sport.wikisort.org - Squadra

Search / Calendar

Il Torino Football Club, meglio conosciuto come Torino, è una società calcistica italiana con sede nella città di Torino. Milita in Serie A, la massima divisione del campionato italiano.

Torino FC
Calcio
Il Toro, I Granata
Segni distintivi
Uniformi di gara
Casa
Trasferta
Terza divisa
Colori sociali Granata
Simboli Toro
Inno Ancora Toro
Valerio Liboni[1]
Dati societari
Città Torino
Nazione  Italia
Confederazione UEFA
Federazione FIGC
Campionato Serie A
Fondazione 1906
Rifondazione2005
Presidente Urbano Cairo
Allenatore Ivan Jurić
Stadio Olimpico Grande Torino
(28 177 posti)
Sito web www.torinofc.it
Palmarès
Scudetti 7
Titoli nazionali 3 Campionati di Serie B
Trofei nazionali 5 Coppe Italia
Trofei internazionali 1 Coppe Mitropa
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

Il club odierno, rifondato nel 2005, è la continuazione dello storico sodalizio sorto nel 1906 dalla fusione tra il Torinese e i soci dissidenti del Foot-Ball Club Juventus, denominato Foot Ball Club Torino sino al 1936, Associazione Calcio Torino fino al 1943, dal 1945 al 1958 e ancora dal 1959 al 1977, Torino FIAT nel 1944, Associazione Calcio Talmone Torino nel 1958-59 e Torino Calcio dal 1977 al 2005.[2]

Il Toro, com'è colloquialmente abbreviato,[3] è tra i club più blasonati d'Italia. Vanta la conquista di 7 campionati italiani compresa una striscia di 5 titoli consecutivi all'epoca del Grande Torino, quest'ultima riconosciuta tra le squadre più forti degli anni 40 del XX secolo.[2] Nel suo palmarès nazionale figurano, altresì, 5 Coppe Italia,[2] mentre in ambito internazionale si segnala la vittoria della Coppa Mitropa nel 1991; la finale di Coppa UEFA persa contro l'Ajax nell'edizione 1991-92, inoltre, è il migliore risultato raggiunto in una competizione UEFA dalla società.[2]

Prima squadra italiana riuscita a centrare un double nazionale nella stagione 1942-43,[4] al 2021 il Torino occupa il 99º posto nel ranking UEFA,[5] l'8º nella classifica perpetua della Serie A[6] e il 7º nella tradizione sportiva italiana.[7]


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Torino Football Club.

Dalla nascita al primo scudetto


Il Trio delle meraviglie Baloncieri-Libonatti-Rossetti, protagonista del primo scudetto nel 1928
Il Trio delle meraviglie Baloncieri-Libonatti-Rossetti, protagonista del primo scudetto nel 1928

Il gioco del calcio arrivò in città sul finire del XIX secolo per iniziativa di industriali svizzeri e inglesi. Già nel 1887 nacque la compagine rossonera del Torino FCC, seguita nel 1889 dal sodalizio giallonero del Nobili Torino.[8] Nel 1891 le due società si unirono nel bianconero Internazionale Torino, al quale si aggiunsero nel 1894 gli arancioneri della Torinese.[9][10][11] Nel 1900 la Torinese assorbì l'Internazionale Torino, ma la vera svolta per la società arrivò il 3 dicembre 1906, quando nella birreria Voigt di via Pietro Micca venne sancita un'alleanza con un gruppo di dissidenti della Juventus, guidati dallo svizzero Alfred Dick: dalla fusione tra la Torinese e il citato gruppo prese vita il Foot Ball Club Torino.[12] Il primo incontro ufficiale venne giocato il 16 dicembre 1906, a Vercelli contro i padroni di casa della Pro Vercelli, terminato 3-1 per i granata. Nel 1912 entrò a far parte dello staff tecnico Vittorio Pozzo.[13]

La squadra conobbe il primo periodo felice della sua storia sotto la presidenza del conte Enrico Marone Cinzano[14] il quale fece costruire attorno al "Campo Torino" le prime tribune dello stadio Filadelfia.[15] In attacco il Torino vantava il Trio delle meraviglie composto da Julio Libonatti, Adolfo Baloncieri e Gino Rossetti.[15] Sotto la guida di Cinzano i granata vinsero il campionato 1927-1928,[16] bissando lo scudetto dell'anno prima che tuttavia fu revocato a seguito del caso Allemandi.[17]

Con l'abbandono del conte Cinzano,[18] per il Torino iniziò un lento declino che nei primi anni 30 del XX secolo lo portò ad accontentarsi di piazzamenti a centro classifica.[19] A partire dalla stagione 1935-36 iniziò una rinascita, che getterà le basi per il periodo d'oro che sarebbe stato poi rappresentato dal Grande Torino: quell'anno il Torino concluse al terzo posto,[20] nel 1938-1939 al secondo.[21]


Il Grande Torino


Lo stesso argomento in dettaglio: Grande Torino.
Gli Invincibili del Grande Torino, vincitori di 5 scudetti consecutivi
Gli Invincibili del Grande Torino, vincitori di 5 scudetti consecutivi

Il momento più fulgido fu però quello rappresentato dal Grande Torino, una squadra imbattibile, capace di vincere 5 titoli nazionali consecutivi[22][23] (non considerando l'interruzione della serie nel transitorio Campionato Alta Italia del 1944, a cui la FIGC nel 2002 ha riconosciuto soltanto valore onorifico, vinto dai 42º Corpo VVFF La Spezia[24]) tra il 1943 e il 1949, e una Coppa Italia nel 1943:[25] grazie a questo successo, il Torino fu la prima squadra a centrare il double scudetto-coppa nazionale nella stessa stagione.[25] Asse portante della nazionale italiana di quegli anni, il Grande Torino riuscì a portare anche 10 giocatori contemporaneamente in campo in azzurro.[26]

Capitano e leader indiscusso di quella formazione era Valentino Mazzola,[27] mentre la formazione-tipo era composta da Bacigalupo; Ballarin, Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola e Ossola.[28] Il ciclo di vittorie venne bruscamente interrotto il 4 maggio 1949, quando l'aereo che trasportava l'intera squadra, di ritorno da una amichevole con il Benfica giocata a Lisbona, andò a infrangersi contro il muraglione posteriore della basilica di Superga.[29] In quella sciagura aerea oltre all'intera squadra, titolari e riserve, morirono anche due dirigenti (Agnisetta e Civalleri), i tecnici Egri Erbstein e Leslie Lievesley, il massaggiatore Cortina e tre giornalisti al seguito: Luigi Cavallero (La Stampa), Renato Tosatti (Gazzetta del Popolo) e Renato Casalbore (Tuttosport).[29][30]


L'era Pianelli e il settimo scudetto


La Farfalla granata Gigi Meroni negli anni 60
La Farfalla granata Gigi Meroni negli anni 60

A questa grave tragedia seguirono anni difficili per il sodalizio torinese. Il lento declino portò nel 1959 alla prima retrocessione in Serie B,[31] avvenuta con la denominazione commerciale di Talmone Torino.[31] La permanenza tra i cadetti durerà una sola stagione: già nel campionato 1960-1961 il Torino rientrò nella massima serie nazionale.[31] Nel 1963 assunse la presidenza Orfeo Pianelli,[32] ma per ritrovare la squadra protagonista occorrerà aspettare l'arrivo di Gigi Meroni.[33] Già nel campionato 1964-1965 la squadra, guidata da Nereo Rocco, giungerà al 3º posto, oltre che in semifinale di Coppa delle Coppe.[34]

I granata, nonostante la tragica scomparsa di Meroni,[35] terminarono il campionato 1967-1968 al 7º posto, vincendo la Coppa Italia.[36] La ricostruzione di una squadra vincente, avviata dalla presidenza Pianelli, proseguì e il Torino vinse nuovamente la Coppa Italia nell'edizione 1970-1971.[37]

I Gemelli del gol Paolo Pulici e Francesco Graziani, 200 reti insieme tra il 1973 e il 1981, e protagonisti dello scudetto '76
I Gemelli del gol Paolo Pulici e Francesco Graziani, 200 reti insieme tra il 1973 e il 1981, e protagonisti dello scudetto '76

Lo scudetto fu conquistato nella stagione 1975-1976, al termine di una rimonta entusiasmante ai danni della Juventus di Carlo Parola; il titolo tricolore venne vinto con due punti di vantaggio sui rivali bianconeri, 27 anni dopo Superga.[38] La sfida si ripeté l'anno seguente, in un campionato appassionante e combattuto, che vide il Torino terminare secondo a 50 punti.[39] Nel 1978 il Torino arrivò di nuovo secondo, a pari merito col sorprendente L.R. Vicenza di Paolo Rossi, ancora dietro alla Juventus ma più staccato (5 punti).[39]


La finale di Coppa UEFA e il fallimento


Negli anni successivi, pur rimanendo tra le prime, la squadra avviò un lento declino e non riuscì più a ripetere questi risultati, con l'eccezione del secondo posto del campionato 1984-85, dietro al Verona di Osvaldo Bagnoli.[40] Al termine del campionato 1988-89 il Torino cadde in Serie B, per la seconda volta nella sua storia.[41]

Dopo una pronta risalita nel campionato 1989-90[41] e sotto la guida dell'allenatore Emiliano Mondonico, la squadra si qualificò per la Coppa UEFA, sopravanzando i concittadini della Juventus.[42] Nella cavalcata europea della stagione 1991-92 i granata eliminarono il Real Madrid in semifinale, ma all'atto conclusivo ebbe la meglio l'Ajax, dopo due pareggi, unicamente per la regola dei gol fuori casa; il Torino fece bene anche in campionato, concludendo al 3º posto. L'appuntamento con la vittoria fu però rimandato solo di un anno, con i torinesi tornati al successo nella Coppa Italia 1992-1993.[43]

