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La Società Sportiva Calcio Napoli, meglio nota come Napoli, è una società calcistica italiana con sede nella città di Napoli. Milita in Serie A, la massima serie del campionato italiano.

SSC Napoli
Calcio
Azzurri, Partenopei
Segni distintivi
Uniformi di gara
Casa
Trasferta
Terza divisa
Colori sociali Azzurro
Simboli Ciuccio
Inno 'O surdato 'nnammurato
Aniello Califano e Enrico Cannio
Dati societari
Città Napoli
Nazione  Italia
Confederazione UEFA
Federazione FIGC
Campionato Serie A
Fondazione 1926
Rifondazione2004
Proprietario Filmauro S.r.l.
Presidente Aurelio De Laurentiis
Allenatore Luciano Spalletti
Stadio Diego Armando Maradona
(54 726 posti)
Sito web www.sscnapoli.it
Palmarès
Scudetti 2
Titoli nazionali 1 Campionato di Serie B
Trofei nazionali 6 Coppe Italia
2 Supercoppe italiane
Trofei internazionali 1 Coppe UEFA/Europa League
1 Coppa delle Alpi
1 Coppa di Lega Italo-Inglese
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

Il club venne fondato de facto nel 1926[1] come Associazione Calcio Napoli, in seguito al cambio di statuto e di denominazione del Foot-Ball Club Internazionale-Naples[2][3], a sua volta costituitosi nel 1922. Assunse poi la denominazione di SSC Napoli nel 1964 e, dopo il fallimento della società nel 2004, il presidente Aurelio De Laurentiis fondò la Napoli Soccer che ne rilevò il titolo sportivo e fu iscritta alla Serie C1, adottando la denominazione vigente con la promozione in Serie B nel 2006.

Il colore sociale è l'azzurro, mentre la mascotte è il Ciuccio,[4] originariamente un cavallo inalberato.[5] Gioca le partite interne allo stadio Diego Armando Maradona, inaugurato nel 1959.

Con un palmarès che comprende due scudetti (1986-1987, 1989-1990), sei Coppe Italia (1961-1962, 1975-1976, 1986-1987, 2011-2012, 2013-2014 e 2019-2020), due Supercoppe italiane (1990 e 2014) e una Coppa UEFA (1988-1989), oltre a una Coppa delle Alpi (1966) e una Coppa di Lega Italo-Inglese (1976),[6] il Napoli è la squadra del Meridione più titolata a livello nazionale e internazionale, nonché, con 81 partecipazioni,[7] quella più presente nei campionati di massima serie.

Il Napoli è anche uno dei membri associati dell'ECA (Associazione dei Club Europei), organizzazione nata in sostituzione del soppresso G-14 e costituita dai principali club calcistici del continente, riuniti in consorzio al fine di ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla FIFA.


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Società Sportiva Calcio Napoli.

Dalle origini al secondo dopoguerra


Una formazione del Napoli nel campionato 1926-1927
Una formazione del Napoli nel campionato 1926-1927

L'Associazione Calcio Napoli fu costituita il 25 agosto 1926 (sebbene la data venga tradizionalmente anticipata al 1º agosto)[8] su iniziativa dell'industriale napoletano Giorgio Ascarelli, il quale ne assunse la presidenza[1]. De iure, la nascita del Napoli non avvenne attraverso un tradizionale processo di fondazione societaria, bensì fu frutto di una modifica statutaria e di denominazione del Foot-Ball Club Internazionale-Naples (o Internaples), un club sorto nell'ottobre del 1922;[2] a sua volta, l'Internaples derivò dall'unione di altre due compagini, il Naples Foot-Ball Club, fondato nel 1905 e primo vero nucleo storico del Napoli, e l'Unione Sportiva Internazionale Napoli,[9][10] capofila della fusione[10]. Il cambio di nome fu operato da Ascarelli, all'epoca presidente dell'Internaples, poiché esso era sgradito al regime fascista al tempo al potere, in quanto il termine "Internazionale" ricordava l'Internazionale Comunista, nemica politica del fascismo, e il regime osteggiava i termini stranieri come "Naples".[11]

Nel frattempo, il 3 agosto era stato istituito il Direttorio Divisioni Superiori, l'antesignano dell'odierna Lega Calcio, al quale il Napoli ottenne l'affiliazione, unico club del Centro-Sud insieme ai sodalizi capitolini Alba Audace e Fortitudo Pro Roma, in virtù del piazzamento conseguito dall'Internaples nella Prima Divisione 1925-1926[1]. La società esordì in massima serie nella Divisione Nazionale 1926-1927. Le prime stagioni si chiusero con una retrocessione in Prima Divisione, che all'epoca rappresentava il secondo livello del campionato italiano di calcio; tuttavia, nell'occasione la FIGC accordò la riammissione per allargamento del campionato a tutte le retrocesse oltreché, nello specifico, premiare gli sforzi del club partenopeo onde recuperare il pesante gap con le società settentrionali[12]. Dopo i difficili inizi, la situazione però migliorò rapidamente, grazie soprattutto all'apporto dell'italo-paraguayano Attila Sallustro, primo idolo dei tifosi partenopei. In questi primi anni, come allenatori, il Napoli si affidò a ex calciatori austriaci, come Anton Kreutzer, Bino Skasa, Jean Steiger e Karl Fischer, all'ungherese Ferenc Molnár e all'italiano Giovanni Terrile.

Il Napoli prese parte al primo torneo di massima serie a girone unico, la Serie A 1929-1930, ottenendo la prima vittoria in tale competizione ai danni del Milan[13]. La società scelse come allenatore il mister[14] William Garbutt, già vincitore di tre scudetti con il Genoa[15]. Nei 6 anni in cui fu sotto la sua guida, il Napoli, grazie al contributo di giocatori come Antonio Vojak e Attila Sallustro, raggiunse notevoli risultati, come il doppio terzo posto consecutivo nelle stagioni 1932-1933 e 1933-1934 e la qualificazione alla massima competizione europea dell'epoca, la Coppa Mitropa[16][17][18].

Il Napoli vincitore della sua prima Coppa Italia nell'edizione 1961-1962
Il Napoli vincitore della sua prima Coppa Italia nell'edizione 1961-1962

Nel 1936 entrò in società il comandante Achille Lauro[19][20], armatore di grande successo, che non riuscì tuttavia ad apportare particolari benefici al club partenopeo: nella seconda metà degli anni trenta la qualità della squadra andò declinando, fino a culminare nella retrocessione nella categoria inferiore nel 1941-1942[21].

Terminata la seconda guerra mondiale, il Napoli prese parte alla Divisione Nazionale 1945-1946, vincendo il girone misto Centro-Sud e riconquistando la massima serie[22]. Tornò in Serie B due anni dopo, retrocesso dalla CAF per illecito sportivo[23]. La panchina venne affidata a Eraldo Monzeglio, che riportò la squadra in Serie A e avviò un lungo periodo alla guida del club partenopeo[24]. Nonostante i rinforzi del presidente Achille Lauro, tra i quali Bruno Pesaola, Hasse Jeppson e Luís Vinício, il Napoli non andò oltre il quarto posto del 1952-1953 e del 1957-1958[25]. Nel 1959 venne inaugurato lo stadio San Paolo[26].

Tornato in Serie B nel 1961[27], il Napoli venne affidato a Bruno Pesaola, il quale riportò gli azzurri in massima serie e vincendo anche il primo trofeo della storia del club, la Coppa Italia 1961-1962, divenendo con il Vado l'unica società a vincere il trofeo non militando in massima divisione. Questo successo, sancì l'esordio del Napoli in Europa, giocando la Coppa delle Coppe, nella quale raggiunse i quarti di finale. Il 25 giugno 1964 il club assunse la denominazione di Società Sportiva Calcio Napoli, diventando contestualmente una società per azioni[28]. Achille Lauro ottenne una quota rilevante delle azioni in virtù dei crediti vantati e garantì al figlio Gioacchino l'ingresso tra i soci, mentre Roberto Fiore venne eletto presidente[29][30]. Alcuni dei giocatori più rappresentativi dell'epoca furono Dino Zoff, Antonio Juliano, Omar Sívori e José Altafini[31]; il miglior risultato fu il secondo posto del 1968[32].


L'era Ferlaino


Il Napoli campione d'Italia nella stagione 1986-1987
Il Napoli campione d'Italia nella stagione 1986-1987

Il 18 gennaio 1969 la società, sull'orlo del dissesto finanziario, passò nelle mani di Corrado Ferlaino, che avviò la più longeva e vincente presidenza della storia partenopea[33]. Con l'acquisto di calciatori come Sergio Clerici, Giuseppe Bruscolotti e Tarcisio Burgnich, il Napoli arrivò in finale di Coppa Anglo-Italiana, venendo sconfitto per mano dello Swindon Town e raggiunse due volte il terzo posto (1971 e 1974) e un secondo posto nel 1975, questi ultimi due piazzamenti ottenuti grazie al calcio totale di Luís Vinício[34][35]. Nel 1976 il club azzurro vinse la seconda Coppa Italia, superando in finale il Verona[35]. Nella seconda metà degli anni settanta nonostante l'acquisto del bomber Giuseppe Savoldi, il rendimento in campionato peggiorò, culminando con il decimo posto del 1980[36].

Dopo uno scudetto sfiorato nel 1981, con il libero olandese Ruud Krol tra i protagonisti[37], la svolta si ebbe nell'estate del 1984: il presidente Ferlaino il 30 giugno 1984 definì l'acquisto più importante della storia del club, il campione argentino Diego Armando Maradona dal Barcellona per la cifra record di 15 miliardi di lire[38].

Sotto la guida di Ottavio Bianchi e con l'innesto di calciatori come Bruno Giordano, Salvatore Bagni, Claudio Garella e Alessandro Renica[39], nel 1987 il Napoli conquistò il suo primo scudetto[40][41] e la terza Coppa Italia[42].

