L'Unione Sportiva S.S.D. Campobasso 1919 a r.l., meglio nota come Campobasso, è una società calcistica italiana con sede nella città di Campobasso. Milita in Eccellenza, la quinta divisione del campionato italiano.
US SSD Campobasso 1919 a R.L. Calcio ![]() | |||
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Lupi, Rossoblù | |||
Segni distintivi | |||
Uniformi di gara
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Colori sociali | ![]() | ||
Simboli | Lupo | ||
Inno | Fino alla fine del mondo Raffaele Spidalieri | ||
Dati societari | |||
Città | Campobasso | ||
Nazione | ![]() | ||
Confederazione | UEFA | ||
Federazione | ![]() | ||
Campionato | Eccellenza | ||
Fondazione | 1919 | ||
Rifondazione | 1948 | ||
Rifondazione | 1990 | ||
Rifondazione | 1996 | ||
Rifondazione | 2003 | ||
Rifondazione | 2013 | ||
Rifondazione | 2022 | ||
Proprietario | ![]() | ||
Presidente | ![]() | ||
Allenatore | ![]() | ||
Stadio | Nuovo Romagnoli (25 000[1] posti) | ||
Sito web | cb1919.com | ||
Palmarès | |||
Trofei nazionali | 1 Coppa Italia Dilettanti | ||
Si invita a seguire il modello di voce |
Se la prima squadra di calcio del capoluogo molisano risale al 1919, che riuscì ad arrivare in Prima Divisione nel 1934 (l'allora terza serie del calcio italiano), la storia moderna del calcio a Campobasso iniziò nel 1948 allorquando fu fondata la prima società in grado di raggiungere, nel 1975, il professionismo. Il primo fallimento si registrò nel 1990, e successivamente anche nel 1996, nel 2003, nel 2013 e nel 2022.
Il club annovera cinque stagioni disputate in Serie B dal 1982 al 1987, che costituiscono l'apice della storia calcistica rossoblù. Il miglior risultato conseguito in questa categoria è stato un quinto posto. Nel suo palmarès annovera la conquista di una Coppa Italia Dilettanti nel 2014 come trofeo nazionale, mentre a livello interregionale ha vinto tre campionati di Serie D (1974-1975, 1999-2000 e 2020-2021) e una Coppa Italia Dilettanti (Fase C.N.D.) nel 1997-1998, oltre vari tornei di categoria regionale.
I colori sociali sono il rosso e il blu, mentre il simbolo della squadra è il lupo. Disputa le partite di casa allo stadio Nuovo Romagnoli.
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Le prime notizie che si hanno sull’attività calcistica a Campobasso risalgono già al 1917, anno nel quale venne pubblicato un primo tabellino del Campobasso Calcio su un giornale locale chiamato Il Foglietto[2].
Nel maggio del 1919 venne fondato il sodalizio Unione Sportiva Campobasso, tra i fondatori ci fu Mercurio Magno (da Toro e proprietario di quello che oggi è la sede della Provincia di Campobasso, Palazzo Magno) primo presidente della storia della società. Il primo campo da calcio era improvvisato ed era situato tra Viale Elena, Via Petrella e Via Scatolone, e la prima partita è datata 2 giugno di quell'anno tra i membri del sodalizio, mentre la sede sociale venne inaugurata il 23 luglio. Oltre alle partite interne al sodalizio, le prime partite vennero disputate con il distretto militare e con i prigionieri austriaci della guerra, e anche gare podistiche e ciclistiche[3][4].
I primi campionati disputati dalla squadra erano per lo più tornei di Terza e Seconda Divisione (intanto si era trasferito allo stadio che prenderà il nome di Giovanni Romagnoli), che nell'organizzazione dell'epoca corrisponderebbero agli attuali campionati di Eccellenza e Serie D (per quanto concerne i campionati regionali, in quegli anni il Molise era, sportivamente parlando, affiliato alla vicina Campania). La prima storica promozione (dalla Seconda alla Prima Divisione, terzo livello del calcio italiano di allora) avviene nella stagione 1933-1934, quando dopo il primo posto nel girone campano di Seconda Divisione, sotto la guida di Armand Halmos il Campobasso sconfisse sia all'andata (3-4 in trasferta ) che al ritorno (1-0) i ciociari del Bellatores Frusino, che si erano aggiudicati lo scudetto nel girone laziale[5]. Il campionato 1934-1935 si preannuncia fallimentare già dalle prime partite, nelle quali si profilano solo sconfitte per i molisani. I 10 punti finali in classifica condannano la squadra a un immediato ritorno in Seconda Divisione. Durante la guerra le attività sportive vengono sospese. Nel 1948, con la nascita dell'Unione Sportiva Campobasso, riprendono le attività agonistiche a Campobasso. La nuova società si affilia direttamente alla Lega Interregionale Sud poiché rappresentante di un capoluogo provinciale.
Viene ammesso alla IV Serie nel 1952; a metà degli anni cinquanta diviene presidente Alessandro De Gaglia, sindaco della città. Durante questo periodo, più precisamente nel campionato 1956-1957, la squadra acquisisce anche il suo record personale di reti segnate in una sola partita, Campobasso-Sora 9-0. Il Campobasso resta in Seconda Divisione (dal 1959 viene rinominata in Serie D) sino al 1970, quando ritorna in Promozione Campana.
Solo grazie all'acquisizione del titolo sportivo del Vallo di Diano, riconquista la Serie D nel 1972. Grazie all'avv. Franco Nucciarone (che fu anche sindaco), tenta la scalata in Serie C; nel 1973-1974 con Bruno Pinna nel ruolo di capitano e con l'allenatore Antonio Angelillo lotta a lungo con Benevento per la promozione (con la vittoria di quest'ultimi), mentre l'anno successivo prima con la panchina affidata a Fernando Veneranda, poi dalla 13ª a Costanzo Balleri, vince il campionato il 25 maggio 1975 dopo il 5-0 al Cerignola dopo un lungo duello con il Lanciano. In terza serie disputa tre campionati (6º nel 1975-1976, 13º nel 1976-1977 e 6º nel 1977-1978). Nel '77 cambia ragione sociale e diventa Società Sportiva Campobasso, grazie al buon sesto posto è ammessa nel 1978 nella nuova Serie C1 e viene acquistata dall'imprenditore Luigi Falcione; qui disputa dei buoni campionati con un 4º nel 1978-1979, nel 1979-1980 fa un girone d'andata di vertice ma cala nella seconda parte chiudendo 4º. Nel 1980 partecipa anche alla Coppa Anglo-Italiana 1980 dove non riesce ad accedere alla finale per la differenza reti a favore della Triestina (vincitrice del torneo)[6]. Nel 1980-1981 con allenatore Bruno Giorgi, si tenta di approdare in Serie B, lottando per tutto il campionato con Sambenedettese e Cavese; beffarda per i lupi è stata l'ultima giornata, pareggio in casa del Rende chiudendo con 43 punti, mentre la Cavese e la Sambenedettese chiusero entrambe a 44.
