Carlo Castellani (Montelupo Fiorentino, 15 gennaio 1909 – Gusen, 11 agosto 1944) è stato un calciatore italiano, di ruolo attaccante.
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Carlo Castellani | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Attaccante | |
Termine carriera | 1939 | |
Carriera | ||
Squadre di club1 | ||
1926-1930 | ![]() | 77 (49) |
1930-1933 | ![]() | 52 (3) |
1933-1934 | ![]() | 13 (1) |
1934-1939 | ![]() | 68 (12) |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
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Nato e vissuto a Fibbiana, frazione nel comune di Montelupo Fiorentino, giocò nell'Empoli per nove stagioni (dal 1926-1927 al 1929-1930 e poi dal 1934-1935 al 1938-1939). Deteneva fino alla fine del 2011 il record di reti segnate con la maglia dell'Empoli con 61 marcature in 145 presenze, superato poi da Francesco Tavano.
Fra i record particolari da segnalare, c'è anche quello del maggior numero di reti in una gara sola nella storia azzurra: nella stagione 1928-1929, il 6 gennaio, durante la gara valevole per il 10º turno del campionato di Seconda Divisione girone G, ne realizzò 5 in Empoli-S. Giorgio Pistoia, gara che finì 8-5 per gli azzurri. Nella stessa stagione, Castellani realizzò anche due triplette (nel 6-0 contro la Colligiana, e nel 4-1 contro il Le Signe), chiudendo l'annata con 22 gol fatti in altrettante gare. In realtà ne segnò una in più, vista la sua rete in un Empoli-Pontedera che poi fu sospesa. Sarebbero quindi stati 23 gol quell'anno e 62 totali con l'Empoli nel corso della sua carriera.
In seguito agli scioperi di inizio marzo 1944, i quadri locali del partito fascista rastrellarono per deportarli, nella notte tra il 7 e l'8 marzo, anche cittadini inermi, che niente avevano a che vedere con la protesta. Tra loro il padre di Carlo, David, inserito nella lista per meri motivi personali. Viste le sue condizioni di salute, Carlo si propose di sostituire il padre al colloquio urgente col Maresciallo della locale stazione dei Carabinieri: questa la scusa usata per portar via le persone dalle loro case, nella notte, senza usare la forza. Carlo insieme a molti altri fu deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, nell'attuale Austria, dove morì di dissenteria nell'agosto 1944 (i documenti del campo conservati dall'Archivio Arolsen riportano il 14 in luogo dell'11) nel campo di concentramento di Gusen, sotto campo di Mauthausen. Gli sono stati intitolati gli stadi di Empoli e Montelupo Fiorentino. Ebbe due figli: Carla e Franco Castellani. La moglie si chiamava Irma Marradi.
La storia della deportazione di Castellani è riportata nel libro di Alfio Dini, La notte dell'odio, Edizioni Clichy, 2020
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