Noto con il soprannome di Cóndor, Rojas cresce nel club cileno Aviación e nel 1983 passa al Colo-Colo, con il quale vince il titolo nazionale nell'83 e nell'86. Nel 1987 si trasferisce al São Paulo, in Brasile, dove gioca sino al 1989.
La sua carriera subisce la definitiva interruzione nel 1989 per una squalifica da parte della FIFA.[2] I fatti che portano alla squalifica avvengono il 3 settembre 1989 al Maracanã di Rio de Janeiro, dove la nazionale cilena, difesa in porta da Rojas, è impegnata nelle qualificazioni al campionato del mondo 1990 contro il Brasile;[2] il Cile, sotto di una rete, può solamente vincere per qualificarsi. Attorno al 70' di gioco un bengala piove in campo accanto a Rojas il quale cade a terra in una maschera di sangue.[2] Il portiere viene portato fuori in barella e la partita è sospesa.[2]
Un'inchiesta fa però scoprire che Rojas si era ferito da solo con un piccolo rasoio precedentemente nascosto dentro il suo guanto, nel tentativo di consentire alla sua nazionale di vincere la gara a tavolino.[2] Rojas viene squalificato a vita e si decide di escludere il Cile non solo dal mondiale di Italia '90 (che aveva perso sul campo), ma anche da quello seguente di Stati Uniti 1994, in quanto alcuni strani gesti dei giocatori in campo fecero intuire come il comportamento del portiere non era stata un'iniziativa personale, bensì indotta direttamente dalla dirigenza della federcalcio cilena. La FIFA deciderà di graziare Rojas nel 2001, in seguito a una richiesta di perdono.
Nell'aprile 2015 è stato sottoposto a un trapianto di fegato[3].
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