Berardino Capocchiano (Zapponeta, 16 agosto 1965) è un ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.
Berardino Capocchiano | ||
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![]() | ||
Nazionalità | ![]() | |
Altezza | 185 cm | |
Peso | 78 kg | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Attaccante | |
Termine carriera | 1998 | |
Carriera | ||
Squadre di club1 | ||
1983-1986 | ![]() | giovanili |
1986-1987 | ![]() | 29 (14) |
1987-1989 | ![]() | 30+ (10+) |
1989-1990 | ![]() | 8 (0) |
1990-1991 | ![]() | 35 (14) |
1991-1992 | ![]() | 2 (0) |
1992-1994 | ![]() | 27 (4) |
1994 | ![]() | 0 (0) |
1994-1996 | ![]() | 59 (13) |
1996-1997 | ![]() | 7 (2) |
1997-1998 | ![]() | 9 (2) |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
Statistiche aggiornate al 7 novembre 2012 | ||
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Centravanti tecnicamente grezzo[1] (come lui stesso ammetteva[2]), era fisicamente imponente e forte nel gioco aereo[1].
Dopo gli esordi nelle giovanili della Pro Sesto e le prime esperienze tra i dilettanti, con la Carugatese, nel 1987 si trasferisce in Germania per motivi familiari[3] proseguendo l'attività di calciatore nel TSV Havelse e nell'Arminia Bielefeld. Nella stagione 1990-1991 esordisce in Zweite Bundesliga con l'Havelse, con cui realizza 14 reti in 35 partite, e attira l'attenzione della Lazio, che lo acquista nell'estate 1991[1] come riserva di Rubén Sosa e Karl-Heinz Riedle. Il trasferimento, tuttavia, diventa operativo solo in novembre[3], a causa di un contenzioso tra la Lazio e il Monaco 1860 (per cui aveva firmato inizialmente[4]) sulla cifra dovuta al club tedesco[1], che ritarda l'arrivo del transfer[5].
Esordisce con la maglia laziale nella partita di Coppa Italia contro il Torino, nella quale fallisce l'unica palla-gol costruita dalla formazione biancoceleste[6]. Rimane l'unica presenza fino al febbraio 1992, poiché viene considerato l'ultima scelta per l'attacco da Dino Zoff[3]; debutta nella massima serie il 16 febbraio 1992 contro l'Ascoli, e colleziona in seguito la sua terza e ultima presenza in maglia laziale nel maggio dello stesso anno contro la Sampdoria.
A fine stagione, dopo un'annata globalmente fallimentare[7], viene ceduto per un miliardo di lire[8] al Bari, appena retrocesso in Serie B[9]. In Puglia ritrova continuità di impiego, disputando 21 partite nel campionato di Serie B 1992-1993, con 4 reti; tuttavia il suo rendimento è ancora inferiore alle attese, provocando la contestazione della tifoseria[10].
Messo in disparte da Giuseppe Materazzi nella stagione 1993-1994 (6 presenze senza reti), nel 1994 passa al neopromosso Avellino, sempre tra i cadetti, con un contratto proporzionale ai gol realizzati[11]. Anche l'avventura in Irpinia si conclude rapidamente: a novembre scende in Serie C1, ingaggiato dal Chieti, e qui rimane fino al 1996, dopo la scadenza del suo contratto con il Bari[12]. Conclude la carriera con due stagioni tra i dilettanti, con Latina e Rondinella.
Lasciato il mondo del calcio, ha intrapreso l'attività di imprenditore; nel 2011 è stato in predicato di far parte di una cordata per l'acquisizione del Piacenza[13], per poi smentire l'interesse all'acquisto[14].
Nel 2009 si è candidato alle elezioni per il consiglio provinciale della neonata Provincia di Monza[15].
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