Diego Armando Maradona con la Coppa UEFA 1988-1989
Diego Armando Maradona con la Coppa UEFA 1988-1989

Il club si consolidò ai vertici del calcio italiano con gli innesti dei brasiliani Careca e Alemão; il Napoli arrivò per due volte consecutive secondo (1988 e 1989) e sempre nel 1989 ottenne anche il primo alloro internazionale, la Coppa UEFA, superando nella doppia finale lo Stoccarda[43][44]. Nel 1990, con Alberto Bigon allenatore, il club partenopeo conquistò il secondo scudetto, cui fece seguito la vittoria della Supercoppa italiana[45]. Nel 1991 con la partenza di Maradona, si chiuse il primo importante ciclo della storia azzurra[46].


Declino e rinascita


Negli anni seguenti il Napoli ottenne discreti risultati, un quarto posto nel 1992 con Claudio Ranieri in panchina[47] e un sesto posto nel 1994, allenatore Marcello Lippi[48]. La crisi finanziaria costrinse il club a privarsi dei suoi uomini migliori[48]. Nei due anni successivi, con Vujadin Boškov in panchina, il Napoli ottenne un settimo e un decimo posto[49],mentre con Luigi Simoni, raggiunse la finale di Coppa Italia 1996-1997, sconfitto poi dal L.R. Vicenza[50]. La crisi raggiunse l'apice nel 1998, con la retrocessione in Serie B dopo 33 anni consecutivi di massima serie[51]. Il club ritornò in Serie A nel 1999-2000[52], per retrocedere dopo appena un anno[53]. L'ingresso in società di Giorgio Corbelli[54] prima e di Salvatore Naldi[55] poi non portò benefici al club, che arrivò quinto nella seconda serie italiana, e nel 2002-2003, a causa di una serie senza vittorie durata tre mesi e mezzo che finì solo all'ultima giornata del girone d'andata contro il Messina, la squadra rischiò anche la retrocessione, terminando l'anno con un pessimo sedicesimo posto seguito poi da un tredicesimo posto la stagione successiva.

La combinazione della grave crisi finanziaria, peggiorata sempre di più negli ultimi dieci anni, e della conseguente crisi di risultati, portò nell'estate del 2004 al fallimento del club con conseguente perdita del titolo sportivo[56]. Nelle settimane successive l'imprenditore cinematografico Aurelio De Laurentiis rilevò il titolo sportivo dalla curatela fallimentare del tribunale di Napoli e iscrisse la squadra, con la denominazione di Napoli Soccer, al campionato di terza serie[57][58]. Nel primo anno, la promozione non arrivò, dato che i partenopei, al terzo posto nel girone, vinsero la semifinale play-off contro la Sanbenedettese, ma persero la finale nel derby contro l'Avellino, ottenendola sul campo solo nel 2006 sotto la guida di Edoardo Reja[59].


L'era De Laurentiis


Il Napoli vincitore della Supercoppa italiana 2014
Il Napoli vincitore della Supercoppa italiana 2014

Una volta riacquisita la denominazione originaria di Società Sportiva Calcio Napoli, volutamente non utilizzata nei due campionati di terza serie,[60] nel 2007 il club conseguì l'immediata promozione in Serie A ritornandovi dopo 6 anni di assenza.[61]

Due anni dopo, l'arrivo in panchina di Walter Mazzarri[62] coincise con il ritorno ad alti livelli della squadra. Nel 2011 il Napoli tornò a giocare la massima competizione europea, la UEFA Champions League, ventuno anni dopo l'ultima partecipazione e sette anni dopo il fallimento societario,[63] e l'anno seguente mise in bacheca la quarta Coppa Italia, venticinque anni dopo l'ultima affermazione e quasi ventidue dopo l'ultimo trofeo assoluto del club;[64] infine nel campionato 2012-2013 si piazzò secondo con Edinson Cavani capocannoniere del campionato, secondo calciatore partenopeo a riuscire nell'impresa dopo Maradona. La successiva gestione dell'allenatore Rafael Benítez[65] vide gli azzurri vincere la quinta Coppa Italia,[66] e proseguire i successi nella stagione successiva, con la vittoria della seconda Supercoppa italiana.[67]

Sulla panchina azzurra giunse dunque Maurizio Sarri,[68] che nel 2015-2016 rese il Napoli campione d'inverno (non succedeva dalla stagione 1989-1990[69]), pur non riuscendo a vincere lo scudetto, battuto solo dalla Juventus.[70] Gli azzurri si mantennero stabilmente ai vertici, ottenendo il terzo posto nel 2016-2017,[71] e l'anno successivo laureandosi nuovamente campione d'inverno,[72] ma anche stavolta la vittoria del titolo andò nuovamente ai bianconeri;[73] al Napoli non bastò totalizzare 91 punti, quota record per una squadra arrivata seconda.[74] Nel 2020, con Gennaro Gattuso in panchina, gli azzurri conquistarono la sesta Coppa Italia della loro storia, superando la Juventus ai calci di rigore. La stagione successiva, complice una serie di giocatori indisponibili per infortuni e positività al COVID-19 tra dicembre e febbraio, si rivela essere molto complessa per la squadra di Gattuso, che termina quinta, con la Champions a solo un punto di distanza.

Nella stagione 2021-22, Luciano Spalletti viene ingaggiato come allenatore del Napoli: la stagione in Serie A inizia in maniera ottimale, con otto vittorie in altrettante giornate, tra cui un 2-1 in rimonta contro la Juventus e due 4-0 consecutivi contro l'Udinese e la Sampdoria; viene così eguagliata la migliore partenza della loro storia di quattro anni prima, sotto la gestione Sarri. Il club partenopeo fatica però a mantenere il passo con Inter e Milan, e alla fine giunge al terzo posto, sufficiente comunque per la Champions League, dietro ai due club di Milano. In Coppa Italia il Napoli crolla invece clamorosamente contro la Fiorentina agli ottavi di finale. In Europa League finisce secondo nel suo girone dietro allo Spartak Mosca, ed è costretto a disputare gli spareggi della fase a eliminazione diretta, dove soccombe contro il Barcellona.


Cronistoria


Cronistoria della Società Sportiva Calcio Napoli[75]
  • 25 agosto 1926 - Fondazione de facto dell'Associazione Calcio Napoli, per modifica dello statuto e cambio di denominazione dell'Internaples (data tradizionalmente anticipata al 1º agosto).[8] Ammesso in Divisione Nazionale per decisione politica della FIGC.[76]
  • 1926-27 - 10º nel girone A di qualificazione della Divisione Nazionale. Retrocesso e successivamente ripescato.[77]
2º nel girone A della Coppa CONI.
3º nel girone A della Coppa CONI.

Ottavi di finale di Coppa dell'Europa Centrale.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.

Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
  • 1943 - L'Associazione Calcio Napoli cessa le attività a causa delle difficoltà incontrate durante lo svolgersi degli eventi bellici.
  • 1944-45 - Attività sportive limitate a competizioni regionali per cause belliche.
  • 19 gennaio 1945 - Fusione delle due società (Società Sportiva Napoli e Società Polisportiva Napoli) nate l'anno precedente nella nuova Associazione Polisportiva Napoli.
  • 1945-46 - 1º nel Campionato misto A-B di Centro-Sud Italia. Promosso in Serie A. 5º nel girone finale della Divisione Nazionale.
  • 1946-47 - 8º in Serie A.
  • 1947 - Riassume la denominazione Associazione Calcio Napoli.
  • 1947-48 - 21º in Serie A. Retrocesso in Serie B.[79]
  • 1948-49 - 5º in Serie B.
  • 1949-50 - 1º in Serie B. Promosso in Serie A.

Fase a gironi di Coppa Italia.
Quarto turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Contribuisce alla vittoria della Coppa delle Alpi con la rappresentativa della LNP (1º titolo).

Secondo turno di Coppa Italia.
Vince la Coppa Italia (1º titolo).
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa delle Coppe.
Secondo turno di Coppa Italia.
  • 25 giugno 1964 - Cambio denominazione in Società Sportiva Calcio Napoli.
  • 1964-65 - 2º in Serie B. Promosso in Serie A.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Mitropa.
Vince la Coppa delle Alpi (1º titolo).
Quarti di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa delle Fiere.
Secondo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa delle Fiere.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa delle Fiere.
Fase a gironi di Coppa delle Alpi.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa delle Fiere.
Finale di Coppa Anglo-Italiana.

Semifinale di Coppa Italia.
Finale di Coppa Italia.
Trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
Semifinale di Coppa Italia.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Semifinale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa UEFA.
Vince la Coppa Italia (2º titolo).
Trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
Semifinale di Coppa Italia.
Semifinale di Coppa delle Coppe.
Vince la Coppa di Lega Italo-Inglese (1º titolo).
Finale di Coppa Italia.
Semifinale di Coppa Italia.
Trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.

Fase a gironi di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Vince la Coppa Italia (3º titolo).
Trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa dei Campioni.
Finale di Coppa Italia.
Vince la Coppa UEFA (1º titolo).
Semifinale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa UEFA.

Semifinale di Coppa Italia.
Vince la Supercoppa italiana (1º titolo).
Ottavi di finale di Coppa dei Campioni.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
Secondo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa UEFA.
Secondo turno di Coppa Italia.
Finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.

Secondo turno di Coppa Italia.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 30 luglio 2004 - La VIIª sezione del Tribunale di Napoli dichiara il fallimento della Società Sportiva Calcio Napoli e il successivo 6 settembre, viene fondato il Napoli Soccer che ne rileva il titolo sportivo e viene iscritto alla Serie C1.
  • 2004-05 - 3º nel girone B della Serie C1. Perde la finale dei play-off.
  • 2005-06 - 1º nel girone B della Serie C1. Promosso in Serie B.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C.
Finale di Supercoppa di Lega di Serie C1.
  • 24 maggio 2006 - Riassume la denominazione Società Sportiva Calcio Napoli.
  • 2006-07 - 2º in Serie B. Promosso in Serie A.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Vince il Terzo turno di Coppa Intertoto.
Primo turno di Coppa UEFA.
Ottavi di finale di Coppa Italia.

Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Europa League.
Vince la Coppa Italia (4º titolo).
Ottavi di finale di Champions League.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Finale di Supercoppa italiana.
Sedicesimi di finale di Europa League.
Vince la Coppa Italia (5º titolo).
Fase a gironi di Champions League.
Ottavi di finale di Europa League.
Semifinale di Coppa Italia.
Vince la Supercoppa italiana (2º titolo).
Play-off di Champions League.
Semifinale di Europa League.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Europa League.
Semifinale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Champions League.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Fase a gironi di Champions League.
Sedicesimi di finale di Europa League.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Fase a gironi di Champions League.
Quarti di finale di Europa League.
Vince la Coppa Italia (6º titolo).
Ottavi di finale di Champions League.

Semifinale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Europa League.
Finale di Supercoppa italiana.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Spareggi fase a eliminazione diretta di Europa League.
Ottavi di finale di Coppa Italia (da disputare).
Ottavi di finale di Champions League (da disputare).

Colori e simboli


Lo stesso argomento in dettaglio: Colori e simboli della Società Sportiva Calcio Napoli.

Colori


Careca, protagonista nell'epoca d'oro del Napoli, con la classica divisa azzurra del club.
Careca, protagonista nell'epoca d'oro del Napoli, con la classica divisa azzurra del club.

La tenuta di gioco del Napoli è composta da una maglia azzurra con numerazione bianca, pantaloncini bianchi e calzettoni azzurri. La tenuta da trasferta generalmente è composta da maglia bianca, pantaloncini bianchi o azzurri, calzerotti bianchi o azzurri.

Il 29 novembre 2020, in occasione della sfida casalinga di campionato contro la Roma, la squadra scende in campo con una speciale quarta divisa a strisce bianco-azzurre, simile a quella della nazionale argentina,[80] per commemorare il rapporto dell'ex capitano azzurro Diego Armando Maradona con la città di Napoli e con i tifosi.[81] Inizialmente era previsto che la divisa sarebbe stata presentata da remoto dallo stesso Maradona, ma, in seguito alla prematura scomparsa del campione argentino, avvenuta il 25 novembre, la divisa è stata utilizzata come gesto di commemorazione verso l'ex calciatore.[80]


Simboli ufficiali



Stemma

Lo stemma del Napoli è costituito da una corona circolare, la cui area esterna è di colore blu, bordata di blu scuro, mentre l'area interna è azzurra bordata di bianco. Al centro è inserita la lettera «N» di colore bianco. Il tutto è impreziosito da sfumature ed effetti di luce[82].


Inno

Il Napoli non ha un vero e proprio inno ufficiale, ma di solito in seguito ad una vittoria importante i sostenitori azzurri inneggiano le note de: 'O surdato 'nnammurato[83], una delle più celebri canzoni della musica napoletana.


Strutture



Stadio


Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Militare dell'Arenaccia, Stadio Partenopeo, Stadio Arturo Collana e Stadio Diego Armando Maradona (Napoli).
Lo stadio Partenopeo fu la casa azzurra dal 1930 al 1942.
Lo stadio Partenopeo fu la "casa" azzurra dal 1930 al 1942.

Il primo campo da gioco utilizzato dal Napoli fu lo Stadio Militare dell'Arenaccia: voluto da Alberico Albricci, fu inaugurato nel 1923 e assegnato nel 1926 al neonato club partenopeo[12]. Nel 1929 il presidente Giorgio Ascarelli commissionò la costruzione di un nuovo stadio: inizialmente denominato Stadio Vesuvio, venne inaugurato il 23 febbraio 1930 con la partita tra azzurri e Juventus, terminata 2-2[18]. Poco tempo dopo Ascarelli venne a mancare e lo stadio gli fu intitolato a furor di popolo, ma in seguito le leggi razziali[84] imposero un ulteriore cambio di nome in Stadio Partenopeo[18]. Rinnovato e ampliato in occasione dei Mondiali 1934, l'impianto fu completamente raso al suolo dai bombardamenti alleati nel corso della seconda guerra mondiale.

Il club si trasferì quindi allo stadio Arturo Collana del Vomero, già provvisoriamente utilizzato ai tempi dei lavori di ristrutturazione del precedente impianto[85]. Rinominato per breve tempo Stadio della Liberazione nel dopoguerra, era tuttavia inadeguato alle esigenze del club: emblematica la situazione nella quale venne giocata Napoli-Juventus (4-3 il risultato finale) del 20 aprile 1958, con il pubblico assiepato a bordo campo[86].

Lo Stadio Diego Armando Maradona (ex Stadio San Paolo) ospita le partite interne del Napoli dal 1959.
Lo Stadio Diego Armando Maradona (ex Stadio San Paolo) ospita le partite interne del Napoli dal 1959.

Venne così progettato un nuovo impianto nel quartiere di Fuorigrotta, denominato stadio San Paolo per celebrare la tradizione secondo la quale San Paolo, in viaggio verso Roma, avrebbe attraccato in quest'area di Napoli[87]. Venne inaugurato il 6 dicembre 1959, in una partita contro la Juventus (2-1 per i partenopei)[85]. L'ex stadio San Paolo è stato ristrutturato in occasione delle Universiadi 2019. Dal 4 dicembre 2020 è intitolato all'ex capitano azzurro Diego Armando Maradona.


Centro di allenamento


Lo stesso argomento in dettaglio: Centro sportivo di Castel Volturno.

Da luglio 2006 il campo di allenamento del Napoli e sede sociale è il centro sportivo di Castel Volturno, situato in provincia di Caserta. La struttura si estende su un’area di 2.800 metri quadrati e comprende 3 campi da calcio realizzati in erba naturale, un attrezzato laboratorio medico, uno spazio conferenze, una sala video e un salone per il merchandising.[88]


Società


Il Napoli è una società per azioni dal 25 giugno 1964, allorquando il proprietario dell'allora Associazione Calcio Napoli, Achille Lauro, coadiuvato da altri soci come Antonio Corcione, Luigi Scuotto e Roberto Fiore, costituì la Società Sportiva Calcio Napoli S.p.A. con capitale sociale di 120 milioni di lire.[89]

Il 99,8% delle azioni della società partenopea è controllato dalla Filmauro S.r.l., mentre il restante 0,2% appartiene ad Aurelio De Laurentiis, presidente del CdA.[90] Il capitale della controllante Filmauro, a sua volta, è intestato per il 90% alla fiduciaria Romafides del gruppo UniCredit (il cui compito istituzionale è quello di coprire il reale possessore, Aurelio De Laurentiis, e di offrire servizi di gestione per suo conto) e per il restante 10% a Jacqueline Baudit, moglie di De Laurentiis.[90]

Sedi

Si riporta di seguito l'elenco delle sedi ufficiali utilizzate dalla Società Sportiva Calcio Napoli nel corso della sua storia[91].


Organigramma societario


Dal sito web ufficiale del club.[92][93]

Staff dell'area amministrativa
  • Aurelio De Laurentiis - Presidente
  • Jacqueline Marie Baudit - Vicepresidente
  • Edoardo De Laurentiis - Vicepresidente
  • Andrea Chiavelli - Amministratore Delegato
  • Alessandro Formisano - Head of Operation, Sales & Marketing
  • Laura Belli - Direttore amministrativo
  • Cristiano Giuntoli - Direttore sportivo
  • Nicola Lombardo - Direttore Area Comunicazione
  • Giuseppe Santoro - Team manager
  • Alberto Vallefuoco - Segretario Sportivo
  • Guido Baldari - Addetto Stampa

Impegno nel sociale


Attraverso la partecipazione diretta dei propri tesserati, il club azzurro ha patrocinato iniziative a sostegno delle strutture ospedaliere cittadine,[94] oltre a iniziative di sensibilizzazione contro la violenza nello sport[95] e la povertà infantile.[96] Con l'appoggio all'associazione cittadina Scugnizzi, che opera nel penitenziario minorile di Nisida, il Napoli sostiene svariati progetti volti al reinserimento sociale dei giovani detenuti una volta scontata la loro pena[97].

Tramite raccolte di fondi sostenute direttamente e indirettamente dai propri tesserati, il Napoli ha fornito il proprio appoggio a istituzioni come la Robert F. Kennedy Foundation[98][99][100][101], Telethon[102], la Fondazione San Raffaele, la Fondazione Stefano Borgonovo e la Fondazione Massimo Leone Onlus[103].

Il club partenopeo si è inoltre impegnato con diverse iniziative a sostegno delle vittime del terremoto dell'Aquila del 2009, dalla devoluzione degli incassi delle partite[104] alla raccolta fondi per la costruzione di un centro polisportivo antisismico nel capoluogo abruzzese.[105]


Settore giovanile


Attila Sallustro crebbe nelle giovanili dell'Internaples.
Attila Sallustro crebbe nelle giovanili dell'Internaples.

Ebbe origine all'inizio degli anni venti, quando il Naples e l'Internazionale Napoli non si erano ancora fuse[106], su iniziativa del presidente dell'Internazionale Emilio Reale. Il primo prodotto del vivaio azzurro fu Attila Sallustro, allora undicenne[106].

Negli anni sessanta le giovanili al Torneo di Viareggio arrivarono al terzo posto nel 1968 e persero la finale nel 1969. In quel periodo si formò il mediano Antonio Juliano, divenuto in seguito il secondo giocatore con più presenze in maglia azzurra tra campionato e coppe (505) e altri due centrocampisti che collezioneranno oltre 150 presenze a testa con la maglia azzurra: Giovanni Improta e Vincenzo Montefusco.

Negli anni settanta il settore giovanile vinse il Torneo di Viareggio 1975[107] e il Campionato Primavera 1978-1979[108]. La rosa campione d'Italia Primavera, allenata da Mario Corso, comprendeva calciatori che debuttarono in prima squadra come Raffaele Di Fusco, Luigi Caffarelli, Costanzo Celestini, Raimondo Marino, Giuseppe Volpecina (i quali vinsero, con la prima squadra, lo scudetto del 1986-87) e Gaetano Musella.

Fabio Cannavaro, prodotto del vivaio partenopeo.
Fabio Cannavaro, prodotto del vivaio partenopeo.

Negli anni ottanta il vivaio arrivò terzo per due anni consecutivi nel Torneo di Viareggio nel 1980, 1981 e perse la finale nel 1984, ma fornì alla prima squadra il difensore Ciro Ferrara, il quale vinse tutti gli allori dell'epoca d'oro del club partenopeo, Giuseppe Taglialatela e Antonio Carannante.