Nel 1981-1982 la società passa all'imprenditore edile Antonio Molinari e venne affidata la panchina a Vincenzo Montefusco, mentre come direttore sportivo viene scelto Piero Aggradi. Con una partenza disastrosa, 4 sconfitte e una vittoria nelle prime cinque giornate e con la squadra in crisi, esonerato Montefusco, viene chiamato l'allenatore Antonio Pasinato e con l'arrivo di giocatori più tecnici (Guido Biondi, Walter Ciappi, Ubaldo Biagetti, Primo Maragliulo), il Campobasso inizia a scalare la classifica. Alla penultima giornata, in trasferta sul campo del Casarano, il pullman dei molisani viene preso a sassate (Maestripieri venne ferito); la partita si concluse 1-1, per poi in seguito venire assegnata la vittoria a tavolino ai lupi. Nell'ultima giornata, il 30 maggio 1982, con la vittoria per 1-0 contro la Reggina con il gol vittoria di Maragliulo, i Lupi si classificarono 2° con 45 punti, uno in meno dell'Arezzo ma soprattutto uno in più della Nocerina, ottenendo così una storica promozione in Serie B. Nel frattempo i rossoblù arrivano in finale di Coppa Italia Serie C dove incontra il Lanerossi Vicenza che nella doppia finale riesce a prevalere nella finale di ritorno ai supplementari (0-0 all'andata, 3-1 per i biancorossi).
«Noi, oltre a fare questo meraviglioso lavoro, avevamo un impegno sociale da portare avanti che era quello di fare conoscere la nostra Regione che era un po' dimenticata da tutti quanti, per cui penso che siamo riusciti a farlo nella maniera più bella e con pieni voti[...]. Tramite il calcio abbiamo dato penso il meglio del Molise, una squadra di non giocatori eccelsi, nel senso non di grosso nome, però che rispecchiava un po' il carattere della propria gente, quella gente che era abituata a soffrire nella vita e noi lo dimostravamo nel campo [...]» |
(Michele Scorrano commentando gli anni del Campobasso in B[7]) |
Capitano di quel periodo fu Michele Scorrano, originario di Ururi, morto prematuramente nel 2009; altri giocatori rappresentativi furono il calabrese Carmelo Parpiglia, l'abruzzese Guido Biondi (soprannominato "il Platini del Molise"), il molisano Raffaele Di Risio, l'argentino Walter Ciappi e l'umbro ma molisano d'adozione Marco Maestripieri, il salentino Domenico Progna, il laziale Silvano Pivotto e l'umbro Mario Goretti . In quel periodo venne inoltre creato, da parte degli impresari di spettacolo Gino & Gina, l'inno Forza Lupi Rossoblu, ricordato dai più accesi sostenitori della squadra, la quale fu seguita, tra gli altri, da Riccardo Cucchi, all'epoca impiegato presso la sede RAI per il Molise, che iniziò così la sua fortunata carriera di radiocronista.
Nella serie cadetta la Società Sportiva Campobasso ci rimase per 5 anni. Il primo anno si salvò classificandosi 13º nel 1982-1983 togliendosi anche lo sfizio di battere nella prima partita in casa di Coppa Italia la Fiorentina dei campioni del mondo di Giancarlo Antognoni e di Francesco Graziani per 1-0 con la marcatura di Nicola D'Ottavio; in campionato, alla prima storica apparizione in Serie B il 12 settembre, allo Stadio Olimpico, di pareggiare 0-0 contro la Lazio e di vincere in casa per 1-0 al ritorno con gol di Ubaldo Biagetti, e di pareggiare allo Stadio San Siro contro il Milan per 0-0.
Nel 1983-1984 si giocò la promozione in Serie A ottenendo la vetta della classifica all'11ª giornata battendo l'Arezzo. L'entusiasmo era così grande, che per la successiva trasferta di Como venne organizzato un treno di tifosi: in riva al lago arrivarono 3000 supporters rossoblù. Nel girone di ritorno la squadra perde continuità di risultati e scivola fuori dalla zona promozione chiudendo 7º (5° a pari merito con Arezzo e Padova, 7° per differenza reti), a soli cinque punti dalla promozione.
Da segnalare una amichevole disputata il 26 giugno 1984 allo Stadio Olimpico di Montréal contro la Nazionale di Haiti terminata 0-0 di fronte a 32 000 tifosi, in massima parte molisani (o discendenti) emigrati in Canada[8][9].
Nel 1984-1985, ci fu un cambiamento in squadra con l'addio di Scorrano e di Pasinato su tutti e l'arrivo di Carlo Perrone, di Stefano Rebonato, di Donato Anzivino e dell'allenatore Giancarlo Cadè. La squadra non ingranò e dall'11ª giornata sedette sulla panchina dei Lupi Bruno Mazzia che condusse i molisani alla salvezza conquistandola all'ultima giornata contro la Triestina per 1-0, concludendo in 12ª posizione. Nella Coppa Italia riuscì a passare il girone bloccando per 0-0 il Verona (quell'anno campione d'Italia), e ancora oggi nessuno dimentica la vittoria al Selvapiana (inaugurato per l'occasione) il 13 febbraio 1985 negli ottavi di finale per una rete a zero (autorete di Stefano Pioli che deviò un tiro di Guido Ugolotti), contro la Juventus di Trapattoni, Scirea, Platini, Boniek, con lo stadio stracolmo fino all'inverosimile, 26 000 biglietti venduti, 40 000 in tutto perché donne e bambini entravano gratis[10][11]; il ritorno fini 4-1 per i padroni di casi, non senza aver subito per la seconda volta il vantaggio dei molisani ad opera di Perrone. Chiude in 10° nel 1985-1986, mentre nel 1986-1987 arrivò in panchina Tord Grip, ex vice allenatore della Nazionale svedese e portatore del "calcio a zona"; il girone di andata fu disastroso, 12 punti conquistati con solo due vittorie. Al suo posto arrivò Giampiero Vitali che conquistò 21 punti sfiorando l'impresa della salvezza (pesa un pareggio rocambolesco per 3-3 contro la Triestina in cui i rossoblù conducevano la partita per 2-0 per poi trovarsi sotto e all'ultimo pareggio. Fatale per i molisani l'ultima giornata, non riuscendo a vincere a Messina (0-0), mentre la Sambenedettese scavalcò i rossoblù vincendo in casa del Bari che aveva perso il treno della promozione, mentre la Lazio dei -9 e il Taranto vinsero rispettivamente contro Vicenza e Genoa agganciando il Campobasso a 33 punti e dovendo quindi disputare lo spareggio salvezza. Lo spareggio a tre, disputato al San Paolo di Napoli, vide soccombere i molisani dopo aver prima pareggio contro il Taranto 1-1, per poi perdere (quando bastava il pareggio per conservare la categoria) per 1-0 contro la Lazio con gol di Fabio Poli al 53', con i molisani che si divorarono il possibile gol salvezza pochi minuti prima con Boito. Era il 5 luglio 1987 e i laziali rappresentano l'inizio e la fine della storia del Lupo in serie B.
