František Plánička (Praga, 2 giugno1904 – Praga, 20 luglio1996) è stato un calciatorececoslovacco, di ruolo portiere.
František Plánička
Plánička (a destra) assieme al collega Gianpiero Combi (a sinistra) e all'arbitro Ivan Eklind (al centro), prima della finale della Coppa Rimet del 1934 tra Italia e Cecoslovacchia.
Calciatore di fama internazionale degli anni trenta,[1][2][3] soprattutto in Italia,[4] anche per via del fatto che spesso era elogiato dai giornalisti italiani in virtù delle sue prestazioni contro la nazionale italiana o le formazioni di club,[5][6][7][8][9] era uno dei più rappresentativi della sua generazione,[3][5][10][11] tanto da essere paragonato all'italiano Gianpiero Combi e allo spagnolo Ricardo Zamora tra i portieri più forti della sua epoca[1][2][5][7][10][12][13][14][15][16][17] e di tutto il periodo calcistico antecedente alla seconda guerra mondiale,[18] già nel 1935 era entrato nella leggenda, considerato un simbolo del calcio internazionale tanto quanto Matthias Sindelar.[5]
Portiere leggendario,[18][19][20][21][22] soprannominato la «rondine boema»,[18] era considerato come il rivale di Zamora,[5] anche se un po' meno bravo rispetto allo spagnolo.[14] Inoltre, dopo aver giocato costantemente per anni ad un livello qualitativo elevato,[15] il trio difensivo dello Slavia Praga negli anni trenta formato dallo stesso Planicka e dai due difensori Novak e Zenisek era stato paragonato al trio dei ragionieri della Juventus, Combi-Rosetta-Caligaris.[23]
Nel 1933, secondo gli addetti ai lavori viennesi, è considerato come il secondo miglior portiere del mondo, dopo Rodolphe Hiden.[24]
Secondo La Stampa, nel 1940 Planicka deteneva il record assoluto di presenze in una Nazionale assieme all'uruguaiano Ángel Romano, entrambi con 77.[25] Sempre secondo La Stampa, secondo un proprio glossario calcistico del 1967, Planicka è incluso tra i migliori portieri di sempre.[26]
Nel 1998 è in lizza per divenire il portiere del secolo secondo l'IFFHS,[27] ma alla fine Plánička ha raggiunto il nono posto. Anche negli anni duemila è considerato tra i portieri più forti del mondo.[28]
Biografia
Oltre ad essere un giocatore di calcio a livello internazionale, Planicka svolgeva anche il lavoro di impiegato.[10] Era un appassionato della lettura.[10]
Caratteristiche tecniche
Paragonato a Zamora nonostante l'altezza differente,[3] Plánička era un giocatore di classe,[7] definito come un «atleta eccezionale»,[5][29] «elegante»,[12] era un portiere che si tuffava troppo spesso anche quando non era necessario,[30] ma non era spettacolare nelle parate, a differenza di Zamora, Combi e altri suoi contemporanei.[5][14] Abile nelle uscite,[5][7][31] era dotato di un grande senso della posizione,[7][14] di un'ottima presa,[5][32] di riflessi felini,[5][7][12][14] di un buon fisico,[3][5][12][17] possedeva una grande visione di gioco[5][6][31] agilità,[7] e grande tempo di intervento,[5][7][31] dando così una propria impronta al ruolo di portiere.[5] Da giovane era dotato anche di una spiccata velocità e riflessi straordinari, ma col passare degli anni ha perso queste qualità a scapito dell'esperienza.[5]
Il tuffo definito «a valanga» era la sua specialità, l'abilità che lo distingueva dagli altri grandi estremi difensori, consentendogli di raggiungere la sfera anche nelle circostanze più difficili.[3]
Carriera
Club
Dopo aver giocato nel Bubenec,[12] è inserito nello Slavia Praga, una delle migliori squadre della Cecoslovacchia, della quale diviene nel corso degli anni un vero e proprio simbolo.[33][34][35]
Nel gennaio del 1928, durante una tournée amichevole del club cecoslovacco in Italia, in particolare nella sfida contro il Torino (2-2), si scontra nelle fasi di gioco con l'avversario Feliciano Monti, dovendo uscire dal campo per infortunio.[36]
Nei primi di luglio 1929 è protagonista con un'ottima prestazione - il migliore in campo secondo gli addetti ai lavori - della vittoria ottenuta in casa contro la Juventus per 3-0 nella sfida di ritorno della Coppa Europa, partita disputata su un campo impraticabile a causa dei forti nubifragi che avevano colpito Praga nei giorni precedenti la sfida.[37]
Il 6 luglio 1932 lo Slavia Praga vince per 4-0 sulla Juventus nell'andata delle semifinali di Coppa Europa: Planicka risulta nuovamente protagonista, tra i migliori in campo.[38] Tre giorni dopo, durante la sfida di ritorno giocata a Torino, sul parziale di 2-0 a favore della Juventus, i tifosi italiani cominciano a lanciare delle pietre contro l'estremo difensore cecoslovacco, una lo ferisce gravemente e Planicka cade al suolo: portato negli spogliatoi dai compagni di squadra, lo Slavia Praga decide di non scendere più in campo e l'arbitro decreta la fine del match.[39] Sia la Juventus sia lo Slavia Praga sono esclusi dal torneo.
Nazionale
Il 17 gennaio 1926 esordisce nella Nazionale cecoslovacca all'età di 21 anni in una sfida amichevole giocata a Torino contro l'Italia e persa 3-1.
L'8 settembre 1929 gioca una partita valida per la Coppa Internazionale contro l'Ungheria (1-1), disputando un'ottima gara.[40]
Il 15 novembre 1931 è nuovamente impegnato nella Coppa Internazionale, questa volta contro l'Italia (2-2): quando gli Azzurri stanno per vincere l'incontro, sul punteggio parziale di 2-1, il portiere cecoslovacco riesce praticamente da solo a salvare l'incontro per i cecoslovacchi, che nel finale troveranno il pari.[41]
Il 17 aprile 1932 indossa per la prima volta la fascia di capitano della Nazionale cecoslovacca, nella sfida contro la Svizzera persa 5-1. Il 28 ottobre 1932 gioca l'ultima partita valida per la Coppa Internazionale 1931-1932, vinta per 2-1 sull'Italia.[8]
Il 7 maggio 1933 gioca un'altra partita contro la formazione italiana, in una nuova edizione della Coppa Internazionale: finisce 2-0 per l'Italia, il portiere è nuovamente protagonista, risultando per l'ennesima volta il migliore tra i suoi.[30] Il 29 aprile 1934 è tra i migliori in campo nella sfida valida per la Coppa Internazionale pareggiata 2-2 contro l'Ungheria.[42]
Partecipa ai Mondiali del 1934, svoltisi in Italia: agli ottavi la Cecoslovacchia supera la Romania (2-1), ai quarti la Svizzera (3-2) e in semifinale la Germania (3-1), approdando così in finale contro l'Italia: all'epoca ritenuto tra i giocatori più famosi della propria nazionale,[10][43] nonostante la sconfitta per 2-1, quella giocata il 10 giugno in quel di Roma da Plánička è ritenuta come una delle sue migliori partite.[44][45] Inoltre, secondo gli addetti ai lavori, il portiere è stato il migliore della competizione.[46]
Elogiato prima di un Italia-Cecoslovacchia del 1935,[5] la sfida, giocata a Torino e vista come una rivincita della finale del Mondiale 1934[5] (vinto dall'Italia 2-1 sui cecoslovacchi), vide il successo della Cecoslovacchia per 2-1.
Durante il Mondiale 1938, giocato da capitano, tiene la rete inviolata per 149 minuti.[47] La Cecoslovacchia, dopo aver superato per 3-0 i Paesi Bassi agli ottavi, raggiunge i quarti contro il Brasile; l'incontro, pareggiato 1-1, passa alla storia come uno dei più cattivi di sempre:[48] tre espulsi,[49] l'attaccante cecoslovacco Oldřich Nejedlý finisce in ospedale con una gamba rotta,[48] mentre Plánička rimedia la frattura di una clavicola[48] e la frattura al braccio.[1]
Ha disputato 73 partite in dodici anni di nazionale, 37 da capitano nel periodo dal 1932 al 1938, subendo 125 reti e giocando due Mondiali da protagonista.[1]
Statistiche
Record
Con lo Slavia Praga
Primatista di presenze in Coppa dell'Europa Centrale (33).[50]
(EN) Azzurri rally to edge Czechs to gold, in FIFA.com, 29 aprile 2010. URL consultato il 30 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
Marco Ansaldo, 94. CHICAGO BANKS L'angelo di Sua Maestà, in La Stampa, 3 maggio 1994. URL consultato il 1º maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2016).
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