I Detroit Pistons sono una delle trenta squadre di pallacanestro che militano nel massimo campionato professionistico statunitense, la National Basketball Association e hanno sede ad Auburn Hills, Michigan, un sobborgo di Detroit. La squadra ha giocato le sue partite casalinghe presso il Palace of Auburn Hills dal 1988 fino al termine della stagione NBA 2016-2017 per poi spostarsi dalla stagione successiva nella nuova Little Caesars Arena in costruzione nel centro di Detroit.
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Detroit Pistons Pallacanestro | ||||
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Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali | Blu reale, rosso, grigio, blu marino, bianco[1][2] | |||
Dati societari | ||||
Città | Detroit (MI) | |||
Nazione | Stati Uniti | |||
Confederazione | NBA | |||
Federazione | Eastern Conference | |||
Campionato | National Basketball Association | |||
Division | Central Division | |||
Fondazione | 1941 e 1937 | |||
Denominazione | Fort Wayne Zollner Pistons (1941-1948) Fort Wayne Pistons (1948-1957) Detroit Pistons (1957-) | |||
Proprietario | Tom Gores | |||
General manager | Jeff Bower | |||
Allenatore | Dwane Casey | |||
Impianto | Little Caesars Arena (20,491 posti) | |||
Sito web | www.nba.com/pistons | |||
Palmarès | ||||
Titoli NBA | 3 | |||
Titoli di conference | 7 | |||
Titoli di division | 11 | |||
Titoli NBL | 2 | |||
Altri titoli | 5 Titoli di Division NBL | |||
Stagione in corso |
I Detroit Pistons hanno vinto tre titoli Nba nel 1989, 1990 e nel 2004.
La franchigia venne fondata nel 1941 a Fort Wayne, nello Stato dell'Indiana, da Fred Zollner, proprietario di una compagnia che produceva pistoni per la General Motors e giocavano le proprie partite casalinghe presso la palestra del North Side Liceo a Fort Wayne, Indiana.
Prima della nascita della NBA, di cui i Pistons sono la squadra più antica, la franchigia militò nella National Basketball League, nella quale si laureò due volte campione (1944 e 1945). I Fort Wayne Zollner Pistons vinsero inoltre il Torneo Mondiale di Basket Professionista nel 1944, 1945 e 1946.
La denominazione iniziale della squadra era Fort Wayne Zollner Pistons ma nel 1948, con il trasferimento nella BAA, mutò in Fort Wayne Pistons[3].
Guidati dall'ala George Yardley, i Fort Wayne Pistons raggiunsero le finali NBA nel 1955 e nel 1956, perse rispettivamente contro i Syracuse Nationals (4-3) e i Philadelphia Warriors (4-1).
Nonostante a Fort Wayne i Pistons poterono godere di un solido apporto dei tifosi locali, nel 1957 Zollner decise di seguire la tendenza delle altre franchigie e di spostare la squadra in una città dal bacino di utenza più ampio e adeguato a poter mantenere una squadra NBA: la scelta cadde su Detroit, una metropoli sprovvista di una squadra professionistica dopo che i Detroit Gems erano scomparsi dopo una sola stagione di esistenza (1946-47).
I nuovi Detroit Pistons giocarono all'Olympia Stadium (ex sede della franchigia NHL Detroit Red Wings) durante le loro prime quattro stagioni, per poi trasferirsi alla Cobo Arena.
In quegli anni la squadra ottenne sempre risultati deludenti, sia sul campo sia ai botteghini.
Tra gli anni 60 e 70 i Pistons si caratterizzarono per essere una compagine dalle spiccate individualità ma dal gioco di squadra pressoché inesistente. Tante le superstar che in quei primi anni vissuti a Detroit giocarono per i Pistons: Dave DeBusschere (diventato il più giovane giocatore-allenatore nella storia del NBA), Dave Bing, Jimmy Walker e Bob Lanier.
Nel 1974, Zollner vendette la squadra a Bill Davidson che nel 1978 spostò i Pistons dal centro di Detroit al sobborgo di Pontiac, dove potevano giocare nel gigantesco Silverdome, una struttura costruita per le partite di football americano.
Davidson rimase proprietario della Franchigia fino alla sua morte avvenuta il 14 marzo 2009.
Gli anni ottanta incominciarono male, con un bilancio di 16-66 nella stagione 1979-80 e di 21-61 nella stagione 1980-1981.
La squadra del 1979-80 perse le ultime 14 partite che, sommate con le 7 sconfitte consecutive all'inizio della stagione 1980-81, stabilirono un record di 21 sconfitte consecutive (poi superato).
Le fortune della squadra cominciarono a cambiare nel 1981, quando venne presa la guardia Isiah Thomas proveniente dall'Indiana University che insieme all'ex centro dei Cleveland Cavaliers (e con un passato italiano a Brescia) Bill Laimbeer e la guardia Vinnie Johnson, proveniente dai Seattle SuperSonics, composero il vero nucleo della squadra che negli anni futuri lottò per i vertici della Lega.
La via per il successo, tuttavia, non ebbe un inizio facile: nel 1984 infatti i Pistons vennero sconfitti per 3-2 dagli sfavoriti New York Knicks. Nei Playoff 1985 i Pistons vinsero la loro prima serie di playoff, affrontando in semifinale i Boston Celtics, campioni uscenti; nonostante la vittoria dei Celtics per 4-2, la sorprendente prestazione dei Pistons pose le basi per una rivalità che sarebbe continuata per tutto il decennio successivo.
Nel draft 1985 i Pistons selezionarono - con la 18ª scelta assoluta - la guardia Joe Dumars e acquisirono Rick Mahorn dai Washington Bullets.
La squadra fece tuttavia un passo indietro, venendo eliminata al primo turno dei play-off dai più atletici Atlanta Hawks. Dopo la sconfitta, l'allenatore Chuck Daly e il capitano Isiah Thomas stabilirono che l'unico modo per salire ai vertici dell'Eastern Conference era adottare uno stile di gioco più aggressivo.
In vista della stagione 1986-1987 i Pistons acquisirono alcuni giocatori chiave: John Salley (11ª scelta assoluta), Dennis Rodman (27ª) e Adrian Dantley (acquisito in uno scambio con gli Utah Jazz).
La squadra adottò uno stile di gioco più fisico e difensivo, che gli procurò il soprannome di "Bad Boys".
Nel 1987 i Pistons raggiunsero le finali di Eastern Conference, miglior risultato dai tempi di Fort Wayne, contro i Celtics. Dopo aver portato i campioni in carica a un pareggio sul 2-2, i Pistons erano sul punto di vincere gara 5 al Boston Garden a pochi secondi dalla fine. Dopo una palla persa dai Celtics, Thomas tentò di recuperare velocemente la palla, non sentendo la richiesta di Chuck Daly di chiamare un timeout (la NBA non aveva ancora introdotto la regola che permetteva agli allenatori di chiamare da soli il timeout). Larry Bird rubò allora la palla passandola a Dennis Johnson che realizzò il tiro-vittoria. I Pistons vinceranno gara 6 a Detroit ma i Celtics vinceranno gara 7 a Boston.
Motivati dalla sconfitta contro i Celtics i Pistons, aiutati anche dall'acquisizione di James Edwards, raggiunsero un allora record per la franchigia di 54 vittorie vincendo per la prima volta nella storia la Central Division. Ai Playoffs 1988 i Pistons vendicarono le due precedenti sconfitte con i Celtics sconfiggendoli per 4-2 e avanzando alle Finali 1988 per la prima volta dal loro arrivo a Detroit.
La prima finale dei Pistons li vide contrapposti ai più quotati Los Angeles Lakers guidati da un trio di All-Star composto da Magic Johnson, Kareem Abdul-Jabbar e James Worthy. Dopo una serie di 3-2 a favore dei Pistons, questi sembrarono sul punto di vincere il loro primo titolo NBA in gara 6. In quella partita Isiah Thomas, con una caviglia gravemente slogata, mise a segno un record per le Finali NBA di 25 punti nel terzo quarto. Nonostante questo i Lakers vinsero la partita per 103-102, grazie a due tiri liberi realizzati da Jabbar a seguito di un discutibile fallo chiamato su Bill Laimbeer, definito da molti tifosi dei Pistons e da Laimbeer stesso un "fallo fantasma". Con Isiah Thomas non in grado di giocare al massimo, i Pistons vennero sconfitti a fatica per 108-105.
La squadra gioca nel lussuoso Palace of Auburn Hills dal 1988. Nel 1989 i Pistons completarono la costruzione della rosa cedendo Adrian Dantley in cambio di Mark Aguirre, manovra inizialmente criticata duramente dai tifosi dei Pistons, che poi però si ravvederanno. La squadra vinse 63 partite, frantumando il precedente record della franchigia, avanzando come un rullo compressore ai Playoffs battendo rispettivamente 4-0 i rivali dei Celtics al primo turno; 4-0 Milwaukee in semifinale e distruggendo 4-2 i Chicago Bulls di Michael Jordan e Scottie Pippen in finale di Conference. Al termine del percorso i Pistons si trovarono nuovamente di fronte ai Los Angeles Lakers per una serie di finali NBA dal forte sapore di vendetta. Questa volta furono proprio i Pistons a trionfare distruggendo letteralmente i rivali dei Lakers con un netto 4-0 e vincendo il loro primo titolo NBA. Dumars venne nominato MVP delle Finali. Gara 4 della serie ha segnato anche il ritiro di Kareem Abdul-Jabbar.
I Pistons difesero con successo il titolo nella stagione 1989-90. Dopo aver vinto 59 partite e il terzo titolo di Division, i Pistons avanzarono nei Playoffs arrivando per la quarta volta consecutiva alle finali di Eastern Conference. Affrontando per la terza stagione consecutiva i Chicago Bulls di Michael Jordan, si dividono equamente le prime sei partite ma i Pistons conclusero la serie con una vittoria per 93-74 in gara-7. Arrivati per la terza volta consecutiva alle Finali, i Pistons affrontano i Portland Trail Blazers. Dopo aver diviso le prime due partite al Palace, i Pistons vanno a Portland, dove non vincevano una partita dal 1974, per giocare gara-3, gara-4 e gara-5. I Pistons vinsero tutte e tre le partite a Portland, diventando la prima squadra a vincere le tre partite centrali in trasferta. Il momento decisivo arriva all'ultima partita. I Pistons, in svantaggio per 90-83 a due minuti dalla fine, mettono a segno un'incredibile rimonta riuscendo a tenere gli avversari inchiodati ai 90 punti fino al termine del match: prima Vinnie Johnson, canestro più tiro libero (realizzato) e tiro in sospensione, a portare il punteggio sul 90 a 88 per Portland a poco più di un minuto dalla fine del match; poi è Isiah Thomas a realizzare il canestro del pareggio dalla media distanza. 90-90, trentacinque secondi dalla fine, palla a Portland. Altissima la tensione per i Blazers che sbagliano il canestro del possibile vantaggio e consegnano l'ultimo possesso del match a Detroit a 20 secondi dalla fine.
Thomas gioca con il cronometro, prova la penetrazione ma si vede murato dalla difesa dei Blazers, così allarga sul versante destro per Vinnie Johnson che grazie a un tiro da 5 metri a 0,07 secondi dalla fine della partita decide gara 5 e consegna il secondo titolo NBA consecutivo a Detroit. A Thomas invece il premio di MVP delle Finali.
La corsa al titolo dei Pistons nella stagione 1990-91 si concluse alle finali di Eastern Conference, dove i Pistons furono distrutti per 4-0 dai Chicago Bulls, futuri campioni NBA. Una causa della loro eliminazione fu anche l'infortunio di Thomas, operato al polso appena prima dei Playoffs. Le finali di Conference furono ricordate soprattutto perché nell'ultima partita i Pistons uscirono dal campo poco prima della fine senza stringere la mano ai Bulls. Dopo la serie Michael Jordan si disse "Scioccato che Isiah non abbia giocato così duramente".[senza fonte]
I Pistons passarono attraverso un lungo periodo di transizione quando i giocatori chiave si ritirarono (Laimbeer nel 1993 e Thomas nel 1994) o cambiarono squadra (Johnson, Rodman, Edwards e Salley tra gli altri), arrivando a chiudere la stagione 1993-94 con un bilancio di 20-62. Dopo essere stati eliminati dai Miami Heat nei play-off 2000, Dumars (che si era ritirato nel 1999) viene assunto come presidente. Si trova subito a fronteggiare quello che sembrava un grande regresso per la squadra, visto che Grant Hill, unica stella della squadra nelle ultime stagioni, stava per essere ceduto agli Orlando Magic. Tuttavia Dumars riesce a ottenere dai Magic Ben Wallace e Chucky Atkins in cambio di Hill. Entrambi si inseriscono velocemente negli schemi dei Pistons e Wallace diventerà un'All-Star oltre che a uno dei principali artefici del titolo 2004. Al contrario Hill avrebbe giocato solo 47 partite in quattro anni a causa di un infortunio alla caviglia.
La stagione 2000-01 è ancora difficile per i Pistons concludendo con 32-50. A fine stagione Dumars licenzia l'allenatore George Irvine assumendo al suo posto Rick Carlisle, un assistente allenatore molto rispettato che aveva già vinto il titolo NBA da giocatore con i Boston Celtics. La franchigia torna anche ai tradizionali colori rosso, bianco e blu.