In Serie C1 si classificò 4º nel 1987-1988, staccato di un solo punto dalla Reggina, poi promossa nello spareggio promozione contro la terza del girone A (il Virescit Boccaleone). È poi retrocesso nella stagione 1988-1989 dopo due sconfitte con i pugliesi del Monopoli, 1-2 all'ultima giornata e 1-4 nello spareggio di Catanzaro dell'11 giugno 1989. In Serie C2 il Campobasso arrivò 18º nel 1989-1990, e con la retrocessione arriva anche il fallimento.
Grazie all'interesse di Carlo Scasserra (fratello di Gino Scasserra, calciatore con oltre 200 presenze con la casacca rossoblù negli anni 60), imprenditore alimentare, mentre ricopre il ruolo di presidente onorario Antonello Venditti (il padre del cantautore romano è di Campolieto)[12] rinasce una nuova squadra, il Football Campobasso, che parte dalla Prima Categoria molisana nel 1990, vincendo tre campionati regionali consecutivi (Prima Categoria, Promozione Campania-Molise e Eccellenza molisana) e accedendo in Serie D. Siede sulla panchina dei Lupi la bandiera Maestripieri (nel 1995 fu sostituito prima da un altro ex del Campobasso, Siro D'Alessandro, poi con Gennaro Rambone), con cui gioca due stagioni con prestazioni altalenanti, 6º nel 1993-1994, 16º nel 1994-1995 dove retrocede ma è comprata e ripescata dall'avvocato del diavolo (e truffatore), il serbo-britannico Giovanni di Stefano (originario di Petrella Tifernina) che promise la Serie A in cinque anni e portando un allenatore, Lekovic, che, a detta sua, arrivava direttamente "dal Manchester United", ma la squadra non andò oltre il 5º posto ; abbandonò la società alla fine della stagione condannandola a un nuovo fallimento nel 1996, a sei anni dal precedente. Nel 2013, in Gran Bretagna, è stato condannato a 14 anni di carcere per reati di truffa, frode e riciclaggio[13].
Ma subito rinasce una squadra, l'Associazione Calcio Campobasso, del presidente Adelmo Berardo (che ha giocato nei Lupi nella stagione 77-78 in serie C come portiere), che dopo aver rilevato il titolo dal Sepino, riparte dall'Eccellenza con Mario Oriente in panchina (ultimo allenatore del Campobasso in C2 di Molinari e che ripartì con i rossoblù con gli Scasserra dalla Prima Categoria) e dopo 3 anni molto positivi nei Dilettanti, in cui nel 1997-1998 la promozione sfuma a favore del Giugliano per un punto nonostante gli 80 punti conquistati per i Lupi (e la conquista, nel 1998, a Faenza, della Coppa Italia Dilettanti Fase C.N.D., per poi perdere la finale del titolo contro la Larcianese) conquista la Serie C2 nel 2000 all'ultima giornata contro la Pro Vasto per 3-0 davanti a 16000 spettatori, vincendo il campionato per un punto davanti al Taranto . La prima stagione il Campobasso arriva 2º nel 2000-2001 dietro al Taranto ripescato in C2 per 2 punti, nonostante un campionato a lungo in vetta alla classifica e una vittoria in casa al ritorno contro la diretta concorrente Taranto (1-0) con gol vittoria di Giorgio Corona davanti a 18000 spettatori (quarta partita per numero di spettatori paganti di quella giornata su tutto il territorio nazionale), e perde la semifinale play-off col Sora. L'anno successivo è disastro, 18º nel 2001-2002, e oltre a retrocedere la società fallisce[14].
Dopo un anno senza squadre ufficiali nel capoluogo, viene rifondata una squadra, Nuovo Campobasso, dalla fusione tra la Polesiana (squadra di una contrada cittadina che militava in Eccellenza) e la Primavera Campobasso (che aveva vinto il campionato di Promozione). Ai due rispettivi presidenti delle due squadre, Luigi Iacampo (Polesiana) e il padovano Paolo Rizzi (Primavera Campobasso) si aggiunge l'avvocato Claudio Palladino. Con questa triade al timone il Campobasso torna in D nel 2005.
Nel 2005-2006 il Nuovo Campobasso ha concluso al 9º posto nel girone G della Serie D. Nel 2006-2007, il Campobasso arriva 5º nel girone G, e raggiunge i play-off (1-4 dal Bacoli Sibilla). Durante questa stagione sembra profilarsi l'ennesimo fallimento, ma a rilevare la squadra ci pensa l'imprenditore irpino Ferruccio Capone. Nel 2007-2008 il Campobasso milita nel girone F, e dopo un'annata caratterizzata da un buon inizio, un crollo in inverno e una ripresa in primavera, finisce 3º. Non ha fortuna nei play-off: elimina in semifinale il Morro d'Oro (2-1) ma perde la finale in trasferta con la Renato Curi Angolana, che dopo essere stata superata 2 volte in campionato mette fine all'avventura play-off dei lupi con un perentorio 2-0.
