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Lev Ivanovič Jašin (in russo: Лев Ива́нович Я́шин?; Mosca, 22 ottobre 1929Mosca, 20 marzo 1990) è stato un calciatore e hockeista su ghiaccio sovietico, di ruolo portiere.

Lev Jašin
Jašin nel 1965
Nazionalità  Unione Sovietica
Altezza 189 cm
Peso 82 kg
Calcio
Ruolo Portiere
Termine carriera 1971
Carriera
Squadre di club1
1949-1971Dinamo Mosca326 (-220)
Nazionale
1954-1970 Unione Sovietica74 (-68)
Palmarès
 Olimpiadi
OroMelbourne 1956
 Europei di calcio
OroFrancia 1960
ArgentoSpagna 1964
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Hockey su ghiaccio
Ruolo Portiere
Termine carriera 1953
Carriera
Periodo Squadra PG G A Pt
Squadre di club0
1951-1953 Dinamo Mosca  ? 0 0 0
Palmarès
Coppa sovietica 1
Per maggiori dettagli vedi qui
0 Dati relativi al campionato e ai playoff.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Soprannominato Ragno Nero e Pantera Nera per via dell'uniforme scura che era solito indossare, è considerato uno dei migliori portieri della storia del calcio.[1][2][3][4][5] Unico nel proprio ruolo a vincere il Pallone d'oro, nella classifica della International Federation of Football History and Statistics è stato votato come miglior portiere del XX secolo.[6] Inoltre occupa l'11ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer.[7]

Nell'arco della propria carriera calcistica, Jašin ha sempre militato nella Dinamo Mosca, con cui ha conquistato cinque campionati sovietici e tre Coppe dell'URSS. Conta 74 presenze nella nazionale sovietica, con la quale ha vinto una medaglia d'oro ai Giochi olimpici del 1956 e un campionato d'Europa nel 1960. Nel 1964 ha nuovamente raggiunto la finale del torneo continentale, perdendola contro la Spagna.

Da calciatore ha disputato 812 incontri ufficiali,[8][9] mantenendo la porta inviolata in 207 occasioni[3][5][8][10] (270 secondo altre fonti).[4][11][12]

Nel 1953, prima di dedicarsi al calcio, ha vinto una coppa sovietica di hockey su ghiaccio, sempre come portiere della Dinamo Mosca.

Per i meriti sportivi acquisiti nel corso della carriera e per il lustro dato all'URSS, Jašin fu insignito nel 1967 dell'Ordine di Lenin,[10] la massima onorificenza sovietica in tempo di pace, la seconda in assoluto per importanza.

Nel 2020 viene eletto miglior portiere della storia dal settimanale France Football, battendo la concorrenza di Gianluigi Buffon e Manuel Neuer, e viene pertanto inserito nel Dream Team del Pallone d'oro.


Biografia


Nato in una famiglia di operai dell'industria pesante, Ivan Petrovich Yashin e Anna Mitrofanovna, morta nel 1935, iniziò a lavorare in fabbrica a 14 anni, durante la seconda guerra mondiale, per rimpiazzare i colleghi più anziani impegnati al fronte.[2][12] Le sue qualità di portiere si evidenziarono subito, vista la prontezza di riflessi con cui il giovane Jašin riusciva ad afferrare al volo bulloni e altri oggetti che i suoi compagni di fabbrica gli tiravano per gioco.[13]

Per buona parte della sua carriera calcistica, Jašin ha percepito uno stipendio mensile equivalente a quello di un sergente del KGB o di un insegnante di educazione fisica, fino ad arrivare, all'apice della carriera, a circa 200 rubli al mese;[14] questo perché gli atleti della Dinamo Mosca (squadra del Ministero dell'Interno)[5] venivano finanziati e retribuiti dallo Stato in quanto suoi dipendenti.[15]