Guidati da Carlisle i Pistons chiudono la loro prima stagione con più di 50 vittorie dal 1997 e vincono la loro prima serie ai play-off dal 1991. Nella off-season 2002 Dumars arricchisce la rosa della squadra ingaggiando il free agent Chauncey Billups, acquisendo Rip Hamilton dai Washington Wizards e selezionando Tayshaun Prince dal Kentucky, altri tre artefici del titolo 2004. I Pistons chiudono un'altra stagione da 50 vittorie e avanzano fino alle finali di Eastern Conference dove però vengono distrutti per 4-0 dai New Jersey Nets.
Nonostante i notevoli miglioramenti della squadra Carlisle viene licenziato nella offseason 2003. Si pensa ci siano state cinque ragioni alla base del suo licenziamento: primo, Carlisle era sembrato riluttante a dare spazio ad alcuni dei giovani della squadra, come Prince e Mehmet Okur, durante la stagione regolare, cosa che aveva fatto infuriare Dumars; in secondo luogo alcuni giocatori (in particolare Wallace) non andavano d'accordo con Carlisle; in terzo luogo Carlisle usava un sistema di gioco offensivo troppo prudente; inoltre l'Hall of Fame Larry Brown aveva dato la sua disponibilità ad allenare i Pistons, e Carlisle si era detto interessato alla panchina degli Indiana Pacers durante la corsa dei Pistons ai play-off 2003. Brown accetta l'incarico in estate e Carlisle viene ingaggiato dai Pacers come previsto.
Al Draft del 2003 i Pistons hanno la 2ª scelta assoluta ma la spendono male selezionando il serbo Darko Miličić quando erano ancora disponibili Dwyane Wade, Carmelo Anthony e Chris Bosh. La trasformazione dei Pistons in una squadra da titolo viene completata nel 2004 con l'ingaggio di Rasheed Wallace. I Pistons avevano quindi un giocatore di alto livello in tutti i ruoli. Allenati da Brown, i Pistons sono tornati ai vertici, concludendo con un bilancio di 54-28, il migliore dal 1997. Ai play-off 2004, dopo aver sconfitto per 4-1 i Milwaukee Bucks, riescono a sconfiggere i New Jersey Nets campioni uscenti della Eastern Conference per 4-3 dopo essere stati in svantaggio di 2-3. I Pistons sconfiggono poi a fatica per 4-2 gli Indiana Pacers allenati da Carlisle arrivando alle finali NBA per la prima volta dal 1990. I Pistons vinsero il campionato NBA 2003-04 battendo i favoritissimi Los Angeles Lakers per 4-1 in una serie che resta tutt'oggi ancora celebre come uno dei più grandi upset della storia dell'NBA; i Lakers, vincitori di tre campionati NBA nei precedenti quattro anni, potevano contare su una squadra stellare con giocatori del calibro di Shaquille O'Neal, Kobe Bryant, Gary Payton e Karl Malone. I Pistons riescono a vincere tre partite su quattro con un margine di vantaggio in doppia cifra e in gara-3 fanno segnare ai Lakers appena 68 punti, record negativo per loro. Billups venne eletto MVP delle finali. Con questa vittoria il proprietario dei Pistons, Bill Davidson, diventa il primo (e finora anche l'unico) proprietario le cui squadre vincono nello stesso anno il titolo NBA e il titolo NHL, avendo vinto anche la Stanley Cup come proprietario dei Tampa Bay Lightning.
L'anno successivo, nonostante la perdita di alcuni elementi chiave della panchina (tra i quali Okur, Mike James e Corliss Williamson), i Pistons sono ancora considerati una delle squadre favorite per il titolo NBA. Durante la stagione regolare mettono a segno 54 vittorie, chiudendo la quarta stagione consecutiva con 50 o più vittorie. Ai play-off 2005 sconfiggono prima i Philadelphia 76ers 4-1 e poi gli Indiana Pacers 4-2 (nonostante fossero stati in svantaggio per 2-1). Alle finali di Eastern Conference incontrano i Miami Heat; nonostante finiscano ancora una volta in svantaggio i Pistons riescono a vincere la serie 4-3. I Pistons arrivano quindi nuovamente in finale ma vengono battuti per 4-3 dai San Antonio Spurs. Nella prima gara-7 delle finali NBA dal 1994 i Pistons perdono una partita combattutissima contro gli Spurs, che vincono il terzo titolo NBA dal 1999. La stagione 2004-2005 è stata caratterizzata da una grande polemica, come delle questioni di distrazione che riguardano Brown. Durante il primo mese della stagione scoppia una grande rissa durante una partita tra i Pistons e gli Indiana Pacers; la rissa, che ha coinvolto sia giocatori sia tifosi, è stata una delle più grandi nella storia dello sport americano. Il risultato sono state numerose multe e sospensioni per alcuni giocatori e un grande controllo di NBA e giornalisti. Brown lascia due volte la squadra a causa di alcuni problemi di salute scatenando delle voci che lo volevano in trattativa con altre squadre. Preoccupati per il suo stato di salute e irritati per la ricerca di altri posti di lavoro durante la stagione i Pistons rescindono il contratto di Brown subito dopo le finali NBA 2005. Brown è subito nominato allenatore dei New York Knicks mentre i Pistons al suo posto assumono Flip Saunders, già allenatore dei Minnesota Timberwolves.
Nella stagione 2005-06 i Pistons partono come favoriti per la vittoria del titolo e infatti la franchigia chiude la Regular Season al primo posto nella Central Division con il record di vittorie per la squadra di 64-18. La loro partenza con 37-5 è la migliore per qualsiasi franchigia di Detroit nella storia e il secondo miglior inizio nelle prime 42 partite nella storia NBA. Quattro dei cinque titolari dei Pistons (Billups, Hamilton, R.Wallace e B.Wallace) furono selezionati per l'All-Star Game e Saunders venne selezionato per allenarli. I Pistons chiudono la stagione con un bilancio di 64-18, stabilendo un record di vittorie per la franchigia sia totale sia parziale (27). Inoltre la squadra stabilisce un altro record schierando lo stesso quintetto iniziale per 73 partite consecutive dall'inizio della stagione. Nei playoff dopo le vittorie contro i Milwaukee Bucks (4-1) e i Cleveland Cavaliers (4-3, dopo essere stati in svantaggio 3-2), Detroit arriva alle finali della Eastern Conference dove però si deve arrendere per 4-2 ai Miami Heat, i quali poi vinceranno il titolo contro i Dallas Mavericks.
