Nicola Caccia (Castello di Cisterna, 10 aprile 1970) è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.
Nicola Caccia | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Altezza | 182 cm | |
Peso | 76 kg | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Allenatore (ex attaccante) | |
Termine carriera | 2006 - giocatore | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1983-1987 | ![]() | |
Squadre di club1 | ||
1987-1991 | ![]() | 73 (11)[1] |
1991 | ![]() | 7 (0) |
1991-1992 | → ![]() | 24 (3) |
1992-1995 | ![]() | 93 (24) |
1995-1996 | ![]() | 33 (14) |
1996-1997 | ![]() | 33 (7) |
1997-2000 | ![]() | 101 (40) |
2000-2003 | ![]() | 71 (25) |
2003 | ![]() | 16 (5) |
2003-2006 | ![]() | 73 (13) |
Carriera da allenatore | ||
2006 | ![]() | |
2007 | ![]() | |
2007 | ![]() | |
2011-2012 | ![]() | Assistente |
2012-2015 | ![]() | Coll. tecnico |
2015-2016 | ![]() | Coll. tecnico |
2016-2017 | ![]() | Coll. tecnico |
2017-2018 | ![]() | Coll. tecnico |
2019 | ![]() | Coll. tecnico |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
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Centravanti mobile e tecnicamente dotato[2][3], poteva giocare anche come mezzapunta[4][5] o ala sinistra in un tridente d'attacco[6][7], per convergere verso il centro e liberarsi al tiro[5].
Cresciuto nella scuola calcio San Nicola di Castello di Cisterna, comune dell'entroterra napoletano[8], nel 1983 entra nel settore giovanile dell'Empoli[9], con cui esordisce in Serie A il 31 gennaio 1988, nella sconfitta per 4-0 sul campo della Juventus. Rimane in forza ai toscani fino al 1991, vivendo la doppia retrocessione del club (dalla Serie A alla Serie C1) tra il 1988 e il 1989; scende in campo anche nello spareggio perso contro il Brescia, il 25 giugno 1989, che sancisce la retrocessione in terza serie[10].
Nel 1991 torna nella massima serie, ingaggiato dal Bari: con i galletti disputa 7 partite di campionato fino a novembre, senza andare a segno, e nel mercato autunnale viene ceduto in prestito al Modena, in Serie B[4]. Rientrato a Bari, passa in comproprietà all'Ancona[4][11], neopromosso in Serie A: pur impiegato con regolarità (26 presenze), non realizza reti, e a fine stagione i dorici retrocedono in Serie B. Viene riconfermato anche nelle due stagioni successive, nelle quali segna rispettivamente 10 e 14 reti, componendo con Edoardo Artistico e Cristian Baglieri il reparto offensivo, sotto la guida di Attilio Perotti[3][12]; ciononostante, viene duramente contestato dalla tifoseria[13].
Nel 1995 viene acquistato dal Parma, che lo gira al Piacenza nell'ambito dell'operazione che porta Filippo Inzaghi ai ducali[14]. Schierato come attaccante centrale nel tridente con Francesco Turrini e Gianpietro Piovani, realizza 14 reti (suo miglior bottino in Serie A) con le quali contribuisce alla salvezza della squadra allenata da Luigi Cagni[15]. A fine stagione, dopo aver disputato alcune amichevoli in una tournée estiva con la maglia del Milan[16], passa al Napoli[17], dove forma con Alfredo Aglietti la coppia d'attacco titolare[18]. Con la maglia azzurra offre un rendimento inferiore alle attese[19], che provoca una nuova contestazione nei suoi confronti[20][21], anche a causa di un'espulsione rimediata nella finale di Coppa Italia, persa contro il Vicenza[22]; per questa ragione passa all'Atalanta[21], dove vive una nuova stagione negativa nella quale realizza 6 reti (3 delle quali su rigore)[19], viene fischiato dai tifosi nerazzurri[20][23] e retrocede in Serie B.
La formazione orobica lo riconferma per le due successive annate tra i cadetti, nelle quali Caccia torna a segnare con regolarità totalizzando 34 reti complessive e contribuendo alla promozione nel campionato 1999-2000, quando con 16 reti è il miglior marcatore della squadra davanti a Cristiano Doni[19]; inoltre è capocannoniere della Coppa Italia 1999-2000 con 6 gol[24]. Caccia non segue l'Atalanta in Serie A e fa ritorno al Piacenza, dove ottiene una nuova promozione nella massima serie: utilizzato da Walter Novellino come principale terminale offensivo della squadra[25], vince il titolo di capocannoniere della serie cadetta con 23 reti[26]. Nell'aprile 2001 Caccia, insieme al compagno di squadra Stefano Sacchetti, viene trovato positivo al nandrolone in seguito a un test antidoping eseguito dopo la partita Sampdoria-Piacenza del 23 dicembre 2000[27]; sospeso all'inizio di maggio[28], viene squalificato per 8 mesi, poi ridotti a 4[29].
Rimane al Piacenza anche nella stagione successiva, nella quale si ritrova chiuso da Dario Hübner e Paolo Poggi, totalizzando 27 presenze senza reti[30][31]. Inizia la stagione 2002-2003 alternandosi a Johnnier Montaño come spalla di Hubner[32]; nel mercato di gennaio, tuttavia, viene ceduto al Como, in cambio di Ciro De Cesare[33]. Con i lariani realizza 5 reti in 16 partite, senza evitare la retrocessione della squadra allenata da Eugenio Fascetti.
Nell'estate 2003 si trasferisce al Genoa[34], nell'ambito del passaggio di Enrico Preziosi dalla presidenza del Como a quella della società rossoblu[35]. Con i Grifoni disputa due stagioni in Serie B, culminate con la promozione in Serie A revocata a causa delle vicende del Caso Genoa, nel 2005, e rimane anche dopo la retrocessione in Serie C1[36]. Contribuisce alla promozione dopo i play-off con 17 presenze e una rete, in una stagione minata da problemi fisici[37][38] che lo portano al ritiro nell'estate 2006[39].
Il Genoa lo ha inserito nella sua Hall of Fame[40].
Terminata la carriera da calciatore, nel 2006 diventa allenatore della Biellese, militante nel campionato italiano di Serie C2; viene esonerato il 18 settembre dopo aver perso le prime 3 partite di campionato, e successivamente richiamato a gennaio[41]. Con i piemontesi retrocede dopo i play-out persi contro il Lumezzane.
Nella stagione successiva viene chiamato dal direttore sportivo Francesco Baiano alla Sangiovannese[42], squadra di Serie C1 da cui viene esonerato il 1º ottobre[43]. Nell'estate 2011 entra a far parte dello staff Livorno come assistente tecnico di Walter Novellino e poi di Armando Madonna[44][45].
Il 6 luglio 2012 viene chiamato nello staff della Fiorentina, ricoprendo il ruolo di collaboratore tecnico dell'allenatore Vincenzo Montella[44]. Segue Montella, sempre nel il ruolo di collaboratore tecnico, anche nel 2015 alla Sampdoria, nel 2016 al Milan e nel 2017 al Siviglia.
Frattanto il 2 maggio 2011 ha ottenuto la qualifica di direttore sportivo[46].
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