Giorgio Oberweger (Trieste, 22 dicembre1913 – Roma, 14 ottobre1998) è stato un discobolo e militareitaliano.
Atleta di grande valore, primatista italiano del lancio del disco con 51,49 m e nei 110 m ostacoli, fu anche un asso della Regia Aeronautica durante la seconda guerra mondiale. Dopo la fine del conflitto ricoprì a lungo l'incarico di Commissario tecnico della Nazionale maschile di Atletica leggera.
Nacque a Trieste 22 dicembre 1913,[1] figlio di Georg[N 1] e Elena Codan.[2] Il suo primo approccio con lo sport avviene nel canottaggio con la Canottieri Adria di Trieste. Successivamente si avvicinò all'atletica provando diverse discipline come la marcia, le corse veloci, il salto in lungo e quello in alto. S'interessò anche al nuoto, allo sci, al motociclismo ed al ciclismo. Nel 1931 partecipò al Gran Premio dei Giovani nelle gare di Pentathlon con i colori della Giovinezza Trieste. In quell'anno cominciò a dedicarsi ai lanci ed in particolare al lancio del disco. In questa specialità alle Olimpiadi del 1936 si aggiudicò la medaglia di bronzo e ai campionati europei di atletica leggera di due anni più tardi, dopo il sesto posto del 34, quella d'argento. Nel 1938 fu primatista italiano nel disco con 51,49 e nei 110 m ostacoli, gara cui partecipò agli europei venendo però eliminato nelle qualificazioni.[1]
Dopo essersi laureato in legge all'Università di Bologna, nel 1938 prese il brevetto di pilota civile di primo grado vincendo in seguito il concorso per l'ingresso nella Regia Aeronautica. Durante la seconda guerra mondiale operò nel Mediterraneo, nel Mare del Nord, nel Canale della Manica e nell'Africa settentrionale.[2] Volando a bordo dei cacciaFiat C.R.42 Falco, e successivamente Fiat G.50 Saetta, conseguì cinque vittorie aeree, divenendo asso dell'aviazione. Fu decorato con una Medaglia d'argento e due Croci di guerra al valor militare. Cinque mesi circa prima di morire sarebbe arrivata per lui la nomina a tenente colonnello e l'iscrizione al Ruolo d'Onore.
Nel 1946 venne nominato Commissario tecnico della Nazionale maschile di atletica leggera, carica che conserverà fino al 1960.[1]
Alle Olimpiadi di Londra fu l'allenatore di Adolfo Consolini e Giuseppe Tosi, rispettivamente oro ed argento nel lancio del disco in quell'occasione,[2] e venne iscritto alla gara per poter meglio stare a contatto con loro e dare istruzioni e consigli.
Tra il 1964 e il 1969 tornò a ricoprire il ruolo di Commissario Tecnico, questa volta in veste di Commissario unico.[1] Tra la fine degli anni sessanta e il 1972 fece parte del Consiglio della Federazione mondiale di Atletica leggera (IAAF). È questa la massima carica direttiva da lui ricoperta nella sua carriera di dirigente.
Nello stesso periodo presiedette la Scuola centrale dello sport, conservando l'incarico fino al 1972.
Negli ultimi anni di vita stava collaborando con Augusto Frasca ad un libro di memorie che non ebbe il tempo di firmare. Si spense a Roma il 14 ottobre 1998.
Palmarès
Anno
Manifestazione
Sede
Evento
Risultato
Misura
Note
1934
Europei
Torino
Lancio del disco
6º
45,38 m
1936
Olimpiadi
Berlino
Lancio del disco
Bronzo
49,23 m
1938
Europei
Parigi
Lancio del disco
Argento
49,48 m
Onorificenze
Medaglia d'argento al valor militare
«Pilota da caccia di grande perizia e ardimento portava nei Cieli dell'Africa Settentrionale la sicura fede dei cacciatori di Italia. Durante la battaglia della Marmarica, in aspri e violenti combattimenti, sostenendo valorosamente l'urto delle superiori forze nemiche, contribuiva all'abbattimento di numerosi velivoli avversari. Cielo della Marmarica, novembre-dicembre 1940.» —Regio Decreto 17 agosto 1942[3]
Croce di guerra al valor militare
«Pilota da caccia, in numerose azioni belliche, di fronte ad ogni rischio, dava prova di abilità professionale e valore di combattente.» —Cielo della Manica e dell'Africa Settentrionale, giugno 1940-luglio 1941.
Croce di guerra al valor militare
«Pilota di grande ardire ed entusiasmo, portava nel combattimento di Sidi El Barrani la fede e lo slancio dei cacciatori d'Italia. Cooperava all’abbattimento di 12 apparecchi, 50 mezzi meccanizzati, attendamenti e baracche, portando la distruzione in campo avversario. In un successivo combattimento cooperava all'abbattimento di 14 aerei nemici. Cielo di Sidi El Barrani, 3 settembre 1941.» —Regio Decreto 26 settembre 1942[4]
Note
Annotazioni
Il padre, militare austriaco di Meinitz, in Stiria, era scomparso durante la prima guerra mondiale.
Gianni Brera, Quelle epiche battaglia tra i duellanti del disco, in La Repubblica, Roma, 29 luglio 1984.
Bollettino Ufficiale 1942, dispensa 19, pagina 908, registrato alla Corte dei Conti addì 2 ottobre 1942, registro 8 aeronautica, foglio n.146.
Bollettino Ufficiale 1942, dispensa 42, registrato alla Corte dei Conti addì 16 novembre 1942, registro 10 Aeronautica, foglio n.338.
Bibliografia
(EN) Giorgio Apostolo e Giovanni Massimello, Italian Aces of World War 2, Botley, Osprey Publishing, 2000, ISBN1-84176-078-1.
(EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN1-871187-01-X.
(EN) Håkan Gustavsson, Richard Caruana, Ludovico Slongo, Fiat C.R.42 Aces of World War 2, West Way, Botley, Oxford/New York, Osprey Publishing, 2009, ISBN978-1-84603-427-5.
I reparti dell'Aeronautica Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1977.
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