La Serie A 1967-1968 è stata la 66ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio (la 36ª a girone unico), disputata tra il 24 settembre 1967 e il 12 maggio 1968 e conclusa con la vittoria del Milan, al suo nono titolo.
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Capocannoniere del torneo è stato Pierino Prati (Milan) con 15 reti.
Stagione
Novità
Sul piano mediatico, da segnalare l'introduzione nel racconto giornalistico della moviola, impiegata alla Domenica Sportiva per mostrare un'irregolarità verificatasi nel derby di Milano del 22 ottobre 1967:[1] il gol del pareggio rossonero, siglato da Rivera, fu concesso erroneamente in quanto il pallone colpì la traversa per poi rimbalzare in campo senza aver oltrepassato la linea di porta.[2]
Con sei squadre su sedici provenienti dalla Lombardia, fu il campionato di A con la maggiore concentrazione geografica della storia.
Avvenimenti
Il milanista Pierino Prati, capocannoniere con 15 gol.
La riduzione del lotto di contendenti a sedici squadre mutò gli equilibri del torneo, dovendosi peraltro registrare l'abbandono dalla lotta di vertice di un'Inter ancora "scottata" dalle delusioni del precedente torneo.[3] Con i nerazzurri ben presto costretti ad abdicare, furono i concittadini del Milan e la Roma a movimentare l'iniziale scorcio di torneo.[4] La prima parte del campionato fu inoltre scossa dalla tragedia che colpì il Torino, squadra ricca di promettenti elementi: il numero sette granata Luigi Meroni perse la vita il 15 ottobre 1967 dopo essere stato investito da un'auto.[5]
Sul versante sportivo risultarono degne di nota le prestazioni fornite dal neopromosso Varese, i cui punti di forza risiedevano nell'esperto libero Picchi e nel giovane centravanti Anastasi: gli stessi lombardi frenarono la corsa giallorossa, battendo per 2-0 i capitolini tra le mura amiche.[6] Dopo una lieve interferenza del Napoli, fu il Milan a guadagnare il comando della vetta:[7] al giro di boa i rossoneri vantarono due lunghezze di margine sugli outsider varesotti, che pure si erano imposti nel confronto diretto.
Il neopromosso Varese, settimo classificato e autore di notevoli prestazioni contro le big.
In avvio della fase di ritorno i meneghini consolidarono ulteriormente il primato, facendo registrare a inizio febbraio un vantaggio di sei punti sul gruppo delle inseguitrici,[8] nel quale si era inserito anche un Torino in ripresa dalla scomparsa di Meroni.[5] Nel volgere di poche giornate, la formazione rossonera spense le speranze dei rivali toccando una quota di +8 alla 25ª giornata;[9] l'aritmetica certezza del tricolore fu archiviata il 31 marzo 1968, con quattro turni di anticipo, grazie alla vittoria su un Brescia impantanato nella zona salvezza.[10] La piazza d'onore toccò a un Napoli che, pur traendo bottino pieno dalle sfide con biancorossi e granata, accumulò ben nove lunghezze di ritardo dagli uomini di Nereo Rocco:[10] tale cifra costituisce un primato per i tornei svoltisi con sedici formazioni e due punti per vittoria.
A completare il podio fu una Juventus incapace di attentare al primato, con la Fiorentina e un'Inter già lontana dai fasti del recente periodo, posizionatisi alle spalle dei bianconeri. Il baratro della retrocessione inghiottì invece SPAL e Brescia, assieme a un Mantova che, ormai giunto alla conclusione di un ciclo, chiuse quale fanalino di coda complice un negativo girone di ritorno.[11]
Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.
Era in vigore il pari merito. In caso di assegnazione di un titolo sportivo (sia per la promozione che per la retrocessione) era previsto uno spareggio in campo neutro.
Risultato a seguito di giudizio sportivo. La partita era terminata sul punteggio di 3-0 ma in seguito alla lettura del referto dell'arbitro venne tramutato in 0-2 per il fatto che un giocatore del Cagliari venne colpito da un oggetto.
Bibliografia
Almanacco illustrato del calcio, Milano, Edizioni Carcano, 1969, p.65. (classifica editata in modo coerente con pari merito anche nelle posizioni in classifica che sono state pubblicate)
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