Già reduce da un'emorragia cerebrale, nel 1984 fu sottoposto all'amputazione di una gamba, a seguito di una «grave forma di tromboflebite».[16] Nel 1988, dando prova di grande carattere nonostante la menomazione, accettò di accompagnare la nazionale sovietica alle Olimpiadi di Seul,[2] dove l'URSS vinse, per la seconda e ultima volta, la medaglia d'oro nel torneo di calcio. Poco dopo gli venne diagnosticato un tumore dello stomaco,[17] e a poco servì un intervento chirurgico cui si sottopose nel tentativo di salvarsi: morì nel 1990, a 60 anni.[18]


Caratteristiche tecniche


Jašin in allenamento a Rotterdam nel 1960
Jašin in allenamento a Rotterdam nel 1960

Jašin è stato un portiere longevo, in grado di mantenere alti livelli di rendimento per tutta la carriera,[19] durata 22 anni.[20] Le grandi doti fisiche e i notevoli riflessi gli consentivano di coprire efficacemente lo specchio della porta[2][5][21] e di compiere interventi ad alto coefficiente di difficoltà.[18] Tuttavia, il suo stile era sobrio: poco incline a tuffi vistosi, il portiere sovietico prediligeva essenzialità e posizionamento.[2][5][22] Abile nelle uscite,[1][4][12] era inoltre dotato di una spiccata propensione a parare i rigori: si stima che in carriera ne abbia neutralizzati 86,[5][18][23] o persino un centinaio secondo altre fonti.[2][3][4][12][20][24] Sandro Mazzola, al quale Jašin bloccò un rigore durante le qualificazioni al campionato d'Europa 1964,[25] ebbe a dire in proposito: «Mi sentii ipnotizzato. [...] Quando presi la rincorsa vidi che si buttava a destra: potevo tirare dall'altra parte, non ci riuscii. Quel giorno il mio tiro andò dove voleva Jašin».[2]

Dotato di carisma e personalità eccezionali,[1][26] Jašin è stato considerato un innovatore del ruolo:[1][3][4] fu infatti tra i primi a guidare la linea difensiva della propria squadra[1][3][4][26] e ad agire da libero aggiunto,[5][20] estendendo il proprio raggio d'azione oltre l'area di rigore e partecipando attivamente alla costruzione del gioco.[5][18][27]

Alcuni tra i più rappresentativi avversari di Jašin, come Pelé ed Eusébio, spesero inoltre parole d'elogio per le qualità umane del numero 1 sovietico.[28]


Carriera



Club


Entrato prima dei vent'anni nella polisportiva del Ministero per gli Affari Interni, la Dinamo Mosca, dopo un esordio non brillante nella selezione calcistica fu dirottato verso la squadra di hockey su ghiaccio, visto che il portiere titolare e inamovibile di quella di calcio era Aleksej Chomič detto la Tigre.[11][29][30] Come portiere della squadra di hockey, Jašin vinse la coppa sovietica del 1953.

La carriera sportiva di Jašin ebbe una svolta nel 1954, quando gli fu offerta l'opportunità di giocare titolare nella squadra di calcio, a seguito di un infortunio di Chomič. Da quel momento non abbandonerà più i pali della Dinamo, nella quale giocherà per tutta la carriera, vincendo cinque titoli di campione nazionale sovietico (1954, 1955, 1957, 1959, 1963) e tre Coppe dell'URSS (1953, 1966-1967, 1970). Particolarmente significativa fu l'annata 1963, preludio al Pallone d'oro: oltre a vincere il campionato, Jašin subì appena 6 reti in 27 partite.[28] Nel ritirare il premio di France Football, il portiere sovietico diede prova di modestia affermando che il pari ruolo Vladimir Beara fosse più forte di lui.[31]

Jašin (a destra) alla Dinamo Mosca nel 1969, in posa con Tomasini del Cagliari in occasione di un'amichevole in Sardegna.
Jašin (a destra) alla Dinamo Mosca nel 1969, in posa con Tomasini del Cagliari in occasione di un'amichevole in Sardegna.

