Giuseppe Delfino (Torino, 22 novembre 1921 – Torino, 10 agosto 1999) è stato uno schermidore italiano, specialista della spada. Ha partecipato a quattro edizioni dei Giochi olimpici, vincendo complessivamente 6 medaglie, di cui 4 d'oro.
Giuseppe Delfino | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Altezza | 185 cm | |
Peso | 83 kg | |
Scherma ![]() | ||
Specialità | Spada | |
Palmarès | ||
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Oro | Helsinki 1952 | Spada sq. |
Oro | Melbourne 1956 | Spada sq. |
Argento | Melbourne 1956 | Spada in. |
Oro | Roma 1960 | Spada sq. |
Oro | Roma 1960 | Spada in. |
Argento | Tokyo 1964 | Spada sq. |
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Oro | Montecarlo 1950 | Spada sq. |
Oro | Bruxelles 1953 | Spada sq. |
Oro | Lussemburgo 1954 | Spada sq. |
Oro | Roma 1955 | Spada sq. |
Oro | Parigi 1957 | Spada sq. |
Oro | Filadelfia 1958 | Spada sq. |
Bronzo | Budapest 1959 | Spada in. |
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Delfino si accostò alla scherma a fine anni trenta, presso la palestra FIAT di Torino, sua città natale. A causa della seconda guerra mondiale fu costretto ad interrompere l'attività agonistica per 5 anni per partire al fronte in prima linea nella Xª Flottiglia MAS. Nel 1950 entrò a far parte della nazionale italiana di scherma, in occasione dei campionati del mondo di Montecarlo.[1].
Nonostante la pausa dovuta al conflitto bellico, Delfino riuscì a vincere 4 ori olimpici, 3 consecutivi nella spada a squadre maschile ( a Helsinki '52 con Roberto Battaglia, Franco Bertinetti, Dario Mangiarotti, Edoardo Mangiarotti e Carlo Pavesi; a Melbourne '56 con Giorgio Anglesio, Franco Bertinetti, Edoardo Mangiarotti, Carlo Pavesi e Alberto Pellegrino; a Roma '60 con Edoardo Mangiarotti, Fiorenzo Marini, Carlo Pavesi, Alberto Pellegrino e Gian Luigi Saccaro) e uno nella spada individuale a Roma '60. Terminò la carriera a 42 anni vincendo l'argento a squadre alle olimpiadi di Tokyo '64 (con Giovan Battista Breda, Gianfranco Paolucci, Alberto Pellegrino e Gianluigi Saccaro), dove ebbe l'onore di ricoprire il ruolo di portabandiera azzurro nella cerimonia d'apertura.
A questi successi vanno aggiunti cinque titoli mondiali nella spada a squadre, e un argento e un bronzo mondiali individuali[2]. Vinse infine anche quattro titoli individuali ai Campionati Italiani assoluti di spada oltre a numerosi tornei fra cui la Coppa Martini.
Conclusa la carriera di atleta, Delfino si avviò a quella dirigenziale nel mondo della scherma, dapprima come presidente del Club Scherma Torino e successivamente del Circolo Scherma Ivrea, di cui manterrà la presidenza sino alla morte. Oggi il sodalizio eporediese in suo onore porta il nome "Giuseppe Delfino" nella ragione sociale.
Delfino lavorava in fabbrica, prima alla FIAT e poi alla Michelin, e per partecipare ai vari tornei internazionali utilizzava i giorni di ferie concessi dall'azienda. Addirittura alle olimpiadi di Roma fu costretto a rinunciare ai festeggiamenti per l'oro, poiché l'azienda non gli concedette un ulteriore giorno di ferie[1].
Giuseppe Delfino muore il 10 agosto 1999 a causa di un attacco di cuore.[3].
Altri progetti
Predecessore | Alfiere dell'Italia ai Giochi olimpici estivi | Successore |
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Edoardo Mangiarotti | Tokyo 1964 | Raimondo D'Inzeo |
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