Nella stagione 2008-2009 ha giocato sempre nel girone F e parte con tre punti di penalizzazione in Serie D: pena comminata per un episodio risalente a due stagioni prima, una telefonata del direttore sportivo Giovanni Santone (che nella vita fa il poliziotto) a un suo collega arbitro (Rocchi) alla vigilia di una partita dei rossoblù sul campo del Bacoli Sibilla per la quale era stata designata la medesima giacchetta nera. La penalizzazione viene annullata già dopo la prima giornata di campionato, con il roboante 5-0 al Luco Canistro. In seguito sono arrivate alcune brutte prestazioni, specie in casa, che hanno portato la squadra rossoblù a lottare solo per i play-off, conquistati a Castel di Sangro contro l'Olympia Agnonese, per poi perdere contro il Fano.
La stagione 2009-2010 è avara di soddisfazione per i Lupi: 10º posto in classifica e 13 sconfitte, otto delle quali in casa, record negativo assoluto del club. Ma la squadra ha presentato una domanda di ripescaggio in Lega Pro Seconda Divisione, accolta il 4 agosto del 2010. Il 17 giugno 2010 la Polisportiva Nuovo Campobasso Calcio ingaggia Roberto Carannante, reduce da buone stagioni al Trivento, come allenatore della Prima Squadra per la stagione 2010-2011. La squadra, in agosto-settembre 2010, partecipa alla Coppa Italia Lega Pro 2010-2011 e viene subito eliminata alla fase eliminatoria a gironi (in 4 gare, ottiene 1 vittoria e 3 pareggi). Al 10 ottobre la posizione in classifica è già critica: 2 punti conquistati nelle prime 7 giornate, con un bilancio di 0 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte; il 12 ottobre 2010 la società solleva Carannante dal ruolo di allenatore della Prima Squadra. Il giorno dopo, 13 ottobre 2010 la società comunica di aver ingaggiato come nuovo allenatore il molisano di Santa Croce di Magliano Vincenzo Cosco[15], il quale la conduce alla salvezza prima di lasciare.
Il 25 maggio 2011 viene comunicata la nomina del nuovo allenatore per la stagione 2011-2012, il salernitano Nicola Provenza. Dopo le prime giornate della stagione 2011-2012, nella quale i lupi partono bene con 10 punti nelle prime 4 giornate, Ferruccio Capone annuncia di voler lasciare la società, entrando in polemica con l'allenatore Provenza e altri, e richiamando nello staff tecnico l'ex giocatore e team manager della squadra Gigi Molino. Proprio Provenza, dopo l'andamento altalenante delle prime giornate, è esonerato. Il 21 novembre 2011 viene scelto come nuovo tecnico Edoardo Imbimbo, il quale guida la squadra a una sofferta salvezza.
Il 13 luglio 2012 viene prima esclusa dal campionato 2012-2013 per problemi legati all'iscrizione (che costeranno due punti di penalizzazione), ma tre giorni dopo presenta ricorso che le consente di disputare la stagione 2012-2013, la terza consecutiva in Seconda Divisione. Viene confermato Imbimbo, che verrà poi esonerato alla decima giornata con la squadra ultima in classifica; a sostituirlo arriva l'ex allenatore dell'Avellino Salvatore Vullo e il Campobasso, grazie anche ad alcuni innesti di mercato (su tutti l'attaccante già rossoblù Rosario Majella e l'esperto centrocampista Di Vicino), risale la china e ottiene una salvezza tranquilla.
Il 4 giugno 2013 il presidente Capone vende il 51% della società a un imprenditore vicentino, originario di Oratino, Giulio Di Palma[16]. Il nuovo maggiore azionista deve far fronte a due punti di penalizzazione e 7.000 euro di ammende per la violazione del regolamento della Co.Vi.So.C.[17] e 700.000 euro di debiti con l'erario. In seguito il Direttivo della Lega Pro ritiene inammissibile la domanda d'iscrizione presentata dal Campobasso la cui posizione, insieme a quella del Treviso, non è sanabile[18]. 19 luglio del 2013 il club è stato escluso dai campionati dalla FIGC e la sua squadra è stata sciolta d'imperio dal Presidente federale il giorno 24.
Alla fallita Polisportiva Nuovo Campobasso S.r.l. verrà ufficialmente revocata l'affiliazione in data 11 febbraio 2016.[19]
Nell'agosto del 2013 l'associazione dei tifosi Noi siamo il Campobasso acquista insieme ad alcuni imprenditori campobassani e con il supporto del capitano della squadra, Antonio Minadeo, il titolo della Unione Sportiva Campobasso 1919 ripartendo così dal campionato regionale di Eccellenza[20]. La squadra ha chiuso l'anno solare vincendo tutte le partite disputate tra Eccellenza e Coppa Italia regionale. Il 2 febbraio 2014 battendo il Fornelli per 2-0 allo stadio Acquasantianni di Trivento, il Campobasso 1919 vince la Coppa Italia Dilettanti Molise.
Nella stagione 2013-2014, il Campobasso vince consecutivamente 21 partite di campionato (un record nei campionati italiani per tale stagione[senza fonte]) in cui trionfa con largo margine, ma la conquista della Serie D arriva come vincente della Coppa Italia Dilettanti, e il 2 aprile battendo 3-2 il Ponsacco nella finale di Firenze allo stadio Gino Bozzi conquistando la coppa con 700 tifosi al seguito, mettendo così a segno un "triplete", senza nessuna sconfitta subita. Durante la stagione 2013-2014 viene inciso, dall'artista Raffaele Spidalieri, il nuovo inno della società, intitolato Fino alla fine del mondo.