Durante l'estate la squadra perde uno dei suoi elementi cardine, Ben Wallace, il quale passa ai Chicago Bulls; nonostante un'offerta dei Pistons di un contratto di 4 anni a 48 milioni di dollari (che lo avrebbero reso il Piston più pagato di sempre), Wallace accetta quella dei Bulls di 4 anni a 60 milioni. Per rimpiazzarlo i Pistons acquistano dai San Antonio Spurs il centro Nazr Mohammed. Nonostante questo ingaggio i Pistons continuano a cercare ulteriori rinforzi e il 17 gennaio ingaggiano il free agent Chris Webber. La nuova stagione 2006-07 parte con qualche affanno iniziale (partenza con un bilancio di 21-15) ma alla fine Detroit riuscirà, dopo l'ingaggio di Webber (32-14 il bilancio dopo il suo arrivo) a vincere la Central Division e l'11 aprile anche l'Eastern Conference, che garantiva il vantaggio di giocare in casa ai primi turni dei playoff. Nei play-off i Pistons prima incontrano gli Orlando Magic, i quali vengono liquidati con un secco 4-0 (prima vittoria in quattro partite dal 1990 per i Pistons), poi i Chicago Bulls (prima volta che due squadre della Central Division si incontravano nella postseason dal 1991), che vengono sconfitti per 4-2 permettendo l'accesso alle finali della Eastern Conference; dopo aver vinto le prime due partite di 26 e 21 punti, i Pistons vincono gara 3 81-74 andando però in vantaggio anche di 19 punti, i Bulls evitano l'eliminazione vincendo gara 4 e gara 5 ma i Pistons chiudono la serie vincendo gara 6 95-85. Nelle finali (quinta volta consecutiva come dal 1987 al 1991) Detroit incontra i Cleveland Cavaliers, alla vigilia nettamente sfavoriti; infatti i Pistons si aggiudicano facilmente le prime 2 partite della serie, da lì in poi però Detroit non riuscirà più a vincere una partita e verranno eliminati clamorosamente per 4-2.
Al draft 2007 i Pistons selezionano Rodney Stuckey con la 15ª scelta e Arron Afflalo con la 27ª. Rifirmano poi Billups facendogli firmare un contratto a lungo termine, rifirmano inoltre il talento Amir Johnson e la riserva chiave Antonio McDyess. La stagione è segnata dal 50º anniversario dell'arrivo della franchigia a Detroit. Prima dell'inizio della stagione Wallace viene spostato in posizione di centro. Al suo terzo anno sulla panchina dei Pistons, Saunders diventa l'allenatore più longevo da Chuck Daly, che aveva allenato la squadra per 9 anni (1983-1992). La regular season 2007/2008 dei Pistons si rivela ancora inconcludente; Detroit riesce a vincere nuovamente la Central Division con un bilancio di 59-23 (il secondo migliore della lega, solo i Boston Celtics erano riusciti a fare meglio ed erano considerati i loro principali avversari al titolo NBA in Eastern Conference), centrando così la qualificazione ai Playoff, nei quali incontra i Philadelphia 76ers (battuti per 4-2) e gli Orlando Magic (eliminati per 4-1), approdando per il 6º anno consecutivo alle Eastern Conference Finals; la finale li vede contrapposti ai Boston Celtics, i quali battono i Pistons per 4-2.
Nel novembre del 2008 Detroit cede uno degli elementi cardine delle passate stagioni, Chauncey Billups, che passa ai Denver Nuggets assieme ad Antonio McDyess (che però verrà subito tagliato venendo reingaggiato dai Pistons il 9 dicembre 2008) in cambio di Allen Iverson. La trade si rivelerà una delle peggiori nella storia dei Pistons e darà inizio a un periodo di crisi: infatti, mentre Iverson ha un rendimento disastroso per tutta la stagione, venendo addirittura messo fuori squadra per le pessime prestazioni, Billups porta i Nuggets fino in finale di Western Conference ai play-off. La stagione è contrassegnata da molte polemiche e infortuni. A causa di questo e della scarsa qualità del gioco i Pistons si qualificano a malapena per i play-off il 10 aprile 2009 con l'8ª posizione. I Pistons incontrano al primo turno i Cleveland Cavaliers e vengono distrutti per 4-0. Era la prima volta dal 2000 che i Pistons venivano eliminati al primo turno nei play-off. A fine stagione Iverson diventa free agent e lascia la squadra.
Durante la offseason 2009, Dumars per sostituire Iverson si accorda con la guardia Ben Gordon (Sixth Man of the Year nel 2005) facendogli firmare un contratto di 5 anni a 55 milioni di dollari, ingaggia inoltre l'ala Charlie Villanueva con un contratto di 5 anni a 35 milioni di dollari. I Pistons perdono però Rasheed Wallace e Antonio McDyess. L'8 luglio 2009 viene assunto l'ex assistente allenatore dei Cleveland Cavaliers John Kuester come nuovo allenatore. Kuester era, come il suo predecessore Michael Curry, debuttante come capoallenatore in NBA. Prima dell'inizio della stagione 2009-10 viene ingaggiato il centro Ben Wallace (4 volte Defensive Player of the Year e 4 volte All-Star nonché già ai Pistons tra il 2000 e il 2006) per sostituire Rasheed Wallace. Nonostante questi cambiamenti la squadra, a causa degli infortuni dei giocatori chiave, disputa un'annata addirittura peggiore della precedente. Il 23 marzo 2010 i Pistons, a causa di una sconfitta contro gli Indiana Pacers, vengono eliminati dalla corsa ai play-off partecipando così alla prima draft lottery nella loro storia e chiudendo la prima stagione con più di 50 sconfitte dal 2001. Al primo giro del draft i Pistons scelgono il centro Greg Monroe da Georgetown con la 7ª scelta. Arriva poi l'ingaggio del veterano 7 volte All-Star Tracy McGrady (anche Most Improved Player nel 2001 e miglior marcatore nel 2003 e nel 2004).
Nell'aprile 2011 viene finalmente raggiunto l'accordo della cessione dei Pistons al miliardario Tom Gores. L'accordo è stato approvato dalla NBA a giugno e comprendeva anche il Palace of Auburn Hills e il DTE Energy Music Theatre. Nel draft i Pistons selezionano la guardia Brandon Knight da Kentucky con l'8° scelta e Vernon Macklin da Florida con la 52ª scelta. Prima della stagione 2011-2012 la squadra assume un nuovo allenatore: Lawrence Frank, ex capoallenatore dei New Jersey Nets e assistente allenatore dei Boston Celtics; tagliano inoltre un altro dei protagonisti della vittoria del titolo NBA nel 2004: Hamilton. Nella stagione 2011-12 avviene un miglioramento rispetto alle precedenti per i Pistons, nonostante chiudano ancora con un record perdente. Dopo una partenza con un record di 4-20 i Pistons riescono a vincere metà delle rimanenti partite chiudendo con un record di 25-41. La squadra continua a basarsi su un organico giovane capeggiato da Rodney Stuckey circondato da giovani promettenti come Jonas Jerebko, la matricola Brandon Knight e il talentuoso Greg Monroe. La squadra sceglie anche Andre Drummond al draft 2012 per aggiungere più talento.
