Primo Volpi (Castiglione d'Orcia, 26 aprile 1916 – Empoli, 28 novembre 2006) è stato un ciclista su strada italiano. Professionista tra il 1938 ed il 1957, corse per la Arbos, l'Azzini, la Legnano, la Viscontea, la Bustese, la Cozzi Silger, la Rhonson, la Bartali e la Welter, distinguendosi soprattutto come scalatore. I principali successi da professionista furono il Giro della Sicilia e la Volta a Catalunya nel 1951, la Coppa Bernocchi nel 1952, la Coppa Sabatini nel 1952 e nel 1953. Ha inventato i primi rulli per allenarsi, di nascosto dal padre. Legando la bici con una corda a due travi.
Primo Volpi | ||
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Primo Volpi in testa sul Ghisallo al Giro di Lombardia del 1952 | ||
Nazionalità | Italia | |
Ciclismo | ||
Specialità | Strada | |
Termine carriera | 1957 | |
Carriera | ||
Squadre di club | ||
1938 | Arbos | |
1939 | S.S. Tempora Bettolle Azzini | |
1940 | Legnano US Azzini-Universal | |
1941-1942 | Legnano | |
1943 | S.S. Tempora Bettolle | |
1945 | Viscontea V.C. Bustese | |
1946 | Ray-Dunlop V.C. Bustese Ricci | |
1947 | Cozzi Silger | |
1948 | Rhonson Arbos | |
1949 | Arbos | |
1950 | Arbos Viscontea Vedette | |
1951 | Arbos Bartali | |
1952 | Arbos Vampire | |
1953 | Arbos | |
1954 | Arbos | |
1955-1956 | Welter | |
1957 | Individuale | |
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Primo di nove fratelli (sei maschi e tre femmine),[1] iniziò a fare ciclismo nel 1933-1934 tra gli allievi insieme al cugino Arturo correndo nella squadra della Mens Sana di Siena;[1] nel 1935 i due passarono poi alla Anelio Tempora di Bettolle.[1] Dopo il ritiro dall'attività del cugino a causa di un incidente, passo prima nella categoria dilettanti e poi in quella indipendenti (nel 1938).[1]
Passò professionista nel 1938 insieme a Fausto Coppi nella squadra di Gino Bartali, anche se l'anno del vero debutto tra i professionisti fu il 1940 con la Legnano, quando corse il suo primo Giro d'Italia terminando al ventunesimo posto della classifica generale e vincendo una tappa ad Arezzo; sempre alla Corsa Rosa fu decimo nel 1946. Nel 1948, dopo avere corso un grande Giro, chiuso al quinto posto,[1] fu convocato da Alfredo Binda, allora Commissario Tecnico della nazionale italiana di ciclismo, per il Tour de France vinto dall'amico e capitano di squadra Gino Bartali, "salvatore della patria" dopo l'attentato a Palmiro Togliatti.
Nel 1950 partecipò al Giro dell'Africa del Nord vincendo una tappa, la classifica scalatori e piazzandosi quinto.[1] Nello stesso anno fu secondo al Giro della Toscana, raggiunto e superato sotto lo striscione del traguardo dal conterraneo Bartali, e al Giro del Belgio per indipendenti.[1] L'anno seguente si aggiudicò il Gran Premio di Pontremoli, ultima tappa del Trofeo dell'Unione Velocipedistica Italiana, la Volta a Catalunya, che vinse dopo aver tenuto la maglia oro di leader della generale per dodici tappe, e il Giro della Sicilia.[1] Nel 1952 si impose quindi nella Coppa Bernocchi e nella prima edizione della Coppa Sabatini a Peccioli, trionfo quest'ultimo bissato nel 1953.
Trionfò nel Giro d'Europa del 1954, dove vinse anche una tappa grazie alle sue capacità atletiche e tattiche, e nella stessa stagione si aggiudicò una frazione al Giro di Svizzera. Ottenne la sua prima vittoria in volata nel 1956, a quasi 40 anni, nella tappa di Oviedo del Giro delle Asturie, battendo il forte Charly Gaul.
È stato definito "un demonio infilato in un tubolare di ricambio", "vecchione n. 2"[1] (il "vecchione n. 1" era l'appellativo riservato a Gino Bartali) e "il Bartali degli indipendenti".[1] Ritiratosi dall'attività nel 1957, fino al 1959 allenò i giovani dilettanti della "China Gambacciani" di Empoli, dove si era trasferito da San Quirico d'Orcia. Nel 1960 passò ad allenare la squadra del Brooklin-Rilsan riscuotendo notevoli successi.
Dopo il ritiro dal mondo del ciclismo, fino all'età di 80 anni Volpi continuò ad inforcare la bicicletta e macinare quotidianamente decine e decine di chilometri. È deceduto ad Empoli il 28 novembre 2006, all'età di novant'anni. A San Quirico d'Orcia viene organizzata dal 2002 una Gran Fondo di ciclismo a lui intitolata.
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