Il 26 giugno 2014 cambia denominazione in Società Sportiva Dilettantistica Città di Campobasso.[21][22] La squadra ha raggiunto una striscia di 58 partite senza sconfitte, interrotta il 9 novembre con il netto successo della Maceratese sui rossoblù. Il 9 gennaio 2015 mister Farina lascia la guida tecnica della società per motivi di salute. Il giorno stesso la squadra viene affidata al mister Salvatore Vullo, alla sua seconda esperienza nel capoluogo dopo la salvezza conquistata nel 2013 in Lega Pro Seconda Divisione, e conquista i play-off. Il 1º maggio 2015 viene a mancare a Roma all'età di 83 anni Antonio Molinari, storico presidente rossoblù negli anni della Serie B.[23] Il 9 maggio muore anche l'ex allenatore Vincenzo Cosco.[24]
Nella stagione 2014-2015 i Lupi chiudono il campionato al 4º posto guadagnandosi la qualificazione ai play-off, ma il cammino si interrompe già al primo turno quando il Campobasso viene sconfitto in casa 0-3 dal San Nicolò. Nella stagione 2015-2016 il Campobasso giunge al terzo posto in classifica qualificandosi per i play-off, dove perdono la finale unica contro il Fano. Fra la stagione uscente e quella 2016-2017, subentra in società l'ex presidente della Salernitana Aniello Aliberti e la squadra viene affidata alla guida tecnica di Raffaele Novelli. Il 25 gennaio 2017 dopo la sconfitta casalinga contro il Pineto e con la squadra in piena lotta per non retrocedere, il tecnico Novelli rassegna le proprie dimissioni.[25] Dal 1º febbraio la squadra viene affidata all'allenatore Massimo Silva e grazie al suo lavoro i rossoblù riescono a raggiungere la salvezza all'ultima giornata.[26]
Nel luglio 2017 la società venne rilevata dalla famiglia De Lucia e il nuovo presidente diventò Marco De Lucia. Ad Antonio Foglia Manzillo venne affidata la guida tecnica della squadra, che venne completamente rinnovata. Il campionato fu caratterizzato da più cambi alla guida tecnica della squadra con un'alternanza tra Foglia Manzillo, Giovanni Masecchia e, per le ultime quattro giornate, dalla bandiera Antonio Minadeo, e la squadra ottenne la salvezza alla penultima giornata. Il 28 giugno 2018, dopo solo 15 giorni dall'annuncio di un rinnovato impegno nella società grazie anche al supporto dell'avvocato romano Luca Tilia, la famiglia De Lucia, con uno sgrammaticato comunicato apparso sui profili social della squadra, annuncia di non voler più investire nella squadra e informa di voler lasciare le quote di maggioranza del club al sindaco della città o all'associazione di tifosi Noi siamo il Campobasso. Parte dunque una corsa disperata contro il tempo per salvare la squadra entro il 13 luglio, termine ultimo per l'iscrizione al campionato di Serie D 2018-2019. Poco prima del 13 luglio, la maggioranza delle quote passa dalla famiglia De Lucia a Giulio Perrucci, il quale iscrive la squadra con riserva al campionato di Serie D. Nel frattempo parte una lodevole iniziativa da parte del gruppo Passione Rossoblu, che invita i tifosi ad acquistare degli abbonamenti a prezzi ridotti, pur non sapendo se la loro squadra fallirà o no. Grazie a questa iniziativa, i tifosi hanno raccolto circa 20.000 euro, destinati interamente alla società. Il 25 luglio 2018 ha inizio il nuovo corso della società: la maggioranza delle quote societarie viene rilevata un Gruppo Finanziario con sede principale a Londra e fondo di private equity di diritto svizzero, la Halley Holding, già forte di esperienze ai massimi livelli dello sport internazionale. La presidenza della squadra viene affidata a Nicola Circelli, proprietario della Polisportiva Fortore di San Bartolomeo in Galdo. La nuova dirigenza, salda subito le vertenze e paga le spettanze per iscrivere definitivamente la squadra al campionato di Serie D. La guida tecnica della squadra viene affidata a Bruno Mandragora (esonerato alla 10ª giornata, al suo posto viene scelto Massimo Bagatti) e la squadra venne rinnovata, ad eccezione del capitano Ciro Danucci. In campionato il Campobasso ottenne la salvezza, classificandosi al dodicesimo posto finale.
Il 2 luglio 2019 la società passa interamente a Halley Holding, rappresentato dal punto di vista legale da Mario Gesuè, componente della società rossoblù anche nella stagione precedente. L'11 agosto viene nominato presidente Raffaele De Francesco. Nella stagione 2019-2020 la panchina viene affidata a Mirko Cudini e viene costruita una squadra per puntare alla vittoria del campionato di D, acquisendo giocatori di esperienza. L'inizio di campionato però il Campobasso conquista solo 8 punti nelle prime otto partite, ma a partire dalla nona giornata non perde più neanche una partita, vince lo scontro contro la capolista Notaresco nella seconda giornata di ritorno (19ª giornata) e recupera ben 14 punti a quest'ultima, agganciandola alla 26ª giornata, issandosi al secondo posto dietro al Matelica quando il torneo venne sospeso con quell'ultima giornata giocata, e in seguito definitivamente interrotto, a causa delle restrizioni legate alla pandemia di COVID-19.
Per la stagione 2020-2021 buona parte della rosa viene confermata e integrata con l'arrivo degli esperti Vittorio Esposito e Ferdinando Sforzini. Il campionato è iniziato con una serie di risultati utili, che allungarono la serie già aperta nella stagione precedente. A fine novembre 2020 entrò in società lo statunitense Matt Rizzetta, che rilevò l'11% delle quote societarie attraverso la sua società North Sixth Group[27]. In campionato la squadra ha mantenuto la testa della classifica del girone F della Serie D per quasi tutto il torneo, vincendo entrambi gli scontri diretti con la diretta concorrente per il primato, il Notaresco, ottenendo la matematica certezza della prima posizione in classifica il 13 giugno 2021 dopo una vittoria sul Rieti[28]. Per il Campobasso si tratta del ritorno tra i professionisti dopo 8 anni e il ritorno nella terza serie nazionale dopo 32 anni. Dopo la vittoria del campionato, avviene lo scontro tra Rizzetta e Gesué per il pacchetto di maggioranza, con tanto di duro comunicato del primo[29]. In seguito a questi eventi, Rizzetta ha comprato delle quote nell'Ascoli mantenendo comunque quelle nel sodalizio rossoblù.
Per la stagione 2021-2022 vengono trattenuti gran parte dei calciatori protagonisti della vittoria del campionato di Serie D. Viene inoltre ufficializzato l'ingresso in società di Julien Giuge a capo di un gruppo di soci francesi[30]. Nella prima partita ufficiale, in Coppa Italia Serie C, il Campobasso esce di scena già al primo turno eliminatorio per mano del Grosseto, mentre il campionato si apre con un pareggio per 1-1 in casa dell'Avellino. Chiude il girone d'andata con 21 punti in quattordicesima posizione. Nel girone di ritorno migliora il suo rendimento e conquista una storica vittoria al San Nicola contro il Bari (vincitrice del girone) per 3-2 con più di 600 tifosi al seguito. Poco prima della terz'ultima giornata, complice l'esclusione del Catania dal girone a causa della fine anticipata dell'esercizio provvisorio, i Lupi ottengono così la matematica certezza della permanenza in categoria, suggellato il giorno dopo dalla vittoria per 4-1 sulla Vibonese[31]. Conclude la stagione al tredicesimo posto con 44 punti. Al termine della stagione, la società, in comune accordo con l'allenatore Cudini, comunica che non avrebbe rinnovato il contratto all'allenatore.