In vista della stagione 2012-13 i Pistons si sbarazzano di Gordon, deludente durante tutta la sua permanenza a Detroit, cedendolo insieme a una scelta protetta al draft 2013 agli Charlotte Bobcats in cambio di Corey Maggette. Al draft viene selezionato il centro Andre Drummond. L'ormai chiaro intento della squadra è quello di basarsi su giovani giocatori, con ben 5 matricole in rosa per la stagione 2012-13. Il 31 gennaio 2013 cedono Tayshaun Prince, l'ultimo dei protagonisti dell'ultimo titolo, e Austin Daye ai Memphis Grizzlies in uno scambio che coinvolge anche i Toronto Raptors, ottenendo il playmaker José Calderón. I Pistons chiudono la stagione con un bilancio di 29-53, arrivando ancora una volta fuori dai play-off. Il 18 aprile 2012 viene licenziato dopo due stagioni l'allenatore Lawrence Frank.
In vista della stagione successiva viene ingaggiato come nuovo allenatore Maurice Cheeks, ex assistente allenatore degli Oklahoma City Thunder. Il 6 luglio 2013 ufficializzano l'ingaggio di uno dei free agent più ambiti: Josh Smith, dopo la sua ultima stagione agli Atlanta Hawks. Il 14 luglio 2013 viene poi firmato Luigi Datome, primo giocatore italiano per la franchigia e MVP del campionato italiano 2012-13, dalla Virtus Roma. In seguito viene ingaggiato Chauncey Billups, uno dei simboli dei Pistons dell'ultimo titolo, con la cessione del quale era incominciato il declino della squadra. Il 31 luglio viene infine acquisito il playmaker Brandon Jennings dai Milwaukee Bucks in cambio di Brandon Knight, Khris Middleton e V"jačeslav Kravcov. La squadra, guidata dal duo Smith-Jennings, parte per la prima volta dopo gli anni dell'ultimo titolo attrezzata per qualificarsi per i play-off con un roster ricco di giocatori di talento. Nel corso della stagione il progetto si dimostra però fallimentare: nonostante un buon avvio, il quintetto con tre lunghi (Smith, Monroe e Drummond) si dimostra ben presto non funzionale e la squadra esce ben presto dalla corsa play-off. Il 9 febbraio 2014 Cheeks viene licenziato e gli subentra il suo vice John Loyer.
A Detroit:
Roster Detroit Pistons | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Giocatori | Staff tecnico | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Roster • Transazioni |
Campione NBA | Campione di Conference | Campione di Division |
Stagione | V | P | % | Play-off | Risultati |
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Fort Wayne Zollner Pistons (NBL) | |||||
1941-42 | 15 | 9 | .625 | Vincono le semifinali Perdono le finali NBL | Fort Wayne 2, Akron 1 Oshkash 2, Fort Wayne 1 |
1942-43 | 17 | 6 | .739 | Vincono le semifinali Perdono le finali NBL | Fort Wayne 2, Chicago 1 Sheboygan 2, Fort Wayne 1 |
1943-44 | 18 | 4 | .818 | Vincono le semifinali Vincono le finali NBL | Fort Wayne 2, Cleveland 0 Fort Wayne 3, Sheboygan 0 |
1944-45 | 25 | 5 | .833 | Vincono le semifinali Vincono le finali NBL | Fort Wayne 2, Cleveland 0 Fort Wayne 3, Sheboygan 2 |
1945-46 | 26 | 8 | .765 | Perdono le semifinali | Rochester 3, Fort Wayne 1 |
1946-47 | 25 | 19 | .568 | Vincono il primo turno Perdono le semifinali | Fort Wayne 3, Toledo 1 Rochester 2, Fort Wayne 1 |
1947-48 | 40 | 20 | .667 | Perdono il primo turno | Rochester 3, Fort Wayne 1 |
Fort Wayne Pistons (BAA/NBA) | |||||
1948-49 | 22 | 38 | .367 | ||
1949-50 | 40 | 28 | .588 | Vincono le semifinali di division Perdono le finali di division | Fort Wayne 2, Rochester 0 Minneapolis 2, Fort Wayne 0 |
1950-51 | 32 | 36 | .471 | Perdono le semifinali di division | Rochester 2, Fort Wayne 1 |
1951-52 | 29 | 37 | .439 | Perdono le semifinali di division | Rochester 2, Fort Wayne 0 |
1952-53 | 36 | 33 | .522 | Vincono le semifinali di division Perdono le finali di division | Fort Wayne 2, Rochester 1 Minneapolis 2, Fort Wayne 0 |
1953-54 | 40 | 32 | .556 | ||
1954-55 | 43 | 29 | .597 | Vincono le finali di division Perdono le finali NBA | Fort Wayne 3, Minneapolis 2 Syracuse 4, Fort Wayne 3 |
1955-56 | 37 | 35 | .514 | Vincono le finali di division Perdono le finali NBA | Fort Wayne 3, St. Louis 2 Philadelphia 4, Fort Wayne 1 |
1956-57 | 34 | 38 | .472 | Perdono le semifinali di division | Minneapolis 2, Fort Wayne 0 |
Detroit Pistons | |||||
1957-58 | 33 | 39 | .458 | Vincono le semifinali di division Perdono le finali di division | Detroit 2, Cincinnati 0 St. Louis 4, Detroit 1 |
1958-59 | 28 | 44 | .389 | Perdono le semifinali di division | Minneapolis 2, Detroit 1 |
1959-60 | 30 | 45 | .400 | Perdono le semifinali di division | Minneapolis 2, Detroit 0 |
1960-61 | 34 | 45 | .430 | Perdono le semifinali di division | Los Angeles 3, Detroit 2 |
1961-62 | 37 | 43 | .463 | Vincono le semifinali di division Perdono le finali di division | Detroit 3, Cincinnati 1 Los Angeles 4, Detroit 2 |
1962-63 | 34 | 46 | .425 | Perdono le semifinali di division | St. Louis 3, Detroit 1 |
