L'Associazione Sportiva Sambenedettese s.r.l.,[2][3] meglio nota come Sambenedettese, o altresì nota come Samb e Samba, è una società calcistica italiana con sede nel comune di San Benedetto del Tronto. Milita nel campionato di Serie D, la quarta divisione del campionato italiano e disputa le gare interne allo Stadio Riviera delle Palme.
AS Sambenedettese Calcio ![]() | |||
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Samb, Samba, Rossoblù | |||
Segni distintivi | |||
Uniformi di gara
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Colori sociali | ![]() | ||
Simboli | Lancetta, Torrione[1] | ||
Dati societari | |||
Città | San Benedetto del Tronto | ||
Nazione | ![]() | ||
Confederazione | UEFA | ||
Federazione | ![]() | ||
Campionato | Serie D | ||
Fondazione | 1923 | ||
Rifondazione | 1994 | ||
Rifondazione | 2006 | ||
Rifondazione | 2009 | ||
Rifondazione | 2013 | ||
Rifondazione | 2021 | ||
Presidente | ![]() | ||
Allenatore | ![]() | ||
Stadio | Riviera delle Palme (13 683 posti) | ||
Sito web | www.sambenedettesecalcio.eu | ||
Palmarès | |||
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Trofei nazionali | 1 Coppe Italia Serie C/Lega Pro | ||
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Si invita a seguire il modello di voce |
Fondata il 4 aprile 1923 in seguito alla fusione di 3 squadre locali (Fortitudo, Serenissima, Forza e Coraggio), vanta 67 campionati nell'area del professionismo, di cui 21 partecipazioni al campionato di Serie B; ha trascorso buona parte della propria storia in Serie C e Serie C1.[4] I periodi più vittoriosi della Sambenedettese sono ascrivibili alle presidenze di Domenico Roncarolo, che guidò la società dal 1948 al 1966,[5] e Ferruccio Zoboletti alla guida della società dal 1981 al 1990.[6] Il suo palmarès annovera una Coppa Italia Serie C.[7]
La squadra marchigiana si collocava al 41º posto nella classifica perpetua della Serie B e al 58º posto nella graduatoria della tradizione sportiva italiana secondo i criteri della FIGC.
I colori sociali della Sambenedettese, il rosso e il blu, richiamano i colori indossati dal soldato-martire Benedetto, santo patrono della città, e sono anche i colori dello stemma cittadino.
Nel 1923, anno di fondazione della Sambenedettese, San Benedetto del Tronto è un piccolo centro di circa quindicimila abitanti che vivono principalmente di pesca. Qui il gioco del calcio viene praticato già da molto tempo (dal 1907) grazie all'attività di squadre locali come la “Fortitudo”, la “Forza e Coraggio” la “Serenissima” ed altre ancora. L'estremo disagio creato dalla prima guerra mondiale non frena l'entusiasmo di ragazzi appassionati di football che si sfidano, scalzi, in epici incontri formando squadre a ranghi ridotti (di sei-sette elementi). Ben presto anche le tre principali squadre cittadine iniziano a disputare partite contro formazioni dei centri vicini come Teramo, Ascoli, Giulianova, Macerata; si prendono contatti e si giocano le sfide; a bordo del taxi di Piero Zamponi si allestiscono le trasferte e si raggiungono i campi sportivi. Alcuni giovani che si cimentano in questo nuovo sport popolare non mostrano particolari qualità atletiche, altri invece iniziano ad emergere perentoriamente. La connotazione “sociale” del calcio, a San Benedetto si manifesta fin dalle origini. Pescatori, artigiani e studenti costituiscono l'ossatura delle formazioni che scendono in campo. Prendendo sd esempio la “Forza e Coraggio”, squadra formata principalmente da “lancettieri” come Giacomo e Guido Spazzafumo, Francesco Liberati; c’è anche un marmista: Giacomo Croci; Alberto Falaschetti fa lu “zautte” o meglio, lo scaricatore di porto. Pasquale Ricci, detto Rapepè, è anch’egli un pescatore di lancetta ed insieme a Silvano Del Zompo si distingue anche nella corsa campestre. Non mancano naturalmente gli studenti come Luigi Mazzoni, Federico Zazzetta e Giovanni Meo detto “Giannì”. Forte di indubbie competenze da selezionatore il barbiere Lucio Palestini mette insieme per la prima volta una sambenedettese rappresentativa, uscita vittoriosa dal noto torneo di Porto San Giorgio.[8]
Intanto lo scenario socio-politico nazionale cambia profondamente e si registra l'avvento del Fascismo. Il regime intende creare una generazione di uomini prestanti e mette in moto un grande apparato propagandistico che dà impulso alla creazione di squadre di calcio in ogni parte d'Italia, dalle province ai piccoli centri. A San Benedetto il dott. Italo Foschi, nativo di Corropoli e futuro presidente della Roma, contribuisce, per mezzo del cugino Silvio, alla fondazione della squadra cittadina: la US Sambenedettese, creata a seguito della fusione delle 3 compagini pre-esistenti. Ben presto viene assorbita anche la formazione del Torrione (i “boys del castello”). La data di nascita della Samb è il 4 aprile 1923 presso Villa Cerulli, in Via Ugo Bassi a San Benedetto. Per la nuova squadra si scelgono i colori sociali bianco-verde.[8]; non partecipa a nessun campionato F.I.G.C. non disponendo di un campo di gioco; nel 1926 viene inaugurato il campo di piazza San Giovanni Battista, detto "la trappoletta", e la Samb si iscrive al campionato di Terza Divisione Marche. Il presidente è Ludovico Giovannetti; dopo pochi mesi c'è una scissione per liti interne e alcuni calciatori si trasferiscono a un'altra società, il Torrione. Nel 1928 compaiono i colori attuali, rosso e blu, che sono anche i colori dello stemma cittadino; tra i calciatori spicca il bomber Tommaso Marchegiani, detto Massì e il portiere Pietro Cosignani. Tre anni dopo viene inaugurato il campo polisportivo “Littorio”, che nel 1944 viene intitolato a "Massì" Marchegiani, morto in un bombardamento durante la guerra, e infine nel 1949 ai fratelli Ballarin, calciatori del grande Torino, vittime della tragedia di Superga.[8]
Malgrado i colpi durissimi inferti alla società Sambenedettese, gli eventi bellici forgiano una nuova generazione di talenti locali. Essi formeranno un gruppo di calciatori-bandiera che, sostenuti da entusiasmo e caparbietà, in più occasioni, sfioreranno la Serie B. È in questo caso che si può parlare di autentica cultura calcistica perché la squadra di calcio è seguitissima e la passione per questo sport nazionale, a San Benedetto, viene tramandata di padre in figlio. Intere famiglie si rendono partecipi delle sorti della Samb capace di produrre autonomamente i suoi atleti e proprio per questo definita dal Corriere dello Sport la “superprovinciale”. Nella straordinaria stagione 1946-1947 la squadra riesce addirittura a vincere tutte le gare interne registrando un record nazionale. A volte, una panchina “corta” impedisce alla squadra di avere quel pizzico di continuità necessaria per fare il grande salto.
Nella stagione 1946-1947 la Samb sfiora le fasi finali per andare in Serie B, ma perde il proprio girone finendo a un solo punto dalla Maceratese, e l'attaccante Luigi Traini (I) finisce per mettere a segno in quella stagione la bellezza di 32 goal, un record per le 24 gare disputate: il suo apporto mancherà solo in due partite delle 26 effettive del torneo. La stagione 1947-1948 vede una riforma dei campionati che porta molte squadre a retrocedere in Promozione Interregionale, tra cui anche l'Ascoli, retrocesso in Prima Divisione Regionale ma in seguito ripescato; la Sambenedettese del nuovo allenatore-giocatore Alfredo Notti si piazza ancora una volta al secondo posto dietro alla Maceratese e viene iscritta alla Serie C dell'anno successivo.
Nel 1951-1952, una nuova, drastica riforma dei campionati sta per essere varata dalla FIGC che decide di ridurre per l’anno successivo i gironi della Serie C da 4 ad uno soltanto, il famoso “lodo” Barassi. Per essere promossi quindi al nuovo torneo d’élite di Serie C bisogna classificarsi al secondo o al terzo posto del proprio girone, mentre la quarta piazza dà diritto agli spareggi. Tutte le altre, dal quinto posto in giù, finiranno invece nel campionato di IV Serie.