Emiliano Mondonico condusse il Torino alla finale di Coppa UEFA 1991-1992 e alla vittoria della Coppa Italia 1992-1993
Emiliano Mondonico condusse il Torino alla finale di Coppa UEFA 1991-1992 e alla vittoria della Coppa Italia 1992-1993

Dopo la conquista della Coppa Italia, la società attraversò un periodo di gravi difficoltà economiche. Cambiarono presidenti e allenatori, ma i risultati continuarono a peggiorare: nel 1996 la squadra retrocedette in Serie B per la terza volta.[44] Il ritorno in Serie A, dopo uno spareggio perso ai rigori contro il Perugia nel 1997-1998,[45] avvenne nel 1998-1999.[46] Al termine della stagione 1999-2000 il Torino tornò nella serie cadetta,[47] conquistando comunque subito la promozione nella stagione successiva.[48] Nella stagione 2001-2002 i granata ottennero invece l'undicesimo posto e la qualificazione in Coppa Intertoto.[48] Nella Serie A 2002-2003 la squadra però non riuscì a confermarsi, finendo ultima in campionato.[49]

Sotto la guida di Renato Zaccarelli il Torino ottenne la promozione nel campionato 2004-2005.[50] A causa però di problemi finanziari mal gestiti dal presidente Cimminelli,[51] il Torino non fu ammesso alla nuova stagione sportiva con il conseguente fallimento societario.[52] Il 16 agosto 2005 la FIGC accettò il ricorso presentato da una cordata d'imprenditori facenti capo all'avv. Pierluigi Marengo[53] e affidò ufficialmente alla Società Civile Campo Torino il titolo sportivo del Torino Calcio, permettendole inoltre l'iscrizione al campionato di Serie B.[53] Il 19 agosto, nel bar Norman, venne annunciato il nuovo presidente, Urbano Cairo;[54] il passaggio di proprietà[55] comportò la nuova denominazione della società, Torino Football Club.[56] La squadra ottenne subito la promozione al termine dei play-off della stagione 2005-2006.[57] Ritornati in serie A , i granata si salvarono con una giornata di anticipo.[58] Dopo tre stagioni, la squadra retrocedette nuovamente in B.[59] Nel corso della stagione 2009-2010 Cairo decise di affidare il ruolo di direttore sportivo a Gianluca Petrachi,[60] ma il Torino mancò la promozione sia in quel campionato sia nel successivo.[61][62][63]


I ritorni in Serie A e in Europa


Il 6 giugno 2011 il Torino ufficializzò Gian Piero Ventura come nuovo allenatore per il campionato 2011-2012.[64] Al termine della stagione i granata ottennero la promozione diretta grazie al secondo posto raggiunto.[65] Dopo aver ottenuto la salvezza nel campionato 2012-2013,[66] la stagione 2013-2014 segnò una netta inversione di marcia per il Torino che chiuse al settimo posto, ottenendo l'accesso all'Europa League:[67] protagonisti della positiva annata furono Alessio Cerci e Ciro Immobile, autori rispettivamente di 13 e 22 gol.[68]

La stagione 2014-2015 vide i granata giungere fino agli ottavi di finale di Europa League. In campionato conclusero al nono posto, tornando a vincere un derby dopo ben 20 anni.[69] Il Torino visse poi una stagione 2015-2016 di centro classifica, terminata con l'addio di Ventura passato alla guida della nazionale. Arrivò al suo posto Siniša Mihajlović[70] il quale, con un gioco improntato all'attacco (71 reti al termine del campionato), nella stagione 2016-2017 condusse la squadra al nono posto: si mise particolarmente in luce Andrea Belotti, autore di 26 reti.[71][72]

La stagione 2017-2018, iniziata con dichiarate ambizioni europee,[73] si rivelò poi altalenante e fu caratterizzata dall'avvicendamento tra Mihajlovic - esonerato al termine del girone d'andata - e il nuovo tecnico Walter Mazzarri.[74] I granata conclusero il campionato al nono posto e i migliori giocatori per rendimento furono Iago Falque e i neoacquisti Sirigu e Nkoulou.[75] Nella stagione successiva ci fu una ripresa con un settimo posto e 63 punti ottenuti, registrando così il proprio record in Serie A dall'introduzione dei tre punti a vittoria,[76] e riqualificandosi in Europa League dopo un lustro di assenza partendo dal secondo turno preliminare; tuttavia l'anno seguente i granata non riuscirono ad accedere alla fase a gironi, eliminati ai play-off dal Wolverhampton. Sempre nella stagione 2019-2020, per quanto riguarda il campionato, dopo un ottimo girone di andata la squadra crolla in quello di ritorno, soprattutto dopo uno 0-7 casalingo contro l'Atalanta, ottenendo solo l'obiettivo minimo della salvezza.

Ancora peggiore è la stagione seguente, segnata dall'avvicendamento in panchina tra Marco Giampaolo e Davide Nicola, e il Torino costantemente impelagato nella lotta per non retrocedere: in un finale di campionato drammatico, che vede i granata subire un altro 0-7 casalingo, stavolta contro il Milan, oltreché un 4-1 sul campo del neopromosso Spezia, la squadra riesce comunque a strappare la salvezza con uno 0-0 esterno contro la Lazio, rendendo inutile il già paventato scontro diretto contro il Benevento. Con l'arrivo di Ivan Jurić sulla panchina, il Torino disputa una stagione più positiva, terminando a metà classifica e raggiungendo una salvezza tranquilla.


Cronistoria essenziale


Lo stesso argomento in dettaglio: Cronistoria del Torino Football Club.
Cronistoria essenziale del Torino Football Club[77]
Finali di Palla Dapples.
  • 1907-1908 - A causa dell'elevato numero di giocatori stranieri in squadra, non partecipa al Campionato di Prima Categoria.
Finale di Palla Dapples.
Finale del Torneo Internazionale Stampa Sportiva.
  • 1908-1909 - 2º nel Girone Eliminatorio Piemontese.
Vince la Palla Dapples (1º, 2º, 3º, 4º e 5º titolo).



Ottavi di finale di Coppa dell'Europa Centrale.

Vince la Coppa Italia (2º titolo).
  • 1943 - Per proseguire l'attività calcistica durante la seconda guerra mondiale, il 25 novembre il Torino stipula un accordo con la FIAT attraverso il quale i giocatori granata entrano a far parte del Gruppo Sportivo FIAT, la polisportiva della casa automobilistica torinese. Il club granata cambia denominazione in Torino FIAT.
  • 1943-1944 - Finali del Campionato Alta Italia.
  • 1945-46 - Campione d'Italia (3º titolo). Riprende la denominazione di Associazione Calcio Torino.
  • 1946-47 - Campione d'Italia (4º titolo).
  • 1947-48 - Campione d'Italia (5º titolo).
  • 1948-49 - Campione d'Italia (6º titolo).
  • 1949 - Il 4 maggio è il giorno della tragedia di Superga: l'aereo che riportava a casa la squadra dall'amichevole di Lisbona si schianta nei pressi dell'omonima basilica. Nessuno a bordo sopravvive all'impatto.

  • 1958-59 - 18º in Serie A. Retrocesso in Serie B. A seguito dell'abbinamento commerciale con l'azienda dolciaria Talmone, il club granata assume la denominazione di Associazione Calcio Talmone Torino.
  • 1959-60 - 1º in Serie B. Promosso in Serie A. Riprende la denominazione di Associazione Calcio Torino.





  • 2000-01 - 1º in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 2002-03 - 18º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 2004-05 - 2º in Serie B a seguito delle sentenze della CAF sul caso Genoa, avendo anche precedentemente vinto la finale dei play-off contro il Perugia determinata dal piazzamento originario. A causa del dissesto economico-finanziario, il 15 luglio viene tuttavia escluso dalla Serie A.
  • 2005 - In agosto una nuova società denominata Società Civile Campo Torino aderisce al Lodo Petrucci ed è ammessa a disputare la Serie B. Il 1º settembre assume la denominazione di Torino Football Club e successivamente, dopo il fallimento della vecchia società, ne acquisirà l'eredità legale.[79][80]
  • 2005-06 - 3º in Serie B. Vince la finale dei play-off contro il Mantova. Promosso in Serie A.
  • 2008-09 - 18º in Serie A. Retrocesso in Serie B.


Colori e simboli


Lo stesso argomento in dettaglio: Colori e simboli del Torino Football Club.

Colori


Il brasiliano Júnior a metà degli anni 80 con la tradizionale divisa del Torino: maglia e calzettoni granata abbinati a pantaloncini bianchi.
Il brasiliano Júnior a metà degli anni 80 con la tradizionale divisa del Torino: maglia e calzettoni granata abbinati a pantaloncini bianchi.

