Giuseppe Sabatini (Peccioli, 22 marzo 1915 – Livorno, 12 dicembre 1951) è stato un ciclista su strada italiano. Professionista dal 1936 al 1940, conta due partecipazioni al Giro d'Italia. A lui è intitolata la Coppa Sabatini.
Giuseppe Sabatini | ||
---|---|---|
Nazionalità | ![]() | |
Ciclismo ![]() | ||
Specialità | Strada | |
Termine carriera | 1947 | |
Carriera | ||
Squadre di club | ||
1936-1939 | Ganna | |
1940 | Unione Ciclistica Modenese | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Soprannominato "Libertario", nasce a Peccioli come primogenito di nove figli in una famiglia di mezzadri.
La sua prima squadra giovanile fu, all'età di 17 anni, l'Unione Sportiva Raffaele di Paco di Forcoli. Fra il 1933 e il 1935 ottenne diverse vittorie fra i dilettanti toscani e nel 1935 vinse la Coppa Olimpia a Grosseto.
Nel 1936 diventò professionista con la squadra di Luigi Ganna, ma pochi mesi più tardi viene chiamato a prestare servizio militare come bersagliere a Pola in Istria, venendo congedato nel marzo 1937.
In seguito, dopo una breve esperienza come operaio alla vetreria Saint Gobain di Pisa, tornò al ciclismo professionistico ancora con la Ganna, partecipando alla sua prima Milano-Sanremo e al Giro della Toscana.
Successivamente partecipò al Giro d'Italia 1939, dove fu gregario di Cesare Del Cancia; all'ultima tappa, da Sondrio a Milano, andò in fuga con i migliori e arrivò settimo sul traguardo, concludendo la classifica generale in diciottesima posizione. Il 29 aprile 1939 durante la seconda tappa Torino-Genova fu protagonista di una pericolosa caduta in discesa all'imbocco della galleria di Boasi.[1] In seguito cambiò squadra, accasandosi all'Unione Ciclistica Modenese, con la quale partecipò al Giro d'Italia 1940 dove si ritirò all'undicesima tappa.
In seguito con lo scoppio della seconda guerra mondiale fu inviato al fronte in Libia, dove fu ferito a una gamba e quindi rispedito a casa. Nel frattempo la moglie Costanza gli diede la prima figlia, Giovanna, mentre in seguito ebbe anche due maschi, Ivan e Giancarlo. Dopo la guerra Sabatini si trasferì a Livorno, dove militò nel PCI. Ormai trentaduenne partecipò a un'ultima corsa dilettantistica, in occasione della Coppa Perozzi del 1947, che riuscì a vincere.
Dopo una malattia, si spense a soli 36 anni nel dicembre 1951.
Rimasto nel cuore degli sportivi del suo paese natale, Peccioli, in suo onore fu istituita dall'anno seguente alla sua morte, il 1952, la Coppa Sabatini che si corre ogni anno nella cittadina pisana. La corsa si è affermata poi fin dal 1960 come appuntamento fisso nel calendario ciclistico professionistico internazionale.
![]() | ![]() |