La Sambenedettese del presidente Domenico Roncarolo è affidata a Valeriano Ottino e dopo la promozione ottenuta nel 1947-1948 stesso campionato di classificazione, anche stavolta riesce ad ottenere la promozione nella nuova Serie C classificandosi al terzo posto in classifica.
La stagione 1951-1952, verrà ricordata a lungo dai tifosi sambenedettesi, visto che la loro squadra ha lottato per quasi tutto il campionato non solo per un piazzamento che potesse garantirgli la partecipazione alla nuova Terza Serie, ma anche per il grande salto di categoria, ottenuto a fine stagione dal Cagliari, anche se la squadra sarda ha dovuto penare non poco per raggiungere l’ambita promozione alla Serie B, e soltanto nella parte finale del girone di ritorno è riuscita a spuntarla sulla forte squadra adriatica.
Coppa Italia 1960-61 |
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San Benedetto del Tronto
Sambenedettese: Patregnani, Alberti, Baston, Mecozzi, Santoni, Buratti, Novali, Rumignani, Campanini, Valentinuzzi, Pennati. Allenatore: Radio. Juventus: Vavassori, Burgnich, Cervato, Leoncini, Castano, Colombo, Mora, Charles, Nicolè, Sívori, Stacchini. Allenatore: Parola. |
Il campionato di Serie C a girone unico 1955-1956 vede la promozione in Serie B della Samb, che totalizza 44 punti a pari merito col Venezia; la Samb mantiene il campo imbattuto, e con 61 reti segnate risulterà anche il miglior attacco del torneo. Il presidente è Domenico Roncarolo (sua l'idea di chiedere aiuto finanziario ai pescatori locali), l'allenatore Bruno Biagini, il capitano Alberto Astraceli.
Nei sette campionati cadetti del primo ciclo (1956/1963) la Sambenedettese affronta squadre blasonate come Torino, Napoli, Lazio, Bari, Alessandria, Triestina, Genoa e Palermo.
Dopo quattro stagioni di bassa classifica, nel campionato cadetto del 1960-1961 la Samb disputa un campionato di alto livello, chiuso al 7º posto. Nello stesso anno sfida i campioni d'Italia della Juventus negli ottavi di finale di Coppa Italia.[10] La gara fu disputata allo stadio Stadio Fratelli Ballarin, era stipato da una folla inverosimile, richiamò tifosi da tutto il centro italia, tanto che in molti assistettero all’incontro dai tetti delle abitazioni adiacenti. Vinse la Juventus per 4 reti ad uno, con una doppietta di Sívori, una rete di Charles e una autorete di Santoni; per la Sambenedettese ha realizzato la rete della bandiera Rumignani.[9]
Nella stagione successiva la Samb ottiene la salvezza nelle ultime giornate, ma non riesce a ripetersi nel campionato 1962-1963 quando, arrivata penultima, viene retrocessa in Serie C. Diversi calciatori messisi in evidenza con la Samb in quegli anni approdano in Serie A: Sattolo al Torino, Menichelli alla Juventus, Garbuglia alla Lazio, Lorenzini al Bologna, Matteucci all'Inter.
Dal 1963 e per un decennio la Sambenedettese milita ininterrottamente in Serie C nei gironi B e C, e in questi anni è rimasta sempre nelle prime posizioni tendendo a risalire in Serie B, ove per tanti anni aveva difeso i colori sociali gareggiando nelle principali città, unica rappresentante nell'Italia centrale. Nel 1965, nel corso di un derby con l'Ascoli, l'attaccante della Samb Alfiero Caposciutti è protagonista di un involontario scontro di gioco che costa la vita al portiere dell'Ascoli Roberto Strulli.
Nel torneo 1965-66 tra le file della Samb c'è un giovanissimo Franco Causio, che poco dopo approderà alla Juventus. In questi anni inizia la tradizione dei grandi portieri della Samb: si trasferiscono in Serie A Roberto Tancredi alla Juventus, Sulfaro alla Lazio, Migliorini alla Ternana.
Il ritorno in Serie B avviene per la seconda volta nella storia il 16 giugno del 1974. Il presidente è il geometra Nicola D’Isidori, è uno dei costruttori edili emergenti che in passato aveva ricoperto il ruolo di presidente della società di ginnastica dove si erano formati i fratelli Carminucci, olimpionici di Roma ’60. È un autentico trionfo per quella squadra: coglie 22 vittorie e impone 9 punti di distacco al Rimini secondo classificato e guidato in panchina da un ex allenatore rossoblù Natalino Faccenda. La Samb che stravince il campionato è allenata da Marino Bergamasco, per anni l’ombra di Nereo Rocco al Milan e al Torino. Il tecnico triestino, così come Eliani, guida per sei campionati, in anni diversi, la Sambenedettese. Gioca con un libero fisso (Anzuini), un centrocampo stile Olanda formato da Castronaro, Valà e Simonato. Le ali sono Ripa e Basilico e il centravanti è Francesco Chimenti, sarà lui il capocannoniere della squadra con 20 dei 49 gol realizzati per un totale di 54 punti. E pensare che al bomber non vengono assegnati i tre gol, quelli della partita di Sassari contro la Torres vinta a tavolino per 2 a 0 a causa di una invasione di campo.
Nella stagione 1974-1975 D'Isidori viene sostituito dopo poche giornate di campionato da Arduino Caioni che resterà presidente fino al 1980-1981.
Il secondo ciclo della Serie B dura sei anni ('74-'80). È ancora Chimenti la punta di diamante della squadra. È il capitano di tante battaglie. E al ritorno in Serie B i rossoblu colgono, alla 15 di andata, una storica vittoria a Marassi contro il Genoa. Vincono per 3 a 2 con gol di Simonato, Castronaro e Chimenti. Il telecronista del tempo è Marcello Camiscioni che a fine partita non riesce a trattenere le lacrime. A filmare quella partita così come tante altre è Alfredo Giammarini, il primo cineoperatore della storia televisiva sambenedettese.
Nel 1975-1976 si ripete dopo 14 anni la sfida di Coppa Italia con la Juventus: i campioni d'Italia uscenti sono fermati in casa 2-2.[11].
Termina la prima era di Marino Bergamasco sulla panchina della Samb. Approda Eugenio Fantini ma non ha fortuna e viene esonerato subito dopo. È il turno del duo Tribuiani-Traini. In questa formazione giocano Sandro Vanello, Franco Colomba e Otello Catania che hanno giocato in Serie A con Inter, Palermo, Bologna , Cesena e Genoa. Dei giovani spicca Arcadio Spinozzi che va al Verona in Serie A insieme al portiere Pippo Pozzani. La Samb ottiene la salvezza nella gara in terna con il Como e può festeggiare in anticipo. Nel campionato 1977-1978 torna sulla panchina rossoblù Bergamasco. In questa squadra è ancora il bomber Chimenti il mattatore con dieci gol. In evidenza si pone un giovanissimo Francesco Guidolin che colleziona 35 presenze. La Samb in quella stagione sfiora la promozione in Serie A, sfumata al termine di una contestatissima partita interna contro la Sampdoria finita 0 a 0 e che costa la squalifica del “Ballarin”.
In Coppa Italia nel 1977-1978, i rossoblù battono fuori casa il Verona per 3-5. L'anno dopo l'allenatore è Nicola Tribuiani, sostituito da Lauro Toneatto. Nel campionato 1979-1980 torna in panchina Marino Bergamasco per sostituire Pietro Maroso, ma la Samb retrocede in Serie C1: nella rosa ci sono Stefano Tacconi poi alla Juventus e Antonio Sabato.
Durante il campionato 1980-1981 il presidente Arduino Caioni passa il testimone a Ferruccio Zoboletti, reggiano di nascita ma sambenedettese d'adozione. L'allenatore è l'emergente Nedo Sonetti che conquista l'immediata promozione in Serie B: tra i protagonisti, il giovane portiere Walter Zenga in prestito dall'Inter e Luigi Cagni. Con Zenga si apre di fatto la scuola dei portieri di Piero Persico, già numero uno rossoblù negli anni cinquanta. La Samb conquista 44 punti, a pari merito con la Cavese; l'ultima partita di campionato contro il Matera vede però una tragedia allo stadio Ballarin: scoppia un incendio in curva sud, la curva dei tifosi di casa, che provoca decine di feriti e in cui perdono la vita Maria Teresa Napoleoni e Carla Bisirri; la partita però si gioca lo stesso, e termina 0-0. Si decide così di progettare un nuovo stadio, più grande e adeguato alle moderne norme di sicurezza.[12]
Il campionato di Serie B 1981-1982 si chiude all'8º posto, sempre sotto la guida di Nedo Sonetti. I rossoblù, in questa stagione, conquistano una prestigiosa vittoria 0-1 a Genova contro la Sampdoria promossa in Serie A, goal di Gigi Cagni; al ritorno invece la squadra blucerchiata riesce a pareggiare per 2-2, Samb in doppio vantaggio con Garbuglia, poi la Sampdoria riesce a raddrizzare l'incontro, grazie alle reti di Scanziani e Guerrini.