1963-64 | 23 | 57 | .288 | ||
1964-65 | 31 | 49 | .388 | ||
1965-66 | 22 | 58 | .275 | ||
1966-67 | 30 | 51 | .370 | ||
1967-68 | 40 | 42 | .488 | Perdono le semifinali di division | Boston 4, Detroit 2 |
1968-69 | 32 | 50 | .390 | ||
1969-70 | 31 | 51 | .378 | ||
1970-71 | 45 | 37 | .549 | ||
1971-72 | 26 | 56 | .317 | ||
1972-73 | 40 | 42 | .488 | ||
1973-74 | 52 | 30 | .634 | Perdono le semifinali di conference | Chicago 4, Detroit 3 |
1974-75 | 40 | 42 | .488 | Perdono il primo turno | Seattle 2, Detroit 1 |
1975-76 | 36 | 46 | .439 | Vincono il primo turno Perdono le semifinali di conference | Detroit 2, Milwaukee 1 Golden State 4, Detroit 2 |
1976-77 | 44 | 38 | .537 | Perdono il primo turno | Golden State 2, Detroit 1 |
1977-78 | 38 | 44 | .463 | ||
1978-79 | 30 | 52 | .366 | ||
1979-80 | 16 | 66 | .195 | ||
1980-81 | 21 | 61 | .256 | ||
1981-82 | 39 | 43 | .476 | ||
1982-83 | 37 | 45 | .451 | ||
1983-84 | 49 | 33 | .598 | Perdono il primo turno | New York 3, Detroit 2 |
1984-85 | 46 | 36 | .561 | Vincono il primo turno Perdono le semifinali di conference | Detroit 3, New Jersey 0 Boston 4, Detroit 2 |
1985-86 | 46 | 36 | .561 | Perdono il primo turno | Atlanta 3, Detroit 1 |
1986-87 | 52 | 30 | .634 | Vincono il primo turno Vincono le semifinali di conference Perdono le finali di conference | Detroit 3, Washington 0 Detroit 4, Atlanta 1 Boston 4, Detroit 3 |
1987-88 | 54 | 28 | .659 | Vincono il primo turno Vincono le semifinali di conference Vincono le finali di conference Perdono le finali NBA | Detroit 3, Washington 2 Detroit 4, Chicago 1 Detroit 4, Boston 2 LA Lakers 4, Detroit 3 |
1988-89 | 63 | 19 | .768 | Vincono il primo turno Vincono le semifinali di conference Vincono le finali di conference Vincono le finali NBA | Detroit 3, Boston 0 Detroit 4, Milwaukee 0 Detroit 4, Chicago 2 Detroit 4, LA Lakers 0 |
1989-90 | 59 | 23 | .720 | Vincono il primo turno Vincono le semifinali di conference Vincono le finali di conference Vincono le finali NBA | Detroit 3, Indiana 0 Detroit 4, New York 1 Detroit 4, Chicago 3 Detroit 4, Portland 1 |
1990-91 | 50 | 32 | .610 | Vincono il primo turno Vincono le semifinali di conference Perdono le finali di conference | Detroit 3, Atlanta 2 Detroit 4, Boston 2 Chicago 4, Detroit 0 |
1991-92 | 48 | 34 | .585 | Perdono il primo turno | New York 3, Detroit 2 |
1992-93 | 40 | 42 | .488 | ||
1993-94 | 20 | 62 | .244 | ||
1994-95 | 28 | 54 | .341 | ||
1995-96 | 46 | 36 | .561 | Perdono il primo turno | Orlando 3, Detroit 0 |
1996-97 | 54 | 28 | .659 | Perdono il primo turno | Atlanta 3, Detroit 2 |
1997-98 | 37 | 45 | .451 | ||
1998-99 | 29 | 21 | .580 | Perdono il primo turno | Atlanta 3, Detroit 2 |
1999-2000 | 42 | 40 | .512 | Perdono il primo turno | Miami 3, Detroit 0 |
2000-01 | 32 | 50 | 0.390 | ||
2001-02 | 50 | 32 | .610 | Vincono il primo turno Perdono le semifinali di conference | Detroit 3, Toronto 2 Boston 4, Detroit 1 |
2002-03 | 50 | 32 | .610 | Vincono il primo turno Vincono le semifinali di conference Perdono le finali di conference | Detroit 4, Orlando 3 Detroit 4, Philadelphia 2 New Jersey 4, Detroit 0 |
2003-04 | 54 | 28 | .659 | Vincono il primo turno Vincono le semifinali di conference Vincono le finali di conference Vincono le finali NBA | Detroit 4, Milwaukee 1 Detroit 4, New Jersey 3 Detroit 4, Indiana 2 Detroit 4, LA Lakers 1 |
2004-05 | 54 | 28 | .659 | Vincono il primo turno Vincono le semifinali di conference Vincono le finali di conference Perdono le finali NBA | Detroit 4, Philadelphia 1 Detroit 4, Indiana 2 Detroit 4, Miami 3 San Antonio 4, Detroit 3 |
2005-06 | 64 | 18 | .780 | Vincono il primo turno Vincono le semifinali di conference Perdono le finali di conference | Detroit 4, Milwaukee 1 Detroit 4, Cleveland 3 Miami 4, Detroit 2 |
2006-07 | 53 | 29 | .646 | Vincono il primo turno Vincono le semifinali di conference Perdono le finali di conference | Detroit 4, Orlando 0 Detroit 4, Chicago 2 Cleveland 4, Detroit 2 |
2007-08 | 59 | 23 | .720 | Vincono il primo turno Vincono le semifinali di conference Perdono le finali di conference | Detroit 4, Philadelphia 2 Detroit 4, Orlando 1 Boston 4, Detroit 2 |
2008-09 | 39 | 43 | .476 | Perdono il primo turno | Cleveland 4, Detroit 0 |
2009-10 | 27 | 55 | .329 | ||
2010-11 | 30 | 52 | .366 | ||
2011-12 | 25 | 41 | .379 | ||
2012-13 | 29 | 53 | .354 | ||
2013-14 | 29 | 53 | .354 | ||
2014-15 | 32 | 50 | .390 | ||
2015-16 | 44 | 38 | .537 | Perdono il primo turno | Cleveland 4, Detroit 0 |
2016-17 | 37 | 45 | .451 | ||
2017-18 | 39 | 43 | .476 | ||
2018-19 | 41 | 41 | .500 | Perdono il primo turno | Milwaukee 4, Detroit 0 |
Regular Season | 2733 | 2881 | .486 | ||
Playoffs | 200 | 169 | .542 | 3 titoli NBA |
Membri Detroit nella Basketball Hall of Fame | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Giocatori | |||||||||