Per la stagione 2022-2023 viene annunciato come nuovo allenatore Fabio Prosperi, proveniente da due salvezze consecutive ottenute in Serie D con il Vastogirardi. La campagna abbonamenti viene aperta in netto anticipo, il termine ultimo per la prelazione per i vecchi abbonati è il 12 giugno. Quando però la società si deve iscrivere in Serie C, il 1º luglio la richiesta non viene accettata dalla Covisoc per mancati adempimenti con il fisco; inoltre vengono respinti i ricorsi presentati dal Consiglio Federale della Figc, dal Collegio di Garanzia e dal Tar del Lazio (3 agosto), il quale revoca il titolo sportivo ai rossoblù, decretando il fallimento della stessa società sportiva molisana. A sorpresa, il Campobasso ottiene la sospensiva da parte del Consiglio di Stato, con l'udienza fissata per il 25 agosto. La stessa Lega Pro si costituisce come parte lesa per il rinvio dei calendari e difendere la propria posizione. Alla fine, il 26 agosto, viene ufficializzata l'esclusione del Campobasso dalla serie C[32]. Neanche la richiesta di ammissione per la serie D in sovrannumero viene accolta, venendo bocciati il 7 settembre dal Tar del Lazio, quando la Serie D e la Coppa Italia Serie D era già partita.
Il socio di minoranza della precedente società, l'italo-americano Matt Rizzetta, chairman della North Sixth Group, il 12 settembre, a meno di una settimana dall'inizio del campionato d'Eccellenza, si accorda con il presidente dell'US Campobasso 1919, Angelo Rispoli per l'acquisizione del titolo sportivo, la stessa squadra con cui il Campobasso era ripartito nel 2013[33]. L'investimento trasforma il Campobasso 1919 nel club principale della città, sostituendo il club precedente.
Ripartendo dalla quinta serie, il Campobasso 1919 ha allestito si da subito una squadra con l'ambizione di vincere il campionato, affidando all'avv. Ivano Maselli l'intero progetto ed ingaggiando Pino De Filippis come direttore sportivo e Giuseppe Di Meo come allenatore, ingaggiando 12 nuovi giocatori, molti dei quali con precedenti esperienze in Serie C e Serie D.
Nel novembre 2022, i coniugi Kelly Ripa e Mark Consuelos sono diventati proprietari di minoranza del club attraverso un investimento in North Sixth Group, e si aggiungono al precedente ingresso in società dell'italo-canadese Angelo Pastò (originario di Ururi) Stanford Properties Group[34].
Cronistoria della Unione Sportiva Associazione Sportiva Dilettantistica Campobasso 1919 |
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I colori ufficiali del Campobasso sono il rosso e il blu, che sono anche quelli cittadini richiamati nel gonfalone, che li riprende a sua volta da quelli che erano i colori delle due confraternite che nel Quattrocento dominarono la città capoluogo, Crociati e Trinitari. Per quanto concerne le divise da gioco, da tempo la classica uniforme campobassana è composta da un completo con maglietta a righe rosse e blu, pantaloncini blu e calzettoni rossi.
Il simbolo del club è il lupo, da cui il soprannome di "lupi" assegnato ai giocatori della squadra.
Lo stemma del Campobasso è uno scudo svizzero palato rossoblù nel quale si trovano al centro lo stemma comunale, ovvero le sei torri merlate. Nella parte superiore è presente la denominazione societaria, mentre in quella inferiore l'anno di fondazione.
L'inno ufficiale del Campobasso era Forza lupi rossoblù di Gino e Gina, composto durante la militanza dei molisani in Serie B.[38], poi sostituito nel 2013 con Fino alla fine del mondo di Raffaele Spidalieri.
Il primo campo da gioco del Campobasso era un campo improvvisato situato tra Viale Elena, Via Petrella e Via Scatolone, adiacente alla caserma militare G.Pepe[3].
In seguito si spostò in via Albino, in pieno centro, nel campo che prese il nome di Giovanni Romagnoli (aviatore molisano morto in Libia nella guerra di riconquista della Libia), stadio che, fino al 1979, aveva il terreno di gioco in carbonella e con i settori dello stadio che venivano man mano costruiti quando il Campobasso scalò le serie calcistiche aggiungendo ai già presenti settori Curva Sud e tribuna, i distinti e, in seguito, la Curva Nord (poi sede degli ultras, fino a quel momento posizionati nei distinti), che arrivò solo con l'approdo in Serie B[39][40].
Dal 1985 il Campobasso disputa le sue partite casalinghe allo stadio Nuovo Romagnoli. Nonostante lo si chiami comunemente Nuovo Romagnoli o Selva Piana, dal nome della contrada alle porte della città che lo ospita, in realtà esso non ha ancora avuto un nome ufficiale. Costruito dell'imprenditore edile Costantino Rozzi, è stato inaugurato nel febbraio del 1985 nella gara di andata di Coppa Italia tra il Campobasso e la Juventus di Michel Platini e Giovanni Trapattoni, conclusasi con la vittoria per 1-0 in favore dei padroni di casa, con un'autorete di Stefano Pioli che deviò un tiro di Guido Ugolotti. È stata anche l'unica di quella stagione dovuto ai lavori da compiere al nuovo impianto, essendo stato aperto solo per l'occasione, con i molisani che finirono il campionato al Vecchio Romagnoli prima di trasferirsi definitivamente a partire dalla stagione successiva[10].
Nella stagione 2013-2014 la società rossoblù abbandona temporaneamente lo stadio Nuovo Romagnoli per trasferirsi al Campo ACLI (ex antistadio), sito di fronte a esso. L'impianto dispone di un terreno sintetico e di una tribuna principale addossata al terreno di gioco[41]. A marzo 2014 i lupi tornano a giocare al Romagnoli.
Nella stagione 2022-2023 la nuova società rossoblù deve abbandonare temporaneamente il Nuovo Romagnoli perché l'affidamento dello stadio alla vecchia società che si vista respingere l'iscrizione sia alle serie C che alla D, scade alla fine del mese di settembre e si deve rimettere a norma il terreno di gioco. Per questo si sposta allo stadio "Giuseppe Poce" di Riccia per assicurarsi la presenza dei propri sostenitori e per motivi di ordine pubblico. Lo stadio presenta una tribuna centrale e un terreno in erba sintetica[42]. A metà ottobre 2022 ritorna a giocare al Nuovo Romagnoli.