Coppa Italia 1983-84 |
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San Benedetto del Tronto
Sambenedettese: Coccia, Petrangeli, Catto, Ferrante, Ipsaro Passione, Cagni, Perrotta, Ranieri, Gamberini dal 72' Di Fabio, Colasanto, Faccini dall'86' Bronzini. Allenatore: Clagluna. Inter: Zenga, Pasinato, Bergomi, Bagni, Collovati, Bini, Coeck, Sabato, Altobelli, Müller, Serena. Allenatore: Radice.
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Il campionato 1982-1983 si apre con il 2-2 a Milano contro il Milan, che l'anno prima era stato per la seconda volta retrocesso in Serie B; anche la partita di ritorno finirà con un pareggio.[14] La Samb pareggia anche in casa della Lazio, che insieme al Milan e al Catania sarà promosso in Serie A.
Nel 1983-1984 Nedo Sonetti abbandona la Samb che è allenata da Roberto Clagluna: da segnalare la vittoria per 2-0 in Coppa Italia contro l'Inter, con due reti di Paolo Alberto Faccini.[13] Nel mese di ottobre del 1983, dal Genoa arriva in prestito Giuliano Fiorini, mette a segno 12 reti con la maglia della Sambenedettese. Dopo un campionato difficile la salvezza giunge alla penultima giornata, con il pareggio casalingo contro la Pistoiese, viceversa con quel risultato condannata alla Serie C1. Alcune immagini di quell'incontro, compresa la festa dei tifosi rossoblù per la salvezza, furono poi riutilizzate per il film L'allenatore nel pallone.
Il campionato 1984-1985 è l'ultimo disputato al "Ballarin": tra le file dei rossoblù Stefano Borgonovo, Tiziano Manfrin, Maccoppi, Turrini, Di Fabio; il capitano è sempre Gigi Cagni.
Il 13 agosto 1985 vede l'inaugurazione del nuovo Stadio Riviera delle Palme, realizzato per circa 22 000 spettatori ma progettato per un futuro ampliamento. Nel campionato 1985-1986 c'è l'ultimo derby con l'Ascoli, una sfida sempre segnata da grande rivalità.[16]
Nel campionato 1986-1987 la Samb si salva all'ultima giornata vincendo a Bari per 4-3: allenatore è ancora Clagluna, in rosa c'è Franco Selvaggi, proveniente dall'Inter, mette a segno 9 reti con cui contribuisce alla salvezza della Samb. È l'ultima stagione alla Samb per Gigi Cagni, che detiene il record di presenze in Serie B, 496. Nel 1987-1988 l'allenatore è Angelo Domenghini, che conquista l'ennesima salvezza, la porta è difesa da Fabrizio Ferron, e dopo due stagioni in rossoblù, approda in Serie A all'Atalanta; nel 1988-1989 lascia dopo 4 giornate a Enzo Riccomini, che non riesce a evitare la retrocessione in Serie C1: in rosa ci sono Marcato, Valoti e il portiere Bonaiuti.
Il campionato 1989-1990 vede la seconda retrocessione consecutiva della Samb, stavolta in Serie C2, categoria mai affrontata prima.
Nella stagione 1990-1991 la presidenza passa all'imprenditore trevigiano Antonio Venturato; l'allenatore è Giorgio Rumignani. La Samb arriva seconda dietro il Chieti e ottiene così il ritorno in Serie C1. Seguono tre stagioni di C1 tra alti e bassi: tra i giocatori ci sono Moreno Solfrini, Pasqualino Minuti, Gennaro Grillo, Ottavio Palladini, Giuseppe Manari, Tiziano De Patre, i portieri Stefano Visi e Antonio Chimenti.
Nella stagione 1991-1992 la Samb vince la Coppa Italia Serie C 1991-1992 battendo in finale il Siena. La stagione 1992-1993 (in cui per la prima volta la Samb è inserita nel girone A), vede l'alternarsi in panchina di Claudio Tobia, Zibì Boniek e l'esordiente Ivo Iaconi che centra la salvezza.
Le difficoltà economiche della società emergono in tutta la loro drammaticità e l'iscrizione al campionato di Serie C1 1993-1994 avviene a pochi minuti dalla scadenza grazie alla fideiussione prestata dall'allora neosindaco Paolo Perazzoli e dagli imprenditori locali Giancarlo Amante, Nazzareno Torquati e Francesco Ascolani. L'allenatore è Diego Di Feliciantonio, coadiuvato da Ivo Iaconi, e la squadra, nonostante non percepisca lo stipendio, si batte per i primi posti in classifica.
Coppa Italia Serie C 1991-92 |
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Finale Coppa Italia Serie C, andata Arbitro: Fiori di Ravenna
Spettatori: 6.000 (circa) Finale Coppa Italia Serie C, ritorno Arbitro: Rausa di Cosenza Spettatori: 10.000 (circa) |
Grazie al Sindaco Perazzoli e al gruppo di imprenditori che hanno con lui firmato la fideiussione vengono garantiti alcuni stipendi ma inopinatamente il Presidente Venturato rompe con gli stessi ogni rapporto e il campionato partito bene finisce comunque con la salvezza della squadra. Al momento di iscrivere la squadra al campionato 1994-1995 la L.N.P., in forza della situazione di bilancio disastrata, decide la non iscrizione e la retrocessione nel campionato di Eccellenza Marche. Il presidente Venturato dapprima iscrive la squadra al Campionato di Eccellenza, poi scompare dalla circolazione, rendendosi irreperibile, mettendo in serio pericolo anche lo svolgimento di questo torneo.
Un gruppo di imprenditori locali, dietro l'impulso del Sindaco di San Benedetto del Tronto Paolo Perazzoli, dà vita alla Sportinvest S.p.A. con presidente l'imprenditore ittico Nazzareno Torquati e riesce a vincere il Campionato di Eccellenza Marche 1994-1995; il commissario della squadra è Raniero Iacoponi, l'allenatore è Francesco Chimenti, che dispone di una buona squadra capitanata da Stefano Colantuono.
A seguito della dichiarazione di fallimento della Sambenedettese S.p.A. si forma l'A.S. Sambenedettese Calcio, con presidente Raniero Iacoponi, che a pochi giorni dall'inizio del campionato, grazie all'impegno di Nazzareno Torquati, Giancarlo Amante ed Emilio Scartozzi, che si accollano debiti pregressi della vecchia società, ne acquisisce il titolo sportivo. Questo ritardo non consente una preparazione ottimale e il campionato 1995-1996, il primo nel CND (campionato nazionale dilettanti), vede una faticosa salvezza della Samb ottenuta anche grazie agli sforzi del neopresidente Rocco Sannicandro e dell'allenatore Bruno Piccioni.
Il campionato 1996-1997 inizia con i migliori auspici e viene condotto sempre al vertice della classifica, ma nel finale del campionato la Samb viene raggiunta e superata dall'Astrea; nel novembre 1996 l'A.S. Sambenedettese Calcio si trasforma in Sambenedettese Calcio S.r.l. con presidente Giancarlo Amante e vice Nazzareno Torquati ed Emilio Scartozzi. La società nell'agosto 1997 organizza un grande evento sportivo internazionale, ospitando presso il Riviera delle Palme la partita amichevole precampionato Juventus-Bayern Monaco, con oltre ventitremila spettatori paganti.[17] L'anno seguente altre amichevoli estive di lusso: Milan-Celta Vigo e ancora Juventus, stavolta contro l'Espanyol.[18][19]
Nelle stagioni 1997-1998, 1998-1999 e 1999-2000 la Samb, sotto la presidenza di Giancarlo Amante prima e dei fratelli Caucci poi, disputa campionati in cui non riesce mai ad aggiudicarsi la prima posizione, l'unica utile per la promozione in Serie C2. Tra gli allenatori che si avvicendano sulla panchina della Samb ci sono Aldo Ammazzalorso, Massimo Silva, Ruggero Cannito.