Num. | Nome | Ruolo | Stagione/i | Introdotto | Num. | Nome | Ruolo | Stagione/i | Introdotto |
4 | Andy Phillip | G/AP | 1952–1956 | 1961[4] | 22 | Dave DeBusschere | A | 1962–1968 | 1983[5] |
17 | Bob Houbregs | C/AG | 1954–1958 | 1987[6] | 20 | Bobby McDermott | G | 1941–1946 | 1988[7] |
21 | Dave Bing | P | 1966–1975 | 1990[8] | 11 | Harry Gallatin | A/C | 1957–1958 | 1991[9] |
16 | Bob Lanier | C | 1970–1980 | 1992[10] | 8 | Walt Bellamy | C | 1968–1970 | 1993[11] |
15 | Dick McGuire | P | 1957–1960 | 1993[12] | 12 | George Yardley | AP/G | 1953–1959 | 1996[13] |
18 | Bailey Howell | AP | 1959–1964 | 1997[14] | 11 | Bob McAdoo | A/C | 1979–1981 | 2000[15] |
11 | Isiah Thomas | P | 1981–1994 | 2000[16] | 17 | Earl Lloyd 1 | AP | 1958–1960 | 2003[17] |
4 | Joe Dumars | G | 1985–1999 | 2006[18] | 45 | Adrian Dantley | AP | 1986–1989 | 2008[19] |
10 | Dennis Rodman | AG | 1986–1993 | 2011[20] | 24 | Nat Clifton | C/AG | 1956–1957 | 2014[21] |
1 | Allen Iverson | P | 2008–2009 | 2016[22] | 1 | Tracy McGrady | G/AP | 2010–2011 | 2017[23] |
33 | Grant Hill | AP | 1994–2000 | 2018[24] | 10 | Rod Thorn 2 | G | 1964–1965 | 2018[25] |
Staff | |||||||||
Nome | Ruolo | Stagione/i | Introdotto | Nome | Ruolo | Stagione/i | Introdotto | ||
2 | Chuck Daly | Allenatore | 1983–1992 | 1994[26] | Larry Brown | Allenatore | 2003–2005 | 2002[27] | |
Earl Lloyd 1 | Allenatore | 1971–1972 | 2003[17] | Dick Vitale 3 | Allenatore | 1978–1979 | 2008[28] | ||
Maurice Cheeks 4 | Allenatore | 2013–2014 | 2018[24] | ||||||
Contributori | |||||||||
Nome | Ruolo | Stagione/i | Introdotto | Nome | Ruolo | Stagione/i | Introdotto | ||
Fred Zollner | Fondatore/Proprietario | 1941–1974 | 1999[29] | Bill Davidson | Proprietario | 1974–2009 | 2008[30] |
Note:
Numeri ritirati Detroit Pistons | ||||
Num. | Giocatore | Ruolo | Stagione/i | Giorno ritiro |
---|---|---|---|---|
1 | Chauncey Billups | P/G | 2002–2008 2013–2014 1 | 10 febbraio 2016[31] |
2 | Chuck Daly | Allenatore 2 | 1983–1992 | 25 gennaio 1997[32] |
3 | Ben Wallace | C | 2000–2006 2009–2012 | 16 gennaio 2016[33] |
4 | Joe Dumars | G | 1985–1999 3 | 10 marzo 2000[32] |
10 | Dennis Rodman | AG | 1986–1993 | 1º aprile 2011[32] |
11 | Isiah Thomas | P | 1981–1994 | 17 febbraio 1996[32] |
15 | Vinnie Johnson | G | 1981–1991 | 5 febbraio 1994[32] |
16 | Bob Lanier | C | 1970–1980 | 9 gennaio 1993[32] |
21 | Dave Bing | P | 1966–1975 | 18 marzo 1983[32] |
32 | Richard Hamilton | G/AP | 2002–2011 | 26 febbraio 2017[34] |
40 | Bill Laimbeer | C | 1982–1994 | 4 febbraio 1995[32] |
— | Bill Davidson | Proprietario | 1974–2009 4 | 28 dicembre 2011[35] |
— | Jack McCloskey | General manager | 1979–1992 5 | 29 marzo 2008[36] |
Note:
Legenda | |
---|---|
PA | Partite allenate |
V | Vittorie |
S | Sconfitte |
V% | Percentuale di vittorie |
Ha trascorso l'intera sua carriera da allenatore con i Pistons | |
Eletto nella Basketball Hall of Fame |
Note: Statistiche aggiornate a fine stagione 2021-2022.
Num. | Nome | Stagione/i | PA | V | S | V% | PA | V | S | V% | Successi | Ref. | |||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Stagione regolare | Playoff | ||||||||||||||
Fort Wayne Pistons | |||||||||||||||
1 | Carl Bennett | 1948 | 6 | 0 | 6 | .000 | — | — | — | — | [40] | ||||
2 | Curly Armstrong | 1948–1949 (da giocatore-allenatore) | 54 | 22 | 32 | .407 | — | — | — | — | [41] | ||||
3 | Murray Mendenhall | 1949–1951 | 136 | 72 | 64 | .529 | — | — | — | — | [42] | ||||
4 | Paul Birch | 1951–1954 | 207 | 105 | 102 | .507 | 14 | 4 | 10 | .286 | [43] | ||||
5 | Charley Eckman | 1954–1957 | 216 | 114 | 102 | .528 | 24 | 10 | 14 | .417 | [44] | ||||
Detroit Pistons | |||||||||||||||
— | Charley Eckman | 1957 | 25 | 9 | 16 | .360 | 0 | 0 | 0 | – | [44] | ||||
6 | Red Rocha | 1957–1960 | 153 | 65 | 88 | .425 | 10 | 4 | 6 | .400 | [45] | ||||
7 | Dick McGuire | 1959–1960 (da giocatore-allenatore) 1960–1963 |
280 | 122 | 158 | .436 | 21 | 8 | 13 | .381 | [46] | ||||
8 | Charley Wolf | 1963–1964 | 91 | 25 | 66 | .433 | — | — | — | — | [47] | ||||
9 | Dave DeBusschere | 1964–1967 (da giocatore-allenatore) | 222 | 79 | 143 | .356 | — | — | — | — | [48] | ||||
10 | Donnie Butcher | 1967–1968 | 112 | 52 | 60 | .464 | 6 | 2 | 4 | .333 | [49] | ||||
11 | Paul Seymour | 1968–1969 | 60 | 22 | 38 | .367 | — | — | — | — | [50] | ||||
12 | Butch van Breda Kolff | 1969–1971 | 174 | 82 | 92 | .471 | — | — | — | — | [51] | ||||
13 | Terry Dischinger | 1971 (da giocatore-allenatore) | 2 | 0 | 2 | .000 | — | — | — | — | [52] | ||||
14 | Earl Lloyd | 1971–1972 | 77 | 22 | 55 | .286 | — | — | — | — | [53] | ||||
15 | Ray Scott | 1972–1976 | 281 | 147 | 134 | .523 | 10 | 4 | 6 | .400 | 1973–74 Allenatore dell'anno NBA[54] | [55] | |||
16 | Herb Brown | 1976–1977 | 146 | 72 | 74 | .493 | 12 | 5 | 7 | .417 | [56] | ||||
17 | Bob Kauffman | 1977–1978 | 58 | 29 | 29 | .500 | — | — | — | — | [57] | ||||