Il Campobasso svolge le proprie sedute di allenamento al Campo sportivo comunale di Campodipietra.
La sede della società è in Corso Vittorio Emanuele II, n°11 86100 Campobasso
Organigramma societario
Cronologia degli sponsor tecnici
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Cronologia degli sponsor ufficiali
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Il Campobasso è citato nel film Il tifoso, l'arbitro e il calciatore, diretto da Pier Francesco Pingitore nel 1983, in particolare nel primo episodio L'arbitro, quando il protagonista Alvaro Vitali si trova a dirigere la sfida tra la Lazio e i rossoblù allo stadio Olimpico di Roma.
La Gialappa's Band cita il Campobasso durante la presidenza di Giovanni di Stefano (1994-1995) per le sue strampalate dichiarazioni pubbliche[13].
Con l'arrivo nella società del Campobasso di Matt Rizzetta, nel 2020, viene programmata una serie, Underdogs, sulla storia del Campobasso calcio e sul dietro le quinte con sei puntate in tutto sui canali social di IFTV[27]. Il progetto viene bloccato dopo la seconda puntata a causa della rottura tra Rizzetta e il presidente Gesué.
L'unico calciatore che ha vestito la maglia della nazionale durante il suo periodo di militanza nel Campobasso è stato Domenico Progna con l'Under-21 italiana.
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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2º | Serie B | 5 | 1982-1983 | 1986-1987 | 5 |
3º | Prima Divisione | 1 | 1934-1935 | 11 | |
Serie C | 4 | 1975-1976 | 2021-2022 | ||
Serie C1 | 6 | 1978-1979 | 1988-1989 | ||
4º | Promozione | 4 | 1948-1949 | 1951-1952 | 38 |
IV Serie | 7 | 1952-1953 | 1958-1959 | ||
Serie D | 20 | 1959-1960 | 2020-2021 | ||
Serie C2 | 3 | 1989-1990 | 2001-2002 | ||
Lega Pro Seconda Divisione | 3 | 2010-2011 | 2012-2013 | ||
5º | Campionato Nazionale Dilettanti | 5 | 1993-1994 | 1998-1999 | 11 |
Serie D | 6 | 1999-2000 | 2009-2010 |
Prospetto delle 65 stagioni sportive disputate a livello nazionale a partire dal debutto in Prima Divisione nel 1934. Le 20 annate nei campionati di Serie B e Serie C o equivalenti sono considerate professionistiche ai termini delle NOIF della FIGC, e concorrono a determinare la tradizione sportiva cittadina utile per un'eventuale rinascita dopo un fallimento.
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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I | Terza Divisione | 1 | 1929-1930 | 12 | |
Seconda Divisione | 3 | 1930-1931 | 1933-1934 | ||
Promozione | 2 | 1970-1971 | 1971-1972 | ||
Eccellenza | 6 | 1992-1993 | 2022-2023 | ||
II | Promozione | 1 | 1991-1992 | 2 | |
Prima Categoria | 1 | 1990-1991 |
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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Coppa Italia | 7 | 1982-1983 | 1988-1989 | 7 |
Coppa Italia Serie C | 7 | 1981-1982 | 2021-2022 | 17 |
Coppa Italia Lega Pro | 3 | 2010-2011 | 2012-2013 | |
Coppa Italia Semiprofessionisti | 7 | 1974-1975 | 1980-1981 | |
Coppa Italia Serie D | 12 | 1999-2000 | 2019-2020 | 12 |
Poule Scudetto | 1 | 1999-2000 | 1 | |
Coppa Italia Dilettanti | 3 | 1997-1998 | 2013-2014 | 3 |
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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Coppa Anglo-Italiana | 1 | 1980 | 1 |
Il punteggio più alto in una partita fu stabilito nel campionato 1956-1957: Campobasso-Sora 9-0.[45]
Il calciatore che ha all'attivo più presenze in campionato con la maglia del Campobasso è Michele Scorrano (371), storico capitano dei molisani a cui è intitolata anche la curva nord dell'impianto casalingo, sede della frangia più calda di aficionados rossoblù.[7] Il calciatore con all'attivo più reti segnate in campionato è invece Rosario Majella con 59 gol realizzati[46] seguito da Santo Quicquaro, a quota 45.[47]
Di seguito la classifica con il record di reti[48]
Il movimento Ultras a Campobasso esiste dagli anni settanta con il primo gruppo di tifo organizzato che nacque nel 1973 con il Commando Rossoblù, anche se il gruppo organizzato di maggiore importanza di quel periodo fu il CUC 1981 (Commando Ultrà Campobasso 1981). Di gruppi attivi dagli anni settanta ad oggi si possono citare i Vigilantes, Mods, Teddy Boys, Fedayn, Ladyes, Gli angeli della nord, Ghetto G.A.R., Briganti, Gruppo Neuro, Skizzati CEP, Ultrà Campobasso, Smoked Heads, Brigata Fastidiosa, Rebels, Crociati e Nucleo Zasso.
Negli anni molti striscioni o pezze hanno colorato la Curva Nord Michele Scorrano anche se non possono essere citati come veri e propri gruppi organizzati, ma come semplici vessilli colorati di tifosi amici ovvero: Squadraccia, Bulldog, Alcol, Incoscienti, Metalmilitia, Vecchio Cuc 1981, Wolves, Casalinghi Allupati, The Four New Streets, Indians, Pazzi del Campobasso 2019, Esiliati. Fino alla stagione 2015-2016, la tifoseria del Campobasso è stata composta dai seguenti gruppi: gli Smoked Heads (Teste fumanti), storico gruppo nato nel 1986 da una scissione dal CUC 1981, in una partita contro la Lazio, schierati politicamente a sinistra e portatori di una campagna antirazzista e antifascista negli stadi[49][50], e il Nucleo Zasso nato nel 2011, seguiti dagli Ultras e Zona Offensiva. Nell'estate 2016 lo storico gruppo ultras più longevo della Curva Nord Michele Scorrano, gli Smoked Heads, dopo essere stato il gruppo portante della curva nord per oltre 15 anni, decide di sciogliersi dopo 30 anni di militanza al seguito del Lupo in tutti gli stadi d'Italia e in ogni categoria. Gli seguono gli altri gruppi organizzati attivi, Nucleo Zasso e Zona Offensiva. Gli Smoked Heads hanno continuato a seguire il Campobasso in tribuna e seguono il Lupo in casa dietro lo striscione Smoked Tribune apparso, con il ritorno dei tifosi allo stadio, a partire dalle ultime partite della stagione 2020-2021. Il timone della tifoseria organizzata rossoblù passa nelle mani dei gruppi: CNCB (Curva Nord Campobasso), N.F.O. (New Family Order), Ultras e dall'associazione Passione Rossoblu. Inoltre, a partire dalla stagione 2021-2022, complice il rinnovato entusiasmo intorno alla squadra, il CUC 1981 ha annunciato la sua presenza sulle gradinate della Curva Nord.
