Il Calcio Lecco 1912, meglio nota come Lecco, è una società calcistica italiana con sede nella città di Lecco. Milita in Serie C, la terza divisione del campionato italiano.
Calcio Lecco 1912 Calcio ![]() | ||||
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Blucelesti | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali | ![]() | |||
Simboli | Aquila | |||
Inno | Forza Lecco Herman | |||
Dati societari | ||||
Città | Lecco | |||
Nazione | ![]() | |||
Confederazione | UEFA | |||
Federazione | ![]() | |||
Campionato | Serie C | |||
Fondazione | 1912 | |||
Rifondazione | 2002 | |||
Rifondazione | 2016 | |||
Proprietario | ![]() | |||
Presidente | ![]() | |||
Allenatore | ![]() | |||
Stadio | Mario Rigamonti-Mario Ceppi (4 997 posti) | |||
Sito web | www.calciolecco1912.com | |||
Palmarès | ||||
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Trofei nazionali | 1 Coppe Italia Serie C/Lega Pro | |||
Trofei internazionali | 1 Coppa Anglo-Italiana | |||
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Si invita a seguire il modello di voce |
Fondata nel 1912, ha disputato tre tornei di Serie A (l'ultimo dei quali nella stagione 1966-1967) e undici di Serie B (l'ultimo dei quali nell'annata 1972-1973). Annovera nel suo palmarès la vittoria di una Coppa Italia Semiprofessionisti in campo nazionale, e una Coppa Anglo-Italiana in ambito internazionale.
La sezione calcistica della città di Lecco nacque ufficialmente il 22 dicembre 1912 grazie all'idea di Vico Signorelli membro del consiglio di amministrazione della Società Canottieri Lecco, costituitasi il 27 settembre 1895 nel Caffè del Teatro Sociale. I colori sociali della squadra sono fin dalla sua fondazione il blu-celeste, ispirandosi alla divisa della Canottieri[2]. La prima sede storica della società era situata in via Francesco Nullo.
Il 13 aprile 1912, i blucelesti disputarono la loro prima partita contro il Milan perdendo 4-1 grazie alle reti avversarie di Saverio e Rigoli, poi, nei primi anni di attività agonistica, il Lecco disputò amichevoli e tornei su scala regionale e locale presso il campo di gioco "Primavera" con Achille Todeschini in panchina ed esordendo poi in un campionato ufficiale organizzato dalla F.I.G.C. nella stagione 1920-1921 partendo dal campionato di Promozione e arrivando fino alle finali-promozione per la Serie A, sfiorando l'impresa dopo lo 0-0 contro i comaschi dell'Esperia.
Un anno dopo, nel 1922, dopo l'elezione a presidente della società di Eugenio Ceppi, venne inaugurato lo stadio in cui i blu-celesti giocano tuttora le proprie gare interne chiamato Campo sportivo di via Cantarelli, oggi stadio Rigamonti-Ceppi.
Il 22 luglio 1931, dopo aver formato una commissione provvisoria, la Canottieri decise di abbandonare il settore calcistico a causa degli elevati sforzi economici necessari e, per evitare lo scioglimento della squadra, fu creata l'Associazione Calcio Lecco, con il professor Gennaro Pensa come primo presidente e Mario Ceppi, figlio dell'ex presidente della Canottieri Eugenio Ceppi morto nel 1931, come membro del cda che sarà il protagonista degli anni d'oro del club. La prima sede di questa nuova società fu il salone del Caffè Commercio in Piazza XX Settembre.
Nel secondo decennio calcistico, il Lecco disputò campionati ad un discreto livello, dapprima restando in corsa per la promozione in Serie B durante la stagione in Prima Divisione 1931-1932 fino all'ultima giornata, fino all'ultimo minuto, poi restando sempre nella nuova Serie C terminando il campionato tra le posizioni alte e medio-basse della classifica.
