Albino Cella (Bobbio, 2 luglio 1938) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.
Albino Cella | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Allenatore (ex attaccante) | |
Termine carriera | 1978 - giocatore | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1954-1956 | ![]() | |
Squadre di club1 | ||
1953-1954 | ![]() | 5 (1) |
1956-1960 | ![]() | 113 (43) |
1960-1961 | ![]() | 14 (5) |
1961 | ![]() | 1 (0) |
1961-1962 | → ![]() | 18 (3) |
1962-1964 | ![]() | 54 (22) |
1964-1965 | ![]() | 30 (18) |
1965-1968 | ![]() | 43 (10) |
1968-1969 | ![]() | 27 (11) |
1969-1971 | ![]() | 58 (16) |
1971-1972 | ![]() | 29 (0) |
1972-1973 | ![]() | 17 (0) |
1973-1976 | ![]() | ? (?) |
Carriera da allenatore | ||
1972-1973 | ![]() | |
1976 | ![]() | |
1978-1979 | ![]() | |
1980-1981 | ![]() | |
1982 | ![]() | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
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È fratello di Giancarlo Cella e figlio di Uberto detto Tio, attaccante del Piacenza negli anni Trenta[1].
Diplomato ISEF e per questo chiamato Professore[2], dopo il ritiro si stabilisce ad Albisola svolgendo la professione di impiegato di banca[3]; nella cittadina ligure si impegna anche in politica come assessore[4].
Cresciuto nella Bobbiese[1], passa poi al vivaio del Piacenza, con cui esordisce nel campionato di IV Serie 1956-1957, lanciato dall'allenatore Ercole Bodini nel ruolo di centravanti[5]: mette a segno 11 reti in 27 partite e contribuisce all'accesso della formazione emiliana in IV Serie Eccellenza 1957-1958.
Nel 1958 esordisce in Serie C, sempre con la maglia del Piacenza, e nell'annata successiva si mette in luce realizzando 17 reti; un grave infortunio (distacco totale del bicipite femorale destro) patito mentre era a Coverciano con la Nazionale di Serie C[6] lo costringe a saltare il finale di stagione[7], facendo sfumare il passaggio alla SPAL[8]. Al termine del campionato viene ceduto in comproprietà al Brescia[9][10], con cui esordisce in Serie B realizzando 5 reti in 14 partite[7]. Riscattato dalle Rondinelle[11], nella stagione successiva approda nella massima serie, acquistato in comproprietà dal Mantova[12]. Debutta in Serie A l'8 ottobre 1961, in Torino-Mantova (2-1), giocando come ala destra contro il fratello Giancarlo[6]; quella presenza rimane l'unica nella stagione e l'unica in Serie A. A novembre, infatti, viene ceduto al Prato, in Serie B: mette a segno 3 reti in 18 partite, non evitando la retrocessione dei lanieri in terza serie.
Rientrato al Mantova, nel novembre 1962 viene ceduto al Savona, in Serie C[13]. In Liguria realizza 22 reti in due stagioni[14], contribuendo a un terzo e un secondo posto in classifica. Nel 1964 passa al Como[15], dove realizza 18 reti vincendo la classifica marcatori[16] senza riuscire a conquistare la promozione nella serie cadetta. Cella sale comunque in Serie B trasferendosi al Livorno, dove rimane per tre stagioni tormentate da problemi fisici[17].
Lasciata Livorno, scende in Serie D passando in comproprietà alla Lucchese[3], con cui realizza 11 reti[13] e conquista la promozione in Serie C vincendo lo spareggio contro la Sarzanese[3]. Rientrato al Livorno a causa di intoppi burocratici nella risoluzione della comproprietà[3], viene ceduto definitivamente al Derthona, in Serie C[18]; milita in seguito nella Gaviese in Serie D e nella Lavagnese, in Promozione ligure[19], ricoprendo anche il ruolo di allenatore[20]. Chiude la carriera con tre stagioni nel S. Cecilia Albissola[21], l'ultima da allenatore-giocatore[13].
In carriera ha totalizzato una presenza in Serie A e 75 (con 15 reti) in Serie B.
Dopo il ritiro, allena la rappresentativa giovanile dilettantistica della provincia di Savona[22] e a più riprese l'Albissola[4][19].
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