreso successivamente la carriera di allenatore, guidando il Mantova in Serie C fino alla stagione 1979-1980, quando viene esonerato dopo un cattivo avvio di stagione[8]. Nel 1982, mentre è alla guida della formazione Primavera della SPAL, subentra a Titta Rota alla guida della prima squadra, senza evitarne la retrocessione in Serie C1[9][10]. Tra il 1983 e il 1985 guida il Rovigo per due stagioni in Serie D[11]: nella prima giunge al secondo posto staccato di due punti rispetto al Sassuolo, nel secondo è ancora nella piazza d'onore dopo un lungo duello con l'Orceana e manca la finale di Coppa Italia battuto dal Rosignano. Successivamente allena il Suzzara con cui ottiene la promozione in serie C2 e il Carpi, con cui ottiene la prima promozione in Serie C1 della storia della società, con una squadra ripescata dall'Interregionale[12]. Rimane sulla panchina carpigiana per i tre successivi campionati in terza serie[12], e nel 1992 torna al Mantova, dove ottiene immediatamente la promozione in Serie C1[8]; nella stagione successiva viene inizialmente sostituito da Gianfranco Bellotto[13], per poi tornare sulla panchina virgiliana conducendo la squadra ai playoff[4].
Dopo il fallimento del Mantova, nel 1994, sostituisce Ferruccio Mazzola al Modena[14], sempre in Serie C1, e quindi subentra a Giancarlo D'Astoli sulla panchina del Fiorenzuola, mancando l'approdo ai playoff[15]. Nella stagione 2000-2001 torna per la terza volta al Mantova, come responsabile dell'area tecnica[16].
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