A livello societario, la situazione fu drammatica risentendo una grande e grave crisi economica che si è risolta nell'estate del 1941 quando il Comitato Provinciale del C.O.N.I. nomina il ragionier Mario Ceppi commissario straordinario, il quale grazie anche agli aiuti politici locali, riuscì nell'impresa di salvare il calcio lecchese appianando gran parte dei debiti. Nel periodo post-bellico, durante la stagione 1945-1946 i blu-celesti parteciparono nella Serie mista B-C Alta Italia concludendo la stagione al secondo posto dietro la Pro Patria e riuscendo a guadagnarsi lo spareggio per accedere alle finali per la promozione in A. Nello spareggio, però, all'Arena di Milano la partita terminò 0-0 e la Federazione successivamente annullò uno degli incontri dei bustocchi ordinando la ripetizione del match che portò il Lecco terzo ad un passo dalla Serie A.
Negli anni successivi, dal 1946 al 1948, il Lecco collezionò due retrocessioni, di cui una causata dal nuovo regolamento federale che fece strapiombare il Lecco nel campionato di Promozione.
Il 3 agosto 1948, per il Lecco iniziò una rivoluzione con la nomina di Mario Ceppi a presidente, il quale portò la squadra ad un periodo di crescita inarrestabile e al salto di qualità verso la massima categoria. Durante la sua permanenza ai vertici blucelesti, il Lecco nel giro di sette anni in cui concluse le stagioni in Serie C a partire dal campionato 1953-1954 sempre nelle posizioni alte della classifica, salvo una breve parentesi in IV Serie, grazie ad Angelo Piccioli in panchina, ex giocatore bluceleste, nella stagione di Serie B 1959-1960, fece conquistare per la prima volta la Serie A alla squadra tra l'entusiasmo dei tifosi e di un'intera città.
L'avventura in Serie A per il Lecco, iniziò il 25 settembre 1960, quando nell'esordio in massima serie, i blucelesti persero in trasferta per 4-0 contro la Fiorentina. La prima vittoria per i blucelesti nel massimo campionato, arrivò il 9 ottobre quando alle pendici del Resegone, il Lecco batté in casa il Padova per 2-1 e dopo una stagione di alti e bassi culminata con gli spareggi-salvezza finali contro Udinese e Bari, i lecchesi si salvarono con le unghie e con i denti grazie alle reti di Arienti.
Nella stagione successiva, in Serie A, nonostante la squadra venne rinforzata con l'acquisto di Bengt Lindskog e di Beniamino Di Giacomo, i blucelesti retrocessero in Serie B al penultimo posto prima con Angelo Piccioli e poi con Camillo Achilli in panchina.
Dopo quattro campionati cadetti di vertice in Serie B dal campionato 1962-1963 alla stagione 1965-1966) i blucelesti riuscirono a guadagnarsi il loro ultimo campionato di Serie A nella stagione 1966-1967, sempre con alla guida Angelo Piccioli, ma in quest'ultimo anno la squadra soffrì nelle retrovie, con una sorpresa nell'ultima partita, quando la squadra già retrocessa, riuscì a strappare un 1-1 al Milan a San Siro grazie ad una rete di Schiavo.
Conclusi i fasti della Serie A, per i blucelesti iniziò un biennio d'inferno in cadetteria, dove il vulcanico presidentissimo Mario Ceppi nel 1967 lasciò la presidenza a Giovanni Mambretti per poi ritornare in sella alla società poco tempo dopo, dove nel primo anno di Serie B, la squadra si salvò agli spareggi, battendo la concorrenza del Messina e del Venezia e poi retrocedendo in Serie C l'anno dopo chiudendo al penultimo posto in classifica con Renato Gei in panchina.
Il primo anno in Serie C, il Lecco sfiorò di poco il ritorno in Serie B, collezionando una serie di otto partite utili consecutive ed arrivando ad un solo punto dalla testa della classifica grazie alle nove reti di Pedroni, poi, nelle due stagioni successive in terza serie, la squadra dapprima terminò il campionato all'ottavo posto e successivamente, nel torneo di Serie C 1971-72, i blucelesti ritrovarono la Serie B dopo tre anni vincendo il girone A.
Il campionato di Serie B 1972-1973 per il Lecco non fu facile ed è stato caratterizzato da cessioni eccellenti quali quella di Chinellato e degli avvicendamenti tecnici che portarono all'esonero di Angelo Longoni e alla chiamata in panchina di Francesco Meregalli che portò la squadra all'ultimo posto in classifica con soli 25 punti.