Nell'estate 2000 la svolta: la Sambenedettese viene acquistata da Luciano Gaucci, già proprietario di Perugia e Viterbese (appena ceduta) e neoacquirente anche del Catania. Dopo un'iniziale crisi di risultati la squadra è affidata all'allenatore Giovanni Mei e vince il campionato di Serie D 2000-2001 con grande vantaggio; tra i giocatori il bomber Fabrizio Fermanelli, lo stopper Stefano Colantuono, il portiere Stefano Visi (questi ultimi due ritorni).
Il campionato di Serie C2 girone B 2001-2002 non è facile per la Samb: si alternano in panchina Mei, Paolo Beruatto, Enrico Nicolini e infine Stefano Colantuono, che smette di giocare accomodandosi in panchina. Quando accetta l'incarico la Samb è in bassa classifica a 9 giornate dal termine, ma con una serie di 9 vittorie consecutive riesce ad agguantare il 5º posto, l'ultimo utile per i play-off. La Samb passa la semifinale col Rimini e poi la finale col Brescello davanti a 11.000 spettatori (il ritorno, che si gioca sul campo neutro di Parma, vede l'"esodo" di circa 7.500[20] tifosi rossoblù che raggiungono la città emiliana), conquistando la promozione in Serie C1. Tra i protagonisti della promozione l'attaccante Andrea Soncin, il fantasista Antonio “Totò” Criniti, il centrocampista Gennaro Delvecchio.[21] Colantuono (che non ha ancora il patentino di seconda categoria ed è affiancato da Gabriele Matricciani) rimane alla guida della Samb nel campionato di Serie C1 girone B 2002-2003[22]: la squadra viene rinforzata dal direttore sportivo Guido Angelozzi e dopo alcuni alti e bassi raggiunge il 5º posto utile per il play-off. In semifinale la Samb incontra il favorito Pescara: i rossoblù vincono in casa per 1-0 con gol di Teodorani ma sono sconfitti in Abruzzo per 2-0 (doppietta di Cecchini).[23]
Il campionato di Serie C1 girone B 2003-2004 vede il progressivo defilarsi di Luciano Gaucci: la gestione della società è affidata al figlio Alessandro, impegnato però anche nel Perugia. Il nuovo allenatore è Sauro Trillini, alla prima esperienza tra i professionisti, che ottiene risultati altalenanti. A gennaio vengono ceduti alle altre squadre “di famiglia” gli attaccanti Francesco Zerbini (al Perugia) e Gabriele Scandurra (al Catania), autori di 10 gol a testa in metà campionato; arriva però il bomber Costantino Borneo dalla Vis Pesaro, anche lui autore di 10 gol, che si laureerà poi capocannoniere. La Samb (con Trillini sostituito nel frattempo da Salvatore Vullo) si piazza al 7º posto mancando i play-off e Gaucci, contestato dai tifosi, decide di passare la mano (inoltre si è visto rifiutare dal Comune di San Benedetto del Tronto il progetto per la gestione dello Stadio Riviera delle Palme).
Le trattative si protraggono per tutta l'estate senza esito fino al 29 agosto 2004: la società passa alla cordata capeggiata dall'abruzzese Umberto Mastellarini e dal procuratore Vincenzo D'Ippolito. La rosa, che era composta da appena 5 giocatori dopo le cessioni estive, viene fatta in sole 24 ore (il 31 agosto è l'ultimo giorno della sessione estiva di mercato). L'allenatore del campionato di Serie C1 girone B 2004-05 è l'esordiente Davide Ballardini, proveniente dalle giovanili del Parma; tra i giocatori arrivano i sudamericani Nicolás Amodio e Mariano Bogliacino, il difensore Michele Canini, il centrocampista Luca Cigarini e l'attaccante Marco Martini trasformato da ala a punta. A gennaio arrivano poi il portiere Francesco Mancini e il trequartista Julio Cesar Leon (ex Reggina e Fiorentina). La Sambenedettese si classifica al 4º posto centrando così i play-off. La semifinale la vede opposta al Napoli: in casa è 1-1 con pareggio napoletano negli istanti finali, al "San Paolo" la Sambenedettese perde 2-0.[24]
L'estate 2005 è ancora travagliata: esce dalla società D'Ippolito, Mastellarini cerca nuovi acquirenti senza successo; il nuovo allenatore Ortega, scelto da D'Ippolito, si dimette e viene ingaggiato Giuseppe Galderisi con Giuseppe Dossena direttore sportivo. La società è in difficoltà economiche e la rosa viene indebolita rispetto all'anno passato; la squadra inizia bene il campionato di Serie C1 girone A 2005-06 ma poi entra in crisi e Galderisi viene sostituito da Luciano Zecchini, ex allenatore del Teramo che non migliora le cose. A dicembre Mastellarini e il socio Paterna (proprietario anche del Pescara) raggiungono l'accordo per la cessione della società con il romano Alberto Soldini, in cui è compresa la cessione del bomber Martini al Pescara. A gennaio Soldini cambia lo staff: nuovo allenatore è Giuseppe Giannini, il suo vice è Roberto Pruzzo, il direttore sportivo è Carlo Colacioppo; il mercato vede la partenza di 13 giocatori e l'arrivo di altri 15. Ma la Samb infila una serie negativa senza vittorie da ottobre a febbraio precipitando al penultimo posto. Esonerati anche Giannini, Pruzzo e Colacioppo, la squadra viene affidata alla bandiera rossoblù Francesco Chimenti (quinto allenatore della stagione). Ma non c'è pace nemmeno per lui: infatti, a seguito delle promesse non mantenute dal presidente Soldini, l'allenatore Chimenti, il direttore tecnico Remo Croci, l'allenatore in seconda Luigi Voltattorni e il responsabile della comunicazione Emidio Lattanzi. La Samb si ritrova senza allenatore e senza stipendi; ciononostante, con la guida prima dei giocatori Colonnello e Zanetti e poi degli allenatori delle giovanili Voltattorni e Zaini la squadra ottiene buoni risultati (bella in particolare la vittoria con il Genoa per 2-1), con il sostegno anche economico di molti tifosi rossoblù e dell'imprenditore Sergio Spina. Alla fine della regular season viene però decretato il prevedibile fallimento e in seguito a numerosi deferimenti la Samb subisce 4 punti di penalizzazione che la condannano ai play-out contro il Lumezzane. In panchina torna, a furor di popolo, Francesco Chimenti: all'andata i lombardi vincono in casa 3-1, ma al ritorno una grande prestazione dei giocatori della Samb, sospinti dai tifosi rossoblù, ribalta il risultato con un sonante 4-0.[25] La Samb è salva.[26] A giugno arriva anche la salvezza fuori dal campo: l'asta fallimentare assegna la società ai fratelli Tormenti che ripianano i debiti sportivi e iscrivono la Sambenedettese al campionato di C1 2006-2007.
La stagione 2006-2007 vede in panchina Alessandro Calori e nello staff il ritorno di Claudio Molinari e l'arrivo di Giuseppe Pavone come direttore sportivo. Calori viene però sollevato dall'incarico dopo 5 giornate (un solo punto per lui e Samb all'ultimo posto solitario). La società affida al "bomber" Francesco Chimenti, idolo della tifoseria, il compito di guidare la squadra nella vittoriosa partita contro il San Marino, in attesa del nuovo allenatore Guido Ugolotti. Il campionato viene chiuso all'ottavo posto, raggiungendo largamente l'obiettivo stagionale della salvezza. Tra i giocatori che si mettono in mostra spiccano Morante (18 gol), Desideri ("pescato" in Serie D e acquistato dal Bari al termine della stagione), e i tanti giovani scelti da Pavone: gli attaccanti Olivieri e Carlini, i centrocampisti Loviso e Iovine, il difensore Zammuto e il portiere Consigli.
