L'Atalanta Bergamasca Calcio, meglio nota come Atalanta (AFI: /ataˈlanta/[2]), è una società calcistica italiana con sede nella città di Bergamo. Milita in Serie A, la massima divisione del campionato italiano.
Atalanta BC Calcio ![]() | ||||
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Dea, Nerazzurri | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali | ![]() | |||
Simboli | Atalanta | |||
Inno | Atalanthem I piccoli musici di Casazza | |||
Dati societari | ||||
Città | Bergamo | |||
Nazione | ![]() | |||
Confederazione | UEFA | |||
Federazione | ![]() | |||
Campionato | Serie A | |||
Fondazione | 1907 | |||
Proprietario | ![]() | |||
Presidente | ![]() | |||
Allenatore | ![]() | |||
Stadio | Gewiss Stadium (19 768[1] posti) | |||
Sito web | www.atalanta.it | |||
Palmarès | ||||
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Titoli nazionali | 1 Campionato di Prima Divisione 5 Campionati di Serie B | |||
Trofei nazionali | 1 Coppe Italia | |||
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Si invita a seguire il modello di voce |
Fondata il 17 ottobre 1907[3], viene soprannominata "regina delle provinciali"[4] poiché, avendo preso parte a 62 edizioni della Serie A a girone unico, è la squadra col maggior numero di presenze nel massimo campionato sia tra quelle che non rappresentano capoluoghi di regione sia tra quelle che non hanno mai vinto lo scudetto. Il club detiene il record assoluto di promozioni nella massima serie[N 1] ed è, al pari del Genoa, quello che ha vinto più volte un campionato cadetto[5][N 2].
A livello nazionale è giunta a disputare la finale di Coppa Italia in cinque occasioni, aggiudicandosi il trofeo nell'edizione 1962-1963, mentre in Serie A ha ottenuto come migliore risultato il terzo posto finale, piazzamento raggiunto per tre volte di fila nelle edizioni 2018-2019, 2019-2020 e 2020-2021. Il club ha inoltre partecipato a tre edizioni della UEFA Champions League, due della Coppa delle Coppe UEFA e cinque della Coppa UEFA/Europa League. Avendo raggiunto, mentre militava in Serie B, la semifinale di Coppa delle Coppe nella stagione 1987-1988, risulta essere la squadra che ha ottenuto il migliore risultato in una competizione UEFA tra quelle non militanti nel massimo campionato della propria nazione[6][N 3].
L'Atalanta è dodicesima nella graduatoria della tradizione sportiva italiana secondo i criteri della FIGC, e dal 2019 è membro dell'European Club Association[7].
Fondata il 17 ottobre 1907 dagli studenti liceali Eugenio Urio, Giulio e Ferruccio Amati, Alessandro Forlini e Giovanni Roberti come Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici Atalanta, l'Atalanta deriva il suo nome dall'omonima eroina della mitologia greca[8] Già dal 1907 la società crea la propria sezione calcio,[9] sodalizio ufficialmente riconosciuto dalla FIGC solo nel 1914, all'atto dell'inaugurazione e collaudo del campo di gioco:[10] fino a quell'anno i bergamaschi, con colori sociali bianconeri, avevano giocato solo partite amichevoli[11]. Nella stagione 1914-1915, la prima a livello ufficiale, la squadra partecipa al campionato di Promozione, la seconda divisione dell'epoca.
Nel 1920 si fonde con la Bergamasca, dando vita alla denominazione e ai colori attuali[12]. Negli anni venti, la squadra gioca i suoi primi campionati di massima serie (Prima Categoria), salvo poi retrocedere in seconda divisione, da cui risale nel 1928[13], quando vince il campionato di Prima Divisione (con l'ungherese Imre Payer in panchina)[14]. La squadra torna dopo una sola stagione nella neonata Serie B, e nel 1933 rischia il fallimento, salvandosi grazie a una colletta tra sportivi[15][16] e alla cessione di Carlo Ceresoli, l'elemento più rappresentativo, all'Ambrosiana Inter per 100 000 lire[15].