La prima divisa di gioco del Torino, sfoggiata pochi giorni dopo la fondazione nella prima partita della sua storia, contro i corregionali della Pro Vercelli, fu una casacca a righe verticali arancio e nere che si rifaceva a quelle in precedenza usate dalle due società considerate "progenitrici" storiche del neonato club, ovvero l'Internazionale Torino e la Torinese.[81] In seguito tale abbinamento non venne ritenuto appropriato essendo incidentalmente simile a quello degli Asburgo, nemici storici dell'allora casa regnante italiana. Stante quindi la necessità di adottare un colore sociale definitivo per la nuova squadra, si optò per il granata.[82]

La versione più accreditata vuole che, nell'occasione, venne scelta la tinta già propria di quella "Brigata Savoia" che esattamente due secoli prima aveva contribuito a liberare la Torino capitale del Ducato di Savoia; la brigata aveva adottato un fazzoletto color del sangue, in onore del messaggero caduto per portare la notizia del trionfo. Altre ricostruzioni, giudicate meno attendibili, attingono all'estero e parlano sia di un possibile omaggio del fondatore Alfred Dick al granata del Servette, club della madrepatria svizzera di cui l'imprenditore era tifoso, sia di un riferimento alla casacca maroon degl'inglesi dello Sheffield, il club calcistico più antico del mondo, un colore inizialmente preso a prestito anche dall'Internazionale Torino.[83] Sopravvive anche l'ipotesi di una tinta nata dal caso, a seguito di ripetuti lavaggi – una ricostruzione che si ritrova agli albori di tante altre casacche calcistiche – fra divise da gioco rosse con calzoncini e calzettoni neri; la sfumatura derivata, essendo ritenuta di buon auspicio, sarebbe poi stata scelta quale tenuta ufficiale. In precedenza il club torinese tentò invece di ottenere l'utilizzo del blu Savoia, ma i monarchi d'Italia furono contrari a concedere l'uso del proprio colore dinastico a una singola squadra – a differenza di quanto fecero, qualche anno più tardi, con la maglia azzurra adottata dalle varie rappresentative sportive nazionali.[81][84]

Lo spagnolo Martín Vázquez con la divisa bianca da trasferta del Torino nel 1991
Lo spagnolo Martín Vázquez con la divisa bianca da trasferta del Torino nel 1991

Da allora, la tradizionale divisa casalinga del Torino è quindi composta da una maglia granata abbinata a calzoncini bianchi, o a loro volta granata, e calzettoni neri con risvolto granata; tuttavia, nel corso dei decenni non fu inusuale vedere la squadra scendere in campo con calze pure granata oppure, soprattutto a cavallo degli anni 70 e 80, adottare stabilmente un completo monocromatico granata. L'uniforme da trasferta, solitamente a tinte inverse, prevede invece una maglia bianca con bordini a contrasto, calzoncini granata o talvolta anch'essi bianchi, e calzettoni bianchi con risvolto granata.[81][84] Ciclicamente viene inoltre riproposta, come seconda maglia, una casacca bianca con sbarra diagonale granata: questa è un omaggio al River Plate, la squadra argentina che ha storicamente stretti rapporti di gemellaggio col club torinese, fin dall'epoca della tragedia di Superga[85]; questa divisa debuttò per la prima volta il 6 gennaio 1953, nella sfida interna di campionato contro il Milan terminata 1-1.[86]


Simboli ufficiali



Stemma

In tutti gli stemmi usati dal club granata nella sua storia è sempre presente un toro in posizione rampante, simbolo della città di Torino. Il simbolo societario del Torino Football Club è in uso dal 2006: nella stagione 2005-06, la prima successiva al fallimento del Torino Calcio, lo stemma fu identico all'attuale eccezion fatta per la mancanza della scritta "1906" sul lato sinistro dello scudo, aggiunta per richiamare l'anno di fondazione dello storico Foot Ball Club Torino.[87]

Negli anni 80 lo stemma del Torino fu di forma quadrangolare, con in alto la dicitura "Torino Calcio" e all'interno un toro rampante stilizzato: tale simbolo è tuttora molto amato dai tifosi ed è stato votato nel 2013 dai lettori del Guerin Sportivo come lo stemma calcistico più bello di tutti i tempi.[88] Dal 1990 fino al fallimento, lo stemma in uso richiamò quello utilizzato ai tempi del Grande Torino, con l'importante differenza che nel lato destro dell'ovale si incrociavano la lettera "T" e "C" (iniziali di "Torino Calcio") invece che le lettere "A", "C" e "T" (iniziali dell'"Associazione Calcio Torino").[89]


Inno

L'inno del club granata è Ancora Toro, scritto da Valerio Liboni, il quale è anche l'autore di Forza Toro alé, inno del Torino dal 1982.[1]


Strutture



Stadio


Lo stesso argomento in dettaglio: Velodromo Umberto I, Motovelodromo Fausto Coppi, Stadio Filadelfia, Stadio Olimpico Grande Torino e Stadio delle Alpi.
Tifosi granata in curva Maratona allo Stadio Olimpico Grande Torino
Tifosi granata in curva Maratona allo Stadio Olimpico Grande Torino

Dalla prima partita ufficiale successiva alla fondazione, il 13 gennaio 1907 (un derby con la Juventus), al 9 gennaio 1910, il Torino disputò le sue gare nel Velodromo Umberto I. Successivamente si trasferì nella piazza d'armi cittadina, dove in quegli anni esistevano numerosi campi: dal 23 gennaio utilizzò quello detto "Lato Ferrovia", dal 26 febbraio 1911 quello detto "Lato Crocetta", per poi trasferirsi sul finire del 1913 in uno stadio vero e proprio, detto "Stradale Stupinigi", sito in zona di Torino che oggi non sarebbe lontana da dove sorge lo stadio Filadelfia; con lo scoppio della prima guerra mondiale, lo stadio venne requisito a fini bellici.[2]

Dall'11 ottobre 1925 e per tutto il campionato 1925-26 i granata disputarono le gare interne al motovelodromo di Corso Casale (oggi dedicato a Fausto Coppi), in attesa di trasferirsi al Filadelfia.[90] Il "Fila" è lo stadio legato indissolubilmente alle gesta del Grande Torino: inaugurato il 17 ottobre 1926 contro la Fortitudo Roma, ospitò le partite del Torino ininterrottamente fino all'11 maggio 1958 (Torino-Genoa 4-2).[2] Nella stagione 1958-59 ci fu una prima parentesi nello stadio Comunale: il trasloco durò poco in quanto il Torino quell'anno precipitò in Serie B e scaramanticamente l'anno successivo decise di tornare a "casa", al Filadelfia.[91]

Da sinistra: Zaccarelli, Sala e Graziani al vecchio Filadelfia, 1978 circa
Da sinistra: Zaccarelli, Sala e Graziani al vecchio Filadelfia, 1978 circa

Il Torino nel suo vecchio stadio disputò per intero ancora la stagione 1959-60 e quella successiva, di nuovo in Serie A, per poi utilizzare nelle stagioni 1961-62 e 1962-63 anche il Comunale (per le sole partite di "cartello"). Il trasloco definitivo in quest'ultimo, un impianto capace di ospitare 65 000 persone in piedi, avvenne dalla stagione 1963-64 e durò fino al 27 maggio 1990, quando l'impianto venne abbandonato in favore dello stadio delle Alpi.[91]

Al Delle Alpi, costruito per la Coppa del Mondo del 1990, il Torino giocò dal 1990 al 2006.[91] In seguito alla ristrutturazione operata per renderlo adatto a ospitare la cerimonia di apertura e quella di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006, il Torino tornò a giocare all'ex Comunale Vittorio Pozzo, ribattezzato dapprima soltanto Olimpico e poi, nel 2016, anche alla memoria del Grande Torino. La capienza è ora di 28 140 posti tutti al coperto e a sedere, ridotta di circa 38 000 posti rispetto a quella originaria, in rispetto delle più moderne ed esigenti norme di sicurezza (rientra nella categoria 4 UEFA, quella con maggior livello tecnico).[91]


Centro di allenamento


Lo stesso argomento in dettaglio: Filadelfia (centro sportivo).
La tribuna del nuovo Filadelfia; a destra, i resti delle gradinate dell'omonimo e storico impianto
La tribuna del nuovo Filadelfia; a destra, i resti delle gradinate dell'omonimo e storico impianto

Il vecchio Stadio Filadelfia è stato dal 1926 al 1993 il centro di allenamento del Torino (fino al 1963 fu anche sede delle partite casalinghe dei granata). Più recentemente, dal 2006 al 2017, la sede degli allenamenti della squadra è stata la Sisport di Corso Unione Sovietica.[92] A partire dalla stagione 2017-18, il Torino si allena nel nuovo Filadelfia, centro sportivo sorto sui resti dell'omonimo stadio.[93]


Società



Organigramma societario


Organigramma aggiornato al 15 giugno 2022.

Staff dell'area amministrativa
  • Urbano Cairo - Presidente
  • Federico Cairo - Consigliere
  • Giuseppe Ferrauto - Consigliere
  • Uberto Fornara - Consigliere
  • Marco Pompignoli - Consigliere
  • Alberto Barile - Direttore operativo
  • Marco Pellegri - Team Manager
  • Davide Vagnati - Responsabile area tecnica
  • Emiliano Moretti - Collaboratore area tecnica
  • Ruggero Ludergnani - Responsabile settore giovanile
  • Andrea Bernardelli - Segretario generale
  • Marco Capizzi - Segretario
  • Giulia Bellato - Segretaria
  • Piero Venera - Responsabile ufficio stampa
  • Andrea Canta - Ufficio stampa e Supporters Liaison Officer
  • Andrea Santoro - Social Media Manager
  • Luca Boccone - Direttore amministrativo
  • Fabio Bernardi - Responsabile biglietteria e rapporti con i club
  • Dario Mazza - Biglietteria e rapporti con i club
  • Roberto Follis - Delegato per la sicurezza




Di seguito i fornitori tecnici del Torino.

Cronologia degli sponsor tecnici

Impegno nel sociale


Il Torino partecipa attualmente a diverse iniziative benefiche.[106] La società è stata la prima in Italia a concedere il proprio nome a una squadra di calcio per disabili, il Torino FD, e la prima a collaborare per la creazione di un fan club di tifosi interamente formato da disabili: ai Tori Seduti la società granata affida ogni anno 200 posti gratuiti allo stadio.[106] Per quanto riguarda la beneficenza in senso stretto, il Torino collabora da anni con l'UGI, una casa di accoglienza nata per assistere i bambini in cura presso l'ospedale infantile Regina Margherita, a cui dona contributi economici, cimeli della prima squadra e le visite di giocatori.[106][107][108]


Settore giovanile


Fabio Quagliarella, cresciuto nel settore giovanile granata
Fabio Quagliarella, cresciuto nel settore giovanile granata

Il settore giovanile del Torino è formato da 4 squadre maschili partecipanti ai campionati nazionali (Primavera, Berretti, Allievi Nazionali e Giovanissimi Nazionali) e 3 partecipanti a livello regionale (Allievi Professionisti Lega Pro, Giovanissimi Regionali A e Giovanissimi Regionali B).[109] Il Torino è stata una delle prime società italiane a dotarsi di un vero e proprio settore giovanile, organizzato già a partire dagli anni 30 e considerato uno tra i migliori d'Italia.[110]

Tra le altre cose, la formazione granata detiene il record di scudetti sia nell'albo d'oro del Campionato Primavera con 9 titoli, che in quello del Campionato Berretti con 11 titoli, oltre al record di 8 vittorie in Coppa Italia Primavera; il Torino vanta inoltre sei vittorie nel prestigioso Torneo di Viareggio, cinque scudetti del Campionato Allievi Nazionali e due scudetti del Campionato Giovanissimi Nazionali.[111]

I ragazzi formatisi nel vivaio granata sono soprannominati "Balon-Boys", in onore di Adolfo Baloncieri, giocatore-simbolo che proprio in quegli anni concluse la carriera.[112] Nelle giovanili granata sono cresciuti numerosi giocatori, tra cui anche l'attore e giornalista Raf Vallone, che ha però preferito la carriera artistica all'arte pedatoria quando ormai calcava i campi da gioco nelle file della prima squadra.[113]


Il Torino nella cultura di massa


Il Grande Torino fu la squadra più vincente del campionato italiano nella seconda metà degli anni 40 e, secondo la rivista inglese FourFourTwo, è stata la tredicesima squadra più forte di sempre nella storia del calcio.[114] La sua tragica fine è stata anche per questo tema di documentari, film e opere letterarie; tra di esse, la poesia Ai campioni del Torino composta nel 1949 da Mario Luzi,[115] la miniserie TV Il Grande Torino (2005) di Claudio Bonivento,[116] interpretata da Beppe Fiorello, e l'ultima puntata della serie TV Federico Buffa racconta Storie di Campioni (2015) di Federico Buffa, trasmessa su Sky in occasione del 66º anniversario della tragedia di Superga.[117]

Rimanendo in ambito cinematografico e televisivo, tra i prodotti dedicato al Torino troviamo il documentario Gli undici moschettieri (1952) di Ennio De Concini e Fausto Saraceni,[118] i film Ora e per sempre (2004) di Vincenzo Verdecchi,[119] e Benfica-Torino 4-3 (2012) di Andrea Ragusa e Nuno Figueiredo,[120] e il film TV La farfalla granata (2013) incentrato sulla vita di Luigi Meroni.[121]

In ambito musicale sono invece presenti molte canzoni dedicate alla squadra granata come La forza del Toro, Ragazzo ultrà, Dj Venneri e Vivo il Toro.[122] Nel fumetto, nella storia breve Paperoga in: soffri, tifoso, soffri pubblicata da Topolino, viene riproposto il derby della Mole con il Torino tradotto in «Corino».[123]

Dal 2017, la piattaforma televisiva Sky Italia propone, nel proprio bouquet satellitare, il canale tematico Torino Channel.[124]


Allenatori e presidenti



Allenatori


Lo stesso argomento in dettaglio: Allenatori del Torino Football Club.
Luigi Radice portato in trionfo dai suoi giocatori dopo la vittoria dello Scudetto 1975-1976
Luigi Radice portato in trionfo dai suoi giocatori dopo la vittoria dello Scudetto 1975-1976

Nella storia del Torino la figura del tecnico compare sin dai primi anni; Vittorio Pozzo fu a capo della Commissione Tecnica granata dal 1912 al 1922, occupandosi nello stesso periodo anche dell'organizzazione societaria. A lui succedette nel 1923 Francisco Mosso, il quale diede inizio all'era degli allenatori di professione. Negli anni venti e trenta il Toro guardò ai maestri di calcio d'oltre confine, ingaggiando personaggi di spicco come gli austriaci Karl Stürmer e Tony Cargnelli.[125] Quest'ultimo fu anche il primo a vincere un trofeo con il Torino: lo scudetto del 1928. Durante l'era del Grande Torino si alternarono diversi allenatori: l'inglese Leslie Lievesley e gli italiani Mario Sperone, Luigi Ferrero e Antonio Janni. A quei tempi il coach era spesso affiancato da un direttore tecnico; per il Torino svolsero questo ruolo in particolare Ernő Erbstein e Roberto Copernico. A partire dagli anni 60 i granata iniziarono a mantenere per più stagioni consecutive lo stesso allenatore: Edmondo Fabbri e Giancarlo Cadè (2); Benjamín Santos, Nereo Rocco e Gustavo Giagnoni (3).[126] La vera svolta avvenne però nel 1975 quando al Toro giunse Luigi Radice.[127] Il tecnico brianzolo guidò i granata per 10 campionati in totale, divisi in due periodi: dal 1975 al 1980 ( durante il quale vinse lo scudetto nel 1976[128]) e dal 1984 al 1988 ( raggiungendo il secondo posto nel 1985[129]). Nel 1990 arrivò in granata Emiliano Mondonico, l'allenatore che ha ottenuto i migliori risultati in Europa: la vittoria della Coppa Mitropa nel 1991[130] e la finale di Coppa UEFA nel 1992.[131] Sotto la guida di Mondonico il Toro vinse anche la Coppa Italia nel 1993.[132] Gian Piero Ventura fu il tecnico del Torino dal 2011 al 2016; con lui i granata raggiunsero la promozione in Serie A nel 2012 e l'accesso all'Europa League nel 2014, grazie al settimo posto ottenuto al termine della stagione.[133]


Presidenti


Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti del Torino Football Club.
Orfeo Pianelli
Orfeo Pianelli

In più di 110 anni di storia, alla guida del Torino si sono avvicendati 29 presidenti e 2 comitati di gestione.

Il primo presidente della storia del Torino fu Franz Schoenbrod; socio fondatore, partecipò all'incontro del 6 dicembre presso la birreria Voigt.[134] Il Conte Enrico Marone Cinzano fu il primo a portare in bacheca un trofeo: nel 1928 i granata vinsero il campionato, bissando il successo raggiunto l'anno prima ma revocato a seguito del caso Allemandi.[135] Il presidente più longevo dei granata è Orfeo Pianelli: rimasto in carica per 19 anni consecutivi (dal 1963 al 1982), portò il Torino alla vittoria dello scudetto nel 1976 e di due Coppe Italia (1968 e 1971).[136] Ferruccio Novo è invece il presidente più vittorioso: sotto la sua guida, il Grande Torino conquistò 5 scudetti consecutivi e una Coppa Italia tra il 1942 e il 1949 (anno della Tragedia di Superga). Da ricordare anche la presidenza di Alfred Dick tra il 1907 e il 1908: socio fondatore del club granata, lui e Schoenbrod sono stati finora gli unici 2 presidenti stranieri nella storia del Torino.[2]

Dal 2005 il presidente del Torino è Urbano Cairo.[54]


Calciatori


Lo stesso argomento in dettaglio: Calciatori del Torino Football Club.
Valentino Mazzola
Valentino Mazzola

La rivista sportiva italiana Guerin Sportivo ha stilato la lista dei migliori 100 calciatori che hanno vestito la maglia granata.[137][138] Dall'elenco citato si segnalano in particolare: Adolfo Baloncieri, Valentino Mazzola (capitano del Grande Torino), Julio Libonatti, Guglielmo Gabetto, Franco Ossola, Romeo Menti, Pietro Ferraris, Virgilio Maroso, Ezio Loik, Gino Rossetti e Aldo Ballarin. Del periodo post-Superga spiccano i Gemelli del gol Paolino Pulici e Francesco Graziani, Claudio Sala, Renato Zaccarelli, Giorgio Ferrini, Lido Vieri, Luigi Meroni, Denis Law, Leo Junior, Enzo Francescoli e Abedi Pelé (questi ultimi tre inseriti nella FIFA 100,[139] e l'ultimo inoltre eletto per tre volte calciatore africano dell'anno[140]), Giuseppe Dossena, Luciano Castellini, Martín Vázquez, Luca Marchegiani, Gianluigi Lentini, Vincenzo Scifo, Pasquale Bruno, Walter Casagrande e Marco Ferrante.


Capitani


Il primo capitano del Torino fu Friedrich Bollinger, dal 1907 al 1912.[141] Altri capitani storici furono Adolfo Baloncieri, dal 1925 al 1932, in coincidenza col primo scudetto torinista;[142] Valentino Mazzola, il quale ricoprì questa carica durante gli anni del Grande Torino (1944-1949); Giorgio Ferrini, colui il quale per più anni ha rivestito questo ruolo, dal 1963 al 1975; Claudio Sala, dal 1975 al 1980, in coincidenza col primo scudetto post-Superga;[143] e Renato Zaccarelli, dal 1981 al 1987. In tempi più recenti, si segnalano Roberto Cravero, dal 1987 al 1992 e di nuovo dal 1996 al 1997; Rolando Bianchi, dal 2009 al 2013; Andrea Belotti, dal 2017 al 2022; e il difensore svizzero Ricardo Rodríguez, che ancora oggi rimane il leader granata.


