La Serie A 2003-2004 è stata la 102ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio (la 72ª a girone unico e l'ultima a 18 squadre), disputata tra il 30 agosto 2003 e il 16 maggio 2004 e conclusa con la vittoria del Milan, al suo diciassettesimo titolo.
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Serie A 2003-2004 (disambigua).
Pur inizialmente esente dagli sviluppi del caso Catania[4], la massima categoria — alla quale l'Atalanta chiese invano di venir riammessa in luogo di una Roma le cui irregolarità nelle fideiussioni avevano ritardato l'iscrizione —[5][6] fu soggetta ad una riforma varata dalla FIGC[7]: per la sola annata in questione vennero disposte 3 retrocessioni a fronte di 5 promozioni dirette[7], con l'appendice di uno spareggio tra la quartultima del massimo torneo e la sesta classificata nella divisione cadetta.[7]
In ragione di tali accadimenti, dalla stagione successiva l'organico risultò esteso a 20 partecipanti anziché 18.[7][8]
Una rediviva Roma dovette fare i conti con gli addii di giocatori significativi degli anni passati, quali Antonioli, Aldair e Cafu; nuovi innesti furono invece Chivu, Amantino Mancini e Carew[16]. La Lazio, nel tentativo di tornare competitiva, oltre al succitato scambio Pancaro-Albertini dal Milan[17], riportò nella capitale Conceição e Dabo, ma dovette fare i conti con le partenze di Simeone, Castromán, Dino Baggio e, in gennaio, del succitato Stankovic.
Movimenti di spicco anche in provincia: se la neopromossa Sampdoria si segnalò per gli arrivi del succitato Antonioli, Bazzani, Marazzina, Doni, Diana e Volpi, il Brescia accolse l'ex interista Di Biagio; l'esordiente Siena, invece, ingaggiò tra gli altri Cirillo in difesa, Guigou a centrocampo e l'ex viola Enrico Chiesa in attacco. Il Perugia, persi Bazzani e Grosso, destò sorpresa con il tesseramento di Saadi Gheddafi, figlio dell'allora raʾīs libico[18]; a gennaio arriveranno in Umbria anche Zalayeta, l'ex capocannoniere Hübner e l'idolo locale Ravanelli, tornato dopo quindici anni a vestire la maglia che l'aveva lanciato.
Infine l'Ancona, nel disperato tentativo di risollevarsi in classifica, rivoluziona la rosa nel mercato invernale[19] ingaggiando su tutti il brasiliano Jardel, acclamato centravanti in cerca di riscatto[20], che tuttavia metterà insieme solo poche presenze e tante critiche[21].
Avvenimenti
Girone di andata
Con l'estate precedente al torneo agitata da sospette fideiussioni illecite[22][23], fatto cui si aggiunse la citata riforma in corso d'opera[7], gli accadimenti agonistici riservarono al Milan un ruolo di primo piano[24]. Concorrenti dei meneghini furono in avvio Juventus e Roma[25], con Inter e Lazio a rappresentare — loro malgrado — le maggiori delusioni[26]: a fronte di pronostici benauguranti[23], entrambe le compagini accantonarono le speranze di vittoria sin dall'autunno, complici anche le sconfitte nelle rispettive stracittadine[27][28].
A fine novembre, fu la Juventus a impossessarsi in solitaria del comando, ma dovette fare i conti con le sconfitte contro gli stessi nerazzurri e capitolini[29]: il calo torinese agevolò lo scatto in testa dei giallorossi[30], primatisti a conclusione dell'anno solare[31]. La contemporanea ripresa dei concittadini — sia pur oberati dal precario quadro economico — fornì a questi l'opportunità di attentare alla zona UEFA[32], scenario nel quale s'inserì un Parma a sua volta traballante sul piano finanziario[33].
La rincorsa alle manifestazioni europee costituì, peraltro, l'obiettivo di Udinese e Sampdoria[34], nonché il ripiego per un'Inter nuovamente vittima d'involuzione[35]. A fronte di una fase d'andata anonima per Bologna e Chievo[36], Siena e Modena registrarono — parimenti al Brescia — un sufficiente margine sul gruppo di coda in cui l'Ancona (fin lì mai vittoriosa) apparve già spacciata[37]: a stazionare nei bassifondi erano poi Reggina, Lecce, Empoli e Perugia[38].
