Giancarlo Oddi (Roma, 23 luglio 1948) è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore.
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Giancarlo Oddi | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Altezza | 176 cm | |
Peso | 72 kg | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Allenatore (ex difensore) | |
Termine carriera | 1984 - giocatore | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
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Squadre di club1 | ||
1967-1968 | ![]() | 1 (0) |
1968-1969 | → ![]() | 23 (0) |
1969-1970 | ![]() | 3 (0) |
1970-1971 | → ![]() | 30 (0) |
1971-1975 | ![]() | 100 (0) |
1975-1983 | ![]() | 256 (0) |
1983-1984 | ![]() | 24 (0) |
Nazionale | ||
1974 | ![]() | 0 (0) |
Carriera da allenatore | ||
1984 | ![]() | Vice |
1985 | ![]() | [1] |
1985-1986 | ![]() | Coll. tecnico |
1986-1994 | ![]() | Vice |
1994-2001 | ![]() | Giovanili |
2001 | ![]() | Vice |
2003 | ![]() | Vice |
2004-2005 | ![]() | |
2006 | ![]() | Vice |
2006-2008 | ![]() | Vice |
2009 | ![]() | Vice |
2011 | ![]() | Vice |
2013-2014 | ![]() | |
2014-2015 | ![]() | |
2015 | ![]() | |
2016 | ![]() | |
2020 | ![]() | |
2020 | ![]() | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
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Comincia a giocare da ragazzino nel Santos Roma, la squadra del suo quartiere (il Tufello) ed a quel tempo viene descritto come una promettente mezz'ala. A quattordici anni passa al GATE, la squadra del quotidiano Paese Sera per poi essere acquistato l'anno successivo dall'Almas Roma del quartiere San Giovanni. Qui Oddi arretra la sua posizione in campo trasformandosi prima in mediano di spinta, poi in libero e alla fine in terzino destro.
I piedi non sono raffinati ma mostra già il carattere agonistico sebbene non abbia ancora vent'anni, tanto che nel 1967 gli osservatori della Lazio lo portano ai campi d'allenamento di Tor di Quinto. Nella stagione 1967-68 entra nella Primavera, vince il campionato De Martino e fa una presenza in Serie B. L'anno successivo, per problemi economici della famiglia, chiede di andare a giocare in provincia e la Lazio lo presta al Sora in Serie D dove fa un buon campionato. Un anno dopo è di nuovo a Roma ma racimola solo 3 presenze e per il campionato 1970-71 va a giocare nella Massese, in Serie B.
Tornato per la terza volta alla Lazio nel stagione 1971-72, primo anno di Tommaso Maestrelli alla guida dei biancocelesti, gioca dieci partite e contribuisce alla promozione in Serie A.
Per un triennio gioca 30 partite su 30 senza mai uscire nemmeno per un minuto. Riveste il ruolo di stopper puro con grande affidabilità, sempre incollato al centravanti avversario ed esentato dai compiti di manovra, sebbene sia uno dei pochi stopper a giocare con entrambi i piedi e non gli manchino lucidità e visione di gioco. È uno dei migliori difensori tra il 1972 e il 1974 e con Wilson e Martini fanno una diga difensiva quasi insormontabile. Nell'estate del 1973 ha richieste da tutte le squadre del nord, ma il presidente Lenzini e soprattutto Maestrelli, rifiutano qualsiasi ipotesi di trattativa per il suo cartellino.
Si consolerà con lo Scudetto del 1974 vinto da romano nel suo stadio. La sera dei festeggiamenti fu derubato della sua auto con dentro il giaccone di pelle che, scaramanticamente, portava anche quando faceva un caldo da spiaggia. La macchina fu ritrovata pochi giorni dopo, ma del giaccone non ebbe più traccia. La stagione 1974-75 lo vide sempre protagonista, ma la malattia dell'allenatore fu un colpo tremendo per tutta la squadra che non si ripeté ai livelli della stagione precedente.
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Con Maestrelli malato, la società capitolina compie l'errore di smembrare la squadra. A tal conto, il capitano Pino Wilson aveva manifestato, sin dagli inizi, una contrarietà a tale scelta poiché veniva di fatto ridimensionata quella forte squadra, sapientemente costruita dal loro amato allenatore Tommaso Maestrelli.[2] Così su indicazione del nuovo tecnico Corsini, spinto anch'egli da cattivi suggerimenti, anche Oddi viene ceduto, dopo 132 presenze in sei anni di Lazio. Finisce, insieme al regista Mario Frustalupi, tra le file del Cesena in cambio di Ammoniaci e Brignani, facendo la fortuna del piccolo club romagnolo che centrò la qualificazione in Coppa UEFA l'anno successivo.
Nel Cesena Oddi trascorre otto lunghi anni tra Serie A e Serie B ma il desiderio di tornare a Roma è così forte che nel 1983, a trentacinque anni, accetta di buon grado la chiamata dalla Lodigiani in Serie C2, dove rimane un altro anno prima di terminare la sua carriera di calciatore.
Nel febbraio 1974 viene convocato in Nazionale dal c.t. Ferruccio Valcareggi, il quale lo prende in considerazione per portarlo al Mondiale tedesco, ma alla fine non prenderà parte alla spedizione azzurra. Non collezionerà nessuna presenza ufficiale con la maglia della Nazionale.[senza fonte]
La prima esperienza di allenatore la fa nel 1984 sulla panchina della Lazio. All'inizio fa il vice di Paolo Carosi che l'anno prima ha salvato la Lazio all'ultima giornata. Dopo gli esoneri di Carosi e del subentrato Juan Carlos Lorenzo a dieci partite dalla fine del campionato, è lui l'unico allenatore, coadiuvato dal direttore tecnico Roberto Lovati, ottenendo in tutto cinque punti frutto di cinque pareggi con la Lazio classificata ultima, al pari con la Cremonese. Dopo questa stagione, Oddi ritorna allenatore in seconda fino agli inizi degli anni novanta, affiancando prima Luigi Simoni come collaboratore tecnico e nel ruolo di vice Eugenio Fascetti in Serie B, poi, dopo il ritorno in Serie A, Materazzi e Zoff. Con l'arrivo di Zeman alla Lazio passa al settore giovanile biancoceleste, sia in veste di allenatore che di responsabile tecnico.
Fa anche una breve esperienza in Cina, ma dopo un po' ritorna a casa. Diventa poi il vice di Giuseppe Papadopulo sia al Palermo nella stagione 2005-06[3] che al Lecce dal 2006 al 2008. Con i salentini il 15 giugno 2008 conquista la promozione in Serie A.
Dopo aver conquistato la salvezza con il Bologna nella stagione 2008-09, all'inizio dell'annata successiva il "duo" Papadopulo-Oddi viene esonerato dalla dirigenza rossoblù. Il 9 marzo 2011 subentra come allenatore in seconda di Papadopulo alla guida del Torino dopo l'esonero di Franco Lerda, cercando in queste ultime 12 partite di portare la squadra granata a centrare l'obbiettivo dei play-off. Il 20 marzo, dopo appena 2 gare disputate, la coppia Oddi-Papadopulo viene esonerata dal patron torinista Urbano Cairo, che al loro posto richiama Franco Lerda e il suo staff.
Nel luglio del 2013 viene nominato direttore sportivo del Montecelio, nonché responsabile della scuola calcio, per poi ricoprire pochi mesi dopo l'incarico di allenatore della compagine tiburtina. Nell'estate del 2014 viene ingaggiato come nuovo tecnico del Fonte Nuova, squadra di Eccellenza laziale. La stagione successiva siede sulla panchina del Palestrina, sempre nella medesima categoria[4]. Nel 2016 è stata brevissima l'esperienza in Romania sulla panchina del Șoimii Pâncota. Dal febbraio 2020 siede sulla panchina del Monte Mario, squadra che milita nella Promozione Laziale nella stagione 2019-20.
L'11 settembre 2020 viene nominato allenatore del Lanciano, ma il 30 dicembre dello stesso anno la società frentana decide di sollevarlo dall'incarico.
Interviene quotidianamente in qualità di opinionista sportivo nei programmi della emittente radiofonica Radiosei "Quelli che hanno portato il calcio a Roma", condotto da Guido De Angelis e Gianluca La Penna, e "Non mollare mai", con Alessio Buzzanca e Stefano Pantano.
Nella primavera del 1976, prima della gara di ritorno tra il Cesena e la Lazio, Oddi, insieme al compagno di squadra Mario Frustalupi, sono al centro di un episodio che avrebbe potuto costar caro alla società romana: i dirigenti laziali infatti, prima dell'incontro, ingenuamente vogliono saldare delle vecchie pendenze con i loro due ex giocatori, ma tale intenzione viene scambiata per un tentativo di illecito e così finisce sotto la lente d'ingrandimento della Procura Federale; le indagini hanno poi confermato che si trattava solo di soldi arretrati, ma la leggerezza poteva costare il deferimento ai giocatori e la retrocessione a tavolino per la squadra biancoceleste.
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