Da quel momento, in poi, per il calcio lecchese dopo l'"era-Ceppi" iniziò un lento declino che portò la squadra fino alle categorie dilettantistiche.
I sette anni successivi tra Serie C e nuova Serie C1 dal 1974 al 1980 con Carlo Rizza nuovo timoniere della società al posto di Ceppi deceduto il 15 giugno 1983, la squadra navigò in posizioni di media classifica per poi retrocedere in Serie C2 dalla stagione 1979-1980, al termine del terzo campionato consecutivo nella quarta divisione professionistica, i blucelesti affondarono nel Campionato Interregionale maturato dopo un ultimo posto in classifica.
Dopo il cambio di proprietà, e l'arrivo di Alberto Frigerio, per il Lecco iniziò un periodo difficile dovuto alle promesse non mantenute dai vertici di riportare la società in tempi brevi in Serie C2 e delle scelte di mercato sbagliate che portarono i blucelesti a sfiorare più volte il ritorno tra i professionisti.Tra queste clamorosa quella avvenuta nella stagione 1985-86 con l'assunzione a tecnico dello sconosciuto Agostino Alzani, tale da far "scoppiare" la "grana Alzani": gran parte del popolo bluceleste, tra cui il Lecco Club Mario Ceppi, si disse pronto a disertare totalmente lo stadio se ad allenare il Lecco fosse confermato per l'intera stagione lo stesso, che, dopo una gara di Coppa Italia, venne esonerato già al termine della prima giornata di campionato, nonché sostituito velocemente dal Presidente con Stefano Angeleri.[3]
Le soddisfazioni arrivarono, al termine del Campionato Interregionale 1989-1990, quando dopo sei anni passati tra i dilettanti, i blucelesti dopo un secondo posto finale vennero ripescati in Serie C2 a completamento organici.
Con il ritorno tra i professionisti, Alberto Frigerio lasciò la carica di presidente a Sergio Pagani diventando così vicepresidente, e in quel periodo la squadra dopo modesti risultati nella stagione 1996-1997, con il campione del mondo Massimo Oddo nel team, agguantò la Serie C1 dopo sedici anni di assenza vincendo i play-off al termine di un entusiasmante campionato.
I cinque anni che seguirono nell'ex Serie C, videro il Lecco soffrire ma anche disputare buone stagioni, come quella del 1997-1998, con Adriano Cadregari in panchina, poi, nei tornei seguenti si salvò più volte ai play-out spedendo nell'inferno della C2 squadre del calibro di Padova e Cremonese, che fino a pochi anni prima erano in Serie A.
Al termine del campionato di Serie C1 2001-2002 con Roberto Donadoni in panchina al debutto come allenatore, la società venne radiata dai campionati professionistici a seguito dei debiti accumulati sotto la gestione dell'ex presidente del Torino Cimminelli e del suo successore Belardelli, arrivato al timone della società per soli due mesi, dal giugno al luglio 2002, ripartendo dal campionato di Eccellenza con la denominazione di Associazione Calcio Città di Lecco. Presidente di questo nuovo sodalizio creato nell'estate, era l'ex sindaco di Lecco Lorenzo Bodega che nel giro di un lustro portò i blucelesti ad una veloce risalita fino alla Serie C2 nel 2004-2005, in cui l'allora presidente Gennaro Aprea riacquistò il titolo sportivo della squadra, restituendo alla città i simboli di un amore mai abbandonato.
Nel 2007 il Lecco ritrovò la Serie C1, abbandonata cinque anni prima, superando ai play-off il Pergocrema, poi, nell'annata successiva una stagione disastrosa in Serie C1, caratterizzata da numerose alternanze alla guida tecnica esonerando ben tre allenatori soltanto nella preparazione estiva e terminando il campionato con una nuova retrocessione, dopo la sconfitta nei play-out con la Paganese.