Nell'epoca post-Maradona il Napoli visse un momento di profonda crisi e, di conseguenza, anche il settore giovanile venne trascurato; nonostante ciò, negli anni novanta la squadra arrivo seconda al torneo di Viareggio per due anni consecutivi nel 1990 e 1991 e quarta nel 1997. In Serie A debuttarono Fabio Cannavaro, futuro campione del mondo e Pallone d'oro nel 2006 e il fratello Paolo Cannavaro che dopo esser stato ceduto torna a Napoli nel 2006 diventando capitano e vincitore della Coppa Italia del 2011-2012. Inoltre ci fu l'affermazione nella Coppa Italia Primavera 1996-1997[109] e nel Campionato Allievi dello stesso anno. In questo periodo fu costruito il centro sportivo di Marianella, che avrebbe dovuto essere all'avanguardia a livello di formazioni giovanili[110], ma la struttura fu lasciata nel totale degrado fino alla sua chiusura[110].

Col fallimento del 2004, il settore giovanile fu smembrato, e venne ricostituito con l'avvento di Aurelio De Laurentiis, ottenendo al primo anno un titolo Berretti di Serie C[111]. Il lavoro dello staff diede ulteriori frutti portando alla vittoria del campionato Berretti di Serie A-B nel 2010-2011[112][113] e al ritorno di alcuni azzurrini nel giro delle nazionali giovanili[114]. Nel 2009 fa il suo esordio in prima squadra Lorenzo Insigne che, dopo due anni in prestito, ritorna a Napoli diventando poi anche capitano del team e vincitore di 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana. Nel 2010 ci fu la partecipazione al Torneo di Viareggio dopo 7 anni di assenza[115]. Nella stagione 2013-2014 la primavera fa l'esordio nella prima edizione della UEFA Youth League, venendo eliminata agli ottavi dal Real Madrid.


Il Napoli nella cultura di massa


La partita di spareggio Napoli-Lazio del 23 giugno 1929, valida per l'ammissione al primo campionato di Serie A a girone unico, fu il primo incontro di campionato a essere trasmesso in una rudimentale "radiocronaca" (non si può parlare di radiocronaca vera e propria, in quanto quest'ultima venne introdotta in Italia solo qualche anno dopo)[116]; il quotidiano di Napoli Mezzogiorno sportivo aveva infatti inviato allo stadio di Milano (dove si disputò lo spareggio) un giornalista, che durante la partita telefonava alla redazione descrivendo le varie azioni di gioco; il contenuto della telefonata veniva poi trascritto dal giornalista Michele Buonanno che inviava i dispacci a un altro giornalista, Felice Scandone, che ne leggeva il contenuto da un balcone, informando così la folla in trepidante attesa dell'andamento dello spareggio[116]. La partita terminò 2-2 ed entrambe le squadre vennero ammesse al primo torneo di massima serie a girone unico.[117]

Nel video All Now Remix del gruppo rap The Movement, uno dei cantanti indossa la maglia numero 94 di Nathaniel Chalobah. Altri riferimenti si hanno nel film Quel ragazzo della curva B[118], in cui appaiono, nel ruolo di se stessi, i calciatori Andrea Carnevale, Giuseppe Bruscolotti e Bruno Giordano[118], nel film Tifosi[119], dove Nino D'Angelo interpreta un tifoso partenopeo[119], con la presenza nel ruolo di sé stesso di Diego Armando Maradona[119], nel film Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento[120], nel film biografico su Maradona, Maradona - La mano de Dios[121] e in Colpi di fortuna[122] prodotto da Aurelio De Laurentiis, e nel film Diego Maradona.


Presidenti e allenatori


Si riporta di seguito l'elenco dei presidenti, degli allenatori e dei direttori tecnici del Napoli dal 1926 a oggi.[123][124]

Presidenti
  • 1926–1927 Giorgio Ascarelli
  • 1927 Carica vacante[125][126] poi Nicola Sansanelli[126]
  • 1927–1928 Gustavo Zinzaro
  • 1928–1929 Giovanni Maresca Donnorso di Serracapriola
  • 1929–1930 Giorgio Ascarelli
  • 1930–1931 Giovanni Maresca Donnorso di Serracapriola
  • 1931–1932 Eugenio Coppola
  • 1932–1936 Vincenzo Savarese
  • 1936–1940 Achille Lauro, poi Gaetano Del Pezzo
  • 1940–1941 Tommaso Leonetti
  • 1941–1942 Luigi Piscitelli[127]
  • 1942–1943 Annibale Fienga[128]
  • 1944 Carica vacante
  • 1945 Luigi Scuotto[127][129] poi Vincenzo Savarese[127][130]
  • 1945–1948 Pasquale Russo[127][131]
  • 1948 Carica vacante
    (Delega dei poteri: Vincenzo Savarese[132][133])
    (Commissario straordinario: Giuseppe Muscariello[132][134])
  • 1948–1951 Egidio Musollino
  • 1951–1952 Alfonso Cuomo
  • 1952–1954 Achille Lauro
  • 1954–1963 Alfonso Cuomo
  • 1963–1964 Luigi Scuotto
  • 1964–1967 Roberto Fiore
  • 1967–1968 Gioacchino Lauro
  • 1968–1969 Antonio Corcione
  • 1969–1971 Corrado Ferlaino
  • 1971–1972 Ettore Sacchi
  • 1972–1983 Corrado Ferlaino
  • 1983 Marino Brancaccio
  • 1983–1993 Corrado Ferlaino
  • 1993–1995 Ellenio Gallo
  • 1995–1996 Carica vacante
    (Presidente onorario: Vincenzo Schiano di Colella)[135]
  • 1997–1998 Carica vacante
    (Amministratore unico: Gian Marco Innocenti)[135]
  • 1998–2000 Carica vacante
    (Amministratore unico: Federico Scalingi)[135]
  • 2000–2002 Giorgio Corbelli
  • 2002–2004 Salvatore Naldi
  • 2004 Carica vacante
    (Amministratore unico: Paolo Bellamio)
    (Curatore fallimentare: Nicola Rascio)
  • 2004– Aurelio De Laurentiis
Allenatori e DT

Calciatori


Lo stesso argomento in dettaglio: Calciatori della Società Sportiva Calcio Napoli.
Antonio Vojak, massimo cannoniere partenopeo in Serie A.
Antonio Vojak, massimo cannoniere partenopeo in Serie A.

Tra i calciatori di rilievo che hanno giocato con la maglia del Napoli risultano Attila Sallustro,[139] che assieme a Marcello Mihalich fu il primo calciatore del Napoli a giocare in Nazionale, Antonio Vojak,[140] Enrico Colombari[141], Amedeo Amadei,[142] l'attaccante svedese Hasse Jeppson prelevato dall'Atalanta e acquistato da Achille Lauro nel 1952 in cambio di 105 milioni di lire,[143] il brasiliano Luís Vinício,[144] Bruno Pesaola,[145] i campioni d'Europa del 1968 Antonio Juliano[146] e Dino Zoff,[147] José Altafini[148] e Omar Sívori[149] (vincitori della Coppa delle Alpi 1966), Giuseppe Savoldi[150] (vincitore della Coppa Italia 1976) e il libero olandese Ruud Krol.[151]

Hasse Jeppson: il suo trasferimento al Napoli destò enorme scalpore.
Hasse Jeppson: il suo trasferimento al Napoli destò enorme scalpore.

Il 1984 vide la partenza di Krol e contestualmente l'arrivo del calciatore più importante della storia partenopea, Diego Armando Maradona[152] e universalmente riconosciuto come uno dei più talentuosi calciatori di tutti i tempi,[153][154] venne prelevato nell'estate di quell'anno dagli spagnoli del Barcellona per la cifra record di 15 miliardi di lire.[38] Maradona recitò un ruolo decisivo nelle vittorie del club azzurro, il cui palmarès è in buona parte riconducibile al suo periodo di militanza in maglia partenopea: divenne capitano della squadra e nel giro di sette stagioni condusse il club alla vittoria di due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa UEFA e una Supercoppa italiana,[155] e una sorta di icona popolare per la città di Napoli, da lui lasciata nel 1991 a seguito di gravi vicissitudini personali.[46] È insieme a Edinson Cavani e a Gonzalo Higuaín l'unico calciatore del Napoli ad aver vinto la classifica cannonieri in Serie A (1987-1988, 15 reti). Nel 2000 il club partenopeo ritirò in suo onore la maglia numero dieci[156].

Maradona venne coadiuvato, nel corso dell'esperienza partenopea, da una serie di calciatori di notevole livello. Tra questi Ciro Ferrara,[157] Bruno Giordano e il brasiliano Careca, che insieme al trequartista argentino costituirono il celebre trio d'attacco Ma.Gi.Ca.

Nella storia recente, i calciatori di maggior rilievo sono stati l'uruguaiano Cavani, capocannoniere della A nel 2013 con 29 gol e vincitore della Coppa Italia 2012, e l'argentino Higuain, vincitore della Coppa Italia e della Supercoppa italiana nel 2014. Inoltre, l'argentino è stato capocannoniere della A nel 2016 con 36 marcature, battendo il record di reti segnate in un campionato a venti squadre, fino a quel momento appartenuto a Nordahl (35 reti nel 1949-50 con il Milan)[158]. Higuain fu ceduto alla Juventus a fine stagione per € 90 milioni[159], nell'operazione di mercato più ricca della storia del calcio italiano[160].


Maglie ritirate


Il Napoli, a partire dall'estate del 2000, ha ritirato la maglia numero dieci indossata da Diego Armando Maradona dal 1984 al 1991, come tributo alla sua classe e al grandissimo contributo offerto in sette stagioni con la casacca partenopea.[161]

Diego Maradona, decisivo nei principali successi partenopei; la sua maglia numero dieci è stata ritirata nel 2000
Diego Maradona, decisivo nei principali successi partenopei; la sua maglia numero dieci è stata ritirata nel 2000

Per motivi regolamentari, il numero è stato ristampato sulle maglie azzurre dal 2004 al 2006 quando la squadra militava in Serie C1, torneo per il quale è adottata ancora la numerazione tradizionale dall'1 all'11. L'ultimo calciatore che ha indossato e siglato un gol con questa maglia in una gara ufficiale è stato Mariano Bogliacino nella gara casalinga del 18 maggio 2006 contro lo Spezia, valevole per la finale di ritorno della Supercoppa di C1. Primato che gli appartiene anche per l'ultima apparizione in campionato, il 12 maggio 2006 nella gara in casa del Lanciano. Per quel che concerne esclusivamente il campionato, invece, va al calciatore argentino Sosa il primato di essere stato l'ultimo ad indossare la casacca numero dieci al San Paolo e contemporaneamente a segnare, nella gara contro il Frosinone del 30 aprile 2006.[162]


Capitani


Il primo capitano della squadra partenopea fu il brasiliano naturalizzato italiano Paulo Innocenti[163], la fascia è stata indossata da altri due oriundi, Attila Sallustro[139] e Bruno Pesaola[164]. A parte i due argentini Diego Armando Maradona[165], Roberto Ayala e lo slovacco Marek Hamšík, i restanti capitani sono tutti di nazionalità italiana.

