La Serie A 1948-1949 è stata la 47ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio (la 17ª a girone unico), disputata tra il 19 settembre 1948 e il 12 giugno 1949 e conclusa con la vittoria del Torino, al suo sesto titolo, il quinto consecutivo (se non si considera il periodo di pausa dovuto al secondo conflitto mondiale).
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Serie A 1948-1949 (disambigua).
Una formazione dell'Inter, che duellò a lungo col Torino per il primato.
In estate il Torino limitò ancora una volta i movimenti di mercato al parco-riserve, ingaggiando tra gli altri il giovane terzino Operto per coprire l'infortunato Maroso,[1] e Fadini come riserva di Mazzola, dato inizialmente per partente (destinazione Inter) a causa di dissapori con la società.[2]
Le avversarie, ispirate dagli esiti delle Olimpiadi di Londra, tentarono di limare il divario che le separava dai granata con le rivelazioni della manifestazione. La Juventus ingaggiò dunque l'italiano Caprile del Legnano, le recenti medaglie di bronzo danesi John Hansen e Johannes Pløger[3] (quest'ultimo schierabile solo nel 1949) e, su indicazione dell'allenatore Chalmers, la mezzala del TottenhamWilliam Jordan.[4]
La Sampdoria, appena alla sua terza stagione di vita, colse un buon quinto posto finale.
Il granata Ezio Loik, 28 presenze e 9 reti, perì ventinovenne a Superga.
La stagione dell'esito più tragico iniziò il 19 settembre e vide andare in testa dopo le prime giornate la Lucchese; quella che i toscani intrapresero nei successivi due mesi fu una marcia inattesa, ma non poterono reggere al ritmo del Torino, che approfittò di un momento di appannamento delle rivali a inizio dicembre per passare in testa.[1] Quella dei granata fu però una fuga più complicata di quelle degli anni precedenti, in virtù della vena delle due squadre genovesi e, soprattutto, dell'Inter,[1] spinta dalle reti del bomber Nyers; anche sul fondo, del resto, la classifica appariva piuttosto corta e affollata. Il 6 gennaio, ultima d'andata, i granata si laurearono campioni d'inverno con due punti di vantaggio sul Genoa, che aveva sconfitto il Torino per 3-0 il 26 dicembre. Seguivano a tre punti Inter e Lucchese, mentre la Juventus era relegata a metà classifica per le difficoltà incontrate dall'allenatore nella preparazione dei giocatori, che complicarono anche l'ambientamento di Hansen.[10]
Il ritmo delle concorrenti, nel corso dei primi turni del girone di ritorno, fu blando, e il Torino, grazie a una serie di quattro vittorie consecutive, riuscì ad allungare il distacco, portandosi il 6 febbraio a +6 su Genoa, Inter e Sampdoria, per poi mantenere un vantaggio sui nerazzurri, rimasti principali contendenti, che oscillò tra i tre e i cinque punti. Con lo scontro diretto di Milano della 34ª giornata, il 30 aprile, in cui il Torino impose lo 0-0, i granata ebbero ormai praticamente ipotecato lo scudetto, forti dei 4 punti di distacco dai rivali.[1]
I resti dell'aereo del Torino schiantatosi sul colle di Superga.
Proprio Inter-Torino restò però nella storia come l'ultima partita giocata in campionato dal Grande Torino, che il 3 maggio partecipò a una gara amichevole contro il Benfica a Lisbona e il giorno dopo, sulla via del ritorno, rimase vittima di una sciagura aerea: nel disastroso schianto contro la basilica di Superga morirono diciotto giocatori, lo staff granata, l'equipaggio presente sul volo e i giornalisti che avevano seguito la squadra in Portogallo. Tre giorni dopo, la FIGC proclamò il Torino campione d'Italia in onore delle vittime,[11] seppure Mazzola e compagni non avessero ancora conseguito la certezza aritmetica del primo posto; le ultime quattro partite dei granata in campionato furono giocate dalla squadra «Ragazzi», contro avversarie composte anch'esse da elementi delle giovanili.[12] L'Italia e il mondo intero rimasero scioccati per la perdita, e la cittadinanza torinese partecipò in massa ai funerali dei campioni, entrati nella leggenda.[1][13]
A retrocedere in Serie B furono due tra le protagoniste delle precedenti stagioni, il Livorno e il Modena[7]; quest'ultimo, dopo gli ottimi piazzamenti degli anni precedenti, intraprese la strada di un difficile passaggio al sistema, pagandone le pesanti conseguenze sul campo.[14] Tutte le neopromosse, il Novara, il Palermo e il Padova, ritornate in Serie A rispettivamente dopo sette, dodici e quattordici anni di assenza, raggiunsero invece la salvezza.
Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.
Era in vigore il pari merito ed in caso di parità venivano effettuati i necessari spareggi. La stampa del periodo usava, inoltre, un ordinamento grafico per quoziente reti: la differenza reti non era stata ancora inventata.
Note:
Titolo di campione d'Italia assegnato a tavolino dalla Federcalcio al Torino, in onore delle vittime della Tragedia di Superga.
Partita con più reti: Inter-Bari 9-1 (7ª giornata), Lazio-Bologna 8-2 (11ª giornata), Triestina-Padova 9-1 (35ª giornata)
Individuali
Classifica marcatori
Nel corso del campionato furono segnati complessivamente 1.110 gol (di cui 52 su calcio di rigore, 20 su autorete e 4 assegnati per giudizio sportivo) da 228 diversi giocatori, per una media di 2,92 gol a partita. Le gare per le quali il risultato fu deciso a tavolino furono Juventus-Bologna e Genoa-Pro Patria[32]. Da segnalare la messa a segno di ben due cinquine durante il campionato: una da parte di István Mike Mayer in Bologna-Livorno 6-2 alla 24ª giornata e una di Bruno Ispiro in Triestina-Padova 9-1 alla 35ª giornata. Amedeo Amadei fu invece autore di una quadripletta in Inter-Bari 9-1 della 7ª giornata. Di seguito, la classifica dei marcatori[32].
Piero Molino, Il consiglio del TORINO e lo "scandalo Mazzola", su emeroteca.coni.it, Corriere dello Sport, 26 maggio 1948, p.3. URL consultato il 14 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2012).
Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.
2019-2025 WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии