La Coppa Intercontinentale 1969 fu la 10ª edizione della competizione in palio tra le squadre campioni d'Europa e del Sudamerica in carica.
Fu vinto per la prima volta dal Milan, terza volta assoluta per un club italiano.
Questa specifica edizione della Coppa è ricordata per i gravi avvenimenti avvenuti durante la gara di ritorno che coinvolsero la squadra rossonera e in particolar modo il giocatore franco-argentino Nestor Combin[1], che, insieme a Angelo Sormani, fu l'autore delle marcature che diedero al Milan la vittoria nella gara d'andata contro gli argentini dell'Estudiantes per 3-0. In Argentina era considerato un traditore per aver scelto la nazionalità francese e tra le altre cose era anche considerato un disertore per non aver prestato servizio militare.[2] Pur essendo la squadra argentina di La Plata (un centro piccolo, che faceva dell'Estudiantes un fenomeno dell'epoca), si decise di giocare il ritorno a Buenos Aires nello stadio del Boca Juniors.
Combin a terra, sanguinante, dopo essere stato pesantemente aggredito dagli avversari nella partita di ritorno.
L'ex giocatore rossonero Giovanni Lodetti ha raccontato in un'intervista diversi avvenimenti che contraddistinsero quella serata e la successiva sorte che toccò a Combin. Secondo Lodetti, infatti, i giocatori del Milan al loro ingresso in campo ricevettero addosso del caffè bollente; successivamente, durante le foto di rito vennero presi a pallonate dai giocatori avversari, e ancora la partita e il dopo partita si trasformarono in un'autentica caccia all'uomo. Combin a fine dell'incontro uscì dal campo con naso[3] e zigomo fratturato,[1][4] altri giocatori del Milan si lamentarono poi di aver ricevuto altri colpi proibiti dagli avversari.
Il ritorno, dopo il gol di Gianni Rivera nel primo tempo, si concluse 2-1 per gli argentini ma la coppa la conquistarono i rossoneri.[5]
Combin venne prelevato negli spogliatoi e condotto in questura per diserzione;[6] fu rilasciato 12 ore più tardi (grazie anche all'energico intervento dell'allora presidente rossonero Carraro[7]) e solo dopo aver dimostrato di aver regolarmente svolto il servizio militare in Francia.[8]Rocco e i compagni si rifiutarono di partire sino all'arrivo dell'attaccante.[1][2][6]
Diversi giocatori della squadra argentina vennero denunciati all'autorità sportiva e subirono pesanti squalifiche: il portiere Poletti, considerato uno dei più violenti, fu radiato dalla federcalcio argentina[1][9] (successivamente la radiazione fu revocata[10]) mentre Aguirre Suárez e Manera furono squalificati il primo per 30 partite di campionato e 5 anni di attività internazionale[2] e il secondo per 20 giornate e 3 anni.[10][11] I tre furono anche arrestati[8] e scontarono 30 giorni[9] di reclusione.[10]
Nel 2017, la FIFA ha equiparato i titoli della Coppa del mondo per club e della Coppa Intercontinentale, riconoscendo a posteriori anche i vincitori dell'Intercontinentale come detentori del titolo ufficiale di "campione del mondo FIFA", inizialmente attribuito soltanto ai vincitori della Coppa del mondo per club.[12][13][14]
Sebbene non promuova l'unificazione statistica dei tornei, la FIFA è l'unica organizzazione con giurisdizione mondiale al di sopra delle confederazioni continentali e quindi, l'unica che può conferire un titolo di tale livello, ergo, il titolo assegnato dalla stessa federazione mondiale ai vincitori della Coppa Intercontinentale è formalmente un titolo mondiale FIFA, cfr. (EN) Approval for Refereeing Assistance Programme and upper altitude limit for FIFA competitions, su fifa.com, 15 dicembre 2007. URL consultato il 3 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).; (EN) FIFA, FIFA Statutes, April 2016 edition (PDF), su resources.fifa.com, aprile 2016, p.19.
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