Nel complesso, la militanza di Jašin nella Dinamo Mosca coincide con un periodo assai positivo per il club sovietico: da segnalare, oltre alle numerose vittorie, i secondi posti delle stagioni 1950, 1956, 1958, 1962, 1967 e 1970, più la finale di Coppa dell'URSS persa nel 1955.

Jašin si ritirò dall'attività agonistica a 41 anni. Il 27 maggio 1971, a Mosca, in uno stadio Lenin tutto esaurito (103 000 spettatori con oltre 700 000 richieste di biglietti),[2] si celebrò la partita d'addio, in cui la Dinamo Mosca affrontò una selezione di All-Stars.[28]


Nazionale


Contemporaneamente all'affermazione nella Dinamo, per Jašin arrivò anche la convocazione in nazionale, nella quale militò a lungo: tra il 1956 e il 1970 partecipò ad una Olimpiade, vincendola, a due Europei, con una vittoria e un secondo posto, e a quattro Mondiali (tre dei quali da titolare), in cui ottenne come miglior risultato un quarto posto nel 1966.


1954-1962

Entrato nel giro della nazionale nel 1954, due anni dopo fu convocato per il torneo di calcio delle Olimpiadi estive di Melbourne. Subendo solo due reti in tutto il torneo, trascinò l'Unione Sovietica alla vittoria del titolo olimpico, che avvenne battendo in finale la Jugoslavia per 1-0. In questo periodo nacque il soprannome di Ragno Nero.

Nel 1958 arrivò ai quarti di finale nel Mondiale svedese, uscendo proprio contro i padroni di casa.

Nel 1960 Jašin vinse la prima edizione del campionato d'Europa, subendo anche in questo caso solo due reti (complice anche il ritiro della squadra spagnola nei quarti). L'URSS si scontrò rispettivamente contro l'Ungheria agli ottavi, la Cecoslovacchia in semifinale e la Jugoslavia in finale, sconfitta per 2-1 al Parco dei Principi di Parigi.

Nel campionato del mondo 1962, svoltosi in Cile, l'URSS fu nuovamente eliminata ai quarti di finale dai padroni di casa. La prestazione di Jašin non fu all'altezza della sua fama, tanto che il quotidiano francese L'Équipe lo definì ormai sul viale del tramonto.[1][4][26][32] Al termine del Mondiale, il quasi trentatreenne Jašin annunciò il ritiro, salvo poi ripensarci.[28]


1963-1970

Nel 1963 si svolse un'amichevole, per celebrare il centenario della Football Association, tra Inghilterra e Resto del Mondo, terminata 2-1 per gli inglesi. Jašin giocò solo il primo tempo, ma questo bastò per strabiliare il pubblico di Wembley con le sue parate: respinse tutti i tiri degli inglesi e lasciò così inviolata la sua porta.[5]

L'anno successivo, in Spagna, si svolsero le fasi finali del campionato d'Europa 1964. Jašin si fece notare soprattutto per i suoi salvataggi nell'ottavo di finale contro l'Italia (gli ottavi venivano considerati come fase delle qualificazioni); l'andata, a Mosca, terminò 2-0 per i sovietici, mentre nella partita di ritorno, svoltasi a Roma e terminata 1-1, Jašin contribuì all'eliminazione degli Azzurri parando un rigore a Sandro Mazzola.[2] In finale, i sovietici incontrarono i padroni di casa della Spagna, che vinse per 2-1 allo stadio Santiago Bernabéu.

Nel 1966 partecipò al Mondiale, ancora da titolare, portando la compagine sovietica alla conquista del quarto posto, il miglior piazzamento assoluto della selezione sovietica. Fu inoltre eletto miglior portiere della competizione.[16]

Disputò la sua ultima partita in nazionale nel 1967. Non convocato per l'Europeo 1968, fu richiamato per il Mondiale 1970 come riserva, all'età di quarant'anni, in quella che sarà la sua ultima competizione internazionale.[33]

In totale Jašin disputò 74 gare con la maglia della nazionale sovietica, subendo 68 gol e lasciando inviolata la propria porta in 23 occasioni.