Ad ottobre del 2022, il gruppo CNCB, a seguito di diversi daspi che lo hanno colpito, non potendo più rappresentare l'intera curva, decidono di riconoscersi dietro lo striscione Già Noti, così da "ridare" il nome Curva Nord Campobasso all'intera curva per riconoscersi dietro quel nome.
La Curva Nord Michele Scorrano è attualmente composta dai seguenti gruppi: gli ultras di Già noti, N.F.O. e Ultras, dall'associazione Passione Rossoblù, dai gruppi di tifosi Wolves, The Four New Streets, Vecchio Cuc 1981, CUC 1981, Pazzi del Campobasso 2019, Young Wolves ed Esiliati (tifosi molisani emigrati dalla Regione).
La tifoseria rossoblù, inoltre, vanta un corposo bacino di appassionati al di fuori della città partendo dal vasto hinterland cittadino e dei molti paesi della Regione, fino a molte città italiane le quali hanno molteplici sezioni a Roma, Bologna, Milano e altre località d'Italia e, negli anni della Serie B, il supporto totale dei molisani (vedasi ad esempio gli Ultras del Termoli negli spareggi salvezza del 1987 o, fine anni ottanta in Serie C1, il gruppo di tifosi Hinchas Rossoblù Isernia) prima che i campanilismi all'interno della Regione, complice la discesa dei rossoblù nei dilettanti, si accendessero con le altre squadre molisane. All'estero invece il suo bacino di tifosi è composto da molisani emigrati, soprattutto in Canada e in Argentina, e in quest'ultimo paese , a Rosario, è stata creata una squadra dilettantistica formata da discendenti degli emigrati molisani con il nome di "Vecchia FC" che riprende lo stemma e i colori sociali del Campobasso[51].
La tifoseria molisana sostiene il primo vero gemellaggio con i tifosi pugliesi del Fasano[52][53]. Dal 2017 la tifoseria rossoblù è gemellata con il gruppo Pugnatores del FSV Francoforte[54].I rapporti di amicizia sono più numerosi e legano i rossoblù alle tifoserie del: Napoli[52][53][55] con i gruppi della Curva B che tifarono per il Campobasso negli spareggi di Serie B del 1986-1987 che si svolsero a Napoli; Sambenedettese, Potenza[52][53], Padova[52][53], Jesina[52] , con i gruppi Nuclei Sconvolti e Curva Nord Cosenza Ultras della tifoseria del Cosenza[52][53] (questi ultimi passati a sostenere le vicissitudini del Brutium Cosenza, squadra di azionariato popolare fondata dal gruppo), con i corregionali del Bojano (si veda la presenza in curva del Commando Ultrà Bojano nella partita in casa contro il Foggia nel 2000 in C2) e di recente con il gruppo Tradizionalmente Modena di Modena. Storica amicizia negli anni Ottanta con gli ultras del Palermo, rinnovata nel 2021 a Palermo con visita degli ultrà di Campobasso nella sede della Curva Nord Inferiore Palermo prima di Palermo - Campobasso nell'autunno 2021. In passato ci furono dei rapporti d'amicizia anche con la tifoseria del Celta Vigo. Solidarietà per le recenti vicende societarie anche con i tifosi del Catania.
Rapporti di rivalità piuttosto tesi si hanno nei confronti delle tifoserie del Taranto[52][53] per via degli incontri tra le due squadre sia negli spareggi salvezza del 1987 sia nel biennio 1999-2001 in cui si contesero il primato sia in serie D che in C2; con la tifoseria della Lazio in cui il culmine arrivò sempre con gli spareggi dell'87, con il Pescara[52][53], e con il Frosinone con scontri con queste due tifoserie. Rivalità molto sentita con la Cavese[52][53][56] con degli scontri tra fine anni 70 e inizio 80 in cui addirittura , dopo degli scontri all'interno dello stadio del Campobasso nel 1981 in C1 dove le due squadre si contendevano un posto per la serie B con tanto di sassaiola degli ultras della Cavese, il pullman degli ospiti fu preso a fucilate (le due tifoserie non si incontrano dalla serie C2 del 2001-2002). Altra rivalità molto sentita è quella con il Foggia,[57][55] con il Benevento[52][53], con cui disputa il "derby del Sannio"; con la Casertana[52][53], con il Monopoli[52][53] per via dello spareggio salvezza della stagione 1988-1989; con il Giugliano[53] e con il Lanciano[52][53] gli anni in cui contendevano con il Lupo il primato in serie D nella stagione 1997-1998 i primi, nel 1974-1975 e nel 1998-1999 i secondi; il "quasi derby" con i vicini della Vastese con qualche scontro e qualche trasferta con numero molto ridotto per gli ospiti. Altre rivalità sono con il Chieti a causa del gemellaggio di quest'ultimi con i tifosi del Monopoli, con il Francavilla a causa di un lancio di oggetti contundenti, nel 2017 a Campobasso, da parte degli abruzzesi verso il parcheggio dei locali[58], con il Latina[59][60], con il Sora per una semifinale playoff del 2000-2001 in Serie C2 finita ad appannaggio dei laziali. Con le squadre molisane la rivalità più accesa è quella con i supporters del Termoli[52][53]; anche se, come detto, gli Ultras del Termoli sostennero il Campobasso negli spareggi di Napoli, la rivalità si accese quando le due squadre si incontrarono nelle partite tra i dilettanti con sfottò ("pisciaiuoli" i termolesi, "montanari" i rossoblù), e anche qualche scontro; rivalità anche con l'Isernia[53] per via che sono entrambi capoluoghi di provincia del Molise, con l'Agnonese[55] e con il Venafro[47][61].
Nel settembre del 2021 il Campobasso sigla una partnership con lo Sporting Campobasso, squadra del capoluogo di Calcio a 5, e la squadra di futsal cambia nome in Città di Campobasso Futsal[62].
Nell'ottobre del 2021 viene formata la squadra under 15 femminile del Lupo.
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