Vincitori di titoli


Campioni del mondo
Campioni d'europa

Contributo alle Nazionali di calcio


Lo stesso argomento in dettaglio: Torino Football Club e Nazionale di calcio dell'Italia.
Francesco Graziani
Francesco Graziani

Tra i primi calciatori del Torino a vincere titoli con le proprie nazionali, troviamo Adolfo Baloncieri, Antonio Janni, Julio Libonatti e Gino Rossetti, tutti vincitori con l'Italia della Coppa Internazionale 1927-1930, i quali (a eccezione di Libonatti) vinsero anche la medaglia di bronzo al torneo olimpico di Amsterdam 1928.[144][145][146][147] Successivamente Giorgio Ferrini e Lido Vieri conquistarono in azzurro il campionato d'Europa 1968,[148][149] mentre Giuseppe Dossena il campionato del mondo 1982.[150] Andrea Belotti e Salvatore Sirigu hanno fatto parte della nazionale che ha trionfato nel campionato europeo 2020.

L'11 maggio 1947, durante l'amichevole tra Italia e Ungheria disputatasi al Comunale di Torino e terminata 3-2 per i padroni di casa, Vittorio Pozzo schierò tra i titolari azzurri 10 giocatori allora facenti parte del Grande Torino; si tratta tuttora della partita della nazionale italiana con il maggior numero di calciatori provenienti da una stessa squadra.[151]

Francesco Graziani è il giocatore del Torino che ha collezionato più presenze (47) e segnato più reti (20) con la maglia dell'Italia, dal 1975 al 1981.[152] Andrea Belotti è stato invece l'autore, l'11 giugno 2017, nella gara di qualificazione al campionato del mondo 2018 contro il Liechtenstein, del centesimo gol di un calciatore granata in azzurro.[153] Con 75 calciatori forniti alla nazionale italiana, il Torino è la quinta squadra per numero di giocatori prestati all'azzurro (sesta per numero di presenze totali).[154][155]


Palmarès


Lo stesso argomento in dettaglio: Palmarès del Torino Football Club.

Competizioni nazionali


1927-28, 1942-43, 1945-46, 1946-47, 1947-48, 1948-49, 1975-76
1935-36, 1942-43, 1967-68, 1970-71, 1992-93

Altre competizioni


1991
1959-60, 1989-90, 2000-01

Statistiche e record


Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche e record del Torino Football Club.

Partecipazione ai campionati


Di seguito una tabella raffigurante la partecipazione del Torino ai campionati di calcio.

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Prima Categoria101906-19071920-192198
Prima Divisione51921-19221925-1926
Divisione Nazionale41926-19271945-1946
Serie A791929-19302022-2023
Serie B121959-19602011-201212

Partecipazione alle competizioni UEFA


[156][157]

Torneo Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Coppa dei Campioni / Champions League11976-197719
Coppa delle Coppe41964-19651993-1994
Coppa UEFA / Europa League131972-19732019-2020
Coppa Intertoto12002

Statistiche di squadra


Il Torino della stagione 1942-1943, prima squadra italiana a conseguire un double nazionale.
Il Torino della stagione 1942-1943, prima squadra italiana a conseguire un double nazionale.

Il Torino è all'8º posto nella classifica perpetua della Serie A, che tiene conto di tutte le squadre di calcio che hanno militato nella massima serie nazionale almeno una volta.[6]

Per quanto riguarda il campionato italiano, la squadra si è classificata al primo posto in 8 occasioni (sebbene il club abbia in realtà vinto 7 titoli di campione d'Italia[158]), 7 volte al secondo posto e 9 volte al terzo[2]; inoltre il Torino ha conservato fino al 2019 il primato di detentore del titolo di campione d'Italia per 7 anni consecutivi, dal 1943 al 1950[159][160]. In 108 stagioni sportive, di cui 19 nei vari campionati antecedenti al girone unico (nel 1908 non partecipò e la Coppa Federale del 1915-16 non è riconosciuta), 77 in Serie A e 12 in Serie B, la società arriva dunque sul podio nella massima serie nel 21% dei casi[2]. Nel 1943 i granata furono i primi in Italia a realizzare il cosiddetto double, vincendo Scudetto e Coppa Italia nella stessa stagione[25].Torino, Inter e Juventus sono le uniche squadre italiane riuscite a vincere il campionato almeno per 5 edizioni consecutive[22]. Il Torino detiene inoltre diversi record: imbattibilità casalinga nella massima serie, 88 giornate (dalla 18ª giornata 1942-43 alla 10ª giornata 1949-50)[161]; maggior scarto di gol in una partita di Serie A, 10 (Torino-Alessandria 10-0, disputata il 10 maggio 1948)[162]; migliore media-gol a partita (3,13), nonché maggior numero di reti segnate in una stagione, 125 (nel campionato a 21 squadre del 1947-48)[163]. I granata hanno avuto per 5 volte il miglior attacco e 9 volte la miglior difesa (nelle stagioni 1947-48 e 1975-76 ottennero entrambi i primati, vincendo lo Scudetto)[38][164].

Nel campionato 2006-07 il Torino giocò, per la prima volta nella storia, in una categoria superiore a quella in cui partecipava la Juventus: infatti, mentre i granata disputavano il campionato di Serie A, i bianconeri prendevano parte a quello di Serie B, in seguito alla retrocessione d'ufficio arrivata al termine del campionato 2005-06 per i fatti di Calciopoli.[2]

Sempre in ambito nazionale, il Torino ha vinto 5 volte la Coppa Italia ( nelle stagioni 1935-36, 1942-43, 1967-68, 1970-71 e 1992-93) e in 8 occasioni ha terminato al secondo posto[165]. La miglior vittoria per i granata in questa competizione risale al 20 settembre 1942: Torino-Ancona 7-0[166].

Il Torino finalista di Coppa UEFA nel 1992
Il Torino finalista di Coppa UEFA nel 1992

A livello internazionale, i granata raggiunsero la vittoria della Coppa Mitropa nel 1991[167]. Il Torino ha partecipato 19 volte a competizioni organizzate ufficialmente dalla UEFA, disputando 103 incontri[168] e ricavando 47 vittorie, 26 pareggi e 30 sconfitte[169][170][171]. La vittoria per 6-1 contro il KR Reykjavik, ottenuta in Coppa UEFA il 2 ottobre 1991, è lo scarto massimo raggiunto dalla squadra piemontese in Europa. L'esordio in Coppa dei Campioni avvenne nell'edizione 1976-1977, l'unica finora a cui il Torino ha preso parte, nella vittoria interna per 2-1 contro il Malmö. I granata furono poi eliminati agli ottavi di finale dal Borussia Mönchengladbach, come risultato della sconfitta interna per 2-1 e lo 0-0 ottenuto in Germania (trasferta che i piemontesi conclusero in 8 giocatori, con Graziani in porta, complice l'espulsione del portiere Castellini)[172]. Il Torino ha inoltre partecipato 4 volte alla Coppa delle Coppe (raggiungendo la semifinale nella stagione 1964-1965), 12 volte all'Europa League (conquistando la finale contro l'Ajax nel 1991-1992) e 1 volta alla Coppa Intertoto (nel 2002). Tra i tornei non riconosciuti dalla UEFA, il Torino giocò anche la Coppa delle Fiere nell'annata 1965-1966, venendo eliminato al primo turno dagli inglesi del Leeds United[169].


Statistiche individuali


Paolo Pulici
Paolo Pulici

Per quanto riguarda le presenze, Giorgio Ferrini è il recordman in maglia granata, con 566 apparizioni (condite da 56 reti) messe assieme dal 1959 al 1975.[173] Tra i cannonieri, il primato di reti è appannaggio di Paolo Pulici, con 172 reti ufficiali (in 437 incontri) siglate dal 1967 al 1982[174]. Sempre tra i marcatori, nella storia granata sono stati 8 i calciatori capaci di laurearsi capocannonieri di un torneo italiano di massima serie: il primo assoluto fu l'austriaco Heinrich Schönfeld, nella Prima Divisione 1923-24 (22 reti).[175] Nel 1927-28 venne poi il turno dell'oriundo Julio Libonatti (35),[175] mentre per il primo italiano fu necessario attendere la stagione successiva, con Gino Rossetti (36).[175] Eusebio Castigliano diventò il miglior marcatore (13) del primo campionato del secondo dopoguerra,[175][176] cui seguì Valentino Mazzola nella Serie A 1946-47 (29).[175] Si dovette aspettare quasi 30 anni prima di rivedere un granata sul tetto dei gol: fu Paolo Pulici a rompere il lungo digiuno a metà degli anni 70, affermandosi nelle annate 1972-73 (17), 1974-75 (18) e 1975-76 (21);[175] Pulici è finora l'unico giocatore torinese riuscito a conseguire tre titoli di capocannoniere, nonché l'unico capace di bissare il riconoscimento.[175] A lui succedette nel 1976-77 il compagno di reparto, Francesco Graziani (21).[175] Dopo un nuovo, lungo digiuno, stavolta di quasi 40 anni, nel 2013-14 fu Ciro Immobile (22) a riportare un calciatore granata in vetta alla classifica marcatori della Serie A.[177]

A livello europeo, il giocatore più presente del Torino nelle competizioni UEFA è Paolo Pulici (26) mentre Francesco Graziani è il calciatore granata andato a segno più volte (8).[134]

Di seguito i record presenze e marcature dei giocatori del Torino dall'anno di fondazione a oggi.

Aggiornato al 1º maggio 2022

Record di presenze
Record di reti

Tifoseria


Lo stesso argomento in dettaglio: Tifoseria del Torino Football Club.

Storia


La tifoseria granata in trasferta a Roma, in festa per la vittoria della Coppa Italia 1992-1993
La tifoseria granata in trasferta a Roma, in festa per la vittoria della Coppa Italia 1992-1993

La tifoseria granata detiene una serie di primati in campo nazionale. Il primo striscione di un club organizzato (Club Fedelissimi Granata) fu esposto proprio nello stadio Filadelfia.[178] I tifosi granata organizzarono la prima trasferta in aereo del nostro calcio, nel 1963, in occasione di una partita contro la Roma.[178] Presso lo storico impianto torinese si esibiva Oreste Bolmida, il celebre tifoso trombettista poi reso famoso dal film Ora e per sempre;[179] in seguito venne acquistato un tamburo, per animare la curva Maratona, classico luogo di ritrovo dei supporters più caldi. Visto l'ottimo esito di tale "esperimento" ne furono acquistati altri, cosicché il settore in questione fu soprannominato "succursale del Maracanà" per il colore che era in grado di trasmettere durante i match casalinghi del Torino.[178]

Nel 1969 nacque a Santa Vittoria d'Alba, su iniziativa di un membro del Torino Club, la Federazione Italiana Sostenitori Squadre Calcio (FISSC), con sede di coordinamento presso il Torino Club di via Ormea.[178] Negli anni 70 la Maratona organizzò le prime coreografie illustrate, che curiosamente furono utilizzate negli spot pubblicitari della casa automobilistica francese Renault nel decennio successivo.[178] Nel 1979 la Maratona ottenne il riconoscimento di "curva più bella d'Europa" dal periodico francese Onze Mondial; inoltre un'immagine della curva fu inserita sulla copertina della rivista francese France Football del 21 dicembre.[178]

Il Torino ha ritirato la maglia numero 12, come da qualche tempo si fa per i calciatori più illustri, assegnandola in via definitiva alla curva Maratona, attribuendo così simbolicamente ai suoi tifosi il ruolo di dodicesimo uomo in campo.[180]


Gemellaggi e rivalità


Lo stesso argomento in dettaglio: Derby calcistici in Piemonte e Derby di Torino.
Tifosi del Torino e della Fiorentina negli anni 80
Tifosi del Torino e della Fiorentina negli anni 80

In ambito nazionale, il gemellaggio più sentito dai tifosi del Torino è quello con la Fiorentina: il legame tra le due curve è nato agli inizi degli anni 1970, sia per il comune sentimento antijuventino, sia per la vicinanza della società viola a quella granata dopo la tragedia di Superga.[181] Con il Genoa c'è un altalenante gemellaggio che venne rotto a causa dei festeggiamenti genoani durante Torino-Genoa del 24 maggio 2009, incontro vinto dai rossoblù e che contribuì in maniera rilevante alla retrocessione della squadra granata in Serie B;[182] il 16 dicembre 2012, giorno in cui i due club si riaffrontano per la prima volta dopo il ritorno del Torino in Serie A, vi è stato un tiepido riavvicinamento tra le due tifoserie e, più recentemente, una parte del tifo organizzato granata ha manifestato ancora attaccamento all'idea del gemellaggio.[183] Nelle serie minori, i sostenitori granata sono in buoni rapporti con le curve dell'Alessandria, dell'Acerrana,[184] della Nocerina[185] e dell'Ercolanese.[186]

In campo internazionale, l'amicizia tra i brasiliani del Corinthians e il Torino risale al 1914: in quell'anno, i granata diventarono il primo club italiano a compiere una tournée in Sudamerica, disputando 6 match amichevoli, due dei quali contro i bianconeri. Nonostante i risultati sul campo, le due società – entrambe di origine popolare – coltivano e mantengono nel tempo i rapporti di amicizia instaurati; quando il 4 maggio 1949 il Grande Torino perì nel disastro aereo di Superga, il Corinthians rese omaggio agl'italiani in una partita amichevole contro la Portuguesa, scendendo in campo in maglia granata.[187] In questo senso, nel 2011 la terza divisa dei bianconeri di San Paolo è stata colorata di granata.[188]

Il River Plate nel 1949 al Comunale di Torino
Il River Plate nel 1949 al Comunale di Torino

Anche gli argentini del River Plate hanno storicamente degli stretti rapporti di gemellaggio col Torino, fin dall'epoca della tragedia di Superga. Nel periodo seguente alla sciagura, il club argentino è particolarmente vicino alla società italiana, organizzando amichevoli e raccolte di fondi per aiutare la squadra devastata; il 26 maggio 1949 il River vola fino a Torino per disputare un'amichevole assieme a una selezione comprendente i più forti giocatori italiani dell'epoca, riuniti sotto il nome di "Torino Simbolo".[86] Come testimonianza del legame tra le due società, in varie occasioni per la maglia di cortesia dei biancorossi si è scelto il granata, mentre similmente la formazione torinese ha sfoggiato varie volte una casacca da trasferta con sbarra, in omaggio al template casalingo del River.[85]

Molto saldo è anche il legame con i portoghesi del Benfica, l'ultima formazione ad aver incontrato il Grande Torino prima della sciagura aerea di Superga[189]. Altre tifoserie estere con cui esiste un rapporto di amicizia sono quella inglese del Manchester City[190] e quella spagnola dell'Athletic Bilbao. Dal 2016 è nato infine il legame con i brasiliani della Chapecoense, squadra in quell'anno vittima di una sciagura aerea simile a quella di Superga; nel primo anniversario della tragedia, il Torino è sceso in campo con una speciale maglia verde omaggiante quella del club di Chapecó.[191]

La rivalità d'elezione è quella con la Juventus: le due squadre danno vita al cosiddetto derby della Mole, tra le più note stracittadine del calcio italiano nonché la più antica tuttora disputata.[192] Altre rivalità molto sentite, in essere fin dagli anni settanta, sono quelle con la Sampdoria (“aggravata” dal lungo gemellaggio che ha legato i granata al Genoa) e con l'Atalanta.[193][194] Col Verona esisteva un solido gemellaggio, interrottosi bruscamente dopo 10 anni, nel 1988: da allora le tifoserie sono nemiche, anche per motivi politici. Inimicizie degne di nota sono anche quelle con Lazio, Roma, Inter, Milan e Bologna;[195] rivalità meno sentite persistono con Perugia, Ternana, Parma, Piacenza, Monza[196] e Mantova.


Organico


Lo stesso argomento in dettaglio: Torino Football Club 2022-2023.

Rosa 2022-2023


Rosa e numerazione sono aggiornate al 27 ottobre 2022.[197]

N. Ruolo Giocatore
1 P Etrit Berisha
2 D Brian Bayeye
3 D Perr Schuurs
4 D Alessandro Buongiorno (vice capitano)
6 D David Zima
7 A Yann Karamoh
9 A Antonio Sanabria
10 C Saša Lukić
11 A Pietro Pellegri
13 D Ricardo Rodríguez (capitano)
14 C Emirhan İlkhan
16 A Nikola Vlasic
17 D Wilfried Singo
19 D Valentino Lazaro
N. Ruolo Giocatore
20 A Simone Edera
21 C Michel Adopo
23 A Demba Seck
26 D Koffi Djidji
27 D Mërgim Vojvoda
28 C Samuele Ricci
32 P Vanja Milinković-Savić
34 D Ola Aina
36 C Matthew Garbett
49 A Nemanja Radonjić
59 A Aleksej Mirančuk
73 P Matteo Fiorenza
77 C Karol Linetty
89 P Luca Gemello

Staff tecnico


Staff aggiornato al 23 luglio 2022.

Staff dell'area tecnica
  • Ivan Jurić - Allenatore
  • Matteo Paro - Vice allenatore
  • Paolo Di Sarno - Allenatore dei portieri
  • Leonardo Marasciulo - Analista
  • Paolo Solustri - Preparatore atletico
  • Paolo Barbero - Preparatore atletico
  • Stjepan Ostojić - Preparatore atletico
  • Marco Pellegri - Team Manager
  • Davide Vagnati - Responsabile area tecnica
  • Emiliano Moretti - Collaboratore area tecnica
  • Urbano Cairo - Presidente
  • Luca Boccone - Direttore comitato direttivo
  • Andrea Bernardelli - Segretario generale
  • Gaetano Zeoli - Osservatore
  • Paolo Minafra - Responsabile Area Medica
  • Gianfranco Albertini - Responsabile Area Medica
  • Andrea Orvieto - Fisioterapista
  • Silvio Fortunato - Fisioterapista
  • Eugenio Piccoli - Fisioterapista
  • Massimiliano Greco - Reparto medico
  • Federico Peano - Segretario
  • Ruggero Ludergnani - Direttore del settore giovanile