18 | Dick Vitale | 1978–1979 | 94 | 34 | 60 | .362 | — | — | — | — | [58] | ||||
19 | Richie Adubato | 1979–1980 | 70 | 12 | 58 | .171 | — | — | — | — | [59] | ||||
20 | Scotty Robertson | 1980–1983 | 246 | 97 | 149 | .394 | — | — | — | — | [60] | ||||
21 | Chuck Daly | 1983–1992 | 738 | 467 | 271 | .633 | 113 | 71 | 42 | .628 | 2 titoli NBA (1989, 1990) nella top 10 allenatori della storia NBA[61] |
[38] | |||
22 | Ron Rothstein | 1992–1993 | 82 | 40 | 42 | .488 | — | — | — | — | [62] | ||||
23 | Don Chaney | 1993–1995 | 164 | 48 | 116 | .293 | — | — | — | — | [63] | ||||
24 | Doug Collins | 1995–1998 | 209 | 121 | 88 | .579 | 8 | 2 | 6 | .250 | [64] | ||||
25 | Alvin Gentry | 1998–2000 | 145 | 73 | 72 | .503 | 5 | 2 | 3 | .400 | [65] | ||||
26 | George Irvine | 2000–2001 | 106 | 46 | 60 | .434 | 3 | 0 | 3 | .000 | [66] | ||||
27 | Rick Carlisle | 2001–2003 | 164 | 100 | 64 | .610 | 27 | 12 | 15 | .444 | 2001–02 Allenatore dell'anno NBA[54] | [67] | |||
28 | Larry Brown | 2003–2005 | 164 | 108 | 56 | .659 | 48 | 31 | 17 | .646 | 1 titolo NBA (2004) | [68] | |||
29 | Flip Saunders | 2005–2008 | 246 | 176 | 70 | .715 | 51 | 30 | 21 | .588 | [69] | ||||
30 | Michael Curry | 2008–2009 | 82 | 39 | 43 | .476 | 4 | 0 | 4 | .000 | [70] | ||||
31 | John Kuester | 2009–2011 | 164 | 57 | 107 | .348 | — | — | — | — | [71] | ||||
32 | Lawrence Frank | 2011–2013 | 148 | 54 | 94 | .365 | — | — | — | — | [72] | ||||
33 | Maurice Cheeks | 2013–2014 | 50 | 21 | 29 | .420 | — | — | — | — | [73] | ||||
34 | John Loyer | 2014 | 32 | 8 | 24 | .250 | — | — | — | — | [74] | ||||
35 | Stan Van Gundy | 2014–2018 | 328 | 152 | 176 | .463 | 4 | 0 | 4 | .000 | [75] | ||||
36 | Dwane Casey | 2018– | 302 | 104 | 198 | .344 | 4 | 0 | 4 | .000 | [76] |
Palmarès Detroit Pistons | ||
Titoli | Anni | |
Titoli NBA | 3 | 1989, 1990, 2004 |
Titoli di Conference | 7 | 1955, 1956, 1988, 1989, 1990, 2004, 2005 |
Titoli di Division | 11 | 1954-1955, 1955-1956, 1987-1988, 1988-1989, 1989-1990, 2001-2002, 2002-2003, 2004-2005, 2005-2006, 2006-2007, 2007-2008 |
Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award
NBA All-Star Game Most Valuable Player Award
NBA Defensive Player of the Year Award
NBA Rookie of the Year Award
NBA Sixth Man of the Year Award
NBA Coach of the Year Award
NBA Executive of the Year Award
All-NBA First Team
All-NBA Second Team
All-NBA Third Team
NBA All-Defensive First Team
NBA All-Defensive Second Team
NBA All-Rookie First Team
NBA All-Rookie Second Team
Maiuscolo: giocatore ancora attivo ai Pistons.
Corsivo: giocatore ancora attivo, non con i Pistons.
Punti segnati (regular season) aggiornato a fine stagione 2017–18 [77][78]
Altre statistiche (regular season) aggiornate a fine stagione 2017–18[77]
Minuti giocati | |
---|---|
Giocatore | Minuti |
Isiah Thomas | 35.516 |
Joe Dumars | 35.139 |
Bill Laimbeer | 30.602 |
Tayshaun Prince | 26.166 |
Dave Bing | 26.052 |
Bob Lanier | 24.640 |
Richard Hamilton | 21.679 |
Ben Wallace | 21.358 |
Vinnie Johnson | 20.218 |
Lindsey Hunter | 18.574 |
Rimbalzi presi | |
---|---|
Giocatore | Rimbalzi |
Bill Laimbeer | 9.430 |
Bob Lanier | 8.063 |
Ben Wallace | 7.264 |
Dennis Rodman | 6.299 |
Andre Drummond | 6.192 |
Larry Foust | 5.200 |
Walter Dukes | 4.986 |
Dave DeBusschere | 4.947 |
Bailey Howell | 4.583 |
Ray Scott | 4.508 |
Assist effettuati | |
---|---|
Giocatore | Assist |
Isiah Thomas | 9.061 |
Joe Dumars | 4.612 |
Dave Bing | 4.330 |
Chauncey Billups | 2.984 |
Grant Hill | 2.720 |
Vinnie Johnson | 2.661 |
Richard Hamilton | 2.419 |
Bob Lanier | 2.256 |
Tayshaun Prince | 2.074 |
Lindsey Hunter | 2.038 |
Palle recuperate | |
---|---|
Giocatore | Recuperi |
Isiah Thomas | 1.861 |
Ben Wallace | 931 |
Joe Dumars | 902 |
Lindsey Hunter | 896 |
Chris Ford | 785 |
Vinnie Johnson | 708 |
Grant Hill | 694 |
John Long | 649 |
Bill Laimbeer | 632 |
Terry Tyler | 615 |
Stoppate effettuate | |
---|---|
Giocatore | Stoppate |
Ben Wallace | 1.486 |
Terry Tyler | 1.070 |
Bob Lanier | 859 |
Bill Laimbeer | 857 |
John Salley | 709 |
Andre Drummond | 707 |
Rasheed Wallace | 623 |
Tayshaun Prince | 448 |
Jason Maxiell | 426 |
Dennis Rodman | 399 |
Tiri da 3 realizzati | |
---|---|
Giocatore | Triple |
Joe Dumars | 990 |
Chauncey Billups | 890 |
Lindsey Hunter | 793 |
Rasheed Wallace | 581 |
Tayshaun Prince | 510 |
Terry Mills | 495 |
Kentavious Caldwell-Pope | 479 |
Richard Hamilton | 413 |
Chucky Atkins | 409 |
Jerry Stackhouse | 401 |
Il 13 dicembre 1983, nella partita in casa contro i Denver Nuggets si toccò il record del maggior numero di punti segnati in una partita di NBA: 370, 186 per Detroit e 184 per Denver[79].
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 143108199 · LCCN (EN) n83184663 · J9U (EN, HE) 987007384340605171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n83184663 |
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