Il periodo più lungo con la fascia di capitano della squadra azzurra è stato quello di Antonio Juliano[146], con dodici stagioni tra 1966 e 1978.

Al 2021, 27 calciatori hanno ricoperto tale ruolo ufficialmente.


Contributo alle Nazionali



Il Napoli e la Nazionale italiana

Lo stesso argomento in dettaglio: Società Sportiva Calcio Napoli e Nazionali di calcio.
Marcello Mihalic fu il primo calciatore del Napoli a segnare in Nazionale.
Marcello Mihalic fu il primo calciatore del Napoli a segnare in Nazionale.

Al 1 agosto 2022 sono 51 i calciatori del Napoli ad aver ricevuto la convocazione nella Nazionale maggiore italiana, 36 dei quali hanno effettivamente collezionato almeno una presenza[166]. Il recordman di presenze è Lorenzo Insigne (54) che con dieci reti detiene anche il record di marcature in nazionale, ed è anche l'unico giocatore ad aver indossato la fascia di capitano della nazionale durante la militanza nel club partenopeo.

I primi calciatori azzurri a militare in Nazionale furono Marcello Mihalich e Attila Sallustro, che debuttarono il 1º dicembre 1929 contro il Portogallo. La partita terminò 6-1, con reti di Mihalic (che realizzò una doppietta, divenendo anche il primo azzurro a segnare in Nazionale) e di Sallustro. Negli anni trenta fecero il loro esordio anche Antonio Vojak e Pietro Ferraris. Il portiere Giuseppe Cavanna fu convocato per il Mondiale 1934 e si laureò campione del mondo, senza però mai esordire con la nazionale[167].

Bruno Pesaola in Nazionale collezionò l'unico gettone di presenza, come oriundo[145], il 26 maggio 1957[168].

Negli anni sessanta approdarono in azzurro Antonio Juliano e Dino Zoff[147], che conquistarono il titolo europeo nel 1968 e il secondo posto nel Mondiale 1970. Juliano partecipò anche ai mondiali del 1966 e del 1974. In quegli anni fecero il loro esordio anche Stelio Nardin e Ottavio Bianchi.

Negli anni settanta fecero il loro esordio Andrea Orlandini e Salvatore Esposito.

Lorenzo Insigne, recordman di presenze e gol in Nazionale da calciatore del Napoli.
Lorenzo Insigne, recordman di presenze e gol in Nazionale da calciatore del Napoli.

Mauro Bellugi partecipò all'Europeo del 1980[169].

Nella seconda metà degli anni ottanta, inizio anni novanta, il Napoli ebbe un buon numero di convocati, tra i quali: Fernando De Napoli, Salvatore Bagni[170], Ciro Ferrara[171], Massimo Crippa[172], Andrea Carnevale[173], Giovanni Francini[174], Luca Fusi, Gianfranco Zola e Bruno Giordano. Furono convocati in quel periodo, senza però mai esordire, Giuliano Giuliani, Alessandro Renica e Francesco Romano. Salvatore Bagni partecipò al mondiale del 1986, Fernando De Napoli, Ciro Ferrara, Giovanni Francini e Francesco Romano parteciparono all'Europeo del 1988, Fernando De Napoli, Ciro Ferrara e Andrea Carnevale parteciparono al mondiale del 1990.

Nel suo periodo in azzurro Christian Maggio fece il suo esordio contro la Grecia il 19 novembre 2008[175]. Al mondiale del 2010 furono convocati tre giocatori del Napoli contemporaneamente Christian Maggio, Morgan De Sanctis e Fabio Quagliarella.[176] Proprio quest'ultimo il 24 giugno 2010 divenne il primo calciatore del Napoli a segnare con la nazionale italiana in un mondiale, realizzando un gol nella sconfitta per 3-2 contro la Slovacchia.[177]. Christian Maggio e Morgan De Sanctis saranno convocati anche per l'Europeo del 2012.

Nel 2012 esordisce in nazionale Lorenzo Insigne, prodotto del vivaio azzurro, fu convocato al mondiale del 2014 e per l'europeo del 2016. Il 4 giugno 2018 scende in campo per la prima volta con la fascia da capitano, nella partita amichevole pareggiata 1-1 contro i Paesi Bassi a Torino, diventando così il primo giocatore a indossare la fascia di capitano della nazionale durante la militanza nel club partenopeo.[178][179]

Il 24 marzo 2016 fa il suo esordio con la nazionale italiana un altro oriundo Jorginho. Nel 2019 fanno il loro esordio Alex Meret e Giovanni Di Lorenzo, questi ultimi due verranno successivamente convocati insieme a Lorenzo Insigne per il vittorioso europeo del 2020.


Palmarès



Competizioni nazionali


1986-1987, 1989-1990
1961-1962, 1975-1976, 1986-1987, 2011-2012, 2013-2014, 2019-2020
1990, 2014

Competizioni internazionali


1988-1989

Altre competizioni


1966
1976
1945-1946
1949-1950
2005-2006 (girone B)

Competizioni giovanili


1978-79
1996-97
1975
2010-2011
2004-2005
1983-1984, 1987-1988, 1989-1990, 1996-1997
2004-2005

Onorificenze



Statistiche e record



Partecipazioni ai campionati


Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Divisione Nazionale41926-19271945-194681
Serie A771929-19302022-2023
Serie B121942-19432006-200712
Serie C122004-20052005-20062

In 93 stagioni sportive a partire dalla fondazione della società nel 1926, compresi 4 tornei di Divisione Nazionale (A).

Serie A

Il Napoli ha partecipato a 80 campionati di massima serie, 76 dei quali di Serie A a girone unico. In tali stagioni è salito 21 volte sul podio:[75]

Serie B

Il Napoli ha partecipato a 12 campionati di Serie B ottenendo 5 promozioni:[75]

Serie C

Il Napoli ha partecipato a 2 campionati di Serie C1 ottenendo 1 promozione:

Coppa Italia

Il Napoli ha partecipato a 70 edizioni della Coppa Italia. È arrivato in finale in 10 occasioni:

Coppa Italia Serie C

Il Napoli ha partecipato ad una edizione della Coppa Italia Serie C nel 2005-2006 non ottenendo nessuna vittoria e nessuna finale.

Supercoppa Italiana

Il Napoli ha partecipato a 4 edizioni della Supercoppa italiana:

Supercoppa Italiana Serie C1

Il Napoli ha partecipato ad una edizione della Supercoppa di Serie C1 nel 2006 ottenendo una finale.


Statistiche di squadra


Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche e record della Società Sportiva Calcio Napoli e Società Sportiva Calcio Napoli nelle competizioni internazionali.
Il Napoli della stagione 1986-1987, nell'ambito del primo doblete della sua storia, trionfò in Coppa Italia inanellando vittorie in tutte le 13 gare dell'edizione.
Il Napoli della stagione 1986-1987, nell'ambito del primo doblete della sua storia, trionfò in Coppa Italia inanellando vittorie in tutte le 13 gare dell'edizione.

Il Napoli esordì in massima serie (allora denominata Divisione Nazionale) il 3 ottobre 1926[1]. Quella corrente è dunque la sua 92ª stagione sportiva, nelle quali si è piazzata sul podio nel 21,4% dei casi.

La vittoria in campionato con il maggior scarto fu un 8-1 contro la Pro Patria nella Serie A 1955-1956[75], invece la sconfitta con il maggior scarto fu uno 0-11 subìto dal Torino nel campionato federale 1927-1928[75].

Il Napoli e il Vado sono le uniche squadre che hanno vinto la Coppa Italia non militando in massima serie (1961-1962); sempre per quanto riguarda la Coppa Italia, il Napoli detiene il record di vittorie consecutive (20) e, insieme alla Fiorentina e alla Juventus, è l'unica squadra ad aver vinto la Coppa Italia vincendo tutte le partite (13 su 13; accadde nella stagione 1986-1987). È anche:

Infine condivide con Torino (1942-1943), Juventus (1959-1960, 1994-1995, 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017 e 2017-2018), Lazio (1999-2000) e Inter (2009-2010) il primato di aver vinto sul campo, nella stessa stagione, Scudetto e Coppa Italia (1986-1987)[42][182][183].

Il Napoli vanta inoltre, in coabitazione con Bologna (1931-1932) e Juventus (1932-1933), il record dei punti (33 su 34) ottenuti nelle gare interne in un campionato a 18 squadre con 2 punti per vittoria (16 vittorie e 1 pareggio in 17 partite), realizzato nel torneo 1989-1990[184]. L'unica squadra che riuscì a ottenere punti al San Paolo in quella stagione fu la Sampdoria, che pareggiò 1-1[185]; l'altro record riguarda le marcature in trasferta (53 reti) stabilito nella stagione (2016-17).

Sempre nella stagione 2016-2017, il Napoli ha vinto tutti gli scontri diretti fuori casa contro le squadre di Milano e Roma (1-2 contro il Milan, 1-2 con la Roma, 0-3 con la Lazio e 0-1 con l'Inter), impresa riuscita solo al Grande Torino, e in più l’anno successivo ha conseguito il record di vittorie consecutive nei campionati nazionali, con una striscia di 13 successi in Serie A nella stagione 2017-18 (le ultime cinque della stagione precedente e poi le prime otto della nuova stagione), superando il precedente record di qualche anno prima.[186][187].


Statistiche individuali


Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche e record della Società Sportiva Calcio Napoli § Record individuali e Calciatori della Società Sportiva Calcio Napoli § Record.