Già nel ritiro di luglio-agosto la squadra è definita. Molinari e Pavone lasciano la Samb, il nuovo ds è Maurizio Natali. A fine agosto viene ceduto il bomber Daniele Morante al Verona; tornano dopo anni i "sambenedettesi" Stefano Visi e Ottavio Palladini. Della squadra dell'anno passato rimangono solo Fabio Tinazzi, Michele Santoni, Davide Giorgino e Nikola Olivieri oltre ai giovani Tulli e Forò; confermato anche l'allenatore Guido Ugolotti. Tra le nuove "scommesse" spiccano Davis Curiale, Michael Cia e Danilo Soddimo. Anche il campionato 2007-2008, però, inizia negativamente: la squadra segna poco, gioca male e ottiene solo 8 punti in 12 giornate. Il 4-0 contro il Gallipoli è fatale a Guido Ugolotti che viene esonerato e sostituito da Enrico Piccioni; viene nominato come nuovo direttore sportivo Enzo Nucifora, con il compito di rinforzare la squadra a gennaio (cede Olivieri al Pescara e acquista tra gli altri Leandro Vitiello e Luis Maria Alfageme). Nonostante i buoni risultati casalinghi, il rendimento in trasferta della squadra resta deficitario, cosicché il 17 marzo Piccioni viene esonerato e torna in panchina Guido Ugolotti. Con tre vittorie consecutive la Samb esce dalla zona play-out per la prima volta dall'inizio del campionato. I rossoblù conquistano poi la salvezza diretta grazie alla penalizzazione inflitta al Lanciano, intanto fallito, che finisce ai play-out e poi retrocede.[27]
Per la stagione 2008-2009 l'allenatore Ugolotti e il ds Nucifora non vengono riconfermati e tornano al lavoro Piccioni e Natali. Viene costruita una rosa piena di giovani, anche a causa delle limitazioni (non obbligatorie ma richieste per ottenere contributi economici) previste dalla neonata Lega Pro (ex Lega di Serie C); tra i giocatori principali e più amati dalla tifoseria, Ottavio Palladini, Francesco Ferrini e Davide Moi, riconfermati dopo la stagione precedente. Dopo un avvio di campionato ancora una volta stentato, la Samb riesce a uscire dalla zona play-out, prima di incappare in una serie negativa di 6 sconfitte consecutive, a cavallo della sosta invernale, che costa la panchina a Enrico Piccioni e fa ripiombare la società rossoblù al penultimo posto, tra le contestazioni dei tifosi. Il nuovo ds Luca Evangelisti (che sostituisce Natali, che rimane in società ma con altro incarico) affida a Fulvio D'Adderio il compito di salvare la Samb. Il calciomercato di gennaio vede la Samb attiva, con rinforzi costosi e d'esperienza come i bomber Cammarata e Califano, il difensore Caccavale e il portiere Marconato. Ma i risultati non cambiano più di tanto, e D'Adderio viene sostituito da Giorgio Rumignani, che torna alla Sambenedettese dopo molti anni. Dopo aver toccato anche l'ultimo posto, la regular season si chiude al 16º posto. Nei play-out contro il Lecco, la Samb pareggia 0-0 in casa e perde 1-0 in trasferta, venendo così retrocessa per la seconda volta in Seconda Divisione.[28] La squadra, fortemente indebitata, viene messa in vendita dai fratelli Tormenti, in difficoltà economiche, ma l'assenza di acquirenti porta, l'11 luglio, alla cancellazione da tutti i campionati professionistici.[29][30]
Il sindaco di San Benedetto del Tronto, Giovanni Gaspari, e una cordata capeggiata da Sergio Spina si attivano per ottenere, in forza dell'art. 52 delle N.O.I.F.[non chiaro], l'iscrizione alla Serie D, ma nonostante l'accordo con il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Tavecchio, il presidente della F.I.G.C. Abete decreta l'inserimento della nuova U.S. Sambenedettese nel campionato marchigiano di Eccellenza, facendo salvo il principio delle "due categorie inferiori" per le nuove società[non chiaro].[31] Il campionato, eccezionalmente a 20 squadre, alcune delle quali con una solida tradizione sportiva, si rivela subito competitivo e la Samb, vittima di numerosi avvicendamenti nella rosa, ha un inizio di stagione problematico, culminato nell'esonero dell'allenatore Minuti, che viene sostituito dal giocatore-allenatore Ottavio Palladini. Dopo il girone di ritorno la squadra ottiene la promozione in Serie D.
Dopo un campionato di media classifica, contraddistinto da vicissitudini finanziarie e dall'avvicendamento di numerosi allenatori, nella stagione 2011-2012 la Samb conquista il secondo posto in campionato e viene poi eliminata dal Legnago nei play-off nazionali.[32] La promozione arriva nella stagione 2012-2013,[33] quando la squadra conquista il primo posto e consegue così il diritto a tornare tra i professionisti: la FIGC, il 19 luglio 2013, ha deliberato di non accettare l'affiliazione del club neopromosso alla Lega Pro a causa di carenze economico-finanziarie: la società ha avuto tempo per esperire un eventuale ricorso che evitasse la sua cancellazione dai campionati; esso è stato respinto in data 25 luglio 2013, decretando così l'esclusione definitiva dai campionati professionisti della società.[34][35]
In seguito a tale sentenza, il 3 agosto 2013 è stata fondata, dopo appena 4 anni dall'ultima volta, una nuova società dall'imprenditore viterbese ex presidente del Perugia Gianni Moneti su incarico ufficiale del Sindaco Giovanni Gaspari: tale compagine è ripartita dall'Eccellenza Marche, mentre il 19 dicembre è giunta la radiazione del vecchio club per intervenuto fallimento.[36]
Il 29 marzo 2014, vincendo per 1-0 sul campo del Grottammare,[37] la Sambenedettese ha vinto il campionato di Eccellenza con 4 giornate di anticipo, conquistando la promozione in Serie D.[38]
Il 28 luglio 2014 entra in società con il 50% Manolo Bucci, ex presidente del Pergocrema nel 2010-2011 e vice presidente del Colleferro nel 2013-2014, che porta con sé Fabio de Lillo, consigliere regionale della regione Lazio, che diventa presidente onorario.[39] Il 30 novembre, dopo la sconfitta per 2-1 a Chieti, l'allenatore Andrea Mosconi, che aveva riportato la compagine rossoblu dall'Eccellenza alla Serie D, viene esonerato dopo aver conquistato 24 punti in 13 partite trovandosi al 3º posto. Il giorno successivo viene scelto come nuovo allenatore Silvio Paolucci con il quale la squadra marchigiana prosegue il cammino incerto in campionato. La squadra chiuderà al 3º posto perdendo la prima partita dei play-off contro il San Nicolò.[40]
Il 17 giugno Manolo Bucci lascia la carica di co-presidente riconsegnando il suo 50% a Moneti che è costretto a cercare nuovi soci per iscrivere la squadra in Serie D.[41]
Il 4 agosto 2015 l'industriale Franco Fedeli rileva ufficialmente le quote di Moneti, diventando l'azionista di maggioranza nonché il presidente dell'A.S.D. Sambenedettese Calcio.[42][43] Fedeli porta con sé da Rieti il tecnico Loris Beoni e una ventina di giocatori, cosicché nel ritiro di Norcia ce ne saranno ben quarantasei (gli ex Rieti si aggiungono a quelli della Sambenedettese). Come Direttore Sportivo Fedeli sceglie Fabrizio Alunni, che ha il compito di fare una scrematura del numeroso gruppo, aggiungendo qualche elemento importante come Mario Titone. A una settimana dall'inizio del torneo di serie D non si sa ancora a quale campionato parteciperà la Samb, perché Fedeli chiede invano il ripescaggio in Lega Pro. La Sambenedettese però resta in serie D e nonostante una rosa da perfezionare con qualche "quota", parte benissimo, espugnando gli ostici campi di Campobasso, Pesaro e Fano. La squadra marchigiana nonostante la sconfitta interna con il Matelica si trova in testa alla classifica dopo 8 giornate. Ma questo è un particolare insignificante agli occhi del patron Fedeli che dopo il ko solleva dall'incarico sia il tecnico toscano Beoni che il Ds umbro Alunni. In panchina arriva Ottavio Palladini.[44]
Il 10 aprile 2016, vincendo il girone F del campionato nazionale di Serie D con ben 4 giornate di anticipo, la Sambenedettese è promossa in Lega Pro e torna al calcio professionistico dopo 7 anni.[45][46][47][48]
Nella stagione 2016-2017 la Sambenedettese, da neopromossa e con un allenatore esordiente, è protagonista di un ottimo inizio di stagione, guadagnando il primo posto con la vittoria interna con il Padova. Successivamente, dopo due pareggi consecutivi con AlbinoLeffe e Modena, il direttore sportivo Sandro Federico e l'allenatore Ottavio Palladini entrano in attrito con la società per alcune scelte tecniche. Federico viene sospeso il 27 dicembre[49]. Il 3 gennaio Ottavio Palladini annuncia le dimissioni irrevocabili[50], una decisione presa in seguito al calo di risultati della squadra e una difficile situazione ambientale[51]. A sostituirlo arriva Stefano Sanderra, sotto la cui guida la squadra si piazza settima in campionato, accedendo ai play-off per la promozione in Serie B. Qui elimina il Gubbio battendolo per 3-1 in Umbria, ma poi viene eliminata dal Lecce al secondo turno, dopo due pareggi (1-1 in casa e 0-0 al Via del Mare).