Dopo altri campionati di B chiusi a metà classifica[17], nel 1937 l'Atalanta ottiene la promozione in Serie A al termine della stagione 1936-1937[18], ma retrocede immediatamente[19]. Dopo due stagioni torna in massima serie e, da neopromossa, ottiene un sesto posto in classifica nella stagione 1940-1941[20]; anche negli anni seguenti, si fa notare per le ottime prestazioni contro le compagini quotate[21] (ad esempio, vincendo molte volte con il Grande Torino)[22], conquistando anche un quinto posto in classifica nella stagione 1947-1948. Il club rimane ininterrottamente in massima serie fino al termine della stagione 1958-1959, per un totale di 17 campionati consecutivi (record societario di campionati consecutivi in prima divisione).
All'inizio degli anni sessanta, i bergamaschi iniziano a partecipare alle competizioni europee, ben figurando in Coppa Mitropa (semifinale nel 1962), in Coppa dell'Amicizia e in Coppa delle Alpi (perdendo una finale nel 1963 con la Juventus). Al termine della stagione 1962-1963, l'Atalanta vince la sua prima Coppa Italia[23]; segue il debutto nella Coppa delle Coppe UEFA[24]. Nel 1969 arriva una nuova retrocessione in Serie B, mentre gli anni settanta sono caratterizzati da un susseguirsi di promozioni e retrocessioni tra le prime due divisioni nazionali. Al termine della stagione 1980-1981 arriva anche l'unica retrocessione in terza divisione della storia dei bergamaschi, che tornano però in Serie B in seguito alla vittoria della Serie C1 1981-1982.
La Dea nella stagione 1983-1984 vince il campionato di Serie B, tornando però nella categoria cadetta tre anni dopo. Nonostante ciò, nella stessa stagione l'Atalanta raggiunge la finale di Coppa Italia (persa con il Napoli campione d'Italia) e guadagna nuovamente l'accesso alla Coppa delle Coppe. Pur militando in Serie B, il tecnico Emiliano Mondonico trascina i suoi fino alle semifinali della competizione, miglior piazzamento nelle competizioni UEFA di una squadra non iscritta alla propria massima divisione nazionale. Negli anni seguenti, l'Atalanta torna a giocare in prima divisione e si guadagna l'accesso alla Coppa UEFA in due occasioni consecutive (Coppa UEFA 1989-1990 e Coppa UEFA 1990-1991). Nel 1994 arriva una nuova retrocessione in Serie B, con immediato ritorno in Serie A dopo un anno. Nella stagione 1996-1997 Filippo Inzaghi segnando 24 reti in campionato diventa il primo giocatore dei bergamaschi a vincere la classifica marcatori della Serie A.
La fine degli anni novanta e gli anni duemila sono caratterizzati da un'alternanza di categoria tra Serie A e Serie B (tre promozioni, fra cui un campionato vinto nella stagione 2005-2006, e quattro retrocessioni tra la stagione 1997-1998 e la stagione 2009-2010). Con la vittoria della Serie B 2010-2011 il club torna nuovamente in Serie A, per poi essere coinvolto a fine stagione nello scandalo calcioscommesse del 2011; rimane in massima serie anche negli anni seguenti e, sotto la guida di Gian Piero Gasperini, ottiene il quarto posto nella stagione 2016-2017 e annessa qualificazione, dopo ventisei anni, a una competizione confederale, l'Europa League. Nel triennio 2018-2021 migliora ulteriormente il piazzamento in campionato chiudendo le edizioni al terzo posto, conseguendo così la prima qualificazione alla Champions League della sua storia: da matricola della competizione, nella stagione 2019-2020 viene eliminata ai quarti di finale.
Cronistoria dell'Atalanta Bergamasca Calcio |
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Nel 1907, anno della sua fondazione, l'Atalanta adotta una casacca bianconera a strisce verticali sottili, con pantaloncini normalmente neri; questa divisa rimane fino al 1920, anno della fusione con la Bergamasca, quando i colori sociali diventano nerazzurri: viene eliminato il bianco, colore comune delle due squadre, e portato in dote alla nuova divisa sociale l'altro rispettivo colore, nero per l'Atalanta, azzurro per la Bergamasca. Nei primi anni della sua vita, l'Atalanta Bergamasca di ginnastica e scherma indosserà maglie a quarti nerazzurre: le strisce arriveranno alcuni anni più avanti.[25]
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Divisa dell'Atalanta prima della fusione
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Divisa della Bergamasca prima della fusione
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Prima divisa dopo la fusione
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Divisa nerazzurra classica
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La denominazione della società deriva dalla figura mitologica di Atalanta. Spesso la società bergamasca viene soprannominata la Dea, anche se l'eroina da cui si era preso spunto non era effettivamente una divinità, bensì la figlia di Iaso, re dell'Arcadia. Il logo ufficiale della squadra è costituito dal viso della principessa, ritratto di profilo, su sfondo nerazzurro[5][26].