Il platonico riconoscimento di metà stagione fu appannaggio della Roma, che pure aveva ceduto di misura ai rossoneri nel confronto diretto[39]; l'esiguo ritardo dei meneghini trovò, peraltro, giustificazione nel rinvio di una gara posposta per l'impegno del Diavolo in Coppa Intercontinentale[40].
Girone di ritorno
Compiuto l'aggancio sui capitolini a fine gennaio[41], la squadra di Ancelotti accumulò un considerevole vantaggio nelle giornate seguenti[42], vincendo peraltro il derby in rimonta e la sfida esterna con la Juventus. A fronte proprio del definitivo getto della spugna da parte dei sabaudi[43], ad attentare alla quarta piazza risultarono nerazzurri, ducali e biancocelesti[44]. Proprio il derby della capitale, tenutosi il 21 marzo 2004, costituì uno spartiacque nella corsa di testa[45], con il rinvio causato da incidenti originatisi a seguito della notizia — poi rivelatasi infondata — della morte di un bambino travolto da auto della polizia[46]: il pareggio nel recupero, svoltosi un mese più tardi, mentre la matematica aveva già fornito un primo verdetto con l'anticipata condanna dorica[47], fissò a otto punti il distacco giallorosso dalla vetta[48].
Il trionfo dei meneghini fu ufficiale alla terzultima giornata[49], allorché l'affermazione di misura nello scontro del Meazza certificò il primato del Diavolo[50]: con i romani comunque sicuri della seconda piazza[51], l'Udinese estromise la Sampdoria dalla zona UEFA, mentre Chievo (in calo rispetto alle due stagioni passate) e Lecce archiviarono anzitempo la salvezza[52][53][54]. In occasione del penultimo turno i rossoneri contribuirono alla permanenza della Reggina, cadendo sul terreno dei calabresi[55], mentre il successo senese sul Modena scongiurò il pericolo di relegazione per i toscani, inguaiando al contempo gli emiliani[56].
Con l'emergere di un caso-scommesse ad addensare nubi sull'immediato futuro[57], la retrocessione dei canarini venne sancita dalla sconfitta contro la Lazio[58]: identico esito riservò il confronto degli azzurri con l'Inter[59], la cui affermazione — tramutatasi nella condanna empolese — permise di mantenere il quarto posto a scapito di un Parma nettamente vittorioso sui friulani[60]. Gli ultimi sgoccioli della carriera di Roberto Baggio concorsero alla salvezza bresciana[61], con il Bologna tagliato fuori dal giro continentale per una manciata di punti[62].
Il quartetto delle retrocessioni si completò quindi a giugno con lo spareggio interdivisionale tra Perugia e Fiorentina[7], cui gli umbri si videro costretti da un crollo primaverile: impostisi in casa dei Grifoni[63], i viola impattarono successivamente tra le mura amiche, guadagnando il ritorno in A dopo due stagioni[64].
Tre punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.
A parità di punti valeva la classifica avulsa, eccetto per l'assegnazione dello scudetto, dei posti salvezza-retrocessione e qualificazione-esclusione dalla Coppa UEFA/Champions League per i quali era previsto uno spareggio.
L'Ancona, retrocessa sul campo in Serie B, viene successivamente esclusa dal torneo cadetto a causa del fallimento e si iscrive al campionato di Serie C2 con una nuova società, denominata AC Ancona, che ne eredita la tradizione sportiva.
Il calendario venne sorteggiato il 31 luglio 2003, con l'inizio del torneo fissato al 30 agosto e la conclusione al 16 maggio 2004[72]. Le soste per la Nazionale azzurra furono programmate al 7 settembre, 12 ottobre e 16 novembre 2003: il campionato rimase invece fermo il 28 dicembre 2003 e 4 gennaio 2004 per la pausa natalizia[73].
Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.
2019-2024 WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии