A lui si deve l'innovazione del "Fosbury Flop", la tecnica - ormai universalmente impiegata - con la quale l'atleta scavalca l'asticella rovesciando il corpo all'indietro e cadendo sulla schiena (da cui la definizione di "salto dorsale").
Con questa tecnica rivoluzionaria (a quel tempo tutti i saltatori impiegavano lo scavalcamento ventrale), nel 1968 Fosbury si impose dapprima all'attenzione nazionale, vincendo il campionato NCAA e i trials di qualificazione per i Giochi olimpici, e successivamente alla ribalta mondiale vincendo la medaglia d'oro di Città del Messico e stabilendo il nuovo record olimpico con la misura di 2,24 m.
Nella gara che lo consegnò alla storia indossò due scarpe di colore diverso. Lo fece non per scelta di marketing, ma semplicemente "perché la destra di quel colore mi dava una spinta verso l'alto superiore rispetto a un altro tipo di calzatura".[1]
Fosbury si è ritirato nel 1969 non partecipando quindi ai Giochi olimpici di Monaco di Baviera. Nel 1981 è stato introdotto nella National Track & Field Hall of Fame.
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