Il giocatore con più presenze nella storia del Napoli è Marek Hamšík con 520 partite giocate, di cui 408 presenze in Serie A (anch'esso un primato).

Invece il giocatore con più reti nella storia del Napoli è Dries Mertens con 135 reti realizzate, di cui 108 in Serie A (anch'esso un primato).

Il record di gol in un singolo torneo appartiene a Gonzalo Higuaín, con 36 reti realizzate nella stagione 2015-2016 (record per la Serie A).[188] Il record di gol in una singola partita di campionato appartiene ad Attila Sallustro che siglò cinque reti il 12 maggio 1929 nella gara in casa contro la Reggiana, valevole per il campionato di Divisione Nazionale 1928-1929,[189] Invece in serie A il record è di quattro reti diviso tra Hasse Jeppson in Napoli-Atalanta 6-3 il 27 settembre 1953 nella Serie A 1953-1954,[190] Luís Vinício in Napoli-Palermo 4-1 il 9 giugno 1957 nella Serie A 1956-1957[191], Giuseppe Savoldi in Napoli-Foggia 5-0 il 18 dicembre 1977 nella Serie A 1977-1978 e Dries Mertens in Napoli-Torino 5-3 il 18 dicembre 2016 nella Serie A 2016-2017.[192]

Nelle coppe nazionali, il giocatore più presente è Giuseppe Bruscolotti con 96 partite giocate, mentre Diego Armando Maradona siglò il maggior numero di reti, 29.[193] Il record di gol in un singolo torneo appartiene a Giuseppe Savoldi, con 12 reti realizzate nella Coppa Italia 1977-1978, in cui realizzò anche il record di gol in una singola partita nelle coppe nazionali il 4 maggio 1978 con una quaterna in un Napoli-Juventus 5-0.[194]

Per quanto concerne le competizioni europee (comprendendo anche i tornei non organizzati dall'UEFA), il record di presenze appartiene a Marek Hamšík con 80 apparizioni,[195] mentre il primato di reti compete a Dries Mertens con 28 gol.[196] Il record di gol in una singola partita ufficiale per le gare europee appartiene a Daniel Fonseca, che siglò cinque reti il 16 settembre 1992 nella gara in trasferta contro gli spagnoli del Valencia, valevole per l'andata dei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA, unico caso di cinquina esterna realizzata nelle coppe europee da un calciatore in una squadra italiana.[197]


Tifoseria



Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Tifoseria della Società Sportiva Calcio Napoli.
I tifosi azzurri gremiscono gli spalti dello Stadio San Paolo il 10 maggio 1987, giorno del primo scudetto del Napoli.
I tifosi azzurri gremiscono gli spalti dello Stadio San Paolo il 10 maggio 1987, giorno del primo scudetto del Napoli.

Le origini del tifo organizzato a Napoli risalgono agli anni sessanta.[198] Il Napoli è al 2016 la quarta squadra italiana per numero di tifosi[199] con circa 4,6 milioni. A livello internazionale si stima un seguito di circa 35 milioni di tifosi nel mondo e 120 milioni di simpatizzanti[200].

Il tifoso medio del Napoli non appartiene a una classe specifica: secondo il giornalista Mimmo Carratelli, il tifo azzurro «confonde e compatta genti diversissime, i napoletani dei quartieri-bene e quelli dei rioni popolari. Il Napoli è "la squadra di tutti" [...] .»[201].

Quello che accomuna tutti è comunque la passione per la squadra: il tifo raggiunge picchi tali, che in alcune occasioni l'urlo dei tifosi al gol è stato registrato come terremoto dai sismografi dell'Università degli Studi di Napoli Federico II[202].


Gemellaggi e rivalità


Lo stesso argomento in dettaglio: Derby calcistici in Campania, Derby del Sole, Derby delle Due Sicilie e Derby Napoli-Salernitana.
La festa per la contemporanea promozione in Serie A di Napoli e Genoa, nel 2007.
La festa per la contemporanea promozione in Serie A di Napoli e Genoa, nel 2007.

Il gemellaggio tra i supporters del Napoli e quelli del Genoa era uno dei più antichi che il calcio italiano poteva vantare. Ebbe inizio il 16 maggio 1982 in seguito al pareggio per 2-2 a Napoli tra le due squadre, nell'ultima giornata della Serie A 1981-1982[203] che portò alla salvezza del Genoa a scapito del Milan; il rapporto si consolidò nella Serie B 2006-2007 quando, con il pareggio per 0-0 a Genova, entrambe le squadre ottennero la promozione in Serie A[61]. Il duraturo gemellaggio tra le due tifoserie, che era stato anche omaggiato e sostenuto da iniziative commerciali[204], è terminato dopo la partita Napoli-Genoa del 9 aprile 2019 con un comunicato degli ultras partenopei.

Esistono gemellaggi anche con le tifoserie di Catania, Palermo[205] (seppur con questi ultimi sussista poi in campo uno storico dualismo sportivo), Juve Stabia, Ancona e Casertana; all'estero ci sono legami con le curve di Borussia Dortmund[206], Celtic[207] e Paris Saint-Germain.[208]

Rapporti di amicizia sussistono con le tifoserie di Benevento, Sora, Barcellona, Tottenham, FCU Craiova e Lokomotiv Plovdiv.

In senso opposto, i tifosi azzurri hanno cattivi rapporti soprattutto con le squadre del Nord[209], in particolare con Verona, L.R. Vicenza,[210][211][212] Atalanta[213] e, per via del succitato gemellaggio tra campani e genoani, Sampdoria[214]. Da parte napoletana, storico è il livore verso la Juventus, la squadra che contende agli azzurri il primato delle simpatie tra i sostenitori calcistici nel Sud Italia, dovuta anche a motivi storici correlati con la città[215], la quale vide nella Vecchia Signora l'espressione sportiva del Piemonte sabaudo[216].

Il napoletano Ruud Krol e il romanista Paulo Roberto Falcão prima del derby del Sole del 3 gennaio 1982
Il napoletano Ruud Krol e il romanista Paulo Roberto Falcão prima del derby del Sole del 3 gennaio 1982

Il Napoli non disputa ufficialmente derby, ma è ugualmente protagonista di tre particolari sfide assimilabili a stracittadine: il derby del Sole, ufficiosamente chiamato anche derby del Sud, giocato contro la Roma, e all'apice della popolarità negli anni 1970 e 1980[217]; il derby delle Due Sicilie, chiamato anch'esso colloquialmente derby del Sud, giocato con i siciliani del Palermo e all'apice della popolarità tra gli anni 2000 e 2010[218][219]; e infine il derby Napoli-Salernitana, giocato con i corregionali della Salernitana. Rilevante anche la rivalità campana in essere negli anni 1980 con l'Avellino[220].


Organico


Lo stesso argomento in dettaglio: Società Sportiva Calcio Napoli 2022-2023.

Rosa 2022-2023


Rosa e numerazione aggiornate al 1º settembre 2022.

N. Ruolo Giocatore
1 P Alex Meret
3 D Kim Min-jae
4 C Diego Demme
5 D Juan Jesus
6 D Mário Rui (vice-capitano)
7 C Eljif Elmas
9 A Victor Osimhen
11 A Hirving Lozano
12 P Davide Marfella
13 D Amir Rrahmani
16 P Hubert Idasiak
17 D Mathias Olivera
18 A Giovanni Simeone
20 C Piotr Zieliński
N. Ruolo Giocatore
21 A Matteo Politano
22 D Giovanni Di Lorenzo (capitano)
23 A Alessio Zerbin
30 P Salvatore Sirigu
31 C Karim Zedadka
55 D Leo Skiri Østigård
59 D Alessandro Zanoli
68 C Stanislav Lobotka
70 C Gianluca Gaetano
77 C Khvicha Kvaratskhelia
81 A Giacomo Raspadori
91 C Tanguy Ndombele
99 C André Zambo Anguissa

Staff tecnico


Staff dell'area sportiva[221][222]
  • Luciano Spalletti - Allenatore
  • Marco Domenichini - Allenatore in seconda
  • Daniele Baldini - Collaboratore tecnico
  • Salvatore Russo - Collaboratore tecnico
  • Francesco Sinatti - Preparatore atletico
  • Francesco Cacciapuoti - Vice Preparatore atletico
  • Alejandro Rosalen Lopez - Preparatore dei portieri
  • Simone Beccaccioli - Match Analyst
  • Dr. Raffaele Canonico - Medico sociale
  • Dr. Gennaro De Luca - Medico addetto alla prima squadra
  • Marco Rufolo - Nutrizionista
  • Marco Di Lullo - Fisioterapista
  • Vincenzo Longobardo - Fisioterapista
  • Marco Romano - Fisioterapista
  • Fabio Sannino - Fisioterapista
  • Paolo Tartaglione - Fisioterapista
  • Nicola Zazzaro - Fisioterapista
  • Tommaso Starace - Magazziniere

