considera le partite giocate in casa in campionato. Dati aggiornati al1º luglio 1972
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Stagione
«La partita non s'è svolta regolarmente dopo l'uscita di Boninsegna, colpito alla testa da una lattina. Il danno poteva essere molto più grave di quanto è stato. L'Inter ne è rimasta così frastornata che ha finito per perdere 7-1. Ma in quel momento il punteggio era di 1-1. Ci sono quindi tutti gli estremi per cancellare quella gara.»
(Tesi difensiva presentata dal vicepresidente del club, l'avvocato Giuseppe Prisco, alla commissione disciplinare dell'UEFA circa l'episodio noto come "partita della lattina".[4])
La stagione che fece seguito alla vittoria dell'undicesimo Scudetto segnò, di fatto, il «canto del cigno» per i reduci della Grande Inter[4]: alle prese con un imminente ricambio generazionale — scenario in cui, oltre alla conferma di Oriali e Bordon[5], si registrò l'esordio del sedicenne Bini —[6] i nerazzurri abdicarono in campionato[4][7], complice tra l'altro un mediocre rendimento casalingo con appena 8 vittorie davanti al proprio pubblico.[4] Sempre capitanata da Mazzola[8], la Beneamata — ormai lontana parente della compagine che aveva rimontato il Milan l'anno addietro —[9] consacrò nuovamente Boninsegna capocannoniere della Serie A[10][11]: autore di 24 realizzazioni[12][13], Bonimba risultò contestualmente il miglior marcatore stagionale dei meneghini.[14] La suddetta vena realizzativa non fu tuttavia sufficiente a garantire la difesa del titolo italiano[15], con l'Inter classificatasi al quinto posto — ex aequo con la Fiorentina —[4] a 7 lunghezze di ritardo dalla Juventus.[16]
Bellugi in contrasto su Keizer durante la finale di Coppa Campioni, persa a Rotterdam contro l'Ajax.
In Coppa Campioni la formazione esordì sconfiggendo agevolmente l'AEK Atene[4], con una vittoria casalinga per 4-1 e una sconfitta per 2-3 in campo ellenico.[17] Avversario degli ottavi di finale fu il tedesco Borussia Mönchengladbach[4], prevalso con un netto 7-1 sul proprio terreno nella circostanza passata alla storia col nome di "partita della lattina"[4][18]: col risultato in parità, Boninsegna dovette abbandonare il gioco dopo essere rimasto ferito al capo da una lattina di Coca-Cola scagliato da un tifoso teutonico dagli spalti.[19] Ascrivendo all'episodio la causa dello sfavorevole esito agonistico[4], la società presentò un ricorso richiedendo la vittoria sub iudice dell'incontro[18]: tale reclamo fu tuttavia respinto dalla UEFA, i cui regolamenti denunciarono l'assenza di elementi legislativi volti a dirimere situazioni simili.[18]
La tesi difensiva avanzata dal vicepresidente Giuseppe Prisco — incentrata soprattutto sul largo passivo in termini di gol, fatto ricondotto dall'avvocato all'incidente occorso a Boninsegna —[18] venne successivamente accolta, determinando l'annullamento della gara e la conseguente ripetizione[4][18]: impostasi per 4-2 a San Siro[17], l'Inter strappò uno 0-0 nel retour match col giovane Bordon che neutralizzò un rigore di Sieloff.[20] Nel prosieguo del torneo la compagine di Invernizzi superò lo Standard Liegi per una rete segnata in trasferta[4][17], estromettendo quindi ai rigori il Celtic in semifinale[17][4]: approdata all'atto conclusivo del torneo, la Beneamata — con Frustalupi a rilevare Corso tra i titolari —[4] fu però battuta dall'olandese Ajax con una doppietta di Johan Cruyff.[21] In Coppa Italia — dopo un cappotto alla Reggina statisticamente ineguagliato sino al 2019 —[22] i meneghini furono invece eliminati nella seconda fase.[23]
Recupero della gara del 19 dicembre 1971, sospesa per nebbia al 16' sul punteggio di 0-0; cfr. Bruno Bernardi, L'Inter deve giocare entro quindici giorni, in Stampa Sera, 20 dicembre 1971, p.10.
Anticipo al sabato disposto per l'impegno del mercoledì seguente in Coppa Campioni.
Recupero della gara disputata il 20 ottobre 1971 e terminata per 7-1 in favore del Borussia, invalidata per irregolarità tecnica dalla UEFA; cfr. Bruno Bernardi, Colpito da una latta di "coca cola", in La Stampa, 21 ottobre 1971, p.18.
Inclusa la finale, giocata in campo neutro.
Bibliografia
Filippo Grassia e Gianpiero Lotito, INTER - Dalla nascita allo scudetto del centenario, Antonio Vallardi Editore, 2008, p.239, ISBN978-88-95684-11-6.
Almanacco Illustrato del Calcio 1973, Modena, Panini Editore, 1972, p.468, ISBN9771129338008.
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