Note


  1. Inno al Toro, alla scoperta di Valerio Liboni, su torinogranata.it.
  2. Storia, su torinofc.it. URL consultato il 13 dicembre 2014.
  3. Fabio Rossi, Sport e comunicazione nella società moderna, in Enciclopedia dello sport, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003.
  4. Ormezzano, p. 140.
  5. Ranking UEFA - Coefficienti per club
  6. Classifica perpetua della Serie A, su italia1910.com.
  7. FIGC-COMUNICATO UFFICIALE N. 171/A (PDF), su figc.it. URL consultato l'8 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2014).
  8. Ormezzano, p. 49.
  9. Archivio storico - Calcio (PDF), su comune.torino.it. URL consultato l'8 aprile 2013.
  10. Papa, Panico.
  11. Ormezzano, Pacifico, pp. 48-49.
  12. Ormezzano, p. 48.
  13. Ormezzano, pp. 60-61.
  14. Ormezzano, pp. 77-78.
  15. Ormezzano, pp. 80-81.
  16. Colombero, Pacifico, p. 78.
  17. Colombero, Pacifico, pp. 76-77.
  18. Ormezzano, pp. 90-91.
  19. Stagione 1933-1934, su archiviotoro.it.
  20. Stagione 1935-1936, su archiviotoro.it.
  21. Stagione 1938-1939, su archiviotoro.it.
  22. Colombero, Pacifico, p. 120.
  23. Vergnano, vol. 3; p. 10.
  24. Colombero, Pacifico, p. 112.
  25. Colombero, Pacifico, p. 110.
  26. Ormezzano, p. 144.
  27. Ormezzano, vol. 2; pp. 8-9.
  28. Bernardi, vol. 3; p. 5.
  29. Perucca, vol. 5; pp. 2-3.
  30. Ormezzano, p. 172.
  31. Colombero, Pacifico, pp. 140-142.
  32. Colombero, Pacifico, p. 152.
  33. Quarantotto anni fa moriva Gigi Meroni, la Farfalla granata, su lastampa.it. URL consultato il 20 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2018).
  34. Colombero, Pacifico, p. 154.
  35. Torino, 48 anni fa moriva Gigi Meroni, su gazzetta.it.
  36. Colombero, Pacifico, p. 160.
  37. Colombero, Pacifico, p. 166.
  38. Colombero, Pacifico, p. 176.
  39. Colombero, Pacifico, pp. 180-183.
  40. Colombero, Pacifico, p. 196.
  41. Colombero, Pacifico, pp. 204-206.
  42. Colombero, Pacifico, pp. 208-209.
  43. Bernardi, vol. 18.
  44. Colombero, Pacifico, pp. 218-219.
  45. Colombero, Pacifico, p. 222.
  46. Ormezzano, p. 345.
  47. Ormezzano, p. 350.
  48. Ormezzano, pp. 353-355.
  49. Ormezzano, pp. 356-358.
  50. Ormezzano, p. 365.
  51. Ormezzano, p. 373.
  52. Il Toro calcio dichiarato fallito 'Cimminelli deve pagare tutti', su ricerca.repubblica.it.
  53. Ormezzano, p. 374.
  54. Ufficiale, Marengo e Rodda lasciano a Cairo, su toronews.net.
  55. 2005-2012: La presidenza di Urbano Cairo, su torinofc.it.
  56. Ormezzano, p. 386.
  57. Ormezzano, p. 382.
  58. 2006-2016 Torino – dall'incertezza alla rinascita con Ventura, poi Mihajlovic, su toronews.net.
  59. STAGIONE 2008/2009 - 18° in Serie A, retrocesso in Serie B, su archiviotoro.it.
  60. Bufera sul Toro, Foschi se ne va "Così era impossibile continuare", su torino.repubblica.it.
  61. STAGIONE 2009/2010 - 5° in Serie B, perde la finale playoff, su archiviotoro.it.
  62. Toro-Brescia, sapore di A: in 20 mila all'Olimpico per la rivincita dei playoff, su lastampa.it. URL consultato il 20 luglio 2017 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2017).
  63. Serie B, Torino fuori dai playoff, su sportmediaset.mediaset.it.
  64. Il Toro sceglie Ventura, è lui il nuovo mister, su torino.repubblica.it, 6 giugno 2011.
  65. Divertimento, dialogo e zero ansie Toro, la rivoluzione di mister libidine- LASTAMPA.it, su www3.lastampa.it. URL consultato il 13 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2012).
  66. Serie A, Chievo-Torino 1-1. Prima Thereau, poi Cerci: il Toro è salvo, su gazzetta.it.
  67. Il Torino, settimo classificato nella Serie A 2013-2014, ottenne la qualificazione all'Europa League 2014-2015 a discapito del Parma, sesto in graduatoria ma escluso dalle coppe europee a causa del mancato conseguimento della licenza UEFA per pendenze economiche, cfr. Maurizio Galdi, Respinto il ricorso del Parma. Torino in Europa League, su gazzetta.it, 29 maggio 2014.
  68. Torino settimo, Immobile capocannoniere, su cinquantamila.corriere.it.
  69. Derby, festa Toro dopo 20 anni, su lastampa.it. URL consultato il 20 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2017).
  70. Mihajlovic nuovo allenatore del Torino, su torinofc.it.
  71. Federico Bosio, Miha, questo Toro è già da record: girone d'andata mai così prolifico nell’era Cairo, su toronews.net, 23 dicembre 2016.
  72. Lorenzo Bonansea, Torino-Sassuolo, Mihajlovic: "Nono posto il massimo. Ritiro? Ho letto tante fantasie...", su toronews.net, 27 maggio 2017.
  73. Torino, Mihajlovic: «Obiettivo Europa League, ci crediamo e ci proveremo». URL consultato il 22 giugno 2018.
  74. Sky Sport, Torino, Mihajlovic esonerato. Panchina a Mazzarri. URL consultato il 22 giugno 2018.
  75. Toro News Award, Nkoulou premiato in campo come miglior granata della stagione - Toro News, in Toro News, 13 maggio 2018. URL consultato il 22 giugno 2018.
  76. Il Torino chiude alla grande una stagione da record: 3-1 alla Lazio, su gazzetta.it.
  77. AA.VV, Torino-Storia della Società, in Torino, il mito e i campioni, vol. 8, p. 14.
  78. A seguito delle decisioni del Direttorio Federale in merito ai fatti riguardanti il caso Allemandi, lo scudetto vinto dal Torino nel Campionato 1926-1927 fu revocato e non più assegnato.
  79. Torino, finalmente l'accordo a Cairo va la maggioranza, in la Repubblica, 1º settembre 2005.
  80. Cairo presidente, oggi si presenta De Biasi, in La Gazzetta dello Sport, 3 settembre 2005.
  81. Welter, 2013, p. 188.
  82. 3 dicembre 1906: la Fondazione, su torinofc.it.
  83. Salvi, Savorelli.
  84. Welter, 2011, p. 190.
  85. Torna l'omaggio al River Plate per la maglia da trasferta del Torino, su passionemaglie.it, 13 settembre 2010.
  86. Dramma River Plate: piange anche il Torino, su sport.notizie.it, 27 giugno 2011.
  87. Ormezzano, p.711.
  88. Football logos, 27 giugno 2011. URL consultato il 3 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  89. Ormezzano, p. 369.
  90. Ormezzano, p. 442.
  91. Lo stadio, su torinofc.it. URL consultato il 13 dicembre 2014.
  92. Torino FC, su gazzetta.it. URL consultato il 13 dicembre 2014.
  93. Stadio Filadelfia: l’inaugurazione, porte aperte ai tifosi, su toro.it.
  94. Ormezzano, p. 559.
  95. Ormezzano, pp. 296 et seq.
  96. Ormezzano, pp. 621-625.
  97. Ormezzano, pp. 630 et seq.
  98. Ormezzano, pp. 644 et seq.
  99. Ormezzano, pp. 662 et seq.
  100. Ormezzano, pp. 674 et seq.
  101. Ormezzano, pp. 683 et seq.
  102. Asics resta sponsor tecnico del Torino, su toronews.net.
  103. Ormezzano, pp. 699 et seq.
  104. Robe di Kappa nuovo sponsor tecnico del Torino, su toronews.net.
  105. Joma nuovo sponsor tecnico del Torino FC, su torinofc.it. URL consultato il 1º luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2019).
  106. "L’altro scudetto". La filosofia del Torino: sì beneficenza, ma senza clamore, su redattoresociale.it. URL consultato il 21 luglio 2017.
  107. Torino FC e Suzuki con Casa UGI, su torinofc.it. URL consultato il 21 luglio 2017.
  108. Il cuore grande del Torino: Hart e compagni a Casa Ugi, su tuttosport.com. URL consultato il 21 luglio 2017.
  109. Settore Giovanile, su torinofc.it. URL consultato il 12 dicembre 2014.
  110. Corrado Zunino, La nazionale degli esordienti arrivano i nuovi campioni, su repubblica.it, 7 maggio 2009.
  111. Settore Giovanile - II Palmares più ricco d'Italia, su torinofc.it.
  112. 1929-1949: il Grande Torino, su torinofc.it. URL consultato il 12 dicembre 2014.
  113. Raf Vallone, su Cinedatabase, Rivista del cinematografo. URL consultato il 12 dicembre 2014.
  114. Dall'Inghilterra: il Grande Torino tra le 50 squadre più forti di sempre, su torinosportiva.it.
  115. Il Grande Torino è poesia, su martinelli.blogautore.repubblica.it (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2017).
  116. Il grande Torino (2005), su imdb.com. URL consultato il 13 dicembre 2014.
  117. Il Grande Torino. Buffa racconta la leggenda granata, su sport.sky.it.
  118. Gli 11 moschettieri (1952), su imdb.com. URL consultato il 13 dicembre 2014.
  119. Ora e per sempre (2004), su imdb.com. URL consultato il 13 dicembre 2014.
  120. Benfica-Torino 4-3: il documentario, su toro.it, 4 dicembre 2012. URL consultato il 13 dicembre 2014.
  121. La farfalla granata (2013), su imdb.com. URL consultato il 13 dicembre 2014.
  122. In uscita il Cd Forza Vecchio Cuore Granata, su torinogranata.it. URL consultato il 13 dicembre 2014.
  123. La Disney gioca il derby della Mole, su ilfattoquotidiano.it.
  124. Torino Channel, debutta su Sky il canale granata, su tvblog.it, 2 febbraio 2017.
  125. Colombero, Pacifico, pp. 250-251.
  126. Colombero, Pacifico, pp. 252-253.
  127. Gigi Radice: il tecnico dell’ultimo Scudetto spegne oggi 81 candeline, su toronews.net.
  128. STAGIONE 1975/1976 - Campione d'Italia, su archiviotoro.it.
  129. STAGIONE 1984/1985 - 2° in Serie A, su archiviotoro.it.
  130. 1991, Junior e la Mitropa Cup del Torino, su calcio.fanpage.it.
  131. Il Torino si arrende all'Ajax, su it.uefa.com.
  132. La vittoria della Coppa Italia del 1993 e la fine dei sogni!, su toronews.net.
  133. Torino-Modena: il ritorno in Serie A, la prima impresa di Ventura, su toronews.net.
  134. Colombero, Pacifico, pp. 246-248.
  135. Enrico Marone Cinzano e la rivoluzione calcistica, su toronews.net.
  136. Il Torino piange Orfeo Pianelli, su gazzetta.it.
  137. Torino, i 100 più grandi di sempre, su blog.guerinsportivo.it. URL consultato il 19 luglio 2017.
  138. Serie A classifica marcatori di sempre, su urbanpost.it.
  139. (EN) The Fifa 100, su theguardian.com.
  140. 51 anni per Abedi Pelé, il ghanese con le stimmate del campione, su toronews.net.
  141. Colombero, Pacifico, p. 45.
  142. Il Toro e l'indimenticabile Balon, su toronews.net.
  143. Derby story: i capitani storici da Mazzola e Ferrini a Scirea, su toronews.net.
  144. Nazionale in cifre, su figc.it. URL consultato il 12 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2014).
  145. Nazionale in cifre, su figc.it. URL consultato il 12 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2014).
  146. Nazionale in cifre, su figc.it. URL consultato il 12 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2014).
  147. Nazionale in cifre, su figc.it. URL consultato il 12 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2014).
  148. Nazionale in cifre, su figc.it. URL consultato il 12 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
  149. Nazionale in cifre, su figc.it. URL consultato il 12 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2014).
  150. Nazionale in cifre, su figc.it. URL consultato il 12 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2014).
  151. Colombero, Pacifico, Agenda Granata 2, p. 273.
  152. Colombero, Pacifico, Agenda Granata 2, p. 274.
  153. Torino, Belotti nella storia: suo il 100° gol di un granata in Nazionale, su calciomercato.com, 12 giugno 2017.
  154. Colombero, Pacifico, Agenda Granata 2, pp. 274-275.
  155. Quali squadre hanno 'fornito' più giocatori all'Italia?, su it.uefa.com, 22 giugno 2017.
  156. Colombero, Pacifico, pp. 244-245.
  157. Europa League, il Torino torna in Europa dopo 20 anni, su gianlucadimarzio.com.
  158. Il Torino, infatti, si è classificato al primo posto nel campionato della stagione 1926-27, ma il conseguente titolo di campione d'Italia le è stato successivamente revocato a seguito delle decisioni prese nel controverso caso Allemandi. La posizione finale in classifica e tutti i risultati a essa correlati, però, rimasero inalterati.
  159. Nelle stagioni 1943-44 e 1944-45 il campionato di Serie A non si disputò a causa della seconda guerra mondiale; nella stagione 1943-44 si organizzò nella Repubblica di Salò una Divisione Nazionale, vinta dallo Spezia (recte, dal Gruppo Sportivo 42º Corpo dei Vigili del Fuoco): tale torneo, che inizialmente mise in palio il normale scudetto, venne a fine stagione disconosciuto dalla FIGC (comunicati ufficiali del 17 luglio e dell'8 agosto 1944) e lo Spezia riconosciuto assegnatario di "titolo onorifico" nel 2002, pertanto il titolo di campione d'Italia rimase ai granata. Finita la guerra, alla ripresa del campionato regolare, il Torino giocò la stagione 1945-46 con lo scudetto 1942-43 cucito sul petto, cfr. Colombero, Pacifico, p. 115.
  160. Nel 2019 il record è stato migliorato dalla Juventus, vincitrice del suo ottavo campionato consecutivo.
  161. Serie A: Tutti i record ancora imbattuti, su calcio.com.
  162. Grande Torino, un altro pezzo di storia: quando con l'Alessandria fu record, su toronews.net.
  163. TORINO: gol a raffica, ma i granata del 1947 ne fecero 37 in 12 gare [collegamento interrotto], su ilposticipo.it.
  164. Colombero, Pacifico, p. 118.
  165. Colombero, Pacifico, p. 238.
  166. Ormezzano, p. 719.
  167. Ormezzano, p. 326.
  168. Considerando i turni preliminari di Europa League 2014-2015 e 2019-2020.
  169. Colombero, Pacifico, p. 245.
  170. UEFA Europa League 2014/15 - Partite, su it.uefa.com.
  171. Coppa Intertoto 2002-2003, su transfermarkt.it.
  172. Colombero, Pacifico, p. 180.
  173. Ferrini Giorgio, su enciclopediadelcalcio.it. URL consultato il 14 dicembre 2014.
  174. Bianchi nella top ten dei marcatori di sempre!, su torinofc.eu.
  175. Albo cannonieri A, su rosanerouniverse.it. URL consultato il 14 dicembre 2014.
  176. Il Campionato Alta Italia 1945-46, il correlato Campionato Misto del Sud, e il Girone Finale Nazionale, sono i tornei che costituiscono la complessa organizzazione del 44º campionato di calcio italiano: per la prima e unica volta dal 1929, non è disputato a girone unico. Il capocannoniere del Campionato Alta Italia è Guglielmo Gabetto con 15 reti che sommate alle 7 reti del girone finale portano a un totale di 22 reti. Alcune fonti riportano Gabetto come capocannoniere della Serie A italiana di quell'anno con appunto 22 reti.
  177. Toni e Tevez a secco: è Immobile il re del goal della Serie A, su goal.com, 18 maggio 2014.
  178. I primati della tifoseria granata, su cellulagranata.it, 27 novembre 2012. URL consultato il 27 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2015).
  179. La carica del Filadelfia, su calcioromantico.com, 18 aprile 2014.
  180. Non indossate quella maglia: gli storici "numeri" ritirati nel calcio, su ilgiornalelocale.it, 1º luglio 2013.
  181. Torino-Fiorentina, storia di un’amicizia che il tempo non ha scalfito, su toronews.net.
  182. Genoa, la triste fine di un gemellaggio storico, su cittadigenova.com. URL consultato il 17 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  183. Torino, lo striscione dei tifosi: “Chi conta sta con i genoani”, su toronews.net.
  184. Acerrana: tutti i precedenti dei granata nei playoff, su ilgranata.it.
  185. Striscione dei tifosi del Torino per i gemellati della Nocerina, su tuttocurve.com.
  186. Tifosi di Torino ed Ercolanese gemellati per il Vesuvio, su sport.ilmattino.it.
  187. (PT) O inesquecìvel Torino, su citadini.com.br. URL consultato il 2 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2015).
  188. La terza maglia del Corinthians 2011 in onore del Grande Torino, su passionemaglie.it.
  189. Benfica-Torino: la Eusebio Cup che parla italiano, su toronews.net.
  190. Presentate a Bormio le maglie del Torino 2013-2014 firmate Kappa, su passionemaglie.it, 22 luglio 2013.
  191. Francesco Manassero, La Chapecoense ringrazia il Toro dopo l’omaggio di sabato sera, su lastampa.it, 4 dicembre 2017. URL consultato il 4 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2017).
  192. Alberto Zanello, È uscito "La grande storia dei derby", il racconto di Torino-Juventus, su tuttojuve.com, 14 dicembre 2012.
  193. Atalanta-Toro: la rivalità delle tifoserie, su calciomercato.com.
  194. Samp e Toro: così vicine, così lontane, su ilsecoloxix.it.
  195. Gemellaggi e rivalità degli ultras italiani, su tuttocurve.com.
  196. Quel che successe a Monza, su toronews.net, 6 aprile 2012.
  197. Prima Squadra Serie A Tim 2022-2023, su torinofc.it.