Note


  1. Pacileo, Gargano, pag. 14.
  2. Angelo Forgione, 1922-2022: il silenzioso centennale del Calcio Napoli, su il Blog di ANGELO FORGIONE, 21 ottobre 2022. URL consultato il 21 ottobre 2022.
  3. Forgione, p. 80, il quale riporta una lettera del 1931 del presidente Giovanni Maresca Donnorso di Serracapriola, successore di Giorgio Ascarelli, indirizzata all’ex calciatore azzurro Leslie William Minter, in cui si legge : “[…] piccola ricompensa è la tessera che le offro, ma il ricordo della vecchia, modesta Internazionale che è diventata oggi il possente Napoli, gliela renderà certo gradita”.
  4. Nicolini, pag. 28.
  5. Angelo Forgione, Napoli azzurro in onore alla storia della città, su il Blog di ANGELO FORGIONE, 3 maggio 2011. URL consultato il 1º agosto 2017 (archiviato il 2 agosto 2017).
  6. Il palmarès del Napoli, su sscnapoli.it. URL consultato il 12 luglio 2010 (archiviato il 2 aprile 2013).
  7. Dato aggiornato al 2022-2023 e comprendente anche i tornei non a girone unico.
  8. Renna, p. 39, il quale, citando un articolo de Il Mezzogiorno del 26-27 agosto 1926, dimostra che l'assemblea che decise il cambiamento di denominazione da Internaples a Napoli avvenne il 25 agosto, e non nella data tradizionale (ma erronea) del 1º agosto, sostenuta tra gli altri da Tramontano, p. 8.
  9. Dal Naples Football Club all'Internaples, su sscnapoli.it. URL consultato il 14 maggio 2011 (archiviato il 3 aprile 2013).
  10. Nicolini, pag. 24.
  11. In osservanza ai dettami del Partito Nazionale Fascista, nel corso del periodo interbellico furono lentamente sostituite tutte le diciture Football Club adottate da molte società. Tra i vari esempi: il Foot-Ball Club Internaples fu mutato nel 1926 in Associazione Calcio Napoli; il Genoa Cricket and Football Club divenne nel 1928 il Genova 1893 Circolo del Calcio; nello stesso anno al Football Club Internazionale, colloquialmente Inter, venne imposta la fusione con la Milanese e conseguente cambio di denominazione in Ambrosiana, dapprima con la ragione sociale di Società Sportiva e poi nel 1929 di Associazione Sportiva; il Foot-Ball Club Juventus si semplificò unicamente in Juventus nel 1936; il Milan Football Club, dopo aver già mutato ragione sociale nel 1936 in Associazione Sportiva, due anni dopo si autarchizzò totalmente in Associazione Calcio Milano, e così via.
  12. Pacileo, Gargano, pag. 15.
  13. Pacileo, Gargano, pag. 16.
  14. Garbutt fu il primo allenatore di calcio a venire chiamato mister, vedi Le recensioni – “Mister William Thomas Garbutt”, su panoramatirreno.it, Panorama Tirreno. URL consultato il 19 febbraio 2010 (archiviato il 23 ottobre 2007).
  15. Pacileo, Gargano, pag. 18.
  16. Pacileo, Gargano, pag. 21.
  17. Pacileo, Gargano, pag. 25.
  18. Pacileo, Gargano, pag. 26.
  19. Dall'Associazione Calcio Napoli alla prima Coppa Italia, su sscnapoli.it. URL consultato il 14 maggio 2011 (archiviato il 5 aprile 2013).
  20. Nicolini, pag. 67.
  21. Pacileo, Gargano, pag. 29.
  22. Pacileo, Gargano, pag. 32.
  23. Pacileo, Gargano, pag. 35.
  24. Pacileo, Gargano, pag. 50.
  25. Caremani, pag. 19.
  26. Pacileo, Gargano, pag. 64.
  27. Caremani, pag. 24.
  28. Pacileo, Gargano, pag. 75.
  29. Dalla Coppa delle Alpi a Corrado Ferlaino, su sscnapoli.it. URL consultato il 14 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  30. Nicolini, pag. 182.
  31. Pacileo, Gargano, pag. 76.
  32. Pacileo, Gargano, pag. 81.
  33. Pacileo, Gargano, pag. 84.
  34. Pacileo, Gargano, pag. 89.
  35. Pacileo, Gargano, pag. 92-94.
  36. Pacileo, Gargano, pag. 99.
  37. Pacileo, Gargano, pag. 103.
  38. Ferlaino: "15 miliardi spesi bene", su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 3 luglio 1984. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato il 25 settembre 2013).
  39. Pacileo, Gargano, pag. 113.
  40. Pacileo, Gargano, pag. 117.
  41. Napoli ha vinto, e scusate il ritardo, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 12 maggio 1987. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato il 18 marzo 2012).
  42. Pacileo, Gargano, pag. 118.
  43. Pacileo, Gargano, pag. 124.
  44. Bianchi, fuga con lacrime, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 18 maggio 1989. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato il 21 settembre 2013).
  45. Pacileo, Gargano, pag. 126.
  46. Pacileo, Gargano, pag. 129.
  47. Pacileo, Gargano, pag. 131.
  48. Pacileo, Gargano, pag. 133.
  49. Pacileo, Gargano, pag. 134.
  50. Pacileo, Gargano, pag. 135.
  51. Arrivederci Napoli, restano solo i ricordi, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 12 aprile 1998. URL consultato il 5 febbraio 2010 (archiviato il 25 settembre 2013).
  52. La città è impazzita come per lo scudetto, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 5 giugno 2000. URL consultato il 5 febbraio 2010 (archiviato il 25 settembre 2013).
  53. Napoli, rabbia e serie B, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 18 giugno 2001. URL consultato il 5 febbraio 2010 (archiviato il 25 settembre 2013).
  54. Napoli, Corbelli presidente, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 7 luglio 2000. URL consultato il 5 febbraio 2010 (archiviato il 5 aprile 2012).
  55. Naldi, presidente tifoso 'Farò un grande Napoli', su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 22 giugno 2002. URL consultato il 5 febbraio 2010 (archiviato il 25 settembre 2013).
  56. Una città tra dolore e speranze "In qualche modo ripartiremo", su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 3 agosto 2004. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato il 25 settembre 2013).
  57. Il Napoli è di De Laurentiis "E ora una grande squadra", su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 5 settembre 2004. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato il 10 gennaio 2010).
  58. Ore 19: vince De Laurentiis, nasce il nuovo Napoli Soccer, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 7 settembre 2004. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato il 25 settembre 2013).
  59. Reja: 'Se non avessi vinto stavolta avrei dato il mio addio al calcio', su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 18 aprile 2006. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato il 25 settembre 2013).
  60. De Laurentiis: 'Pronto a entrare in Lega', su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 24 maggio 2006. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato il 16 gennaio 2012).
  61. Il ritorno di Genova e Napoli una grande festa per la A, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 11 giugno 2007. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato il 15 gennaio 2012).
  62. Napoli, Mazzarri è ufficiale "Decisione indispensabile", su gazzetta.it, 6 ottobre 2009 (archiviato il 22 gennaio 2016).
  63. Napoli impazzisce di gioia: terzo posto e Champions!, su corrieredellosport.it, 15 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2013).
  64. Coppa Italia al Napoli Primo k.o. della Juve, su gazzetta.it, 20 maggio 2012. URL consultato il 31 dicembre 2012 (archiviato il 23 maggio 2012).
  65. Benitez è il nuovo allenatore del Napoli, su sscnapoli.it, 27 maggio 2013. URL consultato il 4 giugno 2014 (archiviato il 1º luglio 2017).
  66. Finale Coppa Italia, Fiorentina-Napoli 1-3. Doppio Insigne, gol di Vargas e Mertens, su gazzetta.it, 3 maggio 2014 (archiviato il 4 maggio 2014).
  67. Tabellino Juventus-Napoli, su gazzetta.it. URL consultato il 22 dicembre 2014 (archiviato il 22 dicembre 2014).
  68. Maurizio Sarri nuovo allenatore del Napoli, su sscnapoli.it. URL consultato il 5 dicembre 2019 (archiviato il 5 dicembre 2019).
  69. Serie A, il Napoli è campione d'inverno dopo oltre 26 anni d'attesa, su corrieredellosport.it. URL consultato il 5 dicembre 2019 (archiviato il 21 dicembre 2016).
  70. Napoli-Frosinone 4-0: Higuain riscrive la storia, azzurri in Champions, su repubblica.it, 14 maggio 2016. URL consultato il 5 dicembre 2019 (archiviato il 5 dicembre 2019).
  71. Sampdoria-Napoli 2-4: agli azzurri la vittoria non basta, restano al terzo posto, su repubblica.it, 28 maggio 2017. URL consultato il 5 dicembre 2019 (archiviato il 5 dicembre 2019).
  72. Napoli campione d'inverno, è mezzo scudetto? Sì 9 volte su 10, ma nel 2015-2016..., su sport.sky.it. URL consultato il 5 dicembre 2019 (archiviato il 5 dicembre 2019).
  73. Roma-Juventus 0-0, trionfo bianconero: è il settimo scudetto di fila, su repubblica.it, 13 maggio 2018. URL consultato il 5 dicembre 2019 (archiviato il 5 dicembre 2019).
  74. Napoli, doppia festa: nuovo record di punti, Hamsik il più presente in A, su ilmattino.it. URL consultato il 5 dicembre 2019 (archiviato il 5 dicembre 2019).
  75. Almanacco 2014,  pp. 98-99.
  76. Originariamente destinato al campionato cadetto di Prima Divisione.
  77. Inizialmente retrocesso in Prima Divisione, viene successivamente ripescato a seguito dell'allargamento dei quadri del campionato.
  78. Inizialmente destinato agli spareggi per determinare le retrocessioni in Serie B, viene successivamente esentato a seguito dell'allargamento dei quadri del campionato.
  79. Declassato dal 18º posto ottenuto sul campo per un tentativo di corruzione nella gara contro il Bologna.
  80. Napoli-Roma, azzurri con la quarta maglia: è un omaggio a Maradona, su goal.com, 29 novembre 2020. URL consultato il 2 dicembre 2020 (archiviato il 29 novembre 2020).
  81. https://www.casanapoli.net/2020/08/30/ssc-napoli-si-studia-una-quarta-maglia-in-stile-argentina/, su casanapoli.net, 30 agosto 2020. URL consultato il 2 dicembre 2020 (archiviato il 4 marzo 2021).
  82. SSC Napoli-Sito ufficiale, su sscnapoli.it. URL consultato il 24 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2016).
  83. Pacileo e Gargano, p. 95
  84. Giorgio Ascarelli era di origine ebraica.
  85. Gli stadi che hanno ospitato il Napoli, su sscnapoli.it. URL consultato il 25 ottobre 2009 (archiviato il 2 aprile 2013).
  86. Varriale, pag. 76.
  87. Piazzale Tecchio, su campiflegrei.eu. URL consultato il 18 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2013).
  88. Copia archiviata, su sscnapoli.it. URL consultato il 15 aprile 2021 (archiviato il 15 aprile 2021).
  89. La storia del Napoli dal 1963 al 1968, su sscnapoli.it. URL consultato il 15 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  90. Sprint partenopeo anche nel bilancio, su ilsole24ore.com, 27 gennaio 2010. URL consultato il 12 luglio 2010 (archiviato il 25 settembre 2013).
  91. Tutte le sedi del Napoli, su sscnapoli.it. URL consultato il 25 novembre 2016 (archiviato il 24 novembre 2016).
  92. L'Organigramma della Società Sportiva Calcio Napoli S.p.A, su sscnapoli.it. URL consultato il 15 febbraio 2014 (archiviato l'8 gennaio 2018).
  93. Copia archiviata, su legaseriea.it. URL consultato l'8 luglio 2021 (archiviato il 9 luglio 2021).
  94. Montervino al Santobono per l'inaugurazione dell'Ecografo donato dall'A.R.L.I, su sscnapoli.it, 31 marzo 2009. URL consultato il 4 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2009).
  95. La SSCN e l'educazione alla legalità, su sscnapoli.it, 14 aprile 2008. URL consultato il 4 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2008).
  96. La SSC Napoli sostiene SOS Italia, su sscnapoli.it, 14 febbraio 2008. URL consultato il 4 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2008).
  97. Il Napoli in visita ai ragazzi del progetto "Scugnizzi" di Nisida, su sscnapoli.it, 30 marzo 2010. URL consultato il 4 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2010).
  98. Il Napoli per la Robert F. Kennedy Foundation, su sscnapoli.it, 20 giugno 2008. URL consultato il 4 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2008).
  99. Il Napoli per la fondazione Kennedy, su sscnapoli.it, 14 luglio 2009. URL consultato il 4 aprile 2010 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2009).
  100. Il Napoli al fianco della 'Kennedy Foundation' e Charitybuzz per i diritti umani in Europa, su sscnapoli.it, 22 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2010).
  101. La SSC Napoli per la Fondazione Robert F. Kennedy. All'asta per i tifosi un match di Champions League da seguire al fianco del Presidente De Laurentiis, su sscnapoli.it, 6 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2011).
  102. Il Napoli per Telethon, su sscnapoli.it, 11 dicembre 2008. URL consultato il 4 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2008).
  103. Battuta all'asta la panda azzurra, su sscnapoli.it, 13 gennaio 2013. URL consultato il 21 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2013).
  104. Il Napoli per le vittime del terremoto, su sscnapoli.it, 10 aprile 2009. URL consultato il 4 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2009).
  105. Il Napoli spalanca il "Cuore d'Atleta", su sscnapoli.it, 31 marzo 2010. URL consultato il 4 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2010).
  106. Pacileo, Gargano, pag. 11.
  107. Almanacco 2003, pag. 888.
  108. Almanacco 2003, pag. 320.
  109. Almanacco 2003, pag. 399.
  110. La storia del Napoli ridotta in cenere., su ilmattino.it, 5 aprile 2013. URL consultato il 31 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  111. Albo d'oro campionato nazionale "Berretti", su lega-pro.com, 12 gennaio 2010. URL consultato l'8 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2016).
  112. Copia archiviata, su areanapoli.it. URL consultato il 23 luglio 2021 (archiviato il 23 luglio 2021).
  113. Copia archiviata, su calcionapoli24.it. URL consultato il 23 luglio 2021 (archiviato il 23 luglio 2021).
  114. Cosmo Palumbo convocato da Rocca per le qualificazioni agli Europei Under 19, su sscnapoli.it. URL consultato l'11 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2008).
  115. Il Napoli al Torneo di Viareggio, su sscnapoli.it. URL consultato l'11 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2010).
  116. Tramontano, pag. 7.
  117. Pacileo, Gargano,  pag. 17.
  118. Quel ragazzo della curva B, su archiviodelcinemaitaliano.it, Archivio del cinema italiano, ANICA. URL consultato il 15 novembre 2016 (archiviato il 15 novembre 2016).
  119. Tifosi, su archiviodelcinemaitaliano.it, Archivio del cinema italiano, ANICA. URL consultato il 15 novembre 2016 (archiviato il 15 novembre 2016).
  120. Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento, su archiviodelcinemaitaliano.it, Archivio del cinema italiano, ANICA. URL consultato il 15 novembre 2016 (archiviato il 15 novembre 2016).
  121. Maradona la mano di Dio, su archiviodelcinemaitaliano.it, Archivio del cinema italiano, ANICA. URL consultato il 15 novembre 2016 (archiviato il 15 novembre 2016).
  122. Colpi di fortuna, su archiviodelcinemaitaliano.it, Archivio del cinema italiano, ANICA. URL consultato il 15 novembre 2016 (archiviato il 15 novembre 2016).
  123. Tutti i presidenti da Ascarelli a De Laurentiis, su sscnapoli.it. URL consultato il 15 febbraio 2014 (archiviato il 19 febbraio 2014).
  124. Le rose storiche del Napoli, su sscnapoli.it. URL consultato il 15 febbraio 2014 (archiviato il 20 febbraio 2014).
  125. Le mansioni presidenziali furono temporaneamente svolte da un comitato costituito dai soci Emilio Reale, Eugenio Coppola, Gustavo Zinzaro, Elia e Picchetti
  126. Tramontano, pag. 6.
  127. Tramontano, p. 39.
  128. Nard., Comincia per il Napoli il campionato della riscossa - Breve intervista col neo presidente degli azzurri, su dlib.coninet.it, Il Littoriale della domenica, n. 17, anno 1, p. 3, 30 agosto 1942. URL consultato il 21 agosto 2020 (archiviato il 21 maggio 2014).
  129. Dal 19 gennaio 1945
  130. Dal 21 febbraio 1945
  131. Dal 28 ottobre 1945 al 7 gennaio 1948
  132. Tramontano, pag. 55.
  133. Dal 7 gennaio 1948
  134. Muscariello consigliere delegato dal 14 gennaio 1948 e commissario straordinario dal 29 gennaio 1948, sotto il controllo di Mirante, Egidio Musollino e Francesco Caputo
  135. Corrado Ferlaino azionista di riferimento con maggioranza assoluta.
  136. Tramontano, p. 7.
  137. Mario Improta, Numeri Azzurri, Fratelli Frilli Editori, pagine 48 e 50
  138. Gazzetta dello Sport, diverse edizioni del luglio 1968
  139. Varriale, pag. 22.
  140. Varriale, pag. 46.
  141. Varriale, pag. 42.
  142. Varriale, pag. 80.
  143. Varriale, pag. 82.
  144. Varriale, pag. 86.
  145. Varriale, pag. 84.
  146. Varriale, pag. 140.
  147. Varriale, pag. 150.
  148. Varriale, pag. 130.
  149. Varriale, pag. 147.
  150. Varriale pag. 146.
  151. Varriale, pag. 142.
  152. Varriale, pag. 205.
  153. (EN) Pelè and Maradona win Fifa century award, su sportsillustrated.cnn.com, 11 dicembre 2000. URL consultato il 24 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2014).
  154. (EN) The World's best Player of the Century, su iffhs.de, iffhs.com. URL consultato il 24 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2012).
  155. Varriale, pag. 206.
  156. Varriale, pag. 207.
  157. Varriale, pag. 202.
  158. Higuain, record di gol: sono 36, superato Nordahl, su gazzetta.it, 14 maggio 2016. URL consultato il 15 novembre 2016 (archiviato il 21 ottobre 2016).
  159. Juve-Higuain: è ufficiale. Al Napoli 90 milioni in due rate: 5 anni di contratto, su gazzetta.it, 26 luglio 2016. URL consultato il 15 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2016).
  160. Calciomercato, ufficiale: Higuain è della Juventus, su corrieredellosport.it, 26 luglio 2016. URL consultato il 15 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2016).
  161. Maradona, il Napoli ritira il numero 10, su ricerca.repubblica.it, Repubblica.it, 25-08-2000. URL consultato il 29-01-2010 (archiviato il 26 settembre 2013).
  162. Sosa, sono lacrime di festa, su ricerca.repubblica.it, Repubblica.it, 11-05-2008. URL consultato il 29-01-2010 (archiviato il 16 gennaio 2011).
  163. Varriale, pag. 21.
  164. Tramontano, pagg. 97, 98, 102 e 107.
  165. Varriale, pagg. 205, 206 e 207.
  166. (EN) Club statistics, su forza_azzurri.homestead.com, forza-azzurri.info. URL consultato il 9 luglio 2010 (archiviato il 2 aprile 2010).
  167. Varriale, pag. 40.
  168. Almanacco 2014, pag. 618.
  169. La Stampa, 20 maggio 1980, pagina 23 Archiviato il 6 giugno 2014 in Internet Archive. archiviolastampa.it
  170. Almanacco 2014, pag. 598.
  171. Almanacco 2014, pag. 608.
  172. Almanacco 2014, pag. 605.
  173. Almanacco 2014, pag. 603.
  174. Almanacco 2014, pag. 609.
  175. Napoli-Nazionali: un mercoledì da leoni, su sscnapoli.it, 19 novembre 2008. URL consultato il 18 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2008).
  176. https://web.archive.org/web/20180717071338/http://www.figc.it/it/204/24866/2010/06/News.shtml
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[de] SSC Neapel

