Definito il Gigante del Polesine per la sua mole (202cm di altezza), ha vestito la maglia azzurra negli anni della nazionale di Julio Velasco, di cui è stato unanimemente considerato un pilastro, considerata una delle squadre di pallavolo più forti di tutti i tempi e soprannominata "generazione di fenomeni"[2].
Ad un mese dalla sua scomparsa, avvenuta sul campo all'età di 37 anni, verosimilmente per pregresse patologie cardiache, il 24 aprile 2012, è stata organizzata una partita al PalaDeAndré per ricordarlo. L'evento, chiamato Bovo Day, organizzato dalla società pallavolistica del Ravenna ha visto affrontarsi l'"Italia di Berruto" contro "Gli amici di Vigor".[3] Nella sua lunga carriera ha utilizzato solo due numeri di maglia nelle squadre: il numero 10 fino al 1999 e il 16 fino all'ultima partita con Forlì.[4]
Dall'anno successivo l'evento è organizzato dalla moglie a Piacenza.
Il 12 agosto 2012, in occasione della conquista della medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Londra da parte della Nazionale Italiana di pallavolo, la squadra gli dedica il trofeo, portando sul podio la sua maglia azzurra nº 16.[5]
Carriera
Club
Centrale, esordì con i dilettanti del Polesella prima di essere ingaggiato da Il Messaggero Ravenna, nel 1990. Esordì in prima squadra nella stagione 1990-91, in cui la squadra romagnola vinse scudetto e Coppa Italia; con lo stesso club vinse tre Coppe dei Campioni, una Coppa CEV e due Supercoppe Europee. Con la maglia ravennate giocò fino al 1997.
Vestì successivamente tre maglie diverse in tre stagioni, giocando per 4 Torri Ferrara, Piaggio Roma e Iveco Palermo. Nel 2000 esordì con l'Unibon Modena (con cui vinse il campionato 2001-02). Chiuse la sua esperienza nella squadra emiliana nel 2003 per poi passare alla Copra Piacenza, con cui disputò tre finali scudetto e vinse una Top Teams Cup.
Nel 2008 venne ingaggiato dalla RPA LuigiBacchi.it Perugia e partecipò con l'Italia ai Giochi olimpici di Pechino; dal 2010 ha giocato con la Yoga Forlì.
Il 3 maggio 1995 esordì in Nazionale, a L'Avana, nella gara persa per 3-1 dagli azzurri contro Cuba. Con la Nazionale ha vinto quattro edizioni della World League, una Coppa del Mondo e due Europei, oltre all'argento ai Giochi olimpici di Atlanta 1996 e all'Europeo in Repubblica Ceca. Con la maglia azzurra ha giocato in totale 197 partite e vinto ben 7 trofei in 13 anni.
Morte
Bovolenta muore il 24 marzo 2012 all'età di 37 anni in seguito ad un malore avvenuto durante la partita fra la sua squadra, Volley Forlì, e la Lube per il campionato di B2. Dopo essersi accasciato improvvisamente al suolo dopo una battuta, viene trasportato immediatamente all'ospedale di Macerata, dove muore un paio d'ore più tardi[7][8], intorno alla mezzanotte, a seguito di un arresto cardiaco.[9]
Vigor aveva già sofferto di extrasistole negli anni antecedenti, tanto da essere stato costretto a uno stop di 4 mesi dodici anni prima della tragedia,[10] ma secondo una prima analisi l'episodio non avrebbe influito sul decesso. Era affetto da una coronaropatia aterosclerotica[11].
A quindici giorni dalla scomparsa la moglie Federica Lisi si accorge di aspettare il quinto figlio.[12]
Palmarès
Competizioni nazionali
Campionato italiano: 2
Ravenna: 1990-1991
Modena: 2001-2002
Coppa Italia: 1
Ravenna: 1990-1991
Competizioni internazionali
Champions League: 3
Ravenna: 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994
Top Teams Cup: 1
Piacenza: 2005-2006
Coppa CEV / Challenge Cup: 2
Ravenna: 1996-1997
Perugia: 2009-2010
Supercoppa europea: 2
Ravenna: 1992, 1993
Campionato mondiale per club: 1
Ravenna: 1991
Onorificenze
Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana
—Roma, 25 luglio 2000. Di iniziativa del Presidente della Repubblica.[13]
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