Il 14 agosto 2008, in seguito alla non ammissione della Massese nel campionato di Lega Pro Prima Divisione (ex Serie C1), il Lecco fu ripescato potendo così, anche per il campionato 2008-2009, disputare la terza serie nazionale; a seguito della vittoria contro la Sambenedettese ai play-out. Nell'estate del 2009, poi, il club cambiò nuovamente proprietà, che dai milanesi Gianni Fiori, Paolo Riva e Marco Romano, alla guida della Calcio Lecco dalla stagione 2006-2007, passò a una cordata di imprenditori lecchesi.
Al termine del torneo di Lega Pro Prima Divisione 2009-2010, la squadra concluse il campionato all'ultimo posto, retrocedendo in Lega Pro Seconda Divisione dopo tre anni in terza serie, poi nel campionato 2010-2011 il team con l'obiettivo di raggiungere i play-off, sfumò nell'intento e terminò la stagione al settimo posto, successivamente, nell'annata seguente la squadra retrocesse in Serie D dopo aver perso i play-out contro il Mantova.
Al termine del campionato di Lega Pro Seconda Divisione la società venne acquistata dall'imprenditore italo-americano Joseph Cala nel 2012, già ex-presidente della Salernitana per 11 giorni, diventando parte della holding Cala Corporation, società quotata nella borsa statunitense.[4]
La presidenza di Cala durò quarantadue giorni, dopo di che egli lasciò la squadra per impossibilità della gestione della stessa, portando anche alle dimissioni di Paolo Cesana, il quale aveva dichiarato una disorganizzazione che rendeva impossibile lavorare all'interno della società.[5][6][7]
La società venne poi gestita transitoriamente da Mario Micheli come presidente pro tempore[8], per poi passare di proprietà alla società Cento Bluceleste, formata da imprenditori lecchesi, con presidente Antonio Rusconi.[9][10]
Nel corso della primavera 2014 Stefano Galati diventò presidente del sodalizio e durante l'estate 2014 venne affiancato da Daniele Bizzozero quale socio di maggioranza. Di lì a poco, nel mese di agosto, Galati si dimise e Bizzozero acquisì l'intero pacchetto azionario della società, nominando nuovo presidente l'ex stella nerazzurra Evaristo Beccalossi (che si dimetterà nel 2016 per entrare nei quadri societari del Brera di Milano). Nel campionato di Serie D 2014-2015 la squadra lottò nelle posizioni di vertice, chiudendo infine il proprio girone al secondo posto, alle spalle del Castiglione. Analogo risultato venne ottenuto nella Serie D 2015-2016, ove i blucelesti si piazzarono al secondo posto nel proprio girone dietro al solo Piacenza e accedettero ai play-off, che infine vinsero superando Pontisola e Seregno, acquisendo la prelazione per eventuali ripescaggi in Lega Pro.
Ai buoni risultati sul campo si accompagnò tuttavia un crescente dissesto societario: nel corso dell'anno 2016 il patròn Daniele Bizzozero fu per due volte raggiunto da provvedimenti di custodia cautelare per problemi giudiziari non collegati alla squadra. Parallelamente l'amministratore unico Sandro Meregalli fu incaricato di intavolare trattative finalizzate alla cessione dei blucelesti a nuovi acquirenti, senza però ottenere alcun risultato concreto. La situazione contabile si aggravò sempre più: già a maggio 2016 diversi beni societari (tra cui le panchine dello stadio Rigamonti-Ceppi e l'autobus della prima squadra) vennero pignorati e messi all'asta nei mesi estivi[11]. Sempre nell'estate 2016 furono incontrate notevoli difficoltà nell'effettuare l'iscrizione al campionato 2016-2017: rivelatosi impossibile accedere alla Lega Pro, a luglio il club fu re-iscritto in extremis alla Serie D[12][13].