Bibliografia



Voci correlate



Informazioni storiche



Liste e riconoscimenti



Filmografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 236593756 · LCCN (EN) n99035182 · GND (DE) 7548852-8 · WorldCat Identities (EN) lccn-n99035182
Portale Calcio: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di calcio

На других языках


[de] FC Turin

Der Torino Football Club, kurz Torino FC oder Torino, im deutschsprachigen Raum bekannt als FC Turin, ist ein 1906 gegründeter italienischer Fußballverein aus der piemontesischen Hauptstadt Turin. Weitere Bezeichnungen sind I Granata („Die Granatroten“) und Il Toro („Der Stier“).

[en] Torino F.C.

Torino Football Club (Italian pronunciation: [toˈriːno]), commonly referred to as Torino or simply Toro, is an Italian professional football club based in Turin, Piedmont. They currently play in Serie A.

[es] Torino Football Club

El Torino Football Club es un club de fútbol italiano, de la ciudad de Turín en la región de Piamonte. El equipo juega en la Serie A, la máxima categoría del fútbol profesional en Italia. Los colores tradicionales del club son el granate y el blanco, en menor medida.
- [it] Torino Football Club

[ru] Торино

«Тори́но» (итал. Torino Football Club SpA) — итальянский профессиональный футбольный клуб из города Турин. Образован 3 декабря 1906 года. 7-кратный чемпион Италии. В Италии «Торино» считается одним из самых успешных клубов,[источник не указан 97 дней] особенно за период 1942—1949 гг., когда «Торино» доминировал в Европе и завоевал 5 чемпионских титулов Серии А подряд. Пять раз клуб выигрывал Кубок Италии, последний раз в 1993. Финалист Кубка УЕФА 1991/1992. Обладатель Кубка Митропы 1991. В суммарном историческом рейтинге серии А «Торино» занимает 8-е место.[источник не указан 97 дней] Детская футбольная школа «Торино» считается одной из лучших футбольных школ в Италии[2].



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2024
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии