La Serie A 1962-1963 è stata la 61ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio (la 31ª a girone unico), disputata tra il 16 settembre 1962 e il 26 maggio 1963 e conclusa con la vittoria dell'Inter, al suo ottavo titolo.
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Germano, neoacquisto milanista; fu presto dirottato al Genoa.
Come spesso accadeva nei campionati successivi ai mondiali, le squadre vennero rifondate o integrate con elementi emersi durante la competizione iridata; così, mentre Juventus (tra le novità, Del Sol, Amaro e l'allenatore brasiliano Amaral[1], che rimodulò la squadra sulla base del 4-2-4[2]) e Milan (che acquistò il promettente Germano[3]) ingaggiarono una lunga e vana battaglia per Amarildo[1], la Sampdoria si aggiudicò uno dei protagonisti della battaglia di Santiago, il cileno Jorge Toro, e il giovane verdeoro China; il Bologna puntò invece sul completo centrocampista dell'Augusta, Haller[1].
Più defilata l'Inter, che pescò soprattutto dal campionato italiano (Burgnich, Maschio, Di Giacomo), lanciando stabilmente tra i titolari anche l'emergente Facchetti, terzino con ottime doti offensive, e il primogenito di Valentino Mazzola, il promettente Sandro[4]. Importante riconferma fu poi quella di Helenio Herrera: l'allenatore franco-argentino, che aveva chiesto la risoluzione del contratto coi nerazzurri dopo che Angelo Moratti ebbe lasciato temporaneamente la presidenza per motivi di salute,[5][6] era approdato sulla panchina della nazionale spagnola; tuttavia, al termine della Coppa Rimet, egli fu riaccolto a Milano quando Edmondo Fabbri già era pronto a insediarsi all'Inter[7].
Per le grandi squadre l'inizio del campionato non fu particolarmente esaltante; dei tentennamenti di Inter e Milan e dei rovesci di Juventus e Fiorentina (rimontata dal redivivo Modena al debutto) approfittarono la sorpresa SPAL e, soprattutto, il Bologna che, in testa a partire dalla sesta giornata, respinse i tentativi di aggancio da parte del Torino e del vivace Catania[1]. A novembre toccò alla ritrovata Juventus, che nelle prime giornate era partita male (un punto in tre gare), tentare e riuscire nell'aggancio ai rossoblù. Il 23 dicembre 1962 i bianconeri vennero però sopraffatti dall'Inter, che vinse lo scontro diretto. Un doppio pareggio intralciò la corsa nerazzurra e, il 13 gennaio 1963, furono i bianconeri a terminare il girone di andata in testa con un punto di vantaggio sui rivali, due sul Bologna e quattro sulla Lanerossi Vicenza. Zoppicante il cammino del Milan campione uscente, distratto dal felice percorso in Coppa dei Campioni e che rinunciò presto a Germano[3], mentre sul fondo si arrabattavano il Palermo, il Venezia e la deludente Sampdoria.
L'aggancio dell'Inter sulla Juventus arrivò infine il 3 febbraio. Successivamente, dopo un mese di coabitazione al primo posto, i torinesi persero il derby sicché i milanesi balzarono in testa: gli uomini di Helenio Herrera non lasciarono più la prima posizione, aumentando il loro vantaggio e terminando il campionato a quattro punti di distanza dalla Juventus. Il 5 maggio la capolista perse seccamente sul campo della Roma, ma risultò essere matematicamente campione d'Italia[1]; fu dunque l'ottavo scudetto della storia interista, il primo dell'era Moratti-Allodi, arrivato su rimonta dopo che nei due tornei precedenti erano stati proprio i nerazzurri a essere superati in dirittura d'arrivo. A contribuire in modo decisivo alla vittoria meneghina fu la difesa, già distintasi nei due precedenti campionati: Herrera puntò in questa stagione su un modulo maggiormente affine al catenaccio[4].
Sul fondo, Sormani trascinò il Mantova a una tranquilla salvezza[2], mentre si verificò una lotta serrata tra i club di tre città di mare per evitare la Serie B. Un buon girone di ritorno permise alla Sampdoria di emergere finalmente dal fondo della classifica, dove il Palermo crollò per primo, presto seguito dal Venezia. All'ultima giornata, il Napoli perse contro l'Atalanta e venne superato in extremis dal Genoa, ritornando così tra i cadetti dopo un solo anno[1]; si salvarono le altre due neopromosse, lo stesso Genoa e il Modena. I capocannonieri furono Harald Nielsen del Bologna e Pedro Manfredini della Roma, con 19 reti a testa.
Minor numero di pareggi: Bologna, Fiorentina e Sampdoria (8)
Minor numero di vittorie: Palermo (5)
Maggior numero di sconfitte: Palermo (19)
Peggiore attacco: Palermo (18 reti fatte)
Peggior difesa: Napoli (59 reti subite)
Peggior differenza reti: Palermo (-36)
Individuali
Classifica marcatori
Nel corso del campionato furono segnati complessivamente 741 gol (di cui 13 su autorete e 50 su calcio di rigore) da 184 diversi giocatori, per una media di 2,42 gol a partita[22]. I risultati di due partite, Venezia-Milan (2-1 sul campo, assegnato lo 0-2 per l'infortunio occorso a David, colpito da una bottiglia) e Napoli-Modena (sospesa sullo 0-2) furono decretati dal giudice sportivo[21]. Da segnalare la quadripletta messa a segno da Kurt Hamrin in Fiorentina-Genoa 5-0 della 9ª giornata. Di seguito, la classifica dei marcatori[21].
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