Roberto Visentini (Gardone Riviera, 2 giugno 1957) è un ex ciclista su strada e pistard italiano. Professionista dal 1978 al 1990, vinse il Giro d'Italia 1986.
Roberto Visentini | ||
---|---|---|
Nazionalità | ![]() | |
Ciclismo ![]() | ||
Specialità | Strada, pista | |
Termine carriera | 1990 | |
Carriera | ||
Squadre di club | ||
1978 | ![]() | |
1979 | CBM Fast-Gaggia | |
1980 | ![]() | |
1981-1982 | ![]() | |
1983 | ![]() | |
1984-1988 | ![]() | |
1989 | ![]() | |
1990 | ![]() | |
Nazionale | ||
1978-1986 | ![]() | |
Palmarès | ||
![]() | ||
Oro | Le Chalet-a-Gobet 1975 | In linea Jun. |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Proveniente da una famiglia del bresciano,[1] ottenne importanti risultati già nelle categorie giovanili. Come juniores, nel 1975 divenne campione italiano su strada e vinse il mondiale di categoria a Le Chalet-à-Gobet. Da dilettante conquistò un Gran Premio Palio del Recioto e il titolo di campione nazionale a cronometro nel 1977.
Abile scalatore e cronoman, passò professionista nel 1978 con la Vibor di Italo Zilioli. Nello stesso anno debuttò al Giro d'Italia, dove, pur concludendo quindicesimo, conquistò la maglia bianca di miglior giovane in classifica generale. Nel 1979 e nel 1980 confermò le sue doti, piazzandosi rispettivamente decimo e nono nella classifica generale del Giro, nel 1980 indossando anche la maglia rosa per sette giorni. Nel 1980 partecipò anche alla Vuelta a España e vinse due tappe, tra cui il cronoprologo. Nel 1981 cambiò squadra e passò alla Sammontana-Benotto, vincendo il Giro del Trentino e il Trofeo Baracchi e chiudendo sesto al Giro d'Italia, mentre nel 1983 si trasferì alla Inoxpran di Davide Boifava. Proprio nel 1983 vinse la prestigiosa Tirreno-Adriatico; al Giro d'Italia risultò quindi essere il principale avversario del favorito Giuseppe Saronni. In quell'edizione indossò la maglia rosa per due giorni, vinse la cronometro finale (da Gorizia a Udine) e concluse secondo in classifica generale: il suo tempo effettivo finale fu curiosamente inferiore a quello del vincitore Saronni, il quale ottenne vantaggio dagli abbuoni di tappa.[1].
Nel 1984, in maglia Carrera, vinse la frazione di Lerici al Giro d'Italia, ma concluse lontano dai migliori (diciottesimo). L'anno seguente, dopo aver vestito per nove giorni la maglia di leader al Giro d'Italia, si ammalò e dovette ritirarsi dalla "Corsa rosa", che fu vinta da Bernard Hinault. Si aggiudicò finalmente la "Corsa rosa" nel 1986, prendendosi il simbolo del primato sull'impegnativa salita di Foppolo, a sette giorni dall'epilogo[1], mantenendo il comando della corsa sino alla fine e lasciandosi alle spalle Saronni (a 62 secondi), Francesco Moser e Greg LeMond. In stagione vinse anche la Milano-Vignola. Nel Giro d'Italia del 1987 non riuscì però a confermarsi: dopo il successo nelle cronometro di Sanremo e San Marino era salito in testa alla classifica generale, ma il compagno di squadra Stephen Roche, contravvenendo agli ordini di squadra, lo attaccò durante la quindicesima tappa.[2] Visentini si innervosì, crollò e perse la maglia; nelle tappe successive provò a raggiungere l'irlandese con una condotta di gara spericolata, ma cadde, si procurò la frattura del polso e dovette ritirarsi dalla corsa al penultimo giorno. Il DS dell'epoca, Davide Boifava, afferma che Roche non attaccò affatto Visentini. L'intervista è in rete.[2]
Da quel momento in poi Visentini visse un periodo di crisi: il suo team, la Carrera (ex Inoxpran), credette ancora in lui, mentre fu Roche a cambiar squadra. Tuttavia ciò non migliorò la situazione di Visentini, che nelle stagioni seguenti non riuscì più a vincere alcuna corsa. Nel 1988 fu secondo nella cronometro del Valico del Vetriolo e quarto in quella di Vittorio Veneto al Giro d'Italia, nonché secondo in quella di Wasquehal e sesto in quella di Santenay al Tour de France dello stesso anno.[1] Concluse la carriera nel 1990 dopo aver conquistato diciotto successi personali su strada; fu attivo anche su pista, aggiudicandosi il titolo italiano dell'inseguimento del 1979.
![]() | ![]() |