Per la stagione 2017-2018 Sanderra è sostituito da Francesco Moriero, che firma un contratto annuale[52]. Dopo una bella partenza in campionato, la squadra incappa in una crisi di risultati che culmina con la sconfitta contro il Südtirol[53] e il concitato esonero del tecnico salentino (dopo le dimissioni iniziali c'è dietrofront e il successivo esonero)[54]. L'allenatore viene sostituito da Ezio Capuano, che qualche giorno prima si era liberato dal Modena, appena radiato dal campionato. In sette partite la compagine rossoblù conquista 15 punti, salendo dall'ottavo al terzo posto. Il tecnico è esonerato a una giornata dal termine del campionato dopo tre sconfitte in quattro partite, con la squadra al secondo posto[55]. Il rientrante Moriero guida i suoi nell'ultima partita del torneo, concluso al terzo posto, e nei play-off per la promozione in Serie B, dove la Sambenedettese elimina il Piacenza, ma è eliminato dal Cosenza ai quarti di finale (Cosenza-Sambenedettese 2-1; Sambenedettese-Cosenza 0-2).[56]
Per la stagione 2018-2019 Moriero è sostituito da Giuseppe Magi, che firma un contratto annuale[57]. Il 1º ottobre 2018, la Società rossoblù comunica di aver sollevato dall'incarico di allenatore della prima squadra Giuseppe Magi; comunica di aver affidato la panchina della prima squadra al tecnico Giorgio Roselli.[58] Il 6 giugno 2019, la Sambenedettese annuncia di aver raggiunto un accordo per la stagione 2019-2020 con l'allenatore uruguaiano Paolo Montero, che firma un contratto annuale.[59] Il 10 giugno 2019, la Sambenedettese Calcio annuncia la nomina dell'ex arbitro internazionale Walter Cinciripini come nuovo direttore generale.[60]
Il 10 giugno 2020 l'imprenditore e produttore discografico Domenico Serafino, proprietario del Bangor City Football Club, rileva ufficialmente le quote di Franco Fedeli, diventando l'azionista di maggioranza nonché il presidente della Sambenedettese Calcio.[61][62] Mentre la squadra, assemblata con un organico d'alto profilo, riesce a centrare nuovamente i playoff (uscendone al primo turno), la società entra presto in difficoltà, accumulando una crescente massa debitoria: infine il 4 maggio 2021 il Tribunale di Ascoli Piceno dichiara il fallimento del club, ponendolo in esercizio provvisorio in attesa dell'indizione di un'asta per rilevarne i cespiti e i diritti sportivi.
Il 25 maggio 2021 il titolo calcistico è assegnato all'imprenditore Roberto Renzi, che ha battuto con 540 mila euro la concorrenza del gruppo di Kim Dae Jung all'asta fallimentare; il club è stato rifondato come A.S. Sambenedettese e, dopo aver saldato con un milione di euro i debiti sportivi, e un residuo di 322 mila euro di debiti fiscali ereditati dal fallimento con compensazioni fiscali conto terzi, è stata formalmente accettata l'affiliazione dalla F.I.G.C., mantenendo così il proprio posto nel campionato di Serie C.[63][64] Il 25 giugno la società annuncia in un comunicato, tramite i social network ufficiali, di aver affidato l’incarico di direttore sportivo a Sandro Porchia e di responsabile tecnico della prima squadra a Massimo Donati.[65][66] Nel luglio 2021, la Co.Vi.So.C. rifiuta la domanda di iscrizione per irregolarità sul versamento del residuo debito fiscale di 322 mila euro ritenuto valido per l'affiliazione ma non per l'iscrizione alla Serie C, ciò porta la società A.S. Sambenedettese all'esclusione dalla detta categoria, al totale depauperamento di 1,5 milioni di euro investiti nell'impresa calcistica, alla cessazione dell'attività di impresa e all'arricchimento di un milione di euro da parte della FIGC per il debito sportivo saldato dalla società poi non ammessa, altrimenti facente capo a suo carico. Il 4 agosto 2021 il TAR del Lazio respinge l'istanza cautelare monocratica per l'ammissione al campionato di Serie C 2021-2022.[67] Ciò ha portato la Sambenedettese all'esclusione dai campionati professionistici.[68] Il 9 agosto con un comunicato della F.I.G.C. tutti i calciatori tesserati della A.S. Sambenedettese S.r.l. vengono svincolati.[69]
In conseguenza di ciò il presidente della FIGC Gabriele Gravina sollecita il Sindaco di San Benedetto del Tronto a presentare le credenziali di una nuova società da affiliare in sovra numero in serie D e da quest'ultimo viene accreditato l'imprenditore Manolo Bucci, ma il suo programma non viene accettato dal presidente della FIGC Gravina che ha in esclusiva il potere decisionale.[70] Il 7 settembre 2021 a seguito di ulteriore ricorso presentato in seconda istanza per motivi aggiuntivi dalla A.S. Sambenedettese il TAR ammette il ricorso per fondato motivo a tutela di quel che resta del valore del titolo sportivo, riconosce il diritto d'impresa, sospende una parte dell'art 52 comma 10 del NOIF con motivazione di irragionevole e non proporzionalità della pena nell'ammettere in serie D una nuova società non affiliata e presentata dal Sindaco a discapito di una società già affiliata.[71] Con queste motivazioni Il TAR dispone alla FIGC di dare la priorità alla manifestazione di interesse a partecipare in sovra numero al campionato di serie D alla A.S Sambenedettese, interesse che viene manifestato, e dopo ulteriori versamenti per tassa a fondo perduto, iscrizione, e ulteriori oneri che portano a 2,2 milioni di euro l'investimento totale nell'impresa calcistica appena intrapresa viene ammessa in sovra numero in Serie D e inserita nel girone F.[72][73][74] Gli vengono concessi 12 giorni per allestire la squadra, accedere al mercato dei soli svincolati e giocare la prima partita.[75][76]
Cronistoria della Società Sportiva Sambenedettese |
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Periodo | Colori | Denominazione |
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1926-1927 | ![]() | Unione Sportiva Sambenedettese |
1927-1934 | ![]() | Società Atletica Sambenedettese |
1934-1936 | Dopolavoro Sambenedettese | |
1936-1972 | Società Sportiva Sambenedettese | |
1972-1994 | Sambenedettese Calcio | |
1994-2006 | Sambenedettese Calcio 1923 | |
2006-2009 | Società Sportiva Sambenedettese Calcio | |
2009-2013 | Unione Sportiva Sambenedettese 1923 | |
2013-2015 | Associazione Sportiva Dilettantistica Sambenedettese Calcio | |
2015-2016 | Società Sportiva Dilettantistica Sambenedettese | |
2016-2021 | Società Sportiva Sambenedettese | |
2021- | Associazione Sportiva Sambenedettese |
La prima maglia della U.S Sambenedettese, indossata nelle amichevoli, era di colore verde e bianco. Le maglie e i pantaloncini da gioco venivano confezionati direttamente dalle famiglie dei calciatori. Il passaggio al rossoblù avvenne a seguito di una ricerca del calciatore Francesco Sciocchetti che negli archivi comunali scoprì che i colori indossati dal soldato-martire Benedetto erano il rosso e il blu. Si decise quindi di usarli anche per i colori sociali della squadra, a partire già dal primo incontro ufficiale della storia, disputato contro la Circolo Sportivo Vigor Ascoli. Dal 1928 le tinte istituzionali della Sambenedettese sono il rosso e il blu, mutuati dal gonfalone municipale di San Benedetto del Tronto. Il completo da trasferta è solitamente bianco con dettagli rossoblù.[85] Ecco di seguito una carrellata di alcuni dei template adottati nel corso della storia del club.