Il Calcio Lecco 1912 s.p.a. fu infine dichiarato fallito dal tribunale cittadino in data 5 dicembre 2016: le cariche sociali vennero completamente azzerate e il club fu posto in esercizio provvisorio sotto la gerenza del curatore Mario Motta, incaricato di terminare la stagione sportiva e di reggere il club fino all'asta di liquidazione.[14] Il curatore, al fine di sgravare la situazione debitoria sociale (quantificata in un passivo superiore al milione di euro), decise innanzitutto di esonerare l'allenatore Stefano Cuoghi, il cui compenso era stato giudicato sproporzionato alle possibilità dell'amministrazione straordinaria: al suo posto fu chiamato l'ex giocatore bluceleste Alberto Bertolini, già ingaggiato dalla precedente gestione per pochi giorni nel mese di ottobre 2016[15]. La rosa, rimasta orfana di vari giocatori svincolatisi a seguito della morosità del club, fu integrata con elementi delle selezioni giovanili[16]. Sempre al fine di reperire fondi necessari al regolare svolgimento delle attività del club, Motta propose a soggetti terzi (privati e aziende) di farsi carico direttamente di pagare l'ingaggio dei giocatori, facendo inoltre appello alle sottoscrizioni da parte dei tifosi[17].
Nonostante le difficoltà di cui sopra, la squadra bluceleste riuscì a chiudere la stagione regolare al 16º posto e infine a salvarsi sconfiggendo ai play-out l'Olginatese per 2-3[18].
A campionato concluso, il 29 maggio fu convocata l'asta per l'acquisto dei beni materiali e immateriali (pendenze debitorie incluse) del fallito Calcio Lecco 1912, la quale (a dispetto di alcune manifestazioni d'interesse, poi non correttamente formalizzate) finì deserta[19]: d'accordo con il curatore Motta, il tribunale cittadino decretò la convocazione di un secondo incanto per l'8 e il 9 giugno[20].
Proprio all'asta suppletiva del 9 giugno seguente il sodalizio fu aggiudicato all'unico offerente, l'imprenditore brianzolo Paolo Di Nunno, che ne divenne il nuovo proprietario[21]: la newco conservò la denominazione Calcio Lecco 1912, ma fu costituita in società a responsabilità limitata.
Dopo una prima stagione chiusa al settimo posto nel proprio girone, nell'annata 2018-2019 il Lecco (guidato dal tecnico Marco Gaburro) dominò il gruppo A della Serie D, vincendolo con cinque giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato: a fine stagione i blucelesti accumularono 86 punti, con +27 lunghezze sul secondo posto.
La stagione del ritorno in Serie C (dopo sette anni di assenza) si rivela più complicata: la squadra si attesta nella bassa classifica del girone A e ciò costa il posto al tecnico Gaburro (sostituito ad interim dal vice Gianbattista Boffetti e poi da Gaetano D'Agostino), nonché al direttore sportivo Mario Tesini e al team manager Mauro Brambilla. In aggiunta il patròn Paolo Di Nunno, che già da diversi mesi aveva preso a lamentare la scarsa presenza del pubblico alle partite interne, nonché un diffuso clima di ostilità e/o indifferenza nei suoi confronti da parte di tifosi e istituzioni, sul finire di novembre 2019 annuncia le proprie dimissioni dalle cariche sociali[22], garantendo comunque nell'immediatezza la prosecuzione del sostegno al club. A succedergli nel ruolo di presidente è il figlio, Cristian Di Nunno[1].
Cronistoria del Calcio Lecco 1912 |
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I colori sociali del Lecco sono il blu e il celeste: l'accostamento cromatico venne inventato nel 1895 all'atto della fondazione della Canottieri Lecco, il cui primo presidente, Antonio Cima, affermò che essi avrebbero evocato al meglio il panorama lacustre di cui si godeva dalla città, fonendo la tinta propria dell'acqua con quella del cielo. Secondo un'altra teoria, sostenuta dal giornalista Aronne Anghileri, i colori sarebbero invece stati tratti da quelli di un secchio rotto che si trovava presso la prima sede sociale[26].
Essendo il Lecco nato come sezione calcistica della Canottieri, fu dunque naturale che anch'esso scegliesse le summenzionate tinte per le proprie divise da gioco[27]. A differenza della divisa originaria della società "madre", che presenta le tinte disposte a fasce orizzontali, il club calcistico ha invece optato per casacche palate.
L'inno ufficiale della squadra si intitola Forza Lecco ed è cantato da Herman.
Il Lecco gioca le sue partite casalinghe allo Stadio Rigamonti-Ceppi, situato in via Don Pozzi, nel rione di Castello, che accoglie anche la sede della società. Al terzo millennio lo stadio, dopo gli adeguamenti alle norme di sicurezza, è capace di 5.000 posti.