Riconoscimenti


Moneta da due rubli celebrativa del numero uno sovietico
Moneta da due rubli celebrativa del numero uno sovietico

Statistiche



Cronologia presenze in nazionale


Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Unione Sovietica
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
8-9-1954MoscaUnione Sovietica 7 – 0 SveziaAmichevole-
26-9-1954MoscaUnione Sovietica 1 – 1 UngheriaAmichevole-1
26-6-1955SolnaSvezia 0 – 6 Unione SovieticaAmichevole-
21-8-1955MoscaUnione Sovietica 3 – 2 Germania OvestAmichevole-2
16-9-1955MoscaUnione Sovietica 11 – 1 IndiaAmichevole-1
25-9-1955BudapestUngheria 1 – 1 Unione SovieticaAmichevole-1
1-7-1956CopenaghenDanimarca 2 – 5 Unione SovieticaAmichevole-2
11-7-1956MoscaUnione Sovietica 5 – 0 IsraeleQual. Olimpiadi 1956 -
31-7-1956Ramat GanIsraele 1 – 2 Unione SovieticaQual. Olimpiadi 1956 -1
15-9-1956HannoverGermania Ovest 1 – 2 Unione SovieticaAmichevole-1
23-9-1956MoscaUnione Sovietica 0 – 1 UngheriaAmichevole-1
21-10-1956ColombesFrancia 2 – 1 Unione SovieticaAmichevole-2
24-11-1956MelbourneUnione Sovietica 2 – 1 Squadra Unificata TedescaOlimpiadi 1956 - Turno di qualificazione-1
29-11-1956MelbourneIndonesia 0 – 0 Unione SovieticaOlimpiadi 1956 - Quarti di finale-
5-12-1956MelbourneBulgaria 1 – 2 Unione SovieticaOlimpiadi 1956 - Semifinale-1
8-12-1956MelbourneUnione Sovietica 1 – 0 JugoslaviaOlimpiadi 1956 - Finale-
1-6-1957MoscaUnione Sovietica 1 – 1 RomaniaAmichevole-1
23-6-1957MoscaUnione Sovietica 3 – 0 PoloniaQual. Mondiali 1958-
21-7-1957SofiaBulgaria 0 – 4 Unione SovieticaAmichevole-
20-10-1957ChorzówPolonia 2 – 1 Unione SovieticaQual. Mondiali 1958-2
24-11-1957LipsiaPolonia 0 – 2 Unione SovieticaQual. Mondiali 1958-
18-5-1958MoscaUnione Sovietica 1 – 1 InghilterraAmichevole-1
8-6-1958GöteborgInghilterra 2 – 2 Unione SovieticaMondiali 1958 - 1º turno-2
11-6-1958BoråsAustria 0 – 2 Unione SovieticaMondiali 1958 - 1º turno-
15-6-1958GöteborgUnione Sovietica 0 – 2 BrasileMondiali 1958 - 1º turno-2
17-6-1958GöteborgInghilterra 0 – 1 Unione SovieticaMondiali 1958 - Spareggio-
19-6-1958SolnaSvezia 2 – 0 Unione SovieticaMondiali 1958 - Quarti di finale-2
6-9-1959MoscaUnione Sovietica 3 – 1 CecoslovacchiaAmichevole-1
27-9-1959BudapestUnione Sovietica 0 – 1 UngheriaQual. Euro 1960-1
19-5-1960MoscaUnione Sovietica 7 – 1 PoloniaAmichevole-1
6-7-1960MarsigliaCecoslovacchia 0 – 3 Unione SovieticaEuro 1960 - 1º turno-
10-7-1960ParigiUnione Sovietica 2 – 1 JugoslaviaEuro 1960 - 1º turno-1
17-8-1960LipsiaGermania Ovest 0 – 1 Unione SovieticaAmichevole-
4-9-1960ViennaAustria 3 – 1 Unione SovieticaAmichevole-3