Die Società Sportiva Calcio Napoli, kurz S.S.C. Napoli oder Napoli, im deutschsprachigen Raum bekannt als SSC Neapel, ist ein italienischer Fußballverein aus der kampanischen Hauptstadt Neapel.

[en] S.S.C. Napoli

Società Sportiva Calcio Napoli, commonly referred to as Napoli (pronounced [ˈnaːpoli]), is an Italian professional football club based in the city of Naples (Italian: Napoli), Campania that plays in Serie A, the top flight of Italian football. Napoli has won two Serie A titles, six Coppa Italia titles, two Supercoppa Italiana titles, and one UEFA Cup.[1][2]

[es] Società Sportiva Calcio Napoli

La Società Sportiva Calcio Napoli, también conocida como S. S. C. Napoli o simplemente Napoli o Nápoles, es un club de fútbol italiano con sede en la ciudad de Nápoles, en la región de Campania. Fue fundado en 1926 como Associazione Calcio Napoli, asumiendo el nombre actual en 1964, y refundado en 2004. Actualmente participa en la Serie A, correspondiente a la máxima división del fútbol en Italia.[9]
- [it] Società Sportiva Calcio Napoli

[ru] Наполи

«На́поли» (итал. S.S.C. Napoli) — итальянский профессиональный футбольный клуб из Неаполя, основан в 1926 году. В настоящее время[какое?] играет в Серии А. Цвета клуба — лазурно-белые. Домашний стадион — «Диего Армандо Марадона».



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