L'Atalanta dal 1928 gioca le sue partite interne nel Gewiss Stadium, il principale impianto cittadino che fino al 2017 è stato di proprietà del comune di Bergamo.[27] Questo stadio fu costruito nel 1928 e inizialmente intitolato a Mario Brumana, giovane squadrista nato a Costa Valle Imagna nel 1901 e ucciso a Gallarate nel 1922[27].
Prima di allora, la società bergamasca aveva giocato le proprie partite casalinghe dapprima nel campo di via Maglio del Lotto (dal 1914 al 1918) e successivamente al campo della "Clementina" (dal 1919 al 1928)[28].
La struttura venne inaugurata due volte: la prima, il 1º novembre 1928 in occasione della partita di campionato Atalanta-Triestina (4-1). La seconda avvenne in pompa magna il 23 dicembre dove l'Atalanta batté La Dominante di Genova per 2-0 alla presenza di numerose autorità e di un folto pubblico[29].
Lo stadio era, per gli esperti di allora, uno dei più belli d'Italia. Con la caduta del fascismo, cambiò nome: prima semplicemente in "Comunale" e successivamente venne dedicato agli "Atleti Azzurri d'Italia". Durante gli anni lo stadio è stato notevolmente modificato fino ad assumere la conformazione attuale[29]. Il 10 maggio 2017 il presidente nerazzurro Antonio Percassi si aggiudica il bando di vendita per circa 8 milioni di euro, permettendo all'Atalanta di divenire una delle poche società di calcio italiane con uno stadio di proprietà. A partire dal 1º luglio 2019 lo stadio viene rinominato "Gewiss Stadium", a seguito di accordi di sponsorizzazione con l'omonima azienda bergamasca.
Durante la stagione 2017-2018, le partite casalinghe di Europa League sono disputate presso il Mapei Stadium di Reggio Emilia a causa della non conformità con gli standard UEFA dello Stadio Atleti Azzurri d'Italia; per il medesimo motivo, anche i turni preliminari di Europa League della stagione seguente vengono disputati nel medesimo impianto, mentre nella stagione 2019-2020 le partite casalinghe di Champions League sono disputate allo Stadio San Siro di Milano.
Gli allenamenti della prima squadra e del vivaio oltreché le partite ufficiali delle squadre giovanili si svolgono nella località di Zingonia, a Ciserano, presso il "Centro Bortolotti" che dal 2004 ospita anche la sede della società nerazzurra. Il Centro è composto da 5 campi di calcio regolari, uno per il calcio a 7 e uno "polivalente", tutti illuminati e con quattro tribune per accogliere gli spettatori[30].
L'impianto è anche dotato di sale wellness e massaggi, vasche per il ghiaccio, piscina, palestre, sala riunioni, uffici, magazzini oltre che di spogliatoi per squadra e staff tecnico[30].
Inquadrata come una società per azioni, la maggioranza del capitale azionario dell'Atalanta (86%) è detenuto da "La Dea", una società a responsabilità limitata nata come sub-holding della famiglia Percassi[31]. Dal 19 febbraio 2022 "La Dea" è controllata attraverso un partenariato tra una cordata di investitori guidata da Stephen Pagliuca, co-chairman del fondo statunitense Bain Capital, che ne detiene la maggioranza del capitale sociale (55%), e la famiglia Percassi quale azionista di minoranza (45%)[31].
Aggiornato al 13 aprile 2022.[32]
Il settore giovanile dell'Atalanta è formato da quattro squadre maschili partecipanti ai campionati nazionali (Primavera, Allievi Nazionali A e B e Giovanissimi Nazionali) e due partecipanti a livello regionale (Giovanissimi Regionali A e B)[33].
L'Atalanta ha sempre seguito con particolare attenzione l'attività calcistica a livello giovanile. La prima persona che si impegnò ad allestire delle squadre di giovani fu Giuseppe Ciatto. Ciatto fu un vero e proprio tuttofare: ogni aspetto organizzativo veniva affrontato e risolto da lui, che si occupava anche di allenare le varie squadre. Nel 1949 l'Atalanta conquista il titolo italiano Ragazzi.
Sul finire degli anni 50 l'ingegnere Luigi Tentorio, all'epoca commissario straordinario della società, avverte la necessità di cominciare a investire in modo più sistematico nei giovani: viene deciso di dar vita a un vero settore giovanile, con una sua struttura indipendente da quella della prima squadra.
Affida l'incarico a Giuseppe Brolis, che si mette al lavoro attorniandosi di collaboratori di fiducia, crea rapporti con società del Veneto e del Friuli, costruisce una rete di osservatori e assume allenatori giovani e motivati. I ragazzini vengono affidati a Raffaello Bonifaccio che di quei ragazzini diventa lo scopritore, il maestro sul campo, ma anche l'educatore. Arrivano a Bergamo giovani da fuori provincia che si allontanano dalle realtà nelle quali sono cresciuti ma soprattutto dalle loro famiglie: Brolis avverte la necessità di seguirli anche nella loro vita privata stipulando un accordo con la "Casa del Giovane" che diventa la seconda casa di molti ragazzi del vivaio. Con il passare degli anni viene ampliato il raggio d'azione del settore, creando vere e proprie società satelliti disposte in tutto il territorio nazionale.
Un passo cruciale nella storia del settore giovanile bergamasco avviene agli inizi degli anni novanta con il presidente Percassi, che attua una nuova politica degli investimenti, soprattutto a livello giovanile. Egli riesce a convincere Fermo Favini a lasciare il Como affidandogli responsabilità con ampia libertà di gestione e assicurandogli tutti i mezzi che ritenga opportuno investire.
Il vivaio non solo continua a incrementare la produzione di giocatori per la prima squadra, ma comincia a ottenere affermazioni di prestigio nelle più importanti manifestazioni nazionali, diventando un esempio per molte società anche più blasonate. L'Atalanta della gestione Favini dal 1991 al 2014 ha conquistato con le varie squadre giovanili ben 17 titoli nazionali.
Molti sono i successi a livello giovanile, essendo il vivaio dell'Atalanta, gestito da Favini, uno dei più stimati d'Europa: secondo una classifica stilata dal centro studi di Coverciano, la società bergamasca possiede il migliore settore giovanile d'Italia e il sesto in Europa, dietro a Real Madrid, Barcellona e tre squadre francesi. Il parametro utilizzato è quello dei giocatori di prima divisione prodotti dal vivaio. Nella stagione 2007-2008 22 giocatori provenienti dal vivaio dell'Atalanta hanno giocato nel campionato di serie A, 32 in quello di B e 3 all'estero[34].
Nel 2014 uno studio globale del CIES Football Observatory pone il settore giovanile dell'Atalanta all'ottavo posto a livello mondiale con 25 giocatori usciti dalle giovanili che giocano nei 5 maggiori campionati d'Europa[35]. L'anno seguente, un nuovo studio del CIES pone il vivaio bergamasco al 17º posto a livello mondiale, con 23,6 milioni di euro guadagnati dai giocatori usciti dalle giovanili e che sono stati ceduti a partire dal luglio 2012[36]; pone inoltre il settore giovanile atalantino al diciottesimo posto tra le squadre dei 5 maggiori campionati continentali per numero di calciatori lanciati nel massimo campionato (18)[37]. Nel medesimo anno, Mino Favini lascia dopo 25 anni la società orobica.
L'Atalanta è stata talvolta omaggiata in varie opere della cultura italiana.
Per quanto riguarda la cinematografia, tra i film in cui compare la compagine nerazzurra ci sono Tifosi (1999), dove Nino D'Angelo e Peppe Quintale tentano invano di partire per andare a tifare per il Napoli impegnato proprio a Bergamo[38], e L'allenatore nel pallone (1984), dove la Dea affronta la "Longobarda"[39]. È inoltre presente una fugace citazione ne Il ciclone di Leonardo Pieraccioni (1996)[40]. I bergamaschi vengono altresì menzionati dall'autista di pullman in Eccezzziunale veramente - Capitolo secondo... me di Carlo Vanzina durante la scena del pellegrinaggio. È inoltre citata nel film Fratelli d'Italia di Neri Parenti (1989).
Una rivista dedicata alla squadra bergamasca è invece Atalanta Mese, la quale si impronta principalmente su vignette ed enigmistica, oltre che al settore giovanile e ai tifosi nerazzurri[41].
Tra i giocatori forniti dall'Atalanta alla nazionale A figurano Matteo Pessina con 14 presenze, Rafael Tolói con 9, Cristiano Doni con 7 presenze e un gol segnato durante il biennio 2001-2002, Luciano Zauri e Leonardo Spinazzola con 5 presenze, Adriano Bassetto, Bryan Cristante con 4, Federico Peluso (autore anche di una rete) con 3, Giuseppe Casari, Giacomo Mari, Battista Rota, Humberto Maschio e Sergio Porrini con 2[45]. Il calciatore atalantino che ha segnato più gol in azzurro è Matteo Pessina con 4 marcature[45].
Per quanto riguarda la nazionale Under-21, il calciatore con il maggior numero di presenze è Andrea Conti (17), seguito da Gianpaolo Bellini (15), Davide Zappacosta (13), Andrea Consigli (12), Roberto Donadoni e Daniele Baselli (11)[46]. Il miglior marcatore atalantino dell'Under-21 è invece Manolo Gabbiadini con 8 reti, al secondo posto a pari merito ci sono Sergio Magistrelli e Luigi Brugola con 3 reti ciascuno, al terzo Christian Vieri, Alex Pinardi Andrea Lazzari, Gaetano Monachello e Giuseppe De Luca con 2[46].
Di seguito l'elenco dei giocatori che sono stati convocati al Mondiale durante il periodo di militanza nell'Atalanta:
A livello giovanile l'Atalanta ha conquistato complessivamente 18 titoli di campione nazionale nelle varie categorie, dall'Under-15 fino alla Primavera, oltre a vari altri titoli nazionali e internazionali (sia ufficiali che amichevoli).
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1º | Divisione Nazionale | 2 | 1928-1929 | 1945-1946 | 64 |
Serie A | 62 | 1937-1938 | 2022-2023 | ||
2º | Seconda Divisione | 4 | 1922-1923 | 1925-1926 | 34 |
Prima Divisione | 2 | 1926-1927 | 1927-1928 | ||
Serie B | 28 | 1929-1930 | 2010-2011 | ||
3º | Serie C1 | 1 | 1981-1982 | 1 |
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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Coppa Italia | 72 | 1935-1936 | 2022-2023 | 74 |
Coppa Alta Italia | 1 | 1945-1946 | ||
Coppa Italia Serie C | 1 | 1981-1982 | ||
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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Champions League | 3 | 2019-2020 | 2021-2022 | 10 |
Coppa delle Coppe | 2 | 1963-1964 | 1987-1988 | |
Coppa UEFA / Europa League | 5 | 1989-1990 | 2021-2022 |
L'Atalanta esordisce in Divisione Nazionale il 30 settembre 1928[47]; includendo la stagione in corso, il club ha partecipato a 97 campionati nazionali. Dall'istituzione del campionato a girone unico nel 1929, la squadra ottiene il peggior piazzamento nel campionato 2004-2005 con il 20º posto finale mentre il migliore è il 3º posto finale ottenuto nel campionato 2018-2019, nel campionato 2019-2020 e nel campionato 2020-2021. Le vittorie col maggior numero di reti di scarto avvengono nel campionato 1931-1932 contro l'Udinese, il Parma e lo Spezia (tutte e tre per 7-0 e tutte in Serie B[48]) e contro il Torino (sempre per 7-0) nel campionato 2019-2020, invece le peggiori disfatte sono nel campionato 1941-1942 contro il Torino (9-1) per quanto riguarda la Serie A e un 7-0 contro il Padova nel 1932 in Serie B[49].
Il record assoluto di 81 punti totalizzati in una singola stagione è stato raggiunto nella Serie B 2005-2006[50], mentre il record di punti in Serie A (78) è del campionato 2019-2020. Nel campionato 2005-2006 ottiene il maggior numero di vittorie in assoluto (24), mentre nel campionato 2009-2010 subisce il numero record di sconfitte in una stagione (21).[49]
L'Atalanta ha ottenuto il maggior numero di reti segnate in una stagione nella Serie A 2019-2020 (98), mentre il maggior numero di reti subite risale alla Serie A 1950-1951 (69)[49]. Dal campionato 1940-1941 a quello 1957-1958 si ha il record di stagioni consecutive in Serie A (15)[50]; infine, la Dea detiene il record italiano di maggior numero promozioni dalla seconda alla prima divisione del calcio italiano (13)[N 2].
Il giocatore che detiene il maggior numero di presenze con la maglia dell'Atalanta è Gianpaolo Bellini con 435 apparizioni; il precedente record, di Valter Bonacina, era di 331 presenze,[51] mentre il record di presenze in partite di campionato, a sua volta appartenente a Bellini, è di 396 partite (il precedente record era di 317 e apparteneva a Stefano Angeleri[52]). Il calciatore non italiano con più presenze in partite ufficiali è lo svedese Glenn Peter Strömberg, capitano tra gli anni 80 e 90 del Novecento, presente in 273 incontri,[53] 219 dei quali in campionato.[48] Il record di marcature appartiene invece a Cristiano Doni con 112 reti[54] Il miglior marcatore non italiano è il colombiano Duván Zapata, autore di 80 reti. Tra i giocatori che figurano nella classifica dei marcatori della Serie A che abbiano giocato con la Dea figura Adriano Bassetto che a Bergamo marcò 57 delle sue 149 reti.[54] Il miglior marcatore in gare di campionato è sempre Doni (103 gol),[55] che con le sue 69 reti è inoltre anche il miglior marcatore in Serie A del club orobico. Il miglior marcatore atalantino nel campionato di Serie B è invece Giulio Panzeri, autore di 44 reti,[56] mentre per quanto riguarda la Serie C1 il primato è dell'attaccante bergamasco Bortolo Mutti con 16 realizzazioni.[57] Per quanto riguarda invece le coppe, Valter Bonacina è il recordman di presenze in gare di Coppa Italia (51 apparizioni);[56] nelle coppe europee tale primato è condiviso da Zaccaria Cometti e Piero Gardoni con 22 presenze ciascuno.[58] Infine, il miglior marcatore nerazzurro in Coppa Italia è Andrea Lazzari a quota 10 gol,[58] mentre in Europa il top scorer atalantino di tutti i tempi è Dino da Costa con 10 segnature.[48]
Di seguito i record di presenze e marcature dei giocatori dell'Atalanta in tutte le competizioni, dall'anno di fondazione ad oggi.[59]
Dati aggiornati al 9 novembre 2022; in grassetto i giocatori ancora in attività con la maglia atalantina.
Record di presenze
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Record di reti
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Secondo un'indagine condotta e pubblicata nel 2019 da StageUp e Ipsos, due società specializzate in sondaggi e ricerche di mercato, la squadra può contare su circa 245000 tifosi in Italia, la maggioranza dei quali proviene dalla città e dalla provincia di Bergamo[60].
Dal 2002, quasi ogni anno, viene organizzata nel periodo estivo la "Festa della Dea": una festa popolare caratterizzata da musica e cucina bergamasca, con la presenza di diverse personalità collegate alla storia del club[61]. Vi sono poi numerose altre attività promosse dai gruppi organizzati di tifosi atalantini, come ad esempio la pubblicazione di fanzine e l'organizzazione delle trasferte e delle coreografie. Alcuni gruppi organizzano anche iniziative di beneficenza, come quella condotta dal gruppo "Curva Nord Bergamo" a seguito del terremoto dell'Aquila del 2009[62].
I primi gruppi di supporter organizzati nascono verso la metà degli anni 60 del Novecento quando si forma il primo centro di coordinamento del tifo orobico, denominato "Club Amici dell'Atalanta". Prima di allora il tifo come lo si intende al giorno d'oggi è pressoché inesistente[63].
Il 12 dicembre 1971 durante una trasferta organizzata dal "Club Amici", alcuni partecipanti decidono di creare il primo gruppo organizzato di tifosi nerazzurri: nascono così gli "Atalanta Commandos" che si posizionarono dapprima nella curva Sud dello stadio Comunale e successivamente in curva Nord (dal 1997 intitolata a Federico Pisani)[64]. Il gruppo, di stampo apolitico, porta a un'innovazione del tifo a Bergamo, con cori e striscioni e basandosi sul concetto della non-violenza. Di anno in anno, l'organizzazione fa sempre più proseliti, e si distingue anche fuori dallo stadio, organizzando partite di calcio, camminate, pullman propri e distribuendo un giornalino per diffondere la mentalità ultras[64].
Pochi anni più tardi, sull'esempio dei Commandos, nascono nuovi gruppi organizzati; tra i più importanti gli "Ultras-Fossa" (di stampo meno pacifista del precedente), gli "Sbandati" e le "Brigate Neroazzurre". Queste ultime nascono da una costola dei Commandos, dei quali non condividevano l'eccessiva moderatezza, dando un'impronta più trasgressiva. Da qui in avanti, per le Brigate inizia un'ascesa continua che le porterà in breve tempo a diventare uno dei club ultrà più ammirati e rispettati di tutta Italia[65].
La nuova mentalità favorevole allo scontro trova molti consensi, soprattutto tra i più giovani, il che porta a una profonda divisione all'interno della curva e negli stessi gruppi[64]. Nascono così le prime tensioni e i primi scontri con gli altri tifosi, su tutti quelli del Genoa, del Torino e delle milanesi. Più avanti, si inaspriscono i rapporti anche verso altre tifoserie, diffondendo in tutto lo "Stivale" la fama di tifoseria "calda"[66].
All'inizio degli anni 80 il tifo a Bergamo è in una fase cruciale di profondo cambiamento: si sposta verso la linea più dura ed estrema portata avanti dalle Brigate (che nel frattempo avevano assorbito gli Ultras-Fossa) e che in poco tempo era diventato il gruppo leader della Nord. Il 14 ottobre 1982, dopo un declino dovuto all'escalation del nuovo modo di tifare, vengono sciolti ufficialmente i Commandos[67].
Le Brigate mantengono l’egemonia del tifo organizzato atalantino fino al 1982, quando fuoriescono due gruppi: l’Armata Nerazzurra e l’Island Collective (rappresentanza dei paesi dell’isola bergamasca). L'anno successivo nasce un nuovo gruppo: i Wild Kaos Atalanta, che racchiudevano Armata Nerazzurra, Island Collective e Stone. La loro ideologia, inizialmente di sinistra, si spostò successivamente a destra, complice in particolar modo l’avvento della Lega Nord in quegli anni[68].
Per quasi vent'anni, i gruppi Brigate e Kaos reggono le redini della Nord sebbene non ci siano sempre stati buoni rapporti tra le due compagini. Gli attriti si devono soprattutto alle diverse ideologie politiche (le Brigate sono storicamente di sinistra, mentre i Kaos filoleghisti); in molte situazioni i due gruppi si sono anche scontrati[64][69]. Diventa molto sentito in questo periodo, il derby lombardo contro il Brescia che porta a numerosi episodi di violenza prima, durante e dopo la partita[64].
Tra la fine degli anni 90 e i primi anni 2000 dapprima le Brigate Nerazzurre e poi i Wild Kaos si sciolgono e, complici leggi molto restrittive, il fenomeno-violenza diminuisce sempre più. In questo stesso periodo emerge la figura di Claudio Galimberti detto il “Bocia”. Cresciuto nelle brigate, Galimberti fonda prima il gruppo Nuova Guardia, che tuttavia ha breve durata, e poi gli Atalanta Supporters, che racchiudono al loro interno ex-membri sia delle Brigate che dei WK, oltre a nuovi ultras.[70]
Dal 2005 gli Atalanta Supporters diventano l'unico gruppo di tifo organizzato rimasto in Curva Nord e successivamente cambiano nome in "Curva Nord Bergamo 1907", a sottolineare l'unità del tifo atalantino. Questo gruppo nasce con l'intento di unificare il tifo bergamasco sotto un'unica entità apolitica, superando le divergenze ideologiche del passato, in modo da rilanciare la Nord[64]. In Curva Sud dal 2006 ex membri delle Brigate, insieme ad altri sottogruppi, formano il gruppo "Forever Atalanta", tuttora attivo[65].
La tifoseria atalantina conserva un solido gemellaggio con la Ternana, al quale si aggiungono quelli con i tedeschi dell'Eintracht Francoforte e con la squadra di rugby dell'Aquila. Vi è inoltre un rapporto di amicizia con la tifoseria del Cosenza[71].
Al contrario, sono note le storiche rivalità regionali: la principale rivalità dei bergamaschi è quella contro il Brescia[72], seguita dalle sfide contro le principali formazioni di Milano (Inter[73] e Milan[74]) e contro il Como[75]. Nel resto d'Italia si segnalano i cattivi rapporti con le tifoserie organizzate delle principali squadre di Roma (Lazio[76] e Roma[77]) e Torino (Juventus[78] e Torino[79]), nonché con quelle di Fiorentina[80], Genoa[81], Napoli[82], Perugia[83] e Verona[84].
Rosa e numerazione aggiornate al 1º settembre 2022.[85]
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Aggiornato al 18 luglio 2017[86].
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