21-5-1961VarsaviaPolonia 1 – 0 Unione SovieticaAmichevole-1
23-8-1961OsloNorvegia 0 – 3 Unione SovieticaQual. Mondiali 1962-
12-11-1961IstanbulTurchia 1 – 2 Unione SovieticaQual. Mondiali 1962-1
18-11-1961Buenos AiresArgentina 1 – 2 Unione SovieticaAmichevole-1
29-11-1961MontevideoUruguay 1 – 2 Unione SovieticaAmichevole-1
11-4-1962LussemburgoLussemburgo 1 – 3 Unione SovieticaAmichevole-1
18-4-1962SolnaSvezia 0 – 2 Unione SovieticaAmichevole-
27-4-1962MoscaUnione Sovietica 5 – 0 UruguayAmichevole-
31-5-1962AricaUnione Sovietica 2 – 0 JugoslaviaMondiali 1962 -
3-6-1962AricaColombia 4 – 4 Unione SovieticaMondiali 1962 - 1º turno-4
6-6-1962AricaUruguay 1 – 2 Unione SovieticaMondiali 1962 - 1º turno-1
10-6-1962AricaCile 2 – 1 Unione SovieticaMondiali 1962 - Quarti di finale-2
22-5-1963MoscaUnione Sovietica 0 – 1 SveziaAmichevole-1
22-9-1963MoscaUnione Sovietica 1 – 1 UngheriaAmichevole-1
9-10-1963RomaItalia 1 – 1 Unione SovieticaQual. Euro 1964-1
1-12-1963CasablancaMarocco 1 – 1 Unione SovieticaAmichevole-1
13-5-1964SolnaSvezia 1 – 1 Unione SovieticaQual. Euro 1964-1
27-5-1964MoscaUnione Sovietica 3 – 1 SveziaQual. Euro 1964-1
17-6-1964BarcellonaDanimarca 0 – 3 Unione SovieticaEuro 1964 - 1º turno-
21-6-1964MadridSpagna 2 – 1 Unione SovieticaEuro 1964 - 1º turno-2
11-10-1964ViennaAustria 1 – 0 Unione SovieticaAmichevole-1
4-11-1964AlgeriAlgeria 1 – 3 Unione SovieticaAmichevole-1Cap.
22-11-1964BelgradoJugoslavia 1 – 1 Unione SovieticaAmichevole-1
4-9-1965MoscaUnione Sovietica 0 – 0 JugoslaviaAmichevole-
3-10-1965Il PireoGrecia 1 – 4 Unione SovieticaQual. Mondiali 1966-1
17-10-1965CopenaghenDanimarca 1 – 3 Unione SovieticaQual. Mondiali 1966-1
21-11-1965Rio de JaneiroBrasile 2 – 2 Unione SovieticaAmichevole-2
1-12-1965Buenos AiresArgentina 1 – 1 Unione SovieticaAmichevole-1
22-5-1966BruxellesBelgio 0 – 1 Unione SovieticaAmichevole-
16-7-1966SunderlandItalia 0 – 1 Unione SovieticaMondiali 1966 - 1º turno-
23-7-1966SunderlandUngheria 1 – 2 Unione SovieticaMondiali 1966 - Quarti di finale-1
25-7-1966LiverpoolGermania Ovest 2 – 1 Unione SovieticaMondiali 1966 - Semifinale-2
28-7-1966LondraPortogallo 2 – 1 Unione SovieticaMondiali 1966 - Finale 3º posto-2Cap.
23-10-1966MoscaUnione Sovietica 2 – 2 Germania EstAmichevole-2Cap.
1-11-1966MilanoItalia 1 – 0 Unione SovieticaAmichevole-1
10-5-1967GlasgowScozia 0 – 2 Unione SovieticaAmichevole-
28-5-1967LeningradoUnione Sovietica 2 – 0 MessicoAmichevole-
3-6-1967ParigiFrancia 2 – 4 Unione SovieticaAmichevole-2
11-6-1967MoscaUnione Sovietica 4 – 3 AustriaQual. Euro 1968-3
16-7-1967TbilisiUnione Sovietica 4 – 0 GreciaQual. Euro 1968-
Totale Presenze (7º posto) 74 Reti -68

