Edoardo Johann Peter Bosio (Torino, 9 novembre 1864[2] – Davos, 31 luglio 1927[3]) è stato un imprenditore e calciatore italiano, fondatore e giocatore del Torino FCC, progenitore dell'Internazionale Torino[4].
Edoardo Bosio | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Altezza | 181[1] cm | |
Peso | 72[1] kg | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Attaccante | |
Termine carriera | 1902 | |
Carriera | ||
Squadre di club1 | ||
1887-1891 | ![]() | 0 (0) |
1891-1899 | ![]() | 4 (3) |
1900-1902 | ![]() | 6 (3) |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
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Discendente dello svizzero Giacomo Bosio, che con il motto «Bona cervisia lætificat cor hominum»[5], nel 1845, fondò il primo birrificio d'Italia con sede nella centrale via della Consolata a Torino.[6][7] Dopo essersi diplomato come ragioniere, fu assunto dalla Thomas & Adams di Nottingham, ditta operante nel campo dei tessili: ciò gli consentì di conoscere e praticare gli ambienti inglesi del football. Ritornato nel 1887 a Torino, si dimostrò immediatamente uno sportivo appassionato, avvicinandosi al canottaggio. Infatti, divenne socio della Società Armida, e successivamente il direttore tecnico della società.[8] Nel 1889 vinse sul 4+ il primo titolo di Campione d'Italia (equipaggio Armida Rigat- Nicola - Bosio- Cappelaro) Dall'Inghilterra aveva riportato in Italia però, soprattutto, la passione per il football e qualche pallone di cuoio, cosa certamente non frequente all'epoca nella penisola. Bosio, proprio grazie ai suoi trascorsi britannici, era capace di giocare con la palla ed era intenzionato a dare un'organizzazione che consentisse la diffusione della pratica di quel gioco.
Fu così che, con i colleghi d'oltre Manica della filiale torinese della Thomas & Adams, fondò il Torino FCC[9], società sportiva che praticava il canottaggio d'estate e il football d'inverno. Si ha anche notizia dell'abbigliamento usato: camicia a righe rossonere con il colletto bianco, un berretto in testa e calzoni lunghi.
Nel 1889, alla patinoire del Valentino, il principe Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, il barone Cesana, il marchese Alfonso Ferrero de Gubernatis Ventimiglia e altri rappresentanti dell'aristocrazia fondarono la Nobili Torino. L'iniziativa di Bosio si incrociò subito con quella di questi esponenti della nobiltà piemontese: nacque così nel 1891 l'International Football Club, nota anche come Internazionale Torino.
Bosio era un personaggio eclettico per quell'epoca, oltre a praticare più sport e nello stesso tempo lavorare come mercante, ebbe il merito di esordire anche nel mondo dei cortometraggi cinematografici, come regista e fotografo in occasione del film: “La vita negli abissi del mare“, film del 1914.[10] Il cortometraggio venne prodotto dalla Vesuvio Films, con la collaborazione dell'Ambrosio Film di Torino che co-produsse la pellicola.[11]
Bosio morì a 62 anni nel 1927.
È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.
Bosio partecipò al primo campionato di calcio italiano, tra le file dell'Internazionale Torino, segnando il primo goal nella storia del calcio professionistico italiano e vincendo per due a uno contro il Torinese; arrivò a disputare la finale persa contro il Genoa per due a uno, anche in questa occasione fu lui a segnare per la sua squadra.
Anche nella stagione seguente, sempre tra le file dell'Internazionale Torino, disputò la finale di campionato, persa anche in questa occasione contro i genovesi, che vinsero per tre a uno.
Nel 1900 a seguito della fusione dell'Internazionale Torino con il Torinese, disputò la finale di campionato, dove subì la terza sconfitta consecutiva contro il Genoa.[12]
Nel 1902 risulta ancora in rosa agli oro-nero.[13]
Il 30 aprile 1899 giocò a Torino presso il Velodromo Umberto I l'incontro amichevole nella Selezione Italiana contro la Selezione Svizzera, terminato due a zero a favore degli elvetici.[14]
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