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Divisa del primo campionato serie B 1956-57
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Divisa casa campionato serie B 1983-84
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Divisa trasferta 1984-85
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Divisa Adidas 1987-88
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() 3ª divisa Lotto 2015-16
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Divisa Erreà 2017-18
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Divisa Ready 2018-19
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Divisa Nike 2020-21
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I simboli iconicamente legati alla squadra sono la lancetta (tipica imbarcazione a vela di piccole dimensioni usata dai pescatori sambenedettesi) e la Torre dei Gualtieri (localmente nota come Torrione, presente altresì nel blasone araldico cittadino)[1].
I suddetti simboli sono dunque ricorrenti negli stemmi che la società marchigiana si è attribuita nel corso della propria storia[1].
L'inno è eseguito allo stadio Riviera delle Palme a inizio partita.[86] In precedenza si sono poi succeduti altri due inni. Negli anni ottanta è stata la volta dell'inno Siamo la Samb. Negli anni duemila è stata la volta di Gino prepara lo spino, l'inno prende spunto da un coro degli Ultras Samb, che richiama la tradizione marinara della città di San Benedetto del Tronto e del forte attaccamento alla squadra locale. Un coro per la quale la Curva Nord Massimo Cioffi ha preso in prestito note e melodia del singolo Zum Zum Zum di Mina. L'inno è cantato dagli stessi Ultras.[87]
«Blu è il colore del mare |
È stata usata anche Nuttate de lune, una canzone popolare degli anni trenta, riconosciuta come l’inno della Città e dei sambenedettesi, ispirata alla marineria locale.
Lo stadio che ospita le partite interne dei rossoblù è lo stadio Riviera delle Palme. Lo stadio fu costruito a metà degli anni ottanta e premiato in Lussemburgo come miglior opera sportiva in acciaio del 1985 dall'Associazione Europea Costruzioni in Acciaio. Fu inaugurato il 10 agosto 1985 con una partita amichevole fra la Lazio e la Sambenedettese, anche se molti considerano l'inaugurazione ufficiosa quella del 13 agosto 1985 con una partita amichevole fra il Milan e la Sambenedettese.
Fino al 1930 la squadra giocava le sue partite presso il Campo Unione, inaugurato nel maggio 1926, situato nell'attuale piazza San Giovanni Battista e denominato la Trappoletta o la Cajenna per l'atmosfera claustrofobica creata dalle mura di recinzione.[88]
Nel 1931 venne inaugurato il campo polisportivo Littorio che divenne la nuova sede per le partite della squadra. Nel 1949 il Littorio, divenuto comunale dopo la caduta del regime fascista, fu intitolato ai "Fratelli Ballarin" in onore dei caduti della Tragedia di Superga. La Sambenedettese ha disputato i suoi campionati presso lo stadio Fratelli Ballarin fino al campionato di Serie B 1984-1985.[88]
«La chiamavano la Fossa dei leoni, perché non c’era praticamente spazio tra la linea del fallo laterale e la recinzione delle tribune. I tifosi ci toccavano eravamo un’unica cosa. Sentivano tutto quello che dicevamo e noi sentivamo loro» |
(Bruno Ranieri intervistato dal Il Foglio[89]) |
Il 7 giugno 1981, poco prima del calcio d'inizio dell'incontro Sambenedettese-Matera, si sviluppò un incendio nella gradinata sud, settore degli Ultras sambenedettesi, originato da una coreografia di cartoncini che andò a fuoco. La gradinata si trasforma in una trappola. Le oltre 3.500 persone che assiepavano il settore si trovarono nel mezzo di un incendio.
Alcuni si spostarono alla loro destra verso il settore distinti, alcuni verso la tribuna ovest, riuscendo a salvarsi. Altri, instintivamente, si buttarono di sotto nel tentativo di sfollare sul campo, ma quel giorno i cancelli di emergenza erano chiusi e gli idranti non funzionavano, inoltre i soccorritori non trovarono le chiavi per aprirli.
Diverse decine di persone furono completamente avvolte dalle fiamme, altre rimasero schiacciate dalla folla impazzita. L'incendio causò la morte di due ragazze, Maria Teresa Napoleoni di 23 anni e Carla Bisirri di 21 anni. Vi furono inoltre 64 ustionati di cui 11 in gravi condizioni e un totale di 168 feriti.[90]
A tutt'oggi si deve considerare la più grave e la più grande tragedia accaduta all'interno di uno stadio italiano[91][92].
Il centro sportivo "Samba Village" è situato nella frazione di Stella nel comune di Monsampolo del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, per quello che è il quartier generale e centro per gli allenamenti della prima squadra della Sambenedettese.[93] Il nuovo centro sportivo, è operativo dalla fine della stagione estiva 2020.[94][95]
Cronologia sponsor tecnici
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Cronologia degli sponsor ufficiali
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Il settore giovanile della Sambenedettese è formato da squadre che giocano nei campionati Berretti, Allievi Nazionali e Regionali, Giovanissimi Nazionali e Regionali e gli Esordienti Regionali Under-13.[96] Inoltre dispone di una scuola di formazione calcistica, la cui denominazione è Sambenedettese Academy.[97] Il responsabile organizzativo del settore giovanile è Claudio Forti.[98]
Nel corso dei decenni il vivaio Sambenedettese ha sempre contribuito all'accrescimento tecnico della prima squadra, dai primi anni di attività del club fino a oggi: negli anni quaranta, durante il periodo della Seconda guerra mondiale, iniziò a giocare nelle giovanili della Sambenedettese Luigi Traini, per poi esordire in prima squadra in Serie C nel dopoguerra, divenuto uno dei simboli della società rivierasca nonché il calciatore ad'aver realizzato più reti nella Sambenedettese.[99] Negli anni cinquanta cresce nel settore giovanile Rinaldo Olivieri, per poi debuttare nella Sambenedettese nel campionato di serie C. Negli anni sessanta, crescono e debuttano nella sambenedettese l'attaccante Nicola Traini e Giuseppe Valà dove diventa una vera e propria bandiera, negli anni settanta debutta Arcadio Spinozzi, difensore cresciuto e lanciato nel calcio professionistico dalla Sambenedettese nel campionato di serie C; sempre in quel decennio è la volta dell'attaccante Marco Romiti e del centrocampista Italo Schiavi, è negli anni ottanta, periodo nel quale il vivaio sambenedettese lancia il maggior numero di calciatori che si sono imposti tra i professionisti: Enrico Piccioni, Pasquale Minuti, Giorgio Lunerti, Luigi Voltattorni, Mariano Coccia, Sebastiano Vecchiola, Massimiliano Fanesi, Stefano Visi, Gianfranco Parlato, Ottavio Palladini e Antonio Chimenti, fino ad arrivare alla metà negli anni novanta, quando il vivaio sambenedettese lancia nel professionismo il difensore Mirko Cudini e l'attaccante Cristian Bucchi.
Nelle competizioni giovanili ha al suo attivo un Campionato Juniores Nazionali (1998-99), due Campionato regionale Giovanissimi (2010-11, 2014-15), due Campionato regionale Allievi (2012-13, 2014-15) e una Coppa Allievi Professionisti (2005-06). Vanta diverse partecipazioni al Torneo di Viareggio.[100][101]
Nel film L'allenatore nel pallone, film diretto da Sergio Martino, la prima scena di esultanza del pubblico per la promozione della Longobarda promossa in Serie A, all'inizio del film, è in realtà quella dei tifosi della Sambenedettese per la salvezza ottenuta l'anno prima, tratte dal repertorio di una partita di Serie B del 1983/84 tra la Sambenedettese e la Pistoiese, giocatasi alla penultima giornata di quel campionato allo Stadio Fratelli Ballarin di San Benedetto del Tronto.[102] Nei decenni la Sambenedettese è stata evocata, citata, presa a paragone in termini goliardici, fra le personalità vi sono: il giornalista e radiocronista Sandro Ciotti, Massimo D’Alema, Beppe Severgnini, Giampiero Mughini e Pippo Franco.[103]
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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2º | Serie B | 21 | 1956-1957 | 1988-1989 | 21 |
3º | Prima Divisione | 2 | 1932-1933 | 1933-1934 | 44 |
Serie C | 29 | 1938-1939 | 2020-2021 | ||
Serie C1 | 11 | 1980-1981 | 2007-2008 | ||
Lega Pro Prima Divisione | 1 | 2008-2009 | |||
Lega Pro | 1 | 2016-2017 | |||
4º | Serie C2 | 2 | 1990-1991 | 2001-2002 | 5 |
Serie D | 2 | 2014-2015 | 2021-2022 | ||
5º | Campionato Nazionale Dilettanti | 4 | 1995-1996 | 1998-1999 | 9 |
Serie D | 5 | 1999-2000 | 2012-2013 |
La Sambenedettese ha disputato 78 stagioni sportive a livello nazionale a partire dall'esordio in Prima Divisione, escludendo le partecipazioni ai campionati regionali prima della seconda guerra mondiale. E non fu ufficialmente attiva nel 1929-1930 e 1935-1936. Sono anche escluse le annate successive al fallimento del 1994, 2009 e 2013, in cui partecipò ai massimi tornei del Comitato Regionale Marchigiano, cui afferiva anche anteriormente al 1932.