Palmarès



Club


FK Dinamo Mosca: 1954, 1955, 1957, 1959, 1963
FK Dinamo Mosca: 1953, 1966-1967, 1970

Nazionale


Melbourne 1956
Francia 1960

Individuale


1963

Onorificenze


Eroe del Lavoro Socialista
Ordine di Lenin

Note


  1. (EN) Yashin, the impregnable Spider, su fifa.com. URL consultato il 1º febbraio 2016 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2016).
  2. Giovanni Battista Olivero e Filippo Grimaldi, Jascin, idolo e leggenda, in La Gazzetta dello Sport, 19 dicembre 2002. URL consultato il 1º febbraio 2016.
  3. (EN) Lev Ivanovich Yashin, su britannica.com. URL consultato il 20 ottobre 2011.
  4. (EN) The path of the 'Panther', su news.bbc.co.uk, 9 aprile 2012. URL consultato il 14 gennaio 2016.
  5. Giovanni Battistuzzi, Il Ragno nero, su ilfoglio.it, 24 novembre 2014. URL consultato il 2 febbraio 2016.
  6. (EN) Karel Stokkermans, IFFHS' Century Elections, su rsssf.com, 30 gennaio 2000. URL consultato il 20 ottobre 2011.
  7. (EN) World Soccer 100 Players of the Century, su englandfootballonline.com. URL consultato il 20 ottobre 2011.
  8. (FR) Lev Ivanovich YACHINE, su lequipe.fr. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  9. (RU) Лев ЯШИН, su rusteam.permian.ru. URL consultato il 21 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2011).
  10. (RU) 22 ОКТЯБРЯ – 80 ЛЕТ СО ДНЯ РОЖДЕНИЯ ВЕЛИКОГО ЛЬВА ИВАНОВИЧА..., su fcdynamo.ru. URL consultato il 27 luglio 2019.
  11. (EN) Lev YASHIN, su russiateam.com. URL consultato il 1º febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2015).
  12. Storia di un eroe socialista. Yashin, oltre il Ragno Nero, su sport.sky.it, 29 novembre 2014. URL consultato il 21 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2015).
  13. Tancredi Palmeri, Francia '60, l'Europeo di Yashin, su gazzetta.it, 1º giugno 2008. URL consultato il 14 aprile 2016.
  14. (FR) Newsletter officielle de l'Euro 2008 #01, p.38-41 (PDF), su fr.uefa.com. URL consultato il 20 ottobre 2011.
  15. Russia, La cultura dello sport, su sapere.it. URL consultato il 20 ottobre 2011.
  16. Gamba amputata al grande Jashin, in La Stampa, 26 settembre 1984, p. 22.
  17. Angelo Carotenuto, Lev Yashin, il portiere Pallone d'oro, su carotenuto.blogautore.repubblica.it. URL consultato il 25 marzo 2016.
  18. (EN) Lev YASHIN, su goldenfoot.com. URL consultato il 9 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2009).
  19. Lev Ivanovič Jašin, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  20. (EN) The best goalkeepers of all time, su edition.cnn.com. URL consultato il 2 dicembre 2015.
  21. (EN) Lev YASHIN, su russiateam.com. URL consultato il 20 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2015).
  22. Zoff non soccorre Neuer, su sportal.it, 5 dicembre 2014. URL consultato il 7 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2016).
  23. Yashin, l'unico portiere d'oro, su gazzetta.it. URL consultato il 2 febbraio 2016.
  24. (EN) Meet the penalty killers, su fifa.com, 17 febbraio 2012. URL consultato il 20 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2018).
  25. Lev Yashin, il portiere che bloccò il Pallone d'Oro, su panorama.it, 4 dicembre 2013. URL consultato l'8 gennaio 2016.
  26. (EN) Mark Lomas, Lev Yashin: Russian Revolutionary, su m.espn.go.com, 29 aprile 2010. URL consultato il 2 febbraio 2016.
  27. Rossano Donnini, Guerin Sportivo, novembre 2013.
  28. (EN) Eduard Nisenboim, Yashin, the man in black who shone bright, su uefa.com, 2 febbraio 2011. URL consultato il 2 febbraio 2016.
  29. (EN) Jonathan Wilson, Why all Russians want to be goalkeepers, su theguardian.com, 1º novembre 2006. URL consultato il 21 febbraio 2016.
  30. (EN) Lev Yashin, legendary 'Black Spider' of Soviet soccer, su rbth.com. URL consultato il 2 febbraio 2016.
  31. (EN) Jonathan Wilson, Meet Yugoslavia's ballerina Beara, once the best keeper in the world, su theguardian.com, 5 agosto 2008.
  32. (ES) J. Carlos Jurado, La humillación al mejor portero del mundo, su marca.com. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  33. (EN) 1970 FIFA World Cup Mexico, su fifa.com. URL consultato il 20 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2011).
  34. (EN) Rob Moore e Karel Stokkermans, Keeper of the Year, su rsssf.com. URL consultato il 20 ottobre 2011.
  35. (EN) Lev Yashin Biography, su biographybase.com. URL consultato il 20 settembre 2009.
  36. (EN) Marcelo Leme de Arruda, World All-Time Teams, su rsssf.com. URL consultato il 20 ottobre 2011.
  37. (EN) Lutz D. Schmadel, Dictionary of minor planet names, Springer, 2003, p. 288, ISBN 3-540-00238-3.

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Collegamenti esterni


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[de] Lew Iwanowitsch Jaschin

Lew Iwanowitsch Jaschin (russisch Лев Иванович Яшин; * 22. Oktober 1929 in Moskau; † 20. März 1990 ebenda) war ein sowjetischer Fußball- und Eishockeytorwart. Der Fußball-Europameister von 1960 wurde von der IFFHS zum besten Torhüter des 20. Jahrhunderts gewählt.[1]

[en] Lev Yashin

Lev Ivanovich Yashin (Russian: Лев Иванович Яшин; 22 October 1929 – 20 March 1990), nicknamed the "Black Spider" or the "Black Panther",[2][3] was a Soviet professional footballer regarded by many as the greatest goalkeeper in the history of the sport.[4] He was known for his athleticism, positioning, stature, bravery, imposing presence in goal, and acrobatic reflex saves.[5][6][7][8] He was also deputy chairman of the Football Federation of the Soviet Union.

[es] Lev Yashin

Lev Ivánovich Yashin (en ruso Лев Ива́нович Я́шин) (Moscú, 22 de octubre de 1929-Moscú, 20 de marzo de 1990), conocido popularmente como la Araña Negra, fue un futbolista soviético. Empezó como melonero, un ojeador del Spartak de Moscú le vio volar de lado a lado del camión para atrapar dicha fruta y ahí empezó su exitosa carrera. [6][7][8] Yashin fue el primer y único guardameta hasta ahora que ha conseguido el Balón de Oro (1963).

[fr] Lev Yachine

Lev Ivanovitch Yashin (en russe : Лев Иванович Яшин), né le 22 octobre 1929 à Moscou (RSFS de Russie, en URSS), et mort le 21 mars 1990 dans cette même ville, était un footballeur international russe, qui évoluait au poste de gardien de but. Il est devenu après sa carrière vice-président de la Fédération d'URSS de football.
- [it] Lev Jašin

[ru] Яшин, Лев Иванович

Лев Ива́нович Я́шин (22 октября 1929[2][3][4][…], Москва[2][5] — 20 марта 1990[6][7], Москва) — советский футболист, вратарь, выступавший за московское «Динамо» и сборную СССР. Олимпийский чемпион 1956 года и чемпион Европы 1960 года, 5-кратный чемпион СССР, заслуженный мастер спорта СССР (1957). Герой Социалистического Труда (1990). Полковник. Член КПСС с 1958 года[8].



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