Adriano Novellini (Mariana Mantovana, 2 settembre 1948) è un ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.
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Adriano Novellini | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Attaccante | |
Termine carriera | 1981 | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
196?-1969 | ![]() | |
Squadre di club1 | ||
1967-1970 | ![]() | 51 (10) |
1970-1972 | ![]() | 20 (2) |
1972-1974 | ![]() | 33 (6) |
1974-1975 | ![]() | 17 (2) |
1975-1977 | ![]() | 54 (6) |
1978-1979 | ![]() | 20 (6) |
1979-1981 | ![]() | 59 (36) |
Nazionale | ||
1970 | ![]() | 1 (0)[1] |
Carriera da allenatore | ||
2001 | ![]() | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
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Giocò principalmente nel ruolo di ala, venendo ricordato come una «punta di movimento, ma anche di possesso».[2]
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Iniziò a giocare del settore giovanile dell'Atalanta, con la quale debuttò in Serie A nel campionato 1967-1968 segnalandosi subito come una promessa.[3] A Bergamo disputò tre stagioni, e nell'ultima in Serie B giocò 36 partite segnando 8 gol. In questa fase iniziò a essere considerato un potenziale attaccante in prospettiva azzurra, difatti nel 1969 venne schierato nell'Italia Under-21 in occasione del vittorioso incontro contro i pari età della Romania (1-0).
Ritenuto un promettente elemento, nell'estate 1970 venne quindi acquistato da una Juventus al centro di un profondo ricambio generazionale, assieme ad altri prospetti quali Landini II, Savoldi II, Spinosi II e Zaniboni. Nel campionato seguente, nonostante si trovasse dietro ad Anastasi e Bettega nelle gerarchie dell'attacco, trovò modo di disputare 9 partite con una rete all'attivo; più importante fu il suo contributo nel cammino in Coppa delle Fiere, che vide i bianconeri finalisti dell'edizione: al primo turno segnò una tripletta ai lussemburghesi del Rumelange, e in seguito realizzò agli olandesi del Twente un gol che si rivelò decisivo per l'approdo della squadra piemontese in semifinale.[2]
Proprio le buone prestazioni fornite in campo europeo gli valsero la conferma a Torino per l'annata successiva, nel corso della quale, a causa della pleurite che costrinse Bettega ad assentarsi a lungo dai campi di gioco, si ritrovò titolare nella seconda parte della stagione,[2] contribuendo attivamente alla conquista del quattordicesimo scudetto juventino.
Ciò nonostante nei mesi seguenti, col ritorno a pieno regime di Bettega e l'ulteriore arrivo in Piemonte del più esperto Altafini, si vide definitivamente precluso uno spazio nell'attacco bianconero;[2] nel mercato di riparazione dell'ottobre 1972 venne quindi ceduto al Bologna, rimanendo in Emilia per un biennio e vincendo con la squadra petroniana la Coppa Italia 1973-1974. Nell'annata seguente avvenne il trasferimento al Cagliari, cui seguì nell'estate 1975 l'approdo al Palermo.
Al termine della stagione 1976-1977 decise di abbandonare il calcio, per poi avere un ripensamento dopo un anno di inattività accettando di giocare in Serie D nelle file del Monteponi Iglesias. L'anno successivo fu ceduto al Carbonia, dove concluse definitivamente la propria carriera nel 1981.
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