«Mi piace il Boca perché ha uno stadio e dei tifosi che sono straordinari, ma mi piacciono un po tutte quelle che hanno grandi tifoserie: mi piace il Panathīnaïkos, mi piace il Galatasaray, mi piace la Sambenedettese in Serie C, perché hanno tifosi che credono in quello che vedono e questo mi fa effetto» |
(Daniele De Rossi intervistato dai corrispondenti sudamericani di Fox Sports, al termine della semifinale di ritorno di Champions League con il Liverpool[111]) |
La tifoseria marchigiana sostiene due gemellaggi molto sentiti da ambo le parti con le tifoserie di Civitanovese,[117][118][119] nato a inizio anni ottanta e Rimini.[117][119][120][121] Un importante rapporto di amicizia si ha con i gruppi Romanismo, PGU, Ultras Primavalle, Fedayn e Boys della Roma.[117][119] Altre amicizie degne di nota sono quelle con le tifoserie di Avellino,[119] Taranto,[119] Chieti,[122] e Crotone (tra i gruppi Gioventù Pitagorica e Onda d'urto).[123] In campo internazionale si segnalano ottimi rapporti con i sostenitori tedeschi di Bayern Monaco[117][124][125][126] e Friburgo e con quelli francesi del Montpellier. In passato la tifoseria rossoblù è stata gemellata con quella del Verona.
«Guardi, uno che ha fatto Ascoli-Sambenedettese credo che, sul piano dell'intensità emozionale, abbia provato tutto.» |
(Carlo Mazzone prima di un derby di Roma[127]) |
La maggiore rivalità riguarda la tifoseria dei corregionali ascolani,[117][119] la forte rivalità per motivi campanilistici che esiste da decenni tra le città di San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno, mare contro entroterra si scontrano in questo acceso incontro calcistico, la cui sfida fra le due compagini è denominata il Derby del Tronto o del Piceno. Durante il Derby di Serie C, tra Del Duca Ascoli e Sambenedettese del 1º marzo 1970, disputato presso lo Stadio Cino e Lillo Del Duca (all'epoca denominato Stadio "delle Zeppelle"), al fischio di chiusura, ci fu un'invasione di campo dei tifosi della Sambenedettese, abbattuta la rete di recinzione, numerosi facinorosi hanno tentato di raggiungere il direttore di gara Vito Porcelli di Lodi, in contestazione per un rigore decretato che diede la vittoria alla Del Duca Ascoli.[128] Mentre sul terreno di gioco si riversavano alcuni tifosi ascolani, le forze dell'ordine sono state duramente impegnate per ristabilire la calma. Tra i contusi il maggiore di Pubblica Sicurezza; ci furono dei fermi da parte della Polizia.[129][130] Tuttavia non si scorda lo scontro del 1986 avvenuto fuori da un noto locale in cui un giovane tifoso rossoblù morì accoltellato da un ascolano.[131] La rivalità mai sopita, nonostante negli ultimi decenni, le due compagini non si sono più incontrate, l'ultimo incontro di calcio ufficiale risale al 3 settembre 1986, gara valevole per la qualificazione alla fase finale della Coppa Italia, disputata ad Ascoli Piceno.[128] Durante gli eventi sismici del Centro Italia del 2016 e 2017, vi fu una forte dimostrazione di fair play e solidarietà da parte di entrambe le tifoserie, sambenedettese e ascolana, dando una mano nelle operazioni di rimozione delle macerie, soccorso e organizzando dei punti di raccolta di beni di prima necessità per le zone più colpite del Piceno.[132]
Altre importanti ostilità si hanno verso altre tifoserie marchigiane, quella dell'Ancona,[117][119] ripetuti scontri vi furono nel corso degli anni, da ricordare gli scontri del 5 febbraio 1989 ad Ancona. Nel dopo partita vi fu un agguato da parte dei gruppi organizzati anconetani che bloccarono il transito degli autobus, con a bordo la tifoseria sambendettese, presso viale della Vittoria, centro della città dorica, furono bloccati con dei cassonetti, vi fu una fitta sassaiola e lancio di oggetti contudenti da parte dei tifosi anconetani, i tifosi sambenedettesi scesero in massa dagli autobus, e grazie all'intervento tempestivo delle forze dell'ordine, dopo attimi di tensione tutto torno alla normalità. Gravi scontri vi furono l’8 febbraio 2009 quando i tifosi rossoblu (al rientro dalla trasferta da Cesena) e tifosi biancorossi si scontrarono alla stazione di Ancona e nel corso dei tafferugli ebbe la peggio un tifoso dorico che perse un occhio.[133][134] Altri scontri fra le due fazioni risalgono nell'agosto 2011, presso la stazione di Camerano-Aspio, dove i tifosi della sambenedettese furono accolti da una fitta sassaiola alla quale i tifosi rossoblu risposero anche loro con lancio di pietre e altri oggetti, gli scontri vi furono anche nel dopo partita.[135] Con la tifoseria della Fermana[117][119] non vi è mai stata una forte rivalità, nel corso dei decenni, vista la differenza di categoria di campionati disputati dalle società calcistiche, la Sambenedettese navigava sempre in categorie superiori. Negli anni in cui la Sambenedettese, causa ripetuti fallimenti societari, si sono scontrate sempre in campionati dilettantistici. Negli anni novanta ci sono stati i primi incontri nelle categorie professionistiche, la tifoseria canarina era in rapporti di amicizia con quella del Pescara, a sua volta in forte rivalità con quella rossoblu, e rivali della tifoseria della Civitanovese gemellata con quella sambenedettese. Nella stagione 2002/2003, in occasione della gara fra Sambenedettese e Fermana, lo striscione Brigate Gialloblu, gruppo di spicco della curva fermana, sottratto durante l'estate del 1998, fu ridotto a brandelli e bruciato nel corso della gara dalla curva nord rossoblu.[136] Nel novembre 2009 ci furono scontri tra le tifoserie, in un incontro di coppa italia, un nutrito gruppo di ultras sambenedettesi si presentarono fin sotto la curva Duomo dello Stadio Bruno Recchioni, ritrovo della tifoseria della fermana, ci fu un violento parapiglia, fra i sostenitori locali e rossoblu, ci furono danneggiamenti a due bar, auto danneggiate di cui una incendiata, vi furono molti ultras sambenedettesi arrestati.[137][138] Di minore entità, in ambito regionale,le rivalità con Vis Pesaro e[117][119] Maceratese.[117][119]
Rivalità molto accesa con gli abruzzesi del Pescara con la quale ci si scontra nel Derby dell'Adriatico.[117][119] Numerosi gli scontri in passato; in un Pescara-Samb del 2003, per il campionato di Serie C1, con circa 2500 tifosi sambenedettesi al seguito, la città di Pescara rimase otto ore nelle mani degli ultras, per i ripetuti scontri, prima durante e dopo la partita.[139] Degno di nota anche la rivalità con i tifosi della Cavese,[117][119] che in una partita di anni fa (10 aprile 1982), furono rinchiusi in un cinema dai sambenedettesi. Successivamente si liberarono con l'arrivo delle forze dell'ordine. Altra rivalità degna di nota è verso l'altra tifoseria romana, della Lazio.[117][119] Inoltre, non idilliaci sono i rapporti con le tifoserie di L.R. Vicenza, Arezzo,[117][119] Bari, Brescia, Cesena,[117][119] Foggia, Perugia,[117][119] Siena,[117][119] Teramo[117][119] e Ternana.[119]
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