Lo stadio, inizialmente denominato Campo sportivo di via Cantarelli al momento della costruzione, risalente al 1922, nel corso degli anni è stato intitolato a Mario Rigamonti e poi anche al "presidentissimo" bluceleste Mario Ceppi, dopo la morte avvenuta negli anni '80.
Prima della costruzione dello stadio nei primi anni di vita della società era stato allestito un campo da gioco, chiamato Primavera, in via Ponchielli.[28]
La prima squadra si allena allo Stadio Rigamonti-Ceppi dove disputa anche le gare casalinghe.
Aggiornato all'ottobre 2020
Cronologia degli sponsor tecnici
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Cronologia degli sponsor ufficiali
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Il settore giovanile bluceleste è formato da dieci squadre maschili giovanili (dagli Under-9 agli Under-17), una squadra Under-13 Pro e una squadra partecipante al Campionato Primavera 3. A queste, si aggiungono quattro squadre giovanili femminili (Under-10, Under-13, Under-15 e Under-17).
Il Lecco, nell'estate del 2021, ha creato una propria sezione femminile che parteciperà al campionato di Promozione 2021-2022.[30]
La seguente tabella prende in considerazione le 86 stagioni sportive disputate nei campionati nazionali a partire dall'esordio avvenuto il 26 ottobre 1924 in Seconda Divisione; la squadra ha inoltre partecipato al torneo di Serie B-C Alta Italia 1945-1946[31] con titolo sportivo di Serie C e a campionati su scala regionale, vale a dire:
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1º | Serie A | 3 | 1960-1961 | 1966-1967 | 3 |
2º | Seconda Divisione | 2 | 1924-1925 | 1925-1926 | 14 |
Prima Divisione | 1 | 1927-1928 | |||
Serie B | 11 | 1946-1947 | 1972-1973 | ||
3º | Seconda Divisione | 1 | 1926-1927 | 45 | |
Prima Divisione | 7 | 1928-1929 | 1934-1935 | ||
Serie B-C Alta Italia[32] | 1 | 1945-1946 | |||
Serie C | 26 | 1935-1936 | 2021-2022 | ||
Serie C1 | 8 | 1978-1979 | 2007-2008 | ||
Lega Pro Prima Divisione | 2 | 2008-2009 | 2009-2010 | ||
4º | Promozione | 2 | 1948-1949 | 1949-1950 | 22 |
IV Serie | 1 | 1952-1953 | |||
Serie C2 | 12 | 1980-1981 | 2006-2007 | ||
Lega Pro Seconda Divisione | 2 | 2010-2011 | 2011-2012 | ||
Serie D | 5 | 2014-2015 | 2018-2019 | ||
5º | Campionato Interregionale | 7 | 1983-1984 | 1989-1990 | 11 |
Serie D | 4 | 2003-2004 | 2013-2014 |
Attualmente, sono presenti due gruppi ultras che sono i Cani Sciolti e gli Ultras Lecco 1912 Ovunque, oltre ad altre formazioni minori. In passato, da metà anni '70 in poi, erano presenti altri gruppi ultras, tra cui: Mods Lecco, Lecco Front, Viking Lecco, Vecchia Guardia, "Ultras Alcool" e Brigate '78.[33]
La tifoseria organizzata lecchese non considera vigente alcun rapporto di gemellaggio; intrattiene bensì rapporti amichevoli e/o rispettosi con i supporter di Arezzo, Atalanta, Calangianus, Monza e Varese. Da notare inoltre come negli anni 2000 i Lost Boys, frangia del tifo della Virtus Bergamo, sostenne il Lecco visto il fallimento della propria beniamina.[senza fonte]
Tra le rivalità, particolarmente accesa e longeva è quella contro il Como, contro cui i blucelesti disputano il cosiddetto derby del Lario. Rapporti tesi si registrano inoltre con i gruppi organizzati afferenti a Paganese, Novara, Cremonese, Venezia, Modena, Pro Patria, Pergocrema, Alessandria e Piacenza.[34]
